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Errori ed inganni riguardo alla Trinità

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2018 11:51
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14/06/2016 08:56
 
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"L'ANGELO DEL SIGNORE"

GESÙ L’ANGELO DEL SIGNORE -YHWH
DEL VECCHIO TESTAMENTO
E’ quasi impossibile spiegare la trinità ad un testimone di geova se prima
Non comprende che Jahvè del vecchio testamento non è altro che Gesù del Nuovo testamento. E come pretendere che un bambino di 4 anni faccia un tema senza conoscere ancora la differenza tra le vocali e le consonanti, magari sapranno già la differenza tra creare e generare, ma un tema non riusciranno a farlo.
Ogni giudeo sapeva che nessun uomo poteva guardare Iddio e continuare a vivere: "Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere". Questo concetto è ripreso dall'apostolo Giovanni: "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere" Giov. 1:18.
Questo viene ribadito ed esteso anche più avanti Giov. 5 [37]E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, Si pensa comunemente che Gesù abbia fatto conoscere Dio a cominciare dalla sua apparizione come uomo sulla terra. Ma il testo Sacro permette anche un'altra lettura, in 1Timoteo 2:5 è riportato: Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù , e altri passi del vangelo di Giovanni ci permettono anche un'altra lettura, che Gesù sia stato da sempre il rivelatore del Padre: ogni volta che il Padre si è rivelato agli uomini, Egli lo ha fatto tramite Gesù. Il testo stesso di Giovanni è rivelatore: Gesù è chiamato "l'unigenito Dio che è… (il tempo del verbo è al presente, ciò vuol dire che la sua naturale posizione è quella d'essere nel seno del Padre)… nel seno del Padre". Sin dal prologo del suo evangelo Giovanni definisce Gesù Cristo Dio; se questa parola, "Dio", l'avesse usata per dire qualcosa da meno di quel che realmente significa, l'evangelista avrebbe scandalizzato immediatamente i suoi lettori perché, parlando del "principio", egli lo descriverebbe come abitato da più di un Dio: un Dio con accanto un "altro" dio. Quale ebreo o cristiano avrebbe mai potuto accettare una cosa simile? Al versetto 18, poi, l'"altro" dio avrebbe dimora stabile addirittura nel seno del Padre!
Ma, è sempre Giovanni che chiarisce il senso della rivelazione di Dio: "Nessuno ha visto il Padre" -Giov. 6:46. Come nessuno ne ha udito la sua voce – Giov 5:37 .
, continuando due versetti più avanti sempre nel capitolo di Giov 5 :39 Gesù afferma : "Voi [Giudei] investigate le Scritture [che all'epoca erano i 39 libri del Tanak/Antico Testamento].... Esse son quelle che rendono testimonianza di me". Già , quest'affermazione dovrebbe già chiudere la questione.Ancora più noto è il momento in cui Gesù riprese Cleopa, insieme ad un altro discepolo non nominato, mentre camminavano sulla strada per Emmaus in quella prima domenica pasquale, dicendo, "«O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, [Gesù] spiegò loro in tutte le Scritture [ossia l'Antico Testamento] le cose che lo riguardavano" (Luca 24:25-27).
Ora sulla Base di quanto scritto in 1Timoteo 2:5 ed in base a quanto è affermato da Cristo stesso, nel Vangelo di Giovanni - 1:18 / 5 :37 / Giov. 6:46
In che modo i testimoni di geove giustificano l’apparizione dell "l'Angelo del SIGNORE"nell'Antico Testamento, davanti alla serva di Sarai, Agar che riportiamo
Genesi - Capitolo 16 versetto 7 La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, [9]Le disse l'angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». [10]Le disse ancora l'angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine». [11]Soggiunse poi l'angelo del Signore……….
Sappiamo bene che Il nome degli angeli non è un nome di natura, ma di funzione: in ebraico mal’ak, in greco ànghelos, significa "messaggero". Ma in questo contesto rappresenta sovente Dio in quanto in prima persona concede una benedizione: Moltiplicherò …….
Più avanti al versetto [13]Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione?».
Chi è dunque quest’Angelo che concede una beatitudine che Agar lo chiama Dio e ne ebbe visione, se nel vangelo di Giovanni a più riprese Gesù stesso disse che mai nessuno ha visto e udito il Padre Ed in (Esodo 33,20) nessuno può vederlo e continuare a vivere (Esodo 33,20)

Continuando nella lettura del vecchio testamento in Genesi 22:11 e 17, appare l'Angelo di Yahweh che parlò dai cieli ad Abramo [11]Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». [12]L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». [13]Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. [14]Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». [15]Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta [16]e disse: «Giuro per me stesso,oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, [17]io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.

