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OLTRE LA SCOMMESSA DI PASCAL

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    00 01/05/2017 16:27

    Scommettere e giocare d’azzardo sono attività molto antiche, praticate in segretezza o pubblicamente. In epoca moderna il gioco d’azzardo diventa terreno di riflessione per la matematica ed è uno degli stimoli alla nascita del calcolo delle probabilità.


    Pare che Blaise Pascal (1623-1662) sia stato stimolato a riflettere sulle probabilità dalle lamentele di nobili afflitti dal vizio del gioco, che cercavano di vincere usando calcoli matematici.


    In un uomo dalla personalità complessa come Pascal, fine matematico ma anche cristiano tormentato, a un certo punto la riflessione sul calcolo delle probabilità si sposa con la scelta di una vita cristiana. Vediamo come.


     


    Oltre l’intelligenza scientifica


    Giovane genio, Pascal si dedica alla matematica e alla fisica fin dall’infanzia. Tra i maggior risultati ottenuti ricordiamo un Trattato sulle coniche, l’invenzione della calcolatrice chiamata poi “pascalina”, gli studi sul vuoto e la pressione atmosferica.


    A questa vena scientifica, nel corso della sua esistenza, si associa un’angosciosa riflessione sull’uomo, la sua vita e il suo destino. Agli occhi di Pascal, l’esistenza dell’uomo non è altro che un tentativo di fuggire dalle responsabilità più profonde e di nascondere a se stessi la propria piccolezza di fronte al mondo.


    La stessa intelligenza analitico-matematica, l’esprit de geometrie, si arresta di fronte ai misteri del mondo e cede il passo, per chi lo possiede, all’esprit de finesse, alla capacità di avere una visione di insieme, profonda e intuitiva. L’uomo scopre così, secondo la celebre immagine proposta da Pascal nei suoi "Pensieri", di non essere altro che una fragile canna pensante: una nullità rispetto alla grandezza del cosmo, ma una nullità in grado di comprendere se stessa e il mondo.

    La scommessa della fede

    Solo un’adesione al cristianesimo, ritiene Pascal, è in grado di salvare l’uomo dal suo destino di peccato. Ma come motivare una scelta che pare priva di fondamento? 

    Siccome nessuna prova dell’esistenza di Dio, gli appare determinante, Pascal propone il celebre tema della scommessa, basata su una percentuale di probabilità del 50% che Dio esista.
     

    Accostando in modo ardito sacro e profano, Pascal afferma che aderire al cristianesimo è l’esito di una scommessa razionale.
    In caso di vittoria (cioè nel caso si decide di credere e Dio esiste veramente) si ottiene da Lui un premio immenso.
    In caso di sconfitta (cioè nel caso in cui si decide di credere e Dio non esiste) non si sarà perso nulla di importante, ma solo qualche piacere proibito.
    Da questa premessa Pascal trae la conseguenza che è preferibile "SCOMMETTERE" puntando sull'agire in conformità della fede piuttosto che sul non credere.

     


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    Credente
    00 02/05/2017 17:57
    Esprimendo il concetto della "scommessa" in termini più "schematici" possiamo dire che  
    secondo Pascal credere in Dio è una scelta conveniente, una scelta che ci tutela.

    Infatti secondo lui, se si crede coerentemente, e Dio esiste, si ottiene IL PARADISO (premio infinitamente grande).
    Se si crede, e Dio non esiste, non si guadagna nulla e non si perde nulla.
    Se non si crede e Dio non esiste, si hanno le stesse conseguenze del caso precedente e,
    se non si crede e Dio esiste, si va IN PERDIZIONE (punizione eterna).

    Schematizzando, credendo si avrebbe l’infinitamente positivo (+∞) oppure una condizione neutrale (0),
    mentre non credendo si avrebbe l’infinitamente negativo (-∞) oppure una condizione di neutralità (0).

    La logica di Pascal suggerisce di credere comunque, nonostante tutto, per massimizzare i possibili benefici (+∞ anziché 0)
    e limitare i possibili danni (0 anziché -∞).

    Leggendo queste parole, sembra che Pascal abbia assolutamente ragione e che si potrebbe applicare al proprio credo la scommessa di Pascal credendo per una pura logica di convenienza o timore.

    Ma molti si sono interrogati sulla validità di questo assunto di Pascal ed hanno individuato vari punti su cui vale la pena di riflettere.
    Vediamo quali nei post seguenti:


    [Modificato da Credente 06/05/2017 16:09]
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    Credente
    00 02/05/2017 18:11
    Alcuni obiettano che Pascal consideri solo il Cristianesimo come unico CREDO da mettere sul piatto della bilancia in contrapposizione al NON CREDO.
    E dicono che invece questa convinzione ritenuta scontata da parte di Pascal non sia da ritenere come valida, in quanto nel mondo ci sono tanti diverse fedi, ciascuna rivendicanti di essere quella vera.

