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RICERCA SU GESU' NELLA STORIA e STORICITA' DEI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 17:25
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19/04/2010 22:13
 
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l Timone a Radio Maria
di Gianpaolo Barra GESÙ E'
VERAMENTE ESISTITO
Pubblichiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de "// Timone” ha tenuto a Radio Maria il 7 dicembre 2000, duran­te la "Serata Sacerdotale", condotta da don Tino Rolfi. Conserviamo lo stile colloquiale e la divi­sione in paragrafi numerati, utilizzata per i suoi appunti dall'autore.
1. In questa conversazione ci inter­roghiamo sulla esistenza storica di Gesù Cristo
2. Si tratta di un tema importante per la credibilità storica del Cri­stianesimo. Infatti, se Gesù non fosse esistito, la nostra fede sarebbe co­struita su un mito, senza basi stonche
3- Noi non abbiamo dubbi sull'esi­stenza di Gesù, ma ci chiediamo se questa certezza vale anche per chi non crede in Dio È vero che la Sacra Scrittura e esplicita in proposito, e non mancheremo di interrogarla, ma chi non crede chiede di esaminare altri documenti Documenti che non nascono, per esempio, in ambiente cristiano.
4- è vero che fino al XVIII secolo nessuno, nemmeno i nemici più agguerriti del Cristianesimo, aveva mai negato l'esistenza di Gesù. Ma in tempi recenti essa e stata ritenuta mitologica e fantastica. Dalla Grande Enciclopedia sovietica, per esempio.
5. Oggi le cose sono mutate e la caduta di quel Muro di Berlino, ver­gogna del nostro tempo perche sim­bolo di quel regime comunista che ha tentato di costruire una civiltà senza Dio, ha trascinato con se anche le sicurezze di quella Enciclopedia.
6- Veniamo alla nostra riflessione e ricordiamo la prima fonte di caratte­re storico sulla esistenza di Gesù Cristo.
7- Se diamo retta da un ex esattore delle tasse (Matteo), ad un medico (Luca), ad un giovane segretario dell'Apostolo Pietro (Marco) e ad un altro testimone oculare di Gesù (Giovanni), tutti vissuti in Palestina nel primo secolo, l'esistenza di Gesù di Nazareth deve considerarsi un dato di fatto incontestabile.
8. Questi testimoni hanno messo per iscritto nei Vangeli la storia di ciò che e accaduto 2000 anni orsono in Palestina, lasciandoci cosi le testimo­nianze più preziose, più ricche di dati e più attendibili riguardo l'esistenza storica di Gesù.
9. Ma qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di testimonianze in qual­che modo interessate.
10- E allora vogliamo concentrare la nostra attenzione sulle tracce che provengono da ambienti non cristia­ni.
11- I riferimenti a Gesù nelle fonti documentane non cristiane dei primi secoli sono rari II mondo romano lo ha sostanzialmente ignorato e quello ebraico lo ricorda raramente e lo fa con disprezzo e con offese.
12. Questa scarsità di informazioni storiche che provengono da ambien­ti non cristiani e comprensibile Ricordiamo che 2000 anni fa nessu­no immaginava a quale straordinario sviluppo sarebbe andato incontro il Cristianesimo In effetti, la fine inglo­riosa del Fondatore del Cristianesimo non suscitava l'interesse degli storici pagani di quell'epoca.
13. Tuttavia, alcuni dei cronisti dell'Impero, sebbene solo con cenni e spesso con intenzioni non benevo­le, di Cristo e dei Cristiani qualche cosa dicono I loro ricordi, pochi e tal­volta superficiali, mentano attenzio­ne.
14- Una prima traccia non cristiana della esistenza di Gesù la troviamo in Flavio Giuseppe. Nato a Gerusa­lemme verso il 37\39, quindi pochis­simi anni dopo la morte di Gesù, questo storico ebreo mostra di cono­scere bene i fatti di cui parla, per averli vissuti in prima persona.
15- Alla fine del primo secolo Flavio Giuseppe scrive le Antichità giudai-che, cioè la storia del popolo ebraico dalle origini fino al 66 d C In questa opera, troviamo tré riferimenti importanti a Gesù e ai Cristiani il primo riguarda la morte di Giovanni Battista (XVIII, 116-119), il secondo la morte di Giacomo, che Flavio Giuseppe qualifica come "fratello di Gesù chiamato il Cristo' (XX, 200), il terzo, il più noto, e conosciuto come " Testimonium Flavianum " e ci interessa particolarmente .
16- Sentiamo che cosa ha scritto Flavio Giuseppe "Ora, ci fu verso questo tempo Gesù, un uomo sapiente, seppure bisogna chiamarlo uomo era infatti facitore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la venta E attirò a se molti Giudei, e anche molti dei Greci Costui era il Cristo. E avendo Pilato, per denuncia degli uomini principali fra noi, punito lui di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato Egli infatti comparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già detto i divini profeti queste e migliala d'altre cose mirabili riguardo a lui E ancora adesso non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati i Cristiani" (Antichità giudaiche, XVIII, 63-64).