Anche in questo contesto notiamo che L’angelo del signore giura per se stesso ( Ebrei 6:13 che Paolo lo identifica con Dio ) e lo benedice sempre in prima persona promettendo una discendenza molto numerosa, in quanto non gli ha rifiutato ( a lui non al Signore ed è sempre l’angelo che promette senza bisogno di chiedere il permesso) il suo unico figlio.
Sempre nel libro della genesi troviamo un altro passo in cui i tdg portano in contraddizione, ciò che è riportato da Gesù nel vangelo di Giovanni .
E’ la storia di Giacobbe narrata in Genesi - Capitolo 32
[25]Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora.[26]Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. [27]Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».[28]Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». [29]Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». [30]Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.[31]Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». [32]Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. [33]Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
Interessante è il riferimento che troviamo in Osea Capitolo 12- [4]Egli nel grembo materno soppiantò il fratello e da adulto lottò con Dio,[5]lottò con l'angelo e vinse, pianse e domandò grazia. Ritrovò Dio in Betel e là gli parlò.
In particolar modo se lo confrontiamo con ciò che è riportato In Genesi Capitolo 31
[11]L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi. [12]Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano ti fa. [13]Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua patria!».

E quanto riportato pure nel Capitolo 48
[14]Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. [15]E così benedisse Giuseppe: «Il Dio, davanti al quale hanno camminato i miei padri Abramo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino ad oggi, [16]l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi giovinetti!
Anche in questo caso L’angelo stesso è chiamato Dio.

Così come si presenta pure a Mosè nella fiamma di fuoco in Esodo 3:2-6
2]L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. [3]Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. [4]Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. [5]Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”. [6]E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
In questo contesto i testimoni di geova sostengono, senza nessuna logica, che è vero che appare L’angelo del Signore, ma poi a parlare è Dio Padre ,
facendosi cogliere dalla smania , di confutare piuttosto di ragionare
su ciò che leggono, è chiaro che a parlare è L’Angelo del Signore
e lo si nota al versetto 6 dove Mosè si velò il viso per paura di guardare verso il roveto in cui vi è L’Angelo e lo chiama Dio.
Un ulteriore conferma ci viene data dagli atti degli apostoli al capitolo 17
Infatti Nel discorso di Stefano emerge che l’ Angelo apparso nel roveto ardente (Atti 7,30-38) è l'Angelo di Jahvé ed è chiaramente distinto da Dio Padre Raimondo Di stesso (Atti 7,35).
[30]Passati quarant'anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. [31]Mosè rimase stupito di questa visione; e mentre si avvicinava per veder meglio, si udì la voce del Signore:[32]Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Esterrefatto, Mosè non osava guardare. [33]Allora il Signore gli disse: Togliti dai piedi i calzari, perché il luogo in cui stai è terra santa. [34]Ho visto l'afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli; ed ora vieni, che ti mando in Egitto. [35]Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?, proprio lui Dio aveva mandato per esser capo e liberatore, parlando per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel roveto. [36]Egli li fece uscire, compiendo miracoli e prodigi nella terra d'Egitto, nel Mare Rosso, e nel deserto per quarant'anni. [37]Egli è quel Mosè che disse ai figli d'Israele: Dio vi farà sorgere un profeta tra i vostri fratelli, al pari di me.[38]Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi.
inoltre è interessante confrontare anche Giosuè - Capitolo 5 [13]Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?».[14]Rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?». [15]Rispose il capo dell'esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo». Giosuè così fece.
Anche in questo caso questo Capo degli Eserciti allo stesso modo dell’Angelo di YHWH dice di togliersi i sandali, è Giosuè gli prostrò
In ginocchio con la faccia a terra senza porsi il problema di un’eventuale atto di adorazione, ne tantomeno viene ripreso per questo, a conferma che la figura che gli sta di fronte è di natura divina . Giosuè teneva bene in mente Il decalogo
Esodo - Capitolo 20