    A questa obiezione possiamo rispondere che
    -E' vero che ci sono tante fedi nel mondo ma nessuna presenta tali e tante credenziali per potersi paragonare alla fede Cristiana
    A questo proposito si può vedere al seguente link quali siano gli argomenti per ritenere vera la fede cristiana e cattolica:

    PERCHE' CREDERE E COSA CREDERE

    Altri obiettano:
    nell’ipotesi di un dio benevolo, Dio stesso potrebbe premiare gli scettici che non hanno creduto senza prove e punire i fedeli che hanno creduto ciecamente, senza prove e senza mettere in discussione il proprio credo. Se, ignorando il discorso delle variabili pressoché infinite, aggiungessimo allo schema di base della scommessa di Pascal l’esistenza di un Dio benevolo che premia gli Atei e punisce i Credenti, il vantaggio della Fede così come riportato da Pascal verrebbe meno e, come risultato, credenti e non credenti avrebbero le stesse identiche probabilità di salvarsi e andare in Paradiso.

    A questa obiezione rispondiamo che partendo dalla precedente risposta in cui si portano tante argomentazioni per ritenere vera la fede cristiana e quindi le verità rivelate che ad essa sono collegate per mezzo della Sacra Scrittura, dobbiamo prendere come vera la Parola che Dio ci dice e non un semplice ragionamento peraltro irrazionale.
    Troviamo nella Parola rivelata:
    " Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano." Eb 11,6

    Una obiezione sensata potrebbe essere che dei credenti potrebbero essere ritenuti indegni della salvezza perchè le loro opere sono state immorali e incoerenti con la loro fede, mentre tanti non credenti potrebbero essere ritenuti degli di salvarsi perchè le loro opere sono fatte secondo l'amore del prossimo.

    Con questa obiezione possiamo concordare dicendo che Cristo stesso ha detto che quanti hanno aiutato il prossimo nelle varie forme di bisogno, in realtà hanno aiutato Lui stesso pur senza saperlo e si potrebbero certamente salvare. (cf Mt.25,34-40)
    Lu 11,28 Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».


    [Modificato da Credente 02/05/2017 18:42]
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    Credente
    00 02/05/2017 18:46
    Ecco un'altra obiezione mossa alla scommessa di Pascal:

    Secondo Pascal, nell’eventualità della non esistenza di Dio, l’aver creduto durante la vita ha un costo 0 e non c’è nessun vantaggio nel non credere. Nulla di più sbagliato. Innanzitutto, non c’è niente di bello nel credere in una bugia per tutta la vita, e se nel momento della morte si potesse realizzare, anche se per una sola frazione di secondo, che non ci sarà nessuna vita eterna dopo di essa, probabilmente il moribondo credente proverebbe una sensazione di angoscia per le sue false credenze e speranze, non il sollievo per l’aver evitato i castighi eterni dell’Inferno. Oltre a ciò, e questo è un discorso ancora più pratico, è irrazionale considerare nullo il costo della fede durante la propria vita: professare una religione richiede tempo, sottrae tempo ad altre cose, può portare a problemi di interazione con non credenti e/o con credenti di altre religioni, in molti casi richiede somme non indifferenti di denaro, porta a pregiudizi nei confronti di alcune categorie (e.g., gli omosessuali e le coppie di fatto) e può limitare comportamenti e abitudini alimentari utili senza motivi validi al di fuori del contesto religioso. Infine, e questo è un punto saliente, quando si inizia a spiegare tutto con la fatidica frase “E’ Opera di Dio”, non si cercano più le altre risposte, siano esse accessibili tramite libri o altra forma di documentazione, o inaccessibili, e in quel caso serve l’operato dei ricercatori. Se tali ricercatori pensassero di sapere già la risposta alle loro domande individuandola in Dio, smetterebbero di fare il loro lavoro oppure lo farebbero con uno stimolo importante in meno. Non per nulla 93 scienziati su 100 della National Academy of Sciences(Accademia Nazionale delle Scienze) americana ammettono di non credere in Dio.

    Possiamo rispondere di essere d'accordo che la fede prevede che il credente si impegni con coerenza e ciò comporta una serie di scelte che rendano operante la propria fede nella carità (come afferma s.Paolo) .

    Inoltre Gesù raccomanda di essere osservanti dei comandamenti, di sforzarsi di entrare per la porta stretta seguendo la via angusta. Quindi per chi crede il costo non è pari a zero ma va tenuto in conto che anche i vantaggi sono tanti già in questa vita terrena, e non solo in quella futura come schematicamente prevede la scommessa di Pascal .

