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L'ANIMA UMANA: COSA PUO DIRCI LA SCIENZA.

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2018 14:10
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25/03/2010 21:23
 
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Perchè il principio di indeterminazione di Heisenberg non vale per i sistemi macroscopici?


Il principio di inderminazione vale tanto per i sistemi microscopici come per quelli macroscopici. Tale principio stabilisce un limite massimo alla precisione con cui è possibile misurare contemporaneamente variabili come la posizione e la quantità di moto di un oggetto. Poichè le dimensioni e la massa degli oggetti macroscopici sono enormi, se confrontati con le particelle microscopiche, le misure che possiamo effettuare sui sistemi macroscopici sono estremamente meno precise di quelle che possiamo fare in campo microscopico. Questa è la ragione per cui non ci accorgiamo dell'esistenza del principio di interminazione quanto operiamo nel campo macroscopico. Per fare un esempio, sarebbe come pretendere di rilevare una differenza di peso di un milligrammo con una bilancia che ha la tolleranza del kilogrammo. é


Il filosofo Kant considerava il principio di causa-effetto come una categoria del nostro intelletto: tu cosa ne pensi?


Kant divide la realtà in fenomenica e noumenica; la prima è la realtà così come la conosciamo attraverso i nostri sensi ed il nostro intelletto, mentre la seconda è la realtà così come essa è realmente "in se stessa". La fisica quantistica ha dimostrato che questa divisione è corretta; infatti la realtà fisica (ossia la realtà noumenica, nella terminologia usata da Kant) è molto diversa da ciò che ci appare (il fenomeno). Per esempio il noumeno "tavolo" è costituito per la maggior parte da spazio vuoto, spazio nel quale si muovono continuamente particelle piccolissime. Il fenomeno "tavolo", ossia l'immagine del tavolo che vediamo, è un oggetto compatto, riempito uniformemente di materia immobile. Certamente l'uomo ha un ruolo attivo nel processo di conoscenza, poichè non conosciamo direttamente il noumeno, ma solo le nostre sensazioni (per esempio la sensazione visiva del tavolo) che sono una creazione della nostra psiche e non esistono come tali fuori dalla nostra mente. Kant però sbaglia quando afferma che il noumeno non è conoscible, e che la nostra conoscenza dei fenomeni è costruita attraverso delle categorie che ci costringono a conoscere in quel dato modo con cui conosciamo (l'analogia di Kant è quella del paio di occhiali rossi che ci costringerebbero a vedere tutto rosso, per cui non possiamo che vedere la realtà rossa). Infatti, affinchè l'uomo possa organizzare la conoscenza della realtà attraverso le categorie dell'intelletto, tale realtà deve essere intrinsecamente organizzabile, ossia deve essere strutturata in modo compatibile con i criteri o le categorie usati per organizzarla. Questa compatibilità è una proprietà reale e al tempo stesso conoscibile del noumeno. La scienza oggi ha mostrato che è possibile dare una descrizione molto accurata e fedele della realtà fenomenica attraverso uno specifico sistema di equazioni matematiche. Il punto è che possiamo inventare infinite equazioni matematiche, che però non potrebbero minimamente descrivere la realtà fenomenica. Perchè dunque la realtà fenomenica sarebbe descritta proprio da quelle specifiche equazioni e non da una qualsiasi delle altre infinite equazioni che possiamo inventare? La sola risposta plausibile è che le leggi della fisica rappresentino fedelmente la struttura matematica intrinseca del noumeno. Sarebbe assurdo ipotizzare che le equazioni della fisica siano una categoria del nostro intelletto, dato che sono occorsi parecchi millenni prima che tali equazioni fossero scoperte, e che esse sono il risultato di lunghi studi "a posteriori" sui dati sperimentali. Inoltre, le categorie dovrebbero avere un carattere universale, comune a tutti gli uomini; dovrebbero essere innate, ossia intrinseche alla natura umana, mentre la maggior parte degli uomini, non ha neppure la minima idea di cosa siano le equazioni della fisica. Dunque la fisica ci rivela una proprietà intrinseca del noumeno, ossia l'esistenza di una specifica struttura matematica nell'universo. Kant afferma poi che il principio di causa-effetto è solo una categoria dell'intelletto, e ritiene che tale principio, in quanto categoria, possa essere applicato solo alla realtà fenomenica. L'errore di Kant è ancora quello di non riconoscere che, se la realtà fisica (ossia noumenica) non fosse strutturata in modo compatibile ai principi da noi usati per conoscerla, nessun tipo di conoscenza sarebbe possibile, nè sarebbe possibile giustificare la nostra capacità di descrivere e prevedere sistematicamente i fenomeni naturali utilizzando tali principi. L'esistenza di leggi matematiche che determinano lo stato ed i processi nella realtà fisica/noumenica implica che il principio di causa-effetto sia intrinseco alla natura del noumeno, ovvero sia necessario per l'esistenza stessa del noumeno; tali leggi sono infatti la causa dell'esistenza del noumeno in un dato stato anzichè in un altro. Il principio di causa-effetto non può quindi essere considerato solo una categoria dell'intelletto umano, poichè l'universo, ossia il noumeno, esiste indipendentemente dall'uomo ed esisteva prima dell'uomo. Cade dunque la tesi di Kant secondo cui il principio di causa-effetto non possa essere applicato al di fuori della conoscenza fenomenica. E' utile osservare che lo stesso Kant cade in contraddizione perchè di fatto fa uso del principio di causa-effetto quando postula l'esistenza del noumeno (che funge da causa) per giustificare l'esistenza del fenomeno (che è l'effetto). é


La vita psichica può essere considerata una forma di energia?


