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Siamo stati fatti come un prodigio

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2014 18:40
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09/02/2014 18:29
 
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RAGGIO LASER CHE DA' UN CORPO LUMINOSO

Ma c'è anche chi, uomo o donna, è stato guarito dopo una vita sessualmente rovinosa.

Costoro si sono lasciati finalmente incontrare da un amore degno del loro cuore, dall'Amore con la lettera maiuscola. Si sono lasciati lavare dal sangue dell'Agnello, risollevare dal perdono dell'Amore, purificare dallo sguardo di Gesù. Puoi sottrarti a questo sguardo posto continuamente su di te; non accorgertene, mai e poi mai.

Ma puoi anche offrirti a questo sguardo, lasciare che con la sua ineffabile dolcezza ti penetri e discenda fin negli angoli più remoti della tua esistenza. La luce dei suoi occhi assomiglia a un raggio laser di tale intensità e concentrazione che è capace d'intervenire chirurgicamente (gli scollamenti di retina sono oggi curati col laser: la luce fa ritornare gli occhi alla luce!).

Non avere paura di sottoporre i tuoi ascessi, per quanto purulenti essi siano, al laser dello sguardo di Gesù. Ne trarrai come dono una nuova infanzia. Geneviève, diciassette anni, mi ha appena scritto: "Fin dalla mia più tenera fanciullezza avevo subito diverse sevizie sessuali da parte dei miei fratelli e del mio patrigno. Passando attraverso questi orrori e abomini,si percepisce il proprio corpo come qualcosa di ripugnante. Il mio povero padre aveva interesse solo alla degradazione dell'uomo e della donna. Per lui, più che per gli animali, solo il sesso contava. Verso i tredici anni compresi che solo questo piaceva agli uomini, e così desideravo essere una prostituta perché la gente fosse "felice". Mi lasciai trascinare dalla corrente, insensibile alla vita e alle stagioni che passavano, come se mi trovassi in un sotterraneo, senza luce né gioia. Ricercavo non solo godimento, ma anche tenerezza e sicurezza per trarre quiete da qualcuno. Non sapevo che quanto facevo era male. Pregavo molto spesso Maria. Poi entrai nel Rinnovamento. Non volevo mancare a nessuna preghiera, come prima non volevo perdermi nessuna festa. Quando soffrivo, per quanto grande fosse il mio peccato, m'abbandonavo subito sul cuore di Gesù, assieme a Maria. Piansi, piansi molto, e Maria soffocava il mio pianto stringendomi al suo cuore. Per me Gesù è l'essere più puro, ma anche più giusto. E la sua purezza, che prima m'impauriva, ora mi conforta. Gesù, fratello mio, amico mio donami un corpo luminoso perché possa guardare te e i miei fratelli senza timore. Gesù, liberami dalle mie catene. Ecco il mio cuore di prostituta, il mio cuore che sognava un primo amore! Eccoti il mio cuore vuoto e troppo pieno d'amore da offrire, in cui si stanno spegnendo i battiti d'ala d'una farfalla primaverile! Eccoti il mio cuore che può parlarti solo quando divento nuovamente bambina!".

Penso a diversi omosessuali che si erano dati alla prostituzione e che ora sono monaci, e monaci felici; a tante donne che dovevano vendere il proprio corpo per vivere e che ora l'hanno affidato per sempre al Signore!. Per Dio, niente è mai troppo lontano, o troppo sporco, o troppo piagato.

Molti tra quanti inciampano nel peccato sessuale sposati o celibi, lo fanno per debolezza. In tali casi, sono essi i privilegiati dell'amore di Dio perché sono i figli del suo perdono, purché a esso si aprano.

Ci sono poi coloro che peccano espressamente contro la luce, e si assolvono da se stessi costruendosi tutta una filosofia, quando non è una "teologia , per giustificare i loro sbagli e le loro cadute. E' una situazione grave, poiché queste persone, non sentendosi peccatori, non fanno ricorso al perdono. Ma se ci si sente peccatori e ci si offre al perdono, allora una dolcezza e una pace immense prendono tutto l'essere. Il sacramento del perdono è veramente il sacramento piú umano.

CELIBATO CONSACRATO: PIENEZZA DELLA SESSUALITA'

Conosco giovani innamorati che hanno rinunciato a coronare il loro sogno per offrirsi a Dio in una consacrazione totale.

