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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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22/10/2013 11:32
 
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III. Pratica della virtu` della dolcezza.

1159. 1^ Gl'incipienti la praticano combattendo la collera e il
desiderio di vendetta, come tutti i moti disordinati dell'anima,
n. 861-863.

1160. 2^ Le anime progredite si sforzano d'attirare in se` la
dolcezza di Gesu`, dolcezza da lui mirabilmente insegnataci con le
parole e con gli esempi 1160-1.

A) Tanta importanza da` Gesu` a questa virtu`, da volere che fosse
annunziata dai profeti come uno dei caratteri del Messia e che gli
Evangelisti ne notassero l'adempimento 1160-2.

1161. B) Ci si offre come modello di questa dolcezza, invitandoci ad
essere suoi discepoli, perche` egli e` dolce ed umile di
cuore 1161-1.

a) Attua perfettamente l'ideale della dolcezza tracciato dai profeti.
Predica il Vangelo, non con alterchi, animosita`, acredine, ma con
calma e serenita`.

Non sfuriate, non grida inutili, non parole rabbiose: il chiasso passa
senza fare del bene. I suoi modi saranno cosi` dolci che non spezzera`
la canna mezzo infranta ne` spegnera` il lucignolo ancor fumante, vale a
dire la piccola scintilla di fede e di amore che resta nell'anima del
peccatore. Per attirar gli uoini non sara` ne` triste ne` turbolento:
tutto in lui spirera` amabilita` e invitera` i travagliati a venirsi a
riposare in lui.

1162. b) Verso gli apostoli: 1) la sua condotta e` piena di dolcezza:
ne sopporta i difetti, l'ignoranza, la rozzezza; procede con riguardo,
non rivelando la verita` se non a gradi, nella misura che la possono
sopportare, e lasciando allo Spirito Santo la cura di compiere l'opera
sua.

Li difende dalle ingiuste accuse dei Farisei che li rimproverano di
non digiunare; ma li riprende quando mancano di dolcezza verso i
fanciulli che stringono attorno a lui, o quando vogliono trar fuoco
del cielo su un borgo della Samaria. Quando Pietro ferisce Malco di
spada, Gesu` ne lo rimprovera; ma nello stesso tempo gli perdona il
triplice rinnegamento, facendoglielo espiare con triplice professione
d'amore.

2) Consiglia poi la dolcezza agli operai apostolici: avranno la
semplicita` della colomba insieme con l'astuzia del serpente; saranno
come agnelli in mezzo ai lupi; non resisteranno al male ma
presenteranno la guancia sinistra a chi li percuote sulla destra;
cederanno il mantello e la tunica anziche` ricorrere ai tribunali; e
pregheranno per i persecutori.

1163. c) Anche ai piu` colpevoli peccatori perdona volentieri appena
vede in loro in minimo segno di pentimento.

Con qual delicatezza induce a confessione e a conversione la
Samaritana, e perdona alla peccatrice e al buon ladrone, essendo
venuto a chiamare a penitenza non i giusti ma i peccatori! Come un
buon pastore, va a cercare la smarrita pecorella riconducendola
all'ovile sulle spalle; da` perfino la vita per le pecorelle. -- Se
parla talora severamente agli Scribi e ai Farisei, e` perche` impongono
al prossimo un giogo insopportabile, impedendolo cosi` di entrare nel
regno di Dio.

d) Perfino i nemici tratta con dolcezza: Giuda, che pur lo tradisce,
riceve ancora il dolce nome d'amico; e sulla croce Gesu` prega per i
suoi carnefici chiedendo al Padre di perdonarli per la loro ignoranza.

1164. C) Ad imitar Nostro Signore: a) eviteremo gli alterchi, i
gridi`i, le parole e gli atti offensivi o sgarbati, per non allontanare
i timidi. Baderemo a non rendere mai male per male; a non rompere o
spezzar nulla per avventatezza; a non parlare quando siamo in collera.

b) Ci studieremo invece di trattar con riguardo quelli che ci si
avvicinano; di aver per tutti viso allegro ed affabile, anche quando
ci tornino noiosi e pesanti; di accogliere con bonta` particolare i
poveri, gli afflitti, gli infermi, i peccatori, i timidi, i fanciulli;
di addolcire con qualche buona parola le riprensioni che siamo
costretti a fare; di mostrarci santamente premurosi di rendere
servizi, facendo talora anche di piu` di quanto ci si domanda, e
soprattutto facendolo con grazia. Pronti, se occorresse, a sopportare
uno schiaffo senza restituirlo, e a presentar la guancia sinistra a
chi ci percuote la destra.