Sia nelle filosofie materialiste che nelle religioni orientali si fa un grande uso della parola "energia", senza però dare a questo termine una rigorosa ed accurata definizione. Nella Fisica, l'energia è invece definita molto rigorosamente come un operatore matematico, che determina la dinamica del sistema. Questo operatore, chiamato Hamiltoniano, è costituito dalla somma di alcuni termini, ciascuno dei quali determina un tipo di energia, come l'energia cinetica dell'elettrone o l'energia del fotone. Per potere avere altri tipi di energia sarebbe necessario aggiungere altri termini all'Hamiltoniano; questo però significherebbe modificare le leggi della fisica e tutti i processi da esse determinati, perdendo così l'accordo con i dati sperimentali. Poichè nelle leggi della fisica non esiste alcun termine dell'Hamiltoniano che corrisponda ad una "energia psichica", non ha alcun senso affermare che la vita psichica sia una forma di energia. Si tratta sostanzialmente di un abuso di linguaggio scientifico. Dunque l'energia delle filosofie materialiste e delle religioni orientali è solo un termine vago, vuoto e privo di significato, che non ha nulla a che fare con il concetto scientifico di energia. Inoltre la vita psichica è intrinsecamente connessa al concetto di persona o di "io"; non ha alcun senso parlare di vita psichica come di un "qualcosa" di impersonale. é


L'entropia è una proprietà olistica o emergente?


Come Boltzmann dimostrò circa un secolo fa, l'entropia non è altro che il logaritmo del numero dei possibili stati microscopici, corrispondenti ad una prefissata condizione macroscopica del sistema; L'entropia può quindi essere definita allo stesso modo tanto per un sistema di molte particelle, quanto per una particella singola. Dunque l'entropia non può assolutamente essere considerata una proprietà olistica o emergente. é


La seconda legge della termodinamica è una reale proprietà olistica o emergente?


Assolutamente No. Innanzitutto le leggi della termodinamica non descrivano mai un sistema reale, ma solo modelli estremamente semplificati ed approssimativi; per esempio non si tiene minimamente conto del numero di particelle presenti nel sistema, nè delle loro posizioni, ma si prendono in considerazione solo poche variabili macroscopiche. In secondo luogo, la seconda legge della termodinamica è vera solo in modo approssimativo, perchè non tiene conto delle fluttuazioni statistiche che invece avvengono nei sistemi reali. Essendo dunque una legge approssimativa, la seconda legge della termodinamica non può certamente essere considerata una proprietà reale del sistema fisico; essa è solo un concetto astratto che descrive in modo approssimativo e semplificato il sistema reale, come del resto tutte le altre cosiddette "proprietà olistiche od emergenti" solitamente citate dai materialisti. La realtà non è infatti approssimazione; la realtà è o non è; le approssimazioni sono solo concetti astratti, e come tali, esistono solo nella nostra mente. é


La Temperatura è una proprietà olistica o emergente?


Certamente No. La temperatura è essenzialmente l'energia cinetica media delle particelle. La temperatura può quindi essere definita anche per una particella singola, considerando il suo valore di energia cinetica; dunque la temperatura non è nè emergente, nè olistica. Inoltre, si può osservare che la media è solo un concetto astratto, e dunque la temperatura non è una proprietà reale, ma solo un concetto astratto utilizzato per semplificare la descrizione del sistema reale; è infatti certamente molto più semplice utilizzare un solo valore (la media) per descrivere il sistema, invece di calcolare l'energia cinetica di tutte le particelle del sistema. é


La mente può essere definita come il software del cervello?


E' una vera assurdità. Il computer funziona attraverso successioni di impulsi elettrici, che sono concatenati tra loro e che determinano tra l'altro anche l'accensione dei tanti punti luminosi che formano le immagini che vediamo sullo schermo. Tali successisoni possono essere codificate in codice binario e trascritte su supporti come CD, DVD, ecc. Con la parola software indichiamo il vasto insieme di tutte le possibili successioni di impulsi elettrici che possono avvenire nei computers. Il software è quindi solo un concetto astratto, che, come ogni concetto astratto, presuppone l'esistenza di una mente che lo concepisca; il software non può esistere al di fuori dalla mente, nè indipendentemente da essa. La mente, essendo una condizione preliminare necessaria all'esistenza del software, non può essere essa stessa un software. é


L'esistenza dell'anima e della sua interazione con il cervello implica una violazione del principio di conservazione dell'energia?


Il principio di conservazione dell'energia è una conseguenza matematica delle leggi della fisica; dunque questo principio è valido solo quando si è in presenza di interazioni esclusivamente fisiche. Nel caso siano presenti interazioni non fisiche, non c'è ragione di aspettarsi che tale principio non possa essere violato. Inoltre, la meccanica quantistica prevede la possibiltà che il sistema si trovi in stati che non abbiano un valore definito di energia, e quindi il principio di conservazione dell'energia non può essere sempre applicato.
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