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OLTRE LA SCOMMESSA DI PASCAL

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2018 17:06
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02/05/2017 18:48
 
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Si obietta ancora:
In base al ragionamento di Pascal, nonostante le prove della non esistenza di Dio (o meglio, la mancanza di prove della sua esistenza) sembrerebbe facile autoconvincersi della sua esistenza perpura convenienza, limitando i danni. A guidare i fedeli che vogliono evitare le pene eterne dell’Inferno ci sarebbe, quindi, la paura. Questo ragionamento rivela due errori di base importantissimi: il primo è che non è possibile prendere in giro se stessi e stabilire, di punto in bianco, di passare dallo status di non credente a quello di credente e di mantenere il nuovo status con convinzione, per tutta la vita, per la sola paura di andare all’Inferno. Il secondo errore sta nella presunzione di poter in qualche modo “imbrogliare” Dio facendo passare ai suoi occhi una fede dettata dalla convenienza come una fede spontanea e maturata, idea che andrebbe a cozzare con il concetto di Dio onnisciente.

A questa obiezione rispondiamo che naturalmente una scelta di fede basata sulla convenienza non solo è molto limitata e limitante ma è interessata e tende a diventare un atto di egoismo. Quindi al massimo si può concepire come un passo iniziale che deve però avanzare verso una maggiore consapevolezza della propria scelta, una maggiore conoscenza di Colui che scegliamo, e un progressivo amore verso di Lui che si è rivelato come Amore infinito. Altrimenti non può nemmeno reggersi nel tempo e facilmente si ricadrebbe da una fede solo teorica a una mancanza di fede pratica che non produrrebbe certamente il risultato finale sperato.

Anche la paura di Dio o delle sue punizioni non sono secondo una matura e retta fede. In mancanza di una fede più aderente a quanto Dio stesso ha rivelato attraverso Cristo, può darsi comunque che chi agisce per timore, riesca a mantenere almeno quel rispetto sufficiente per servirlo e agire secondo i suoi comandamenti.

In ogni caso i due sentimenti, convenienza o paura, vanno analizzati, compresi alla luce di quanto Dio stesso ci ha fatto conoscere di Sè, e col tempo trasformati sempre più in sentimenti di filiale affetto riverente, ma non servile, che dobbiamo avere verso Dio.
[Modificato da Credente 02/05/2017 22:23]
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