1165. 3^ I perfetti si sforzano d'imitare la dolcezza stessa di Dio,
come nota l'Olier 1165-1: "Dio e` la dolcezza per essenza, e
quando vuol parteciparla all'anima, si stabilisce talmente in lei, che
ella non ha piu` nulla della carne ne` di se` stessa, ma e` tutta perduta
in Dio, nel suo essere, nella sua vita, nella sua sostanza, nelle sue
perfezioni; di modo che tutto cio` che fa lo fa con dolcezza; e anche
quando opera con zelo, e` sempre con dolcezza, l'amarezza e l'acredine
non trovando piu` posto in lei come non lo trovano in Dio".

1166. Conclusione. Terminiamo qui, per non dilungarci di troppo,
l'esposizione delle virtu` cardinali. a) Esse disciplinano,
indociliscono e perfezionano tutte le nostra facolta`, assoggettandole
all'impero della ragione e della volonta`. Si ristabilisce cosi` a poco
a poco nell'anima l'ordine primitivo: la sottomissione del corpo
all'anima e delle facolta` inferiori alla volonta`.

b) Fanno ancora di piu`: non solo sopprimono gli ostacoli all'unione
divina ma iniziano gia` quest'unione. Perche` la prudenza che
acquistiamo e` gia` una partecipazione della sapienza di Dio, la
giustizia nostra una partecipazione della giustizia sua; la nostra
fortezza viene da Dio e a lui ci unisce; la nostra temperanza ci fa
partecipare al bello equilibrio e all'armonia che regna in lui. Quando
ubbidiamo ai Superiori, ubbidiamo a Dio; la castita` e` un mezzo per
accostarci alla perfetta sua purita`; l'umilta` non fa il vuoto
nell'anima se non per riempirla di Dio; e la nostra dolcezza e` una
partecipazione della dolcezza di Dio.

Preparata cosi` dalle virtu` morali, quest'unione con Dio si verra`
perfezionando con le virtu` teologali, che hanno Dio stesso per
oggetto.
_________________________________________________________________

998-1 S. Tommaso, Ia. IIae, q. 55-67; IIa. IIae, q. 48-170; Suarez,
Disput. metaphys., XLIV; De Passionibus et habitibus, De fide, etc.;
Johannes a S. Thoma, Cursus theol., Tr. de Passionibus, habitibus et
virtutibus, ec.; Alvarez de Paz, t. II, lib. III, de adeptione
virtutum; Phil. a SS. Trinit., P. II, tr. II, dis. I, II;
P. Rodriguez, Perfezione crist., i vari trattati; S. Fr. di Sales, La
Filotea; J. J. Olier, Introd. a` la vie et aux vertus chre't.; Mgr Gay,
Della vita e delle virtu` cristiane, tr. VI, VII, IX, X, XI; Ribet, Les
vertus et les dons; P. de Smedt, Notre vie surnaturelle, t. II.

998-2 S. Tommaso, Ia. IIae, q. 62-63; Suarez, De passionibus et
habitibus, diss. III; J. a S. Thoma, op. cit., disp. XVI; L. Billot,
De virt. infusis; P. Janvier, Quaresimale 1906 (Marietti, Torino);
P. Garrigou-Lagrange, Perfect. chre't. et contemplation, p. 62-75.

999-1 Op. cit., p. 64.

1001-1 Sum. theol., IIa. IIae, q. 63, a. 4; H. Noble, Vie
spirituelle, Nov. 1921, p. 103-104.

1008-1 Cf. S. Agostino, Lettera 167 a Girolamo, P. L., XXXIII,
735.

1008-2 S. Gregorio, Moral., l. XXII, c. I.

1016-1 Cassiano, Confer. II; S. G. Climaco, La scala, XXVI;
S. Tommaso, IIa. IIae, q. 47-56; C. De Smedt, Notre vie surnaturelle,
t. II, p. 1-33; P. Janvier, Quaresimale 1917 (Marietti, Torino).

