A
Mosul un docente dell'università ha preso posizione contro la
pulizia etnica dei cristiani ed è stato ucciso dall'Isis. A riporta la news è
Missionline il 21 luglio. Intanto a Baghdad altri musulmani hanno lanciato la campagna «Sono iracheno, sono cristiano»
Si chiamava
Mahmoud Al 'Asali era un
professore del dipartimento di pedagogia dell'Università di Mosul, la seconda città dell'Iraq. Mahmoud ha visto tutto quanto sta succedendo nella sua terra e ha avuto coraggio di dire che non è questo l'islam in cui crede lui. Pur sapendo che cosa rischiava, lui educatore
si è esposto pubblicamente per non diventare complice di questa
violenzabarbara. E ha pagato questa scelta con la vita:
è stato ucciso ieri a Mosul dalle milizie dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. A dare la notizia è oggi il sito iracheno
ankawa.com.
Dalla parte dei perseguitatiQuella di Mahmoud è la più clamorosa tra le storie di quesi musulmani che - nonostante tutto quanto sta succedendo in Iraq e tanti anni durissimi di contrapposizioni settarie che hanno avvelenato gli animi - scelgono di stare dalla parte dei
cristiani e delle minoranze.Sempre da
Mosul sabato era arrivata via Twitter la foto di Ali, un giovane musulmano, che salutava pubblicamente
l'amico cristiano Alaa, costretto a fuggire. Un'attestazione pubblica di amicizia, più forte di ogni violenza.
Campagna socialUn altro esempio è la campagna
#i_am_iraqi_i_am_christian, «sono iracheno e sono cristiano» che vede dei musulmani esporsi pubblicamente per mostrare la loro solidarietà ai cristiani iracheni. Ieri un gruppo di
musulmani a Baghdad si è presentato con dei cartelli con questa frase fuori dalla chiesa caldea di San Giorgio e hanno postato la foto su
Facebook.