17. Se stiamo a questa testimonian­za antichissima, Flavio Giuseppe sarebbe stato a conoscenza non solo della esistenza di Gesù, ma anche dei suoi poteri, della sua funzione mes­sianica e della sua risurrezione dai morti.
18. Va detto che tutto questo e apparso eccessivo a molti studiosi, che considerano improbabile anche il tono elogiativo nei confronti di Gesù usato da un ebreo Per questa ragio­ne, si pensa che questo passo sia stato manipolato da una ignota mano cristiana prima di giungere a Eusebio di Cesarea, il grande stori­co della Chiesa del IV secolo, che lo riporta nella sua celeberrima Histona Ecclesiastica (1, II).
19. In ogni caso, quello che a noi interessa, per ora, è un dato. questo ebreo del primo secolo ha sentito parlare di Gesù e, da storico, non mette in dubbio la sua esistenza. E tutto questo - ricordiamolo - in am­biente non cristiano.
20. C'è un'altra notizia interessante Qualche anno fa, uno studioso ebreo è riuscito a scoprire la probabile ver­sione originale del Testimonium Flavianum Ce ne ha dato notizia Vit­torio Messori, nel suo capolavoro intitolato "Ipotesi su Gesù"
21- Ne! 1972. il prof Shiomo Pinès, professore all'Università Ebraica di Gerusalemme, ha scritto un articolo sul quotidiano International Heratd Tribune intitolato significativamente "Gli ebrei portano le prove dell'esi­stenza di Gesù".
22- Pines aveva scoperto per primo che del testo di Giuseppe Flavio c'era un'altra versione, diversa da quella giudicata inquinata dagli storici Questa versione è contenuta in un'o­pera araba del X secolo, la Storia Universale di Agapio, vescovo di Hierapolis in Siria Agapio riporta il Testimonium Flavianum senza quelle espressioni elogiative che lo facevano rifiutare dagli studiosi.
23. Ora, il professore Pinès osserva che sembra impossibile che un vesco­vo cristiano abbia minimizzato volon­tariamente il testo di Flavio Giuseppe, togliendogli (se c'erano) i termini elo­giativi su Gesù Allora, possiamo pen­sale che il professore ebreo contem­poraneo ha davvero scoperto la ver­sione originale della testimonianza di Flavio Se è così, dice Pinès, "abbia­mo qui la più antica testimonianza scritta, di origine non cristiana, che riguardi Gesù".
24. Ecco il brano di Flavio Giuseppe, così com'e riportato da Agapio, nella versione dell'Università Ebraica di Gerusalemme "A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù La sua con­dotta era buona, ed era stimato per la sua virtù Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli Piiate lo condanno ad essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenu­ti suoi discepoli non smisero di segui­re il suo insegnamento Essi racconta­rono che era apparso loro tré giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo Forse era il Messia di cui i profe­ti hanno raccontato tante meraviglie" (V Messori, Ipotesi su Gesù, XV edi­zione, SEI, Tonno 1977, pp 238-239).
25. Anche in questa versione, non manipolata da mano cristiana, risulta che l'ebreo Flavio Giuseppe dava per scontato l'esistenza storica di Gesù.
26. Il dato è di fondamentale impor­tanza, perché ci è offerto da uno sto­rico quasi contemporaneo a Gesù e proviene da un ambiente che è sicuro dell'esistenza di Cristo, anche se non ne accoglie il messaggio è'quindi un ambiente non interessato a mentire, inventandosi l'esistenza di Cristo.
27. Proseguiamo la ricerca e giungia­mo ad un documento antichissimo, datato verso il 112 d C. Proviene da Plinio il Giovane, console e gover­natore della Bitinia, in Turchia, il quale è autore di una lettera indirizzata all'imperatore Tralano.
28. in questa lettera non si parla direttamente di Gesù, ma dei cristiani i quali, scrive Plinio il Giovane erano "abituati a radunarsi prima del levare del sole, per cantare un carme a Cristo come a un Dio" (X, 96).
29. Plinio chiede consigli su come deve comportarsi con i cristiani. Ci informa che sono numerosi nelle città e nelle campagne, ritiene innocue le loro riunioni, sa che con giuramento si obbligano a non commettere furti, a non commettere adulterio, a resti­tuire i prestiti e a non tradire la Fede.
30. La lettera di Plinio all'imperatore Tralano "è la più antica testimonianza pagana sulle assemblee liturgiche dei Cristiani primitivi e sull'Eucaristia" (Marta Sordi, / cristiani e l'impero romano, Jaca Book, Milano 1984, p 67).
31. La risposta di Tralano non si fa attendere e costituisce il "più antico documento ufficiale sui rapporti fra il Cristianesimo e lo stato romano" (Marta Sordi, op cit, p 67).
32. Tralano dispone che i Cristiani non devono essere ricercati dalle autorità, ma possono essere perse­guitati solo se denunciati da qualcu­no, purché non anonimo, salvo che, sacrificando agli dei dell'impero, non rinneghino la loro fede.