«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: 3 non avrai altri dèi di fronte a me. 4 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è ….quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
Nel libro de Giudici capitolo 2 : [1]Ora l'angelo del Signore salì da Gàlgala a Bochim e disse: «Io vi ho fatti uscire dall'Egitto e vi ho condotti nel paese, che avevo giurato ai vostri padri di darvi. Avevo anche detto: Non romperò mai la mia alleanza con voi;
L’angelo del signore anche in questo caso non finge da messaggero ma è colui che li ha tratti fuori dall’Egitto
Che ha suggellato il patto dell’alleanza.
Inoltre possiamo citare anche l’episodio Manoah e sua moglie, genitori di Sansone che riportiamo da
Giudici 13: [20]mentre la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo del Signore salì con la fiamma dell'altare. Manoach e la moglie, che stavano guardando, si gettarono allora con la faccia a terra [21]e l'angelo del Signore non apparve più né a Manoach né alla moglie. Allora Manoach comprese che quello era l'angelo del Signore. [22]Manoach disse alla moglie: «Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio».
Nello stesso libro di Giudici al capitolo 6 dal v. 8 leggiamo: "…Io vi feci salire dall'Egitto e vi feci uscire dalla casa di schiavitù; vi liberai dalla mano degli egiziani e dalla mano di tutti quelli che vi opprimevano; li scacciai davanti a voi, vi diedi il loro paese e vi dissi: Io sono il Signore, il vostro Dio (…) ma voi non avete ascoltato la mia voce". Come sono simili le parole di Dio a quelle dell' angelo di Dio! Esiste una"chiave" per chiarire questo? Ebbene sì. Leggiamo nell'epistola di Giuda al v. 5:
"Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero".
Chi è il Signore a cui fa riferimento Giuda? Lo ha appena detto al versetto precedente: Gesù Cristo! Ma se vi fossero ancora dei dubbi, informiamo che il Codice Alessandrino e il Manoscritto Vaticano, nonché la Vulgata, al posto di "Signore" riportano "Gesù". Questa lettura (cioè, "… Gesù, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, …"), essendo la più "difficile" è anche la più probabile, non solo, ma chiarisce tanti testi dell'Antico Testamento che altrimenti resterebbero misteriosi. Come questi:
"… essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto" -Zaccaria 12:10.
"ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia (…) affinché si adempisse la Scrittura … Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" -Giovanni 19:34-37.
"Il Signore mi disse: "Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo con cui MI hanno valutato" Zaccaria 11:13. (confr. Con Mat. 26:15).
"Io, yhwh, investigo i cuori e metto alla prova i reni" -Geremia 17:10.
"Io (Gesù) sono colui che scruta le reni e i cuori" -Apocalisse 2:23.
"Santificate il Signore (…) Egli sarà (…) una pietra d'intoppo, un sasso d'iciampo …" -Isaia 8:13,14.
"Ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno rigettata (cioè Gesù) è diventata la pietra angolare, pietra d'inciampo e sasso d'ostacolo" -1 Pietro 2:7.

Il profeta Malachia, addirittura lo identifica col Signore stesso nel capitolo 3 : [1]Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.
I passi su menzionati non permettono a qualche frettoloso di dire che queste apparizioni sono di un angelo che parla da parte del Signore In nessuno di questi può essere confuso con un semplice ambasciatore di Dio in quanto non può usare un linguaggio simile senza generare equivoci, e senza contraddire le parole stesse di Cristo nel vangelo di Giovanni come abbiamo riportato. Un altro passo del vecchio testamento in cui i testimoni di geova hanno le idee confuse è il passo di Daniele - Capitolo 10 in cui si legge: [5]alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura d'oro di Ufàz; [6]il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine. Più avanti notiamo che gli agiografi sapevano che qualcuno poteva confondersi è hanno fatto bene a specificare che questa figura non è l’arcangelo Michele infatti più avanti viene precisato : [13]Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là …….. Ma per togliere qualsiasi dubbio su questa figura dalle sembianza umane
Confrontiamo ciò che è riportato in Apocalisse ( Rivelazione) Capitolo 1 nella visione di Giovanni [12]Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro [13]e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. [14]I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, [15]i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque. [16]Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza. [17]Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo [18]e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.
Di fatto, alcuni Padri della Chiesa in base a ciò che è riportato nel vangelo di Giovanni, furono convinti che nessuno avesse visto Dio Padre ma che l’Angelo di Jahvé, manifestatosi ai patriarchi ed ai profeti, altro non fosse che il Figlio di Dio, cioè la Parola di Dio. A tal proposito vedansi, ad esempio:

• Giustino, Dialogo con Trifone; LVI-LX;
• Ireneo, Contro le Eresie, IV, 20, 7;
• Tertulliano, Contro Prassea, XV-XVI;
• Teofilo, Ad Autolico, II, 22;
• Novaziano, La Trinità, XVIII-XX;
• Ilario, La Trinità, IV, 23-31.

Secondo Giustino Dio ha generato da se stesso una potenza razionale che lo Spirito Santo chiama ora Gloria del Signore, ora Figlio, ora Sapienza, ora Angelo, ora Dio, ora Signore e che definì se stessa come Capo dell’esercito del Signore, quando apparve in forma umana a Giosué (Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 61, 1). Sempre secondo Giustino è stato più volte dimostrato……. che il Cristo, che era Signore e Dio Figlio di Dio e che già prima si era manifestato in potenza come uomo e come angelo, è apparso anche nello splendore del fuoco, come, ad esempio, nel roveto e in occasione del giudizio su Sodoma….questa potenza è indivisibile ed inseparabile dal Padre, così come la luce del sole sulla terra è indivisibile ed inseparabile dal sole che è in cielo…si tratta di una potenza generata dal Padre con la sua forza e volontà ma non per amputazione, come se l’essenza del Padre si fosse suddivisa, come succede per tutte le altre cose che, una volta divise e tagliate, non sono più le stesse di prima ….un esempio è quello del fuoco che vediamo appiccare altri fuochi: dal primo se ne possono accendere numerosi altri senza che esso risulti sminuito, ma rimanendo sempre lo stesso (Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 128, 1-4)

Tertulliano fa risalire a Ebion (fondatore della setta giudaico cristiana degli ebioniti) la teoria secondo la quale Gesù sarebbe stato solo un uomo, forse abitato da un angelo come Michele o Gabriele. Egli esclude però che l’Angelo del Gran Consiglio di cui parla la versione dei LXX (Isaia 9,6) fosse un angelo per natura. Anche il padrone della vigna, infatti, mandò il figlio dai vignaioli per richiedere la sua parte di raccolto, così come prima aveva mandato i servitori. Il Figlio, tuttavia, non può esser certo considerato come uno dei servitori, per aver svolto, dopo di essi, la stessa funzione (Tertulliano, La Carne di Cristo, XIV).

Nello studio delle teofanie, Ilario di Poitiers riconosce le apparizioni del Logos in forma di Angelo ma osserva come il messaggero che era apparso ad Agar (Genesi 16), ad Abramo (Genesi 17) e a Mosé (Esodo3) parlasse con troppa autorità per poter essere considerato solo un rappresentante di Dio. Sempre secondo Ilario, Cristo sarebbe angelo per missione ma non per natura e la missione, pur distinguendo il mandante dall’inviato, non altererebbe la natura divina del Figlio (Ilario, La Trinità, IV, 23-31).

Anche secondo Novaziano, l'Angelo di Jahvé apparso ai patriarchi e ai profeti sarebbe il Logos di Dio, cioé Gesù Cristo in forma preumana. Una interpretazione molto rigida di Deuteronomio 6,4 porterebbe comunque gli eretici ad elaborare due letture devianti diametralmente opposte: da un lato i giudaizzanti tenderebbero a fere del Figlio di Dio soltanto un uomo, mentre dall'altro i modalisti (Prassea, Noeto e Sabellio) tenderebbero ad identificare il Figlio con il Padre. Nostro Signore finirebbe così crocifisso tra due ladri, dimenticando che il Figlio Unigenito e Primogenito fu da sempre presso il Padre, venne realmente generato prima di tutti i secoli, è chiamato Dio, Signore e Angelo del Gran Consiglio e possiede comunque la stessa natur divina del Padre (Novaziano, La Trinità, XXX-XXXI)
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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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