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Brani scelti di Tertulliano

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2014 19:01
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07/09/2014 18:56
 
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Attienti all`esempio delle nostre sorelle, serve di Dio! (Alla moglie, 1,4)

Attienti all`esempio delle nostre sorelle, il cui nome è presso Dio, che, rinunciando al marito, non antepongono alla santità né bellezza né fior di gioventù: scelgono infatti come loro sposo Dio, per Dio sono belle, di Dio sono le ancelle: con lui vivono, con lui parlano; notte e giorno con lui trattano e offrono al Signore, quale dote, le loro orazioni, e da lui ottengono, quale dono maritale, il suo favore, ogni volta che lo desiderano. Sono entrate così nel possesso eterno dei beni del Signore e non sposandosi su questa terra fanno parte della famiglia degli angeli. Emulando l`esempio di tali donne con l`esercizio della castità, calpesterai la concupiscenza carnale col tuo affetto spirituale e per la ricompensa dei beni immarcescibili cancellerai in te il desiderio, tanto breve e fugace, della bellezza e della giovinezza.

Evitare le nozze con i non cristiani (Alla moglie, 2,3-7)

E` chiaro: i fedeli che contraggono matrimonio con i gentili sono rei di stupro e devono essere allontanati da ogni comunione con i fratelli, come dice l`Apostolo nelle sue lettere: Con costoro non si deve neppure prendere cibo (1Cor 5,11). Forse che al tribunale del Signore presenteremo l`atto matrimoniale, sostenendo trattarsi di un matrimonio regolarmente contratto? Ma egli lo ha vietato; non è un adulterio? Egli lo ha proibito; non è uno stupro? Ammettere un estraneo non viola forse il tempio di Dio? Non si uniscono le membra di Cristo alle membra di un`adultera? Per quanto io sappia, noi non siamo padroni di noi stessi, ma siamo stati riscattati a un prezzo. E a quale prezzo? A prezzo del sangue di Dio. Se dunque offendiamo questa nostra carne, offendiamo lui. Che vuole dunque quel tale che sostiene che sposare un estraneo è certo una colpa, ma una colpa ben piccola, mentre invece, pur accantonando l`ingiuria contro la carne di proprietà del Signore, ogni colpa volontaria contro il Signore è enorme. E in quanto era possibile evitarla, in tanto sussiste l`aggravante dell`ostinazione.

Enumeriamo dunque gli altri pericoli, le altre ferite per la fede, previste dall`Apostolo: gravissime non solo per la carne, ma anche per lo stesso spirito. Chi dubita infatti che il rapporto quotidiano con l`infedele non offuschi la fede? Le conversazioni cattive corrompono i costumi buoni; quanto più la vita comune e il rapporto inscindibile? Ogni donna fedele deve tenere la mente rivolta al Signore. E come può servire a due padroni: al Signore e al marito, e questi per di più pagano? E volendo piacere a un pagano, il suo fare diverrà pagano, la sua acconciatura, l`abbigliamento, l`avvenenza mondana, le sue carezze più turpi; le stesse intimità familiari non saranno più immacolate: non come tra i santi [cioè i cristiani], ove i doveri sessuali con quell`onore si svolgono come la necessità impone, e nello stesso tempo come sotto gli occhi di Dio, con modestia e moderazione.

Badi dunque che se adempie i suoi doveri verso il marito, non può certo piacere al Signore come esige la nostra vita cristiana: ha al fianco un servo del diavolo che cura gli affari del suo padrone, impedendo l`impegno e i doveri dei fedeli. Se si deve fare una riunione, il marito quel giorno la vuole portare ai bagni; se si deve osservare un digiuno, il marito per lo stesso giorno stabilirà un banchetto; se sarà giorno di processione, le occupazioni domestiche saranno più pressanti che mai. E chi permetterà che sua moglie se ne vada qua e là a visitare i fratelli, entrando in tutte le casupole estranee e, per di più, più povere? Chi sopporterà facilmente che le sia sottratta dal suo fianco per le assemblee notturne? Chi resterà tranquillo quando essa passerà tutta la notte, celebrando le solennità pasquali? Chi la lascerà andare senza sospetto al banchetto del Signore, che tra loro è tanto malfamato? Chi sopporterà che essa strisci nelle carceri per baciare le catene di un martire? Oppure si rechi al bacio dei fratelli? Od offra acqua ai piedi dei santi? Dia loro cibo o bevanda, o solo lo desideri, o solo vi pensi? Se giungerà un fratello pellegrino, potrà essa accoglierlo ospite in casa di un altro? Quando sarà necessario mettere a disposizione degli altri il proprio granaio, persino il cassetto del pane le sarà chiuso!

