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PENSIERI DI PAPA BENEDETTO XVI

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2018 09:48
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09/01/2011 17:38
 
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Nel periodo del tramonto dell’Impero Romano ... Il disfacimento degli ordinamenti portanti del diritto e degli atteggiamenti morali di fondo, che ad essi davano forza, causavano la rottura degli argini che fino a quel momento avevano protetto la convivenza pacifica tra gli uomini. Un mondo stava tramontando... Il mondo con tutte le sue nuove speranze e possibilità è, al tempo stesso, angustiato dall’impressione che il consenso morale si stia dissolvendo, un consenso senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano.
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16/01/2011 09:41
 
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Benedetto XVI: la vita dell’uomo non è un bene disponibile

Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto sempre più che la vita dell’uomo non è un bene disponibile, ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento. La vita è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno... Domandiamo alla Madonna di volgere il suo sguardo materno su ogni ammalato e sulla sua famiglia, per aiutarli a portare con Cristo il peso della croce.
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03/02/2011 21:23
 
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Nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale ... la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato: la fede ... non avrebbe più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile ... se, da una parte si dà grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, dall’altra, la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e estranea al mondo civile.
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12/02/2011 21:07
 
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Si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse.
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19/02/2011 19:21
 
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Viviamo oggi, soprattutto nelle società più sviluppate, una condizione segnata spesso da una radicale pluralità, da una progressiva emarginazione della religione dalla sfera pubblica, da un relativismo che tocca i valori fondamentali. Ciò esige che la nostra testimonianza cristiana sia luminosa e coerente e che il nostro sforzo educativo sia sempre più attento e generoso.
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26/03/2011 23:23
 
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I nuovi linguaggi che si sviluppano nella comunicazione digitale determinano, tra l’altro, una capacità più intuitiva ed emotiva che analitica, orientano verso una diversa organizzazione logica del pensiero e del rapporto con la realtà, privilegiano spesso l’immagine e i collegamenti ipertestuali ... I rischi che si corrono, certo, sono sotto gli occhi di tutti: la perdita dell’interiorità, la superficialità nel vivere le relazioni, la fuga nell’emotività, il prevalere dell’opinione più convincente rispetto al desiderio di verità.
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10/04/2011 18:12
 
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"Vedete, Pietro dorme, Giuda è sveglio". Questa è una cosa che ci fa pensare: la sonnolenza dei buoni. Papa Pio XI ha detto: "il problema grande del nostro tempo non sono le forze negative, è la sonnolenza dei buoni" ... La Chiesa è sempre minacciata, c'è sempre il pericolo, l'opposizione del diavolo che non accetta che nell'umanità sia presente questo nuovo Popolo di Dio, che vi sia la presenza di Dio in una comunità vivente. Non deve quindi meravigliarci che ci sia sempre difficoltà, che ci sia sempre erba cattiva nel campo della Chiesa
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23/04/2011 08:43
 
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"Nella passione di Gesù, tutto lo sporco del mondo viene a contatto con l'immensamente Puro, con l'anima di Gesù Cristo,  e così con lo stesso Figlio di Dio. Se di solito la cosa impura mediante il contatto contagia e inquina la cosa pura, qui abbiamo il contrario: dove il mondo, con tutta la sua ingiustizia e con le sue crudeltà che lo inquinano, viene a contatto con l'immensamente Puro, là  Egli, il Puro, si rivela al contempo il più forte. In questo contatto lo sporco del mondo viene realmente assorbito, annullato, trasformato mediante il dolore dell'amore infinito. Siccome nell'uomo Gesù è presente il bene infinito, è ora presente ed efficace nella storia del mondo la forza antagonista di ogni forma di male, il bene è sempre infinitamente più grande di tutta la massa del male, per quanto essa sia terribile"
(Benedetto XVI - Gesù di Nazareth - La Passione)
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18/05/2011 22:44
 
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Esistono beni che non si possono acquistare al mercato: fondamentale tra essi è la dignità della persona umana. Oltre ai bisogni materiali ci sono pure esigenze spirituali che per loro natura debbono essere soddisfatte nella gratuità di uno scambio, in cui la persona è riconosciuta ed amata per se stessa. Occorre superare la mentalità meramente utilitaristica, che ignora le dimensioni trascendenti della persona umana e la riduce al circolo angusto della produzione e del consumo. Una società così concepita non è capace di integrare i più deboli e poveri, né riesce a soddisfare ciò che attendono le nuove generazioni, anche per superare una certa diffusa cultura che le rinchiude in se stesse, le porta a ricercare paradisi artificiali ed a sfuggire alle responsabilità della vita familiare e sociale. Occorre adoperarsi per una società nuova, in cui le persone possano contare di più, in cui alla lotta sia sostituito l'incontro di libertà e responsabilità, l'alleanza tra libero mercato e solidarietà, per promuovere un tipo di sviluppo che tuteli la vita, difenda l'uomo, specie il povero e l'emarginato, rispetti il creato, che è opera della mano di Dio.
G.Paolo II
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12/06/2011 22:43
 