    Vedere al seguente link , oltre quali sono i possibili possibili SVANTAGGI E VANTAGGI:
    VANTAGGI E SVANTAGGI PER CHI CREDE

    Per quanto riguarda invece l'obiezione che vi sono degli scienziati che non credono, rispondiamo che per contro ve ne sono stati e ve ne sono tanti che hanno manifestato la loro fede.
    Mettendo sul piatto della bilancia gli uni e gli altri si otterrebbe che la totalità degli scienziati credenti non è inferiore per numero e valentia a quelli che ancora non credono, tenendo anche conto che vi sono scienziati divenuti credenti.
    In proposito per avere una idea di chi e quanti sono tra i più famosi, vedasi a questo link:
    UOMINI DI SCIENZA CREDENTI
    [Modificato da Credente 06/05/2017 16:19]
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    Credente
    00 02/05/2017 18:48
    Si obietta ancora:
    In base al ragionamento di Pascal, nonostante le prove della non esistenza di Dio (o meglio, la mancanza di prove della sua esistenza) sembrerebbe facile autoconvincersi della sua esistenza perpura convenienza, limitando i danni. A guidare i fedeli che vogliono evitare le pene eterne dell’Inferno ci sarebbe, quindi, la paura. Questo ragionamento rivela due errori di base importantissimi: il primo è che non è possibile prendere in giro se stessi e stabilire, di punto in bianco, di passare dallo status di non credente a quello di credente e di mantenere il nuovo status con convinzione, per tutta la vita, per la sola paura di andare all’Inferno. Il secondo errore sta nella presunzione di poter in qualche modo “imbrogliare” Dio facendo passare ai suoi occhi una fede dettata dalla convenienza come una fede spontanea e maturata, idea che andrebbe a cozzare con il concetto di Dio onnisciente.

    A questa obiezione rispondiamo che naturalmente una scelta di fede basata sulla convenienza non solo è molto limitata e limitante ma è interessata e tende a diventare un atto di egoismo. Quindi al massimo si può concepire come un passo iniziale che deve però avanzare verso una maggiore consapevolezza della propria scelta, una maggiore conoscenza di Colui che scegliamo, e un progressivo amore verso di Lui che si è rivelato come Amore infinito. Altrimenti non può nemmeno reggersi nel tempo e facilmente si ricadrebbe da una fede solo teorica a una mancanza di fede pratica che non produrrebbe certamente il risultato finale sperato.

    Anche la paura di Dio o delle sue punizioni non sono secondo una matura e retta fede. In mancanza di una fede più aderente a quanto Dio stesso ha rivelato attraverso Cristo, può darsi comunque che chi agisce per timore, riesca a mantenere almeno quel rispetto sufficiente per servirlo e agire secondo i suoi comandamenti.

    In ogni caso i due sentimenti, convenienza o paura, vanno analizzati, compresi alla luce di quanto Dio stesso ci ha fatto conoscere di Sè, e col tempo trasformati sempre più in sentimenti di filiale affetto riverente, ma non servile, che dobbiamo avere verso Dio.
    [Modificato da Credente 02/05/2017 22:23]
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    Credente
    00 02/05/2017 22:37

    [Modificato da Credente 10/06/2018 17:06]
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    Credente
    00 03/05/2017 09:17
    Noi però vogliamo muovere un'altra obiezione alla "scommessa di Pascal"
    in cui va rilevato un particolare di fondamentale importanza.
    E cioè che Pascal, nella impostazione della sua "scommessa", presume che la probabilità che Dio esista sia identica alla probabilità che non esista.
    Infatti si diceva che ci sono tante luci per poter credere, quante ombre per poter non credere.
    Ma questa osservazione mostra che almeno all'epoca in cui veniva espressa, non vi erano tanti riscontri scientifici per poter formulare un più adeguato calcolo di probabilità.

    Infatti ai nostri giorni, per mezzo delle acquisizioni della scienza, possiamo trarre deduzioni molto significative per quanto ci interessa evidenziare.

    Ne presentiamo solo una che ci pare calzante per far comprendere che il calcolo di probabilità di Pascal va assolutamente rivisto, ad esempio considerando che:
    La probabilità della formazione casuale di una sola molecola proteica è pari a "1 su 10300". 
    La probabilità che questo "1" accada, è praticamente impossibile
    (In matematica, le probabilità inferiori a 1 su 1050 sono considerate "probabilità zero").

    Già solo questo esempio basterebbe a dare una idea dell'ordine di grandezza che Pascal avrebbe dovuto considerare per dire che la probabilità che esista un Creatore non è il 50%, ma molto di più.

    Vi sono inoltre altri calcoli di probabilità che ci fanno ritenere immensamente grande la possibilità dell'esistenza di Dio e infinitesimale la possibilità che non esista.
    Una trattazione più dettagliata su questo aspetto della questione si trova al seguente link:
    QUANTO E' PROBABILE CHE ESISTA UN CREATORE

    Quindi ogni uomo credente o non credente, se ha un minimo di ragionevolezza, dovrebbe porsi la domanda se  valga la pena indagare a fondo una questione tanto importante fino ad accettare  Colui che ci ha creati per Amore e per Amore vuole salvarci.
    Ricordando che solo imparando a ricambiare questo Amore, si può andare OLTRE la freddezza dei calcoli.


    [Modificato da Credente 03/05/2017 12:01]