Avevano incontrato il primo grande amore della loro vita ma, a un certo momento, compresero che l'uno e l'altro erano stati preceduti da un altro amore, ed ebbero il coraggio di darsi al Signore. Si dissero l'un l'altro: "Non ti voglio sottrarre al Signore che per primo t'incontrò, molto tempo prima che noi ci incontrassimo".

Ho raccolto le loro confidenze: "Abbiamo sofferto molto, ma non rimpiangiamo nulla. L'uno ha generato la vocazione dell'altro". L'uno ha scelto il sacerdozio, l'altra un convento. Forse non ho mai visto due giovani amarsi come loro: e sulla croce, fra le lacrime!

Oh, la chiamata al celibato! Mi si permetta qualche considerazione.

Innanzitutto e un dato di fatto che nessuno può onestamente ignorare l'esistenza in ogni epoca, e oggi più che in un recente passato, di uomini e donne che hanno vissuto e vivono in una pienezza d'amore tale da voler rinunciare all'esercizio fisico della sessualità, in una consacrazione totale, esclusiva, del loro corpo al Signore, pur essendo pienamente uomini, pienamente donne. La loro sessualità ha raggiunto la pienezza senza ricorrere all'atto della procreazione. Persone come Caterina da Siena, Giovanna d'Arco, Teresa d'Avila, non sono forse state pienamente donne? E che dire di Domenico, di Francesco, di Vincenzo de' Paoli, di Filippo Neri? Erano forse dei mezzi uomini?

La loro sessualità, lungi dall'essere inibita, acquista maggiore virilità o femminilità, e guadagna in libertà e autenticità. Miracolosamente decuplicata è la potenzialità del loro dono di sé Non ne traggono complessi, ma gioia! Non costituiscono, dunque, dei casi patologici; non sono dei pazzi, se non di Dio.E gente normale, equilibrata, sana. Il loro amore è come liberato dalla schiavitù del piacere sessuale.

Non voglio dire che tutto sia senza tentazioni, senza lotta. Ma è appunto questa lotta continua, sino alla fine, che impedisce loro di adagiarsi sul "tran tran" d'una vita facile e mediocre. Tale lotta li fa stare continuamente in uno stato d'allerta contro gli attacchi nemici. Anche a questo livello debbono mostrare un coraggio da veri uomini e una tenacia d'autentiche donne. Debbono possedere un animo da martire. Possiamo, quindi, affermare che il consacrato è un essere perfettamente sessuato che si lascia, mano a mano, trasfigurare da un amore che dura per tutta la vita.

Rivolgendosi ai monaci, San Giovanni Climaco dice: "L'eros fisico diventi per te un modello del tuo desiderio di Dio. Beato chi ha per Dio una passione non meno cocente di quella dell'amante per la sua diletta!". Tu sei tutto preso da un desiderio piú forte, e Dio comincia a bastarti. Ti basta per riempire cuore, vita, esistenza. E ti appaga.

Il celibato è possibile solo se si è presi da un amore immenso per Gesù, un dono che ci viene unicamente dallo Spirito. E lo Spirito lo concede solo quando si è in intimità con Maria. Spesso la ragione di certi celibati mal sopportati la si deve cercate in una mancanza d'amore nei rapporti col Signore.

Ci troviamo di fronte ad una specie d'ipertrofia del cervello che porta con sé l'inaridimento del cuore. E vivere senza un cuore irrigato è cosa impossibile. Si cercano, allora, piccole compensazionì, mentre la soluzione consiste nel lasciarsi riunificare dal di dentro per trovare la sintonia fra spirito e cuore. E questo è opera della preghiera.

Questa dimensione affettiva del nostro rapporto con Gesù si sprigiona in alcuni mistici, in un modo tanto appassionato, che oggi qualcuno potrebbe avere delle riserve a ripubblicare i testi d'un Giovanni della Croce, d'una Teresa d'Avila o d'un San Bernardo! Vi si trova una tale pienezza di sentimenti che potrebbero essere sospettati d'erotismo!

Ob no, il consacrato nella verginità non è uno scapolo, è un innamorato.

Fa differenza. Innamorato e testimone. Spezza il cerchio d'un mondo che vuole ridurre l'uomo a una sola dimensione, ripiegato su stesso, e lo apre al futuro. Contesta il mondo attestando il Regno. Diventa uomo, lasciandosi configurare all'Uomo; o donna, diventando immagine vivente di Maria: coloro che conobbero solo le nozze del Regno .
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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