Ma alcuni sopportano i nostri usi, e non reclamano. Ma è un delitto che i pagani sappiano le cose nostre, che noi siamo fatti oggetto delle loro nozioni, che sia una loro concessione ciò che pur operiamo... Non gettate le vostre perle ai porci perché non le calpestino e poi si rivoltino anche contro di voi (Mt 7,6). Le vostre perle sono i santi esercizi del vostro comportamento quotidiano: per quanto cerchiate di nasconderli, tanto più renderete sospetta e cauta la curiosità dei pagani. Potrai forse non dar nell`occhio quando segni il tuo letto, il tuo corpo, quando soffi via l`aria impura [per l`incenso dell`altare domestico] o quando di notte ti alzi per pregare? Non si penserà forse che tu faccia qualche magia? E tuo marito non saprà forse ciò che tu in segreto assumi prima di ogni altro cibo [l`eucaristia]? E se saprà tutto non crederà che sia il pane di cui sempre si parla? E ignorandone ogni motivazione, ammetterà tutto semplicemente senza recriminare o senza sospettare che si tratti di veleno? Alcuni sopportano, ma solo per disprezzare, solo per ingannare queste donne; non divulgano il segreto della loro vita cristiana, ma solo fino al pericolo previsto, fino a qualche eventuale litigio: sopportano al prezzo della loro dote il silenzio sulla loro professione cristiana, pronti però sempre a citarle davanti al giudice. Molte non hanno previsto ciò e se ne sono tornate avendo perso o i propri beni o la propria fede.

La serva di Dio abita tra idoli di famiglia estranei, viene continuamente tormentata dagli onori resi ai demoni, molestata dall`odore dell`incenso in tutte le solennità o dell`impero, o di capodanno, o all`inizio di ogni mese. E deve uscire da una porta ornata di alloro e di lucerne come da un nuovo edificio dedicato alla pubblica libidine, deve adagiarsi col marito ai pranzi, spesso nelle bettole; spesso dovrà servire agli empi, essa che era solita servire ai santi. E non riconoscerà in ciò quasi un segno della sua dannazione, rendendo i propri servigi a coloro che avrebbe un giorno giudicato? Dalla mano di chi desidererà qualcosa? Dal bicchiere di chi essa berrà? Cosa le canterà il marito, o essa a lui? Essa udrà certo qualche canto, qualche canto da palcoscenico, da taverna, da bettola; quale menzione di Dio? Quale invocazione a Cristo? Dove troverà nutrimento alla sua fede nell`ascolto delle Scritture? Dove troverà refrigerio allo spirito? O benedizione divina? Tutto estraneo, tutto nemico, tutto dannato, tutto propinato dal Maligno per minarle la salvezza.

Se tutto ciò può succedere anche a quelle che, dopo aver raggiunta la fede continuano a vivere in un matrimonio pagano, costoro sono tuttavia scusabili, perché in questo matrimonio sono state prese da Dio e viene loro comandato di perseverarvi, in esso sono santificate e hanno la speranza di guadagnare il marito. Se dunque questo matrimonio viene approvato da Dio, perché non dovrebbe svolgersi prosperamente e la donna non venire troppo tribolata dalle pressioni, dalle angustie, dagli impedimenti e dai cattivi esempi, essa che ha già il patrocinio della grazia divina? Infatti essa, chiamata dal paganesimo a una particolare virtù celeste per una speciale manifestazione della grazia, è oggetto di timore per il marito pagano, che perciò meno la contraddice, meno la osserva, meno la censura. Egli percepisce la grandezza del fatto e ne ha l`esperienza; sa che essa è diventata migliore. Così, per il timore, anch`egli è candidato a Dio.
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