1016-2 Rom., VIII, 6-8.

1016-3 Matth., XVI, 26.

1017-1 "Prudentia est et vera et perfecta quae ad bonum finem
totius vitae recte consiliatur, judicat et praecipit". (S. Tommaso, IIa.
IIae, q. 47, p. 73).

1018-1 Ideo necesse est quod prudens et cognoscat universalia
principia rationis et cognoscat singularia, circa quae sunt
operationes" (S. Tommaso, IIa. IIae, q. 47, a. 3).

1024-1 Ephes., V, 15.

1031-1 Per non tornare piu` volte sulle stesse virtu`, indichiamo,
per quanto e` possibile, di ogni virtu` il grado che corrisponde alle
varie tappe della perfezione.

1033-1 Joan., XVI, 12.

1033-2 Matth., VI, 33; X, 16.

1033-3 Marc., XIII, 33.

1035-1 Jac., III, 13-18.

1037-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 56-122: Dom. Soto, De justitia et
jure; Lessius, De justitia; Ad. Tanquerey, Synopsis theol. moralis, t.
III, De virtute justitiae, con i numerosi autori citati; P. Janvier,
Quaresimale, 1918 (Marietti, Torino).

1037-2 Matth., V. 6.

1038-1 E` cio` che osserva Bossuet nel Sermone sulla giustizia:
"Quando nomino la giustizia, nomino nello stesso tempo il vincolo
sacro dell'umana societa`, il freno necessario della licenza... Quando
regna la giustizia, nei trattati si trova la fede, l'onesta` negli
affari, l'ordine nella politica, la terra e` in pace, e anche il cielo,
per cosi` dire, c'illumina lietamente e ci manda piu` dolci influssi".

1040-1 Synopsis theol. moralis, t. III, De virtute justitiae.

1043-1 Joan., VIII, 7.

1045-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 84; Suarez, De virtute et statu
religionis, t. I, l. II; Bouquillon, De virtute religionis;
J. J. Olier, Introd. a` la vie et aux vertus chre't.; Mgr. d'Hulst,
Quaresimale 1893, Conf. I (Marietti, Torino); C. De Smedt, op.
cit., pag. 35-104; Ribet, Les vertus, c. XXI.

1048-1 I Petr., II, 5.

1049-1 Ps. XVIII, 2.

1049-2 Ps. XCIX, 3.

1050-1 Rom., XI, 36; XIV, 7-8.

1050-2 I Cor., VI, 20.

1051-1 Hebr., V, 1.

1051-2 Hebr., V, 7.

1055-1 Introd. a` la vie et aux vertus chre't., c. I.

1057-1 S. G. Climaco, La scala, IV; S. Tommaso, IIa. IIae,
q. 104-105; S. Cat. da Siena, Dialogo; S. Fr. di Sales, La Filotea,
P. 3a., c. XI; Conferenze X-XI; Rodriguez, P. III, tr. V.
Dell'obbedienza; J. J. Olier, Introd., c. XIII; Tronson, De
l'obe'issance; S. Alfonso, La vera sposa, c. VII; Mgr Gay, Virtu` et
vita ecc., tr. XI, L'obbedienza; C. De Smedt, Notre Vie surnat.,
t. II, p. 124-151; Ribet, Vertus, c. XXIX; D. C. Marmion, Le Christ
ide'al du moine, Conf. XII.

1058-1 Ps. CXVIII, 91.

1058-2 Phil., II, 8.

1058-3 I Cor., VI, 20.

1059-1 Rom., XIII, 2.

1059-2 Rom., XIII, 1.

1059-3 Luc., X, 16.

1060-1 Si veda l'Enciclica di Leone XIII, Rerum novarum, e il
nostro Tratt. De justitia, ove ne diamo il commento.

1061-1 Act., V, 29.

