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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2010 09:53
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04/03/2010 16:31
 
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Nella parabola del ricco Epulone Gesù parla della retribuzione che i giusti riceveranno in Cielo. È una dottrina che i ricchi e i gaudenti non gradiscono, non favorisce la loro vita dissennata.

Sono molti i benestanti e i festaioli che considerano la loro vita come un passaggio che ha una fine, senza più alcuna esistenza altrove. Da qui è nata la filastrocca di considerare questa vita come l’unica e che dopo la morte non ci sarà più nulla.

Gesù li aveva già smentiti duemila anni fa, con l’aggiunta di alcune precisazioni.

Il ricco epulone è il non credente di oggi, non necessariamente deve essere ricco. È già ricco di suo con tutta la superbia che porta sulle spalle. Questo uomo non è rifiutato da Gesù, Egli vuole salvare anche lui, perché è venuto per salvare i malati.

Sono miliardi gli atei, miscredenti, agnostici che negano l’aldilà, ma prima hanno negato Dio. Se non c’è Dio non c’è aldilà. Così si concentrano esclusivamente sull’aldiquà.

Questa vita non solo è unica per essi, ma la vogliono godere fino all’ultima goccia o feccia, principalmente ciò che è trasgressione, immoralità, oscenità. Si immergono così tanto nel fango da non avere più la possibilità di guardare il Cielo e vederlo azzurro. Guardano solo sotto il fango. E sono innumerevoli i giovani colpiti da questo batterio trasgressivo che spoglia del pudore e della dignità. E molti genitori non pregano mai e vivono spensieratamente.

Cosa deve provare Gesù che si è fatto crocifiggere per loro?

La parabola ci dice che chi sguazza e gode in questa vita, calpestando i Comandamenti di Dio ed ignorando le necessità dei poveri, non avrà alcuna ricompensa nell’aldilà. Ha goduto il suo paradiso in questa terra. Al contrario, chi avrà sofferto per la povertà, malattie, sofferenze e persecuzioni, accettate per amore di Dio, riceverà come ricompensa la vita eterna, il Paradiso.

Anche quelli che non credono vedranno Gesù nel Giudizio e si ricrederanno. Ma quanti atei si salveranno se non hanno mai pregato? Lo sa Gesù, Lui legge perfettamente i cuori.

La cattiva sorte è toccata al ricco epulone. Addirittura chiedeva la grazia di avere le labbra bagnate, tanta era la sua sofferenza nell’inferno. Neanche questo riceve. Quando era in vita le labbra se le bagnava di continuo con il vino che beveva a litri. Abramo dice che non è possibile, perché dopo il Giudizio ognuno riceve il premio o la condanna. “Ora in questo modo Lazzaro è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti”.

In sintesi questo è il significato della parabola. Aggiungo un’altra spiegazione. Il ricco epulone trovandosi nell’inferno, mai avrebbe potuto avere sentimenti di compassione verso i suoi fratelli, perché lì si odia e si maledice sempre, eternamente. Ha chiesto di fare avvisare i suoi fratelli non per amore, ma per non essere bruciato più forte nell’inferno a causa dei peccati che i fratelli ancora in vita commettevano.

Era stato lui a dare il cattivo esempio ai fratelli, e i loro peccati ricadevano su di lui, come i buoni esempi che si danno fanno arrivare molte Grazie.
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