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UDIENZA

AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO INTERNAZIONALE PROMOSSO DAL
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA MATER ET MAGISTRA
16.05.2011

* * *

... una visione di Chiesa posta al servizio della famiglia umana soprattutto mediante la sua specifica missione evangelizzatrice, ha pensato alla Dottrina sociale – anticipando il beato Giovanni Paolo II – come ad un elemento essenziale di questa missione, perché «parte integrante della concezione cristiana della vita» ... c’è bisogno del ripristino di una ragione integrale che faccia rinascere il pensiero e l’etica. Senza un pensiero morale che superi l’impostazione delle etiche secolari, come quelle neoutilitaristiche e neocontrattualiste, che si fondano su un sostanziale scetticismo e su una visione prevalentemente immanentista della storia, diviene arduo per l’uomo d’oggi accedere alla conoscenza del vero bene umano.

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15/06/2011 08:22
 
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“Raccomando anche a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico.

Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una ‘vita buona’ a favore e al servizio di tutti.

A questo impegno infatti non possono sottrarsi i cristiani, che sono certo pellegrini verso il Cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità”.

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19/06/2011 21:59
 
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Benedetto XVI si è espresso così sui metodi naturali:
«la conoscenza dei ritmi naturali di fertilità della donna diventa importante per la vita dei coniugi. Questi metodi consentono alla coppia di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana senza turbare l’integro significato della donazione sessuale [...]. Questi metodi che rispettano la piena verità dell’amore dei coniugi richiedono una maturità nell’amore che non è immediata, ma comporta un dialogo e un ascolto reciproco e un singolare dominio dell’impulso sessuale in un cammino di crescita nella virtù».
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08/07/2011 22:07
 
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la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità ... La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto "critico" che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione.
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21/08/2011 16:19
 
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Papa Benedetto XVI a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù "Testimoniate la fede negli ambienti più diversi, anche dove vi è rifiuto o indifferenza perché il mondo ha bisogno certamente di Dio. E attenti perché l'individualismo è una tentazione anche per i cristiani. Per questo vivete «in comunione con la Chiesa".

Queste le riflessioni offerte dal Papa al milione e mezzo di ragazzi con i quali ha celebrato la messa conclusiva della Gmg, all'aeroporto Cuatro Vientos di Madrid. Altre centinaia di migliaia lo hanno seguito nei dintorni della città, grazie ai maxischermi.
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26/09/2011 08:20
 
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La presenza di Dio si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi che ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre.
I santi  ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si è rivolto verso di noi, in Gesù Cristo si è manifestato e si manifesta a noi". "Non vogliamo nasconderci in una fede solamente privata - ma vogliamo gestire in modo responsabile la libertà raggiunta. Come i santi Kilian, Bonifacio, Adelar, Eoban ed Elisabetta di Turingia vogliamo andare incontro ai nostri concittadini da cristiani ed invitarli a scoprire con noi la pienezza della Buona Novella.

(Durante la visita in Germania)
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26/09/2011 08:34
 
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I NON CREDENTI che sono inquieti

nella loro ricerca della verità,

sono più vicini a Dio di tanti CREDENTI,

i quali vivono senza impegno nella loro abitudine.
[Modificato da Coordin. 26/09/2011 08:35]
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17/10/2011 21:58
 
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Che meraviglia il nostro Papa. Le sue considerazioni al Bundestag tedesco sui fondamenti dello Stato liberale di diritto tratte da Sant’Agostino: “Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?”  hanno toccato tutti.

Benedetto XVI, consapevole della crescente persecuzione dei cristiani da parte di gruppi integralisti oltre all’attuale ostracismo esercitato da parte di minoranze radical sic e ateo-massoniche (positiviste) che si sta diffondendo in Europa ha posto il quesito:  
Come riconosciamo che cosa è giusto? Come possiamo distinguere tra il bene e il male, tra il vero diritto e il diritto solo apparente? La richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale l’uomo politico e la politica si trovano anche oggi.” 
Il vero male oggi?  “La ragione positivista - ha affermato il Papa - che si presenta in modo esclusivista e non è in grado di percepire qualcosa al di là di ciò che è funzionale, assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio.”
Proseguendo, il santo Padre riconosce: …”L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa. … -ma, prosegue - …esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana.” 
In conclusione, cosa è richiesto al politico? “L’uomo è in grado di distruggere il mondo. Può manipolare se stesso. Può, per così dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dall’essere uomini. Come riconosciamo che cosa è giusto? Come possiamo distinguere tra il bene e il male, tra il vero diritto e il diritto solo apparente? La richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale l’uomo politico e la politica si trovano anche oggi.”

Salomone chiese: “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” (1Re 3,9). 

“Che cosa sarebbe se a noi, legislatori di oggi, venisse concesso di avanzare una richiesta? Che cosa chiederemmo? Penso che anche oggi, in ultima analisi, non potremmo desiderare altro che un cuore docile – la capacità di distinguere il bene dal male e di stabilire così un vero diritto, di servire la giustizia e la pace.”
 Ma con una sottigliezza inverosimile egli, per evidenziare in maniera opportuna che la Chiesa cristiana nel rapporto fra l’essere e il dover essere, non ha nessuna intenzione di lasciarsi relegare dalla cultura positivista a “sottocultura” (per essi, infatti, la Chiesa è una realtà con molti doveri ma senza diritti), da quella sede ha parlato ad ogni vero cristiano: “Nel terzo secolo, il grande teologo Origene ha giustificato così la resistenza dei cristiani a certi ordinamenti giuridici in vigore: “Se qualcuno si trovasse presso il popolo della Scizia che ha leggi irreligiose e fosse costretto a vivere in mezzo a loro … questi senz’altro agirebbe in modo molto ragionevole se, in nome della legge della verità che presso il popolo della Scizia è appunto illegalità, insieme con altri che hanno la stessa opinione, formasse associazioni anche contro l’ordinamento in vigore…”.
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02/12/2011 23:55
 
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Mi sembra particolarmente importante aver voluto affrontare quest’anno, nell’Assemblea Plenaria, il tema di
Dio: «La questione di Dio oggi». Non dovremmo mai stancarci di riproporre tale domanda, di “ricominciare da
Dio”, per ridare all’uomo la totalità delle sue dimensioni, la sua piena dignità. Infatti, una mentalità che è anda-
ta diffondendosi nel nostro tempo, rinunciando a ogni riferimento al trascendente, si è dimostrata incapace di
comprendere e preservare l’umano. La diffusione di questa mentalità ha generato la crisi che viviamo oggi, che
è crisi di significato e di valori, prima che crisi economica e sociale. L’uomo che cerca di esistere soltanto posi-
tivisticamente, nel calcolabile e nel misurabile, alla fine rimane soffocato. In questo quadro, la questione di Dio
è, in un certo senso, «la questione delle questioni». Essa ci riporta alle domande di fondo dell’uomo, alle aspira-
zioni di verità, di felicità e di libertà insite nel suo cuore, che cercano una realizzazione. L’uomo che risveglia in
sé la domanda su Dio si apre alla speranza, ad una speranza affidabile, per cui vale la pena di affrontare la fatica
del cammino nel presente (cfr. Spe salvi, 1).
Ma come risvegliare la domanda di Dio, perché sia la questione fondamentale? Cari amici, se è vero che «al-
l’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimen-
to, con una Persona» (Deus caritas est, 1), la domanda su Dio è risvegliata dall’incontro con chi ha il dono della
fede, con chi ha un rapporto vitale con il Signore. Dio viene conosciuto attraverso uomini e donne che lo co-
noscono: la strada verso di Lui passa, in modo concreto, attraverso chi l’ha incontrato. Qui il vostro ruolo di fe-
deli laici è particolarmente importante. […] Siete chiamati a offrire una testimonianza trasparente della rilevanza
della questione di Dio in ogni campo del pensare e dell’agire. Nella famiglia, nel lavoro, come nella politica e nel-
l’economia, l’uomo contemporaneo ha bisogno di vedere con i propri occhi e di toccare con mano come con
Dio o senza Dio tutto cambia.
Ma la sfida di una mentalità chiusa al trascendente obbliga anche gli stessi cristiani a tornare in modo più de-
ciso alla centralità di Dio. A volte ci si è adoperati perché la presenza dei cristiani nel sociale, nella politica o nel-
l’economia risultasse più incisiva, e forse non ci si è altrettanto preoccupati della solidità della loro fede, quasi fos-
se un dato acquisito una volta per tutte. In realtà i cristiani non abitano un pianeta lontano, immune dalle «ma-
lattie» del mondo,ma condividono i turbamenti,il disorientamento e le difficoltà del loro tempo.Perciò non meno
urgente è riproporre la questione di Dio anche nello stesso tessuto ecclesiale. Quante volte, nonostante il defi-
nirsi cristiani, Dio di fatto non è il punto di riferimento centrale nel modo di pensare e di agire, nelle scelte fon-
damentali della vita. La prima risposta alla grande sfida del nostro tempo sta allora nella profonda conversione
del nostro cuore, perché il Battesimo che ci ha resi luce del mondo e sale della terra possa veramente trasformarci.
BENEDETTO XVI LAICI,
CIOÈ CRISTIANI
BRANI DAL DISCORSO ALLA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI
Città del Vaticano, 25 novembre 2011
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13/12/2011 12:06
 
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La disperazione è individualista, la speranza è comunione

Discorso di Benedetto XVI all'incontro con le istituzioni della Repubblica del Benin (Cotonou, 19 novembre 2011)


Spesso, nei miei precedenti interventi, ho unito alla parola Africa quella di speranza. L’ho fatto a Luanda due anni fa e già in un contesto sinodale. La parola speranza figura del resto più volte nell’Esortazione apostolica postsinodale Africae munus che firmerò fra poco. Quando dico che l’Africa è il continente della speranza, non faccio della facile retorica, ma esprimo molto semplicemente una convinzione personale, che è anche quella della Chiesa. Troppo spesso il nostro spirito si ferma a pregiudizi o ad immagini che danno della realtà africana una visione negativa, frutto di un’analisi pessimista. Si è sempre tentati di sottolineare ciò che non va; meglio ancora, è facile assumere il tono sentenzioso del moralizzatore o dell’esperto, che impone le sue conclusioni e propone, in fin dei conti, poche soluzioni appropriate. Si è anche tentati di analizzare le realtà africane alla maniera di un etnologo curioso o come chi non vede in esse che un’enorme riserva energetica, minerale, agricola ed umana facilmente sfruttabile per interessi spesso poco nobili. Queste sono visioni riduttive e irrispettose, che portano ad una cosificazione poco dignitosa dell’Africa e dei suoi abitanti.
Sono consapevole che le parole non hanno dovunque il medesimo significato. Ma, quella di speranza varia poco secondo le culture. Alcuni anni fa, ho dedicato una Lettera enciclica alla speranza cristiana. Parlare della speranza, significa parlare del futuro, e dunque di Dio! Il futuro si radica nel passato e nel presente. Il passato, noi lo conosciamo bene, addolorati per i suoi fallimenti e lieti per le sue realizzazioni positive. Il presente, lo viviamo come possiamo. Al meglio, spero, e con l’aiuto di Dio! È su questo terreno composto da molteplici elementi contraddittori e complementari che si tratta di costruire, con l’aiuto di Dio...

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14/12/2011 22:49
 
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Ciascuno di noi è chiamato a comprendere che nella preghiera di domanda al Signore non dobbiamo attenderci un compimento immediato di ciò che noi chiediamo, della nostra volontà, ma affidarci piuttosto alla volontà del Padre, leggendo ogni evento nella prospettiva della sua gloria, del suo disegno di amore, spesso misterioso ai nostri occhi. Per questo, nella nostra preghiera, domanda, lode e ringraziamento dovrebbero fondersi assieme, anche quando ci sembra che Dio non risponda alle nostre concrete attese. L’abbandonarsi all’amore di Dio, che ci precede e ci accompagna sempre, è uno degli atteggiamenti di fondo del nostro dialogo con Lui. Il Catechismo della Chiesa Cattolica commenta così la preghiera di Gesù nel racconto della risurrezione di Lazzaro: «Introdotta dal rendimento di grazie, la preghiera di Gesù ci rivela come chiedere: prima che il dono venga concesso, Gesù aderisce a colui che dona e che nei suoi doni dona se stesso. Il Donatore è più prezioso del dono accordato; è il “Tesoro”, ed il cuore del Figlio suo è in lui; il dono viene concesso “in aggiunta” (cfr Mt 6,21 e 6,33)» (2604).
Dalla catechesi odierna di Benedetto XVI
[Modificato da Credente 14/12/2011 22:50]
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20/12/2011 09:03
 
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Il progresso tecnico, segnatamente nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa. Le città sono quasi sempre rumorose: raramente in esse c’è silenzio, perché un rumore di fondo rimane sempre, in alcune zone anche di notte ... Sempre più, anche senza accorgersene, le persone sono immerse in una dimensione virtuale, a causa di messaggi audiovisivi che accompagnano la loro vita da mattina a sera ... I più giovani, che sono nati già in questa condizione, sembrano voler riempire di musica e di immagini ogni momento vuoto, quasi per paura di sentire, appunto, questo vuoto. Alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine ... Stat crux dum volvitur orbis – così recita il vostro motto. La Croce di Cristo è il punto fermo, in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo.
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28/12/2011 08:45
 
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«chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”».

«Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di san Francesco», «Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per così dire, a piedi, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’umiltà di un bimbo appena nato».
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02/01/2012 22:50
 
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Il papa, la notte di Natale, ha pronunciato una poetica meditazione sul presepio di san Francesco a Greccio, dove “si rese visibile una nuova dimensione del mistero del Natale”.

Francesco di Assisi “baciava con grande devozione le immagini del bambinello e balbettava parole di dolcezza alla maniera dei bambini, ci racconta Tommaso da Celano … attraverso di lui e mediante il suo modo di credere” ha aggiunto il papa “è accaduto qualcosa di nuovo: Francesco ha scoperto in una profondità tutta nuova l’umanità di Gesù… Tutto ciò non ha niente di sentimentalismo. Proprio nella nuova esperienza della realtà dell’umanità di Gesù si rivela il grande mistero della fede. Francesco amava Gesù, il bambino, perché in questo essere bambino gli si rese chiara l’umiltà di Dio”.
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10/01/2012 21:49
 
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La risposta coraggiosa di santa Maria MacKillop alle difficoltà presentatesi nel corso della sua vita può ispirare anche per i cattolici oggi, mentre si confrontano con la nuova evangelizzazione e con le gravi sfide alla diffusione del Vangelo nella società nel suo insieme. Tutti i membri della Chiesa devono essere formati nella fede [...] Anche il clero e i religiosi devono essere assistiti e incoraggiati attraverso una formazione costante, con una vita spirituale approfondita nel mondo che li circonda e che si sta rapidamente secolarizzando.
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24/02/2012 09:20
 
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Benedetto XVI: La secolarizzazione ostacola la fede

Gli ostacoli alla fede e alla pratica cristiane posti da una cultura secolarizzata influenzano negativamente anche la vita dei credenti, portando a volte a quel “leggero attrito” da parte della Chiesa ... Immersi in questa cultura, i credenti sono quotidianamente turbati dalle obiezioni, dalle questioni inquietanti e dal cinismo di una società che sembra aver perso le proprie radici, da un mondo in cui l’amore di Dio è divenuto freddo in così tanti cuori. L’evangelizzazione, quindi, appare non solo come un compito da intraprendere ad extra.

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12/04/2012 21:49
 
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Pontifex.RomaPapa Benedetto XVI, in Piazza San Pietro, ha dedicato la sua catechesi del mercoledì al significato della Pasqua e della Resurrezione. Ha detto il Papa che "Gesù è risorto per portare la pace in tutto il mondo". Ed ha aggiunto: "anche oggi il Risorto entra nelle nostre case e nei nostri cuori, nonostante a volte le porte siano chiuse. Entra donando gioia e pace, vita e speranza, doni di cui abbiamo bisogno per la nostra rinascita umana e spirituale". Il Papa ha ricordato che solo Cristo è capace di spalancare le tante pietre sepolcrali che chiudono la nostra vita. "Solo Lui può ribaltare quelle pietre sepolcrali che l'uomo pone sui propri comportamenti: divisioni, inimicizie, rancori, invidie, diffidenza, indifferenza". E ancora: "solo Lui può dare senso all'esistente e a fare riprendere il cammino a chi è stanco e triste". Il Pontefice ha ricordato che solo nella Parola e nell'Eucarestia possiamo incontrare Cristo: "luoghi privilegiati per incontrare il Risorto sono Parola ed  Eucarestia, si appartengono così intimamente da non poter essere comprese l'una senza l'altra"

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26/04/2012 09:12
 
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“E’ divenuto sempre più percepibile il pauroso impoverimento che si manifesta dove si scaccia la bellezza…

La Chiesa ha il dovere di essere anche ‘città della gloria’, luogo dove sono raccolte e portate all’orecchio di Dio le voci più profonde dell’umanità. La Chiesa non può appagarsi del solo ordinario, del solo usuale: deve ridestare la voce del Cosmo, glorificando il Creatore e svelando al Cosmo stesso la sua magnificenza, rendendolo bello, abitabile, umano”.

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