1061-2 Tal e` dottrina di S. Fr. di Sales, Trattenimenti spir., c.
XI, p. 170-171: "Molti si sono grandemente ingannati... credendo che
l'obbedienza consistesse nel fare a diritto e a torto tutto cio` che ci
potesse venir comandato, fosse pure contro i comandamenti di Dio e
della Santa Chiesa; nel che errarono grandemente... perche` in tutto
cio` che riguarda i comandamenti di Dio, non avendo i Superiori potere
alcuno di far mai precetto contrario, gl'inferiori non hanno mai
obbligo d'ubbidire in tal caso, anzi se ubbidissero peccherebbero".

1063-1 Luc., I, 51.

1063-2 Serm. de diversis, XXXV, 4.

1064-1 Lettera CXX, trad. Brouix, 1870, p. 464.

1064-2 S. Ignazio, Costituzioni, VI, sez. I, reg. 36.

1065-1 Ephes., VI, 5-9.

1065-2 Lettere CXX.

1066-1 Trattenimenti spirituali, c. XI, p. 170.

1066-2 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 104, a. 3, ad 3.

1066-3 Veri ["Vedi"?] Trattenimenti spirituali, c. XI, p. 191.

1067-1 Ibid., p. 178.

1067-2 Sermo de diversis, XLI, 7; e` da leggersi tutto questo
sermone sull'ubbidienza.

1067-3 Matth., V, 18.

1067-4 S. Fr. di Sales, Conf. spirituali, c. XI, 182.

1067-5 II Cor., IX, 5.

1068-1 Sum. Theol., IIa. IIae, q. 104, a. 3.

1069-1 S. Gregorio, Moral., l. XXV, c. 10.

1069-2 Luc., XXII, 42.

1069-3 I Reg., XV, 22.

1070-1 De Civit. Dei, l. XIV, c. 12.

1070-2 Sum. Theol., IIa. IIae, q. 104, a. 3.

1070-3 I Joan., II, 5.

1070-4 I Joan., XIV, 15.

1071-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 104, a. 3, ad 2.

1071-2 Lettera citata, p. 231-236.

1071-3 Citato da S. Fr. di Sales, Trattenimenti spirituali, l. c.

1072-1 S. Bernardo, Sermo III in tempore paschali, 3.

1074-1 Il Dialogo, edizione Gigli, 1726.

1075-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 123-140; e i suoi commentatori,
specialmente il Gaietano e G. di S. Tommaso; P. Janvier, Quaresimale
1920 (Marietti, Torino); Ribet, Vertus, c. XXXVII-XLII; C. De Smedt,
Notre vie surnat., t. II, p. 210-267.

1076-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 123, a. 3.

1077-1 Sum. Theol., IIa. IIae, q. 123, a. 6, ad 1.

1079-1 Gal., I, 10

1079-2 II Cor., X, 17-18.

1088-1 S. Fr. di Sales, La Filotea, P. IIIa., c. III; J. J. Olier,
Introd., c. IX; J. Faber, Progressi, c. IX; D. V. Lehodey, Le saint
abandon, P. IIIa., c. III-V.

1090-1 I Petr., IV, 1.

1090-2 Galat., II, 19.

1090-3 Rom., VIII, 17.

1090-4 II Cor., XII, 9.

1090-5 II Cor., VII, 4.

1091-1 Luc., XII, 50.

1091-2 Constit. Soc. Jesu, Esam. generale, c. IV, n. 44.

1092-1 Notre vie surnat., t. II, p. 260. -- Il P. Capelle che
fece studi speciali sopra tal questione (Les Ames ge'ne'reuses, 1920, P.
3a., c. IV-VII) compendia la sua dottrina in tre proposizioni: 1) E`
Gesu` Cristo stesso che sceglie le sue vittime; 2) le avvisa prima di
quanto dovranno soffrire; 3) ne chiede il libero consenso.

1093-1 Sum. Theol., IIa. IIae, q. 137, a. 1.

1095-1 Joan., XV, 5.

1095-2 Phil., IV, 13.

1095-3 I Cor., I, 27-28.

1098-1 Cant., VIII, 6.

1098-2 II Cor., V, 14.

1098-3 Rom., VIII, 38-39.

1098-4 Ps. XLII, 2.

1099-1 S. Tommaso, IIa. IIae, q. 141-170; Scaramelli, Direttorio
ascetico, Tr. III, art. 4; Ribet, Vertus, c. XLIII-XLVIII; C. de
Smedt, t. II, p. 268-342; P. Janvier, Quaresimale 1921 e 1922
(Marietti, Torino).

1100-1 Cassiano, Conf. XII; S. G. Climaco, Scala, gradino XV;
S. Tommaso, IIa. IIae, q. 151-156; Rodriguez, P. III, tr. IV, Della
castita`; S. Fr. di Sales, La Filotea, P. III, c. XII, XIII;
J. J. Olier, Introd., c. XII; S. Alfonso, Selva, P. II, Istruzione
IIIa., Castita` del sacerdote; Mgr Gay, Vita e virtu`, tr. X; Valuy,
Vertus religieuses, Chastete'; P. Desurmont, Charite' sacerdotale,
sez. 77-79; Mgr Lelong, Le saint Pre^tre, Conf. 12a..

1103-1 Ephes., V, 25.

1104-1 La Filotea, P. IIIa., c. XXXVIII.

1104-2 Oraz. XXXVII, 7.

1105-1 Tob., VIII, 9.

1106-1 S. Fr. di Sales, La Filotea, P. IIIa., c. XXXIX.

1106-2 I Cor., VII, 5.

1107-1 Si vedano gli ottimi consigli di S. Fr. di Sales alle
vedove, La Filotea, P. IIIa., c. XL.

1108-1 Rom., I, 26.

1109-1 Epistola XXII, ad Eustochium, P. L., XXII, 396.

1109-2 Ep. LII, ad Nepotianum, P. L., XXII, 531-532: "Nec in
praeterita^ castitate confidas; nec David sanctior, nec Salomone potes
esse sapientior. Memento semper quod paradisi colonum de possessione
sua^ mulier ejecerit".

1110-1 "Nam Deus impossibilia non jubet, sed jubendo monet et
facere quod possis, et petere quod non possis, et adjuvat ut possis".
(Trident., sess. VI, c. II, Denz., 804).

1110-2 Introd., c. XII.

1111-1 E` quello che raccomandava gia` S. Girolamo al suo caro
Nepoziano: "Hospitiolum tuum aut raro aut nunquam mulierum pedes
terant... Si propter officium clericatus, aut vidua a te visitatur,
aut virgo, nunquam solus introeas. Tales habeto socios quorum
contubernio non infameris... Solus cum sola^, secreto et absque arbitro
vel teste, non sedeas... Caveto omnes suspiciones, et quidquid
probabiliter fingi potest, ne fingatur, ante devita. (Epist. LII,
P. L., XXII, 531-532).

1112-1 S. Girolamo descrive molto bene queste stranezze: "Omnis
his cura de vestibus, si bene oleant, si pes, laxa^ pelle, non folleat.
Crines calamistro vestiglio rotantur; digiti de annulis radiant: et ne
plantas humidior via aspergat, vix imprimunt summa vestigia. Tales cum
videris, sponsos magis aestimato quam clericos". (Epist. XXII, P. L.,
XXII, 414).

1113-1 Esercizi spirituali.

1115-1 Job, XXXI, 1.

1115-2 Eccli., IX, 5, 8, 9: "Virginem ne conspicias ne forte
scandalizeris in decore illius... Averte faciem tuam a muliere compta^,
et ne circumspicias speciem alienam. Propter speciem mulieris multi
perierunt, et ex hoc concupiscentia quasi ignis exardescit".

1116-1 I Cor., XV, 33.

1116-2 Ephes., V, 4.

1117-1 Meditazioni sui SS. Ordini, p. 105, ed. 1874.

1117-2 Saint Vincent de Paul, Correspondance, Entretiens,
Documents, par Pierre Coste, Tom. II, p. 523, Paris, Lecoffre et
Gabalda, 1921.

1118-1 "O quoties ego ipse in eremo constitutus, et in illa^ vasta^
solitudine quae exusta solis ardoribus, horridum monachis praestat
habitaculum, putabam me Romanis interesse deliciis".

1118-2 Epist. XXII, n. 7. P. L., XXII, 398.

1118-3 S. Hieronymi, Epist. XXII, n. 6, P. L., 398.

1119-1 Epist. cit. n. 5.

1119-2 Eccli., III, 27.

1121-1 Vertus religieuses, p. 73, 74.

1122-1 Eccli., XXXIII, 29.

1122-2 Ama scientiam Scripturarum et carnis vitia non amabis...
Facito aliquid operis, ut te semper diabolus inveniat occupatum".
S. Girolamo, Lettera CXXV, P. L., XXII, 1078.

1124-1 La Scala, Scalino XV, 7.

1127-1 Cassiano, Conf. XVIII, c. XI; S. G. Climaco, Scala, XXV;
S. Bernardo, De Gradibus humilitatis et superbiae; S. Tommaso, IIa. IIae,
q. 161; Rodriguez, P. II, Tr. III, Dell.umilta`; S. Fr. di Sales, La
Filotea, P. IIIa., c. IV-VII; J. J. Olier, Introd., c. V; L. Tronson,
Tr. de l'humilite'; Scaramelli, Direttorio Ascetico, tr. III. art. XI;
S. Alfonso, La vera sposa, c. XI; Mgr Gay, Vita e Virtu`, tr. VI;
V. Libermann, Ecrits spirit., Dell'umilta`; Beaudenom, Formation a`
l'humilite'; C. De Smedt, Notre vie surnat., t. II, p. 305-342;
D. Col. Marmion, Le Christ ide'al du moine, XI, p. 277-333.

1127-2 De gradibus humilitatis, c. I, n. 2.

1128-1 IIa. IIae, q. 161, a. 3.

1128-2 I Tim. I, 17.

1128-3 Apoc., VII, 12.

1129-1 Gratiae tuae deputo et quaecumque non feci mala: quid enim
non facere potui, qui etiam gratuitum facinus amavi? Et omnia mihi
dimissa esse fateor; et quae mea^ sponte feci mala, et quae, te duce, non
feci. (Confess., l. II, c. 7, P. L., XXXII, 681).

1129-2 Cate'ch. chre'tien, P. Ia., lez. XVIII.

1130-1 D. Columba Marmion, Le Christ, ide'al du moine, 1922,
p. 299.

1131-1 Ps. XVIII, 10.

1131-2 Secondo il Codice, can. 530, i Superiori religiosi non
possono piu` in nessun modo obbligare gli inferiori a manifestar loro
la coscienza; ma, aggiunge il Codice, "e` bene che i religiosi
ricorrano ai Superiori con filiale confidenza, esponendo anche, se i
Superiori sono sacerdoti, i dubbi e la angustie della loro coscienza".

1135-1 Regula seu Constitutiones Comm. Congreg. Missionis, C. 2,
n. 7.

1135-2 La dottrina di S Vincenzo de' Paoli sull'umilta` e quella
dell'Olier sono molto affini; il che non deve far maraviglia, chi
pensa che l'Olier fu il diletto amico e spirituale discepolo di
S. Vincenzo il quale pure amorosamente lo assistette in punto di
morte.

1136-1 IIa. IIae, q. 161, a. 4

1137-1 I Petr., V, 5.

1137-2 I Petr., V, 5.

1137-3 II Cor., X, 5.

1137-4 Super Missus est, homil. IV, 9.

1138-1 Enarrat. in Ps. CXLI, c. 7.

1139-1 Sermo 10 de Verbis Domini.

1141-1 Philip., II, 5-7.

1141-2 Saint Vincent de Paul, edizione Coste, Tomo XII, p. 199,
200.

1141-3 Luc., II, 1.

1141-4 Luc., II, 7.

1141-5 Joan., I, 11.

1141-6 Luc., II, 12.

1141-7 Luc., II, 51.

1141-8 Elevazioni, XXa. settimana, elev. 8a..

1142-1 Joan., VI, 61.

1142-2 Joan., VIII, 15.

1142-3 Joan., XIV, 10.

1142-4 Joan., VII, 16.

1142-5 Joan., V, 30; XIV, 10.

1142-6 Joan., VIII, 50.

1142-7 Joan., XVII, 4.

1142-8 Matth., XX, 28.

1143-1 II Cor., V, 21.

1143-2 Marc., XIV, 33, 34.

1143-3 Matth., XXVI, 50.

1143-4 Ps. XXI, 7.

1143-5 I Petr., II, 23.

1144-1 Inno Adoro te di S. Tommaso.

1144-2 Matth., XXVI, 40.

1144-3 Matth., XI, 28.