33. La lettera di Plinio impone una riflessione Nei primi anni del II seco­lo vi erano Cristiani che si radunava­no per rendere gloria a Cristo come a Dio Riflettiamo se anche l'esistenza di Gesù fosse stata inventata, tale invenzione doveva risalire almeno al 1° secolo, quindi in epoca assai vicina alla presunta esistenza terrena del Nazareno, quando potevano insorge­re molti testimoni in grado di sma­scherare l'inganno.
34- Invece, di questi non abbiamo notizia Plinio dà per scontato quello che ai suoi tempi era pacificamente accettato un certo Gesù era real­mente esistito qualche decennio prima e aveva lasciato dei discepoli e seguaci.
35. La storia ci offre un'altra antichis­sima traccia della esistenza di Gesù Cinque anni dopo, ne! 117, lo storico Tacito scrive nei suoi Annali che Nerone, per evitare di essere accusa­to dell'incendio di Roma del 64 d C , "ne presento come rei e colpi con supplizi raffmatissimi coloro che il volgo, odiandoli per i loro delitti, chiamava Crestiani. L'autore di que­sta denominazione, Cristo, sotto l'impero di Tibeno (imperatore dal 14 al 37 d C ), era stato condannato al supplizio dal Procuratore Ponzio Pilato, ma, repressa per il momento, l'esiziale superstizione erompeva di nuovo, non solo per fa Giudea, origi­ne di quel male, ma anche per l'Urbe, ove da ogni parte confluiscono tutte le cose atroci e vergognose" (Annales, XV, 44).
36. è una testimonianza straordina­ria Tacito e uno storico, e aveva nei confronti dei Cristiani e della loro reli­gione una pessima opinione Ma que­sto non e sufficiente per accusare i Cristiani di essersi inventati l'esistenza di Cristo Eppure, ricordiamolo, que­sta accusa sarebbe valsa a screditare definitivamente quella "esiziale su­perstizione".
37- Tacito offre un altro dato interes­sante già nell'anno 64 a Roma vive­vano seguaci di quel Gesù che era morto poco più di 30 anni prima.
38- Riflettiamo se l'esistenza di Cristo fosse stata inventata, qualcuno ('avrebbe contestata e a Tacito di tale inganno sarebbe giunto reco Invece, significativamente, lo storico non ne fa notizia.
39. Un altro storico, Svetonio, verso ranno 120, ci lascia una indicazione sui Cristiani i quali, a suo dire, come aveva rilevato Tacito, sotto Nerone furono "sottoposti a supplizi ( ), razza di uomini d'una superstizione nuova e malefica" (Nero, 16) .
40Il giudizio di Svetonio e negativo e sprezzante Avrebbe avuto buon gioco a svergognare quella "supersti­zione nuova e malefica" se avesse saputo che era fondata su un perso­naggio mai esistito Invece, non tro­viamo accuse siffatte.
41, Svetonio ci informa che durante l'impero di Claudio (41-54), predeces­sore di Nerone, furono "espulsi da Roma i Giudei i quali, ad impulso di Creste, facevano frequenti tumulti" (Claudius, 25) Con tutta probabilità, l'espulsione citata da Svetonio avven­ne tra il 49 e il 50 d C
42. A noi, qui, interessa la conferma di un dato storico meno di 20 anni dopo la morte di Gesù, a Roma vi e già una comunità di suoi seguaci È passato troppo poco tempo per inventare l'esistenza di un Messia senza rischiare di essere scoperti e de­nunciati.
43, Andiamo avanti Qualche tempo fa e emerso un altro documento è una lettera che uno storico siriaco, di nome Mara Bar Sarapion, indirizza a suo figlio nell'anno 73 d C In essa viene ricordato come i Giudei avreb­bero messo a morte il loro "saggio rè", dove il riferimento a Gesù, del quale non si fa il nome, sembra esse­re di una evidenza lampante.
44. Anche gli avversar! più accaniti del Cristianesimo antico non conte­starono l'esistenza storica di Gesù Ricordiamo il filosofo Celso.
45. Tra il 178 e il 180, Celso mise mano ad uno scritto polemico nei confronti del Cristianesimo Egli accu­sa i cristiani di ignoranza, di fanati­smo, di superstizione e Gesù di essere stato un ciarlatano, in possesso di arti magiche con le quali si spiegherebbe­ro i miracoli che gli vengono accredi­tati.
46. Nonostante questa avversione, Celso non mette in dubbio l'esistenza storica di Cristo.
47. Per attaccare i Cristiani, egli si avvale di tutti gli argomenti a sua disposizione, ma non dell'unico che avrebbe avuto valore ultimamente definitivo l'invenzione dell'esistenza di Cristo.
La storia quindi conferma che due­mila anni fa e vissuto un uomo chia­mato Gesù.
Per noi è il Figlio di Dio, nato, vissuto, morto in croce per sal­varci e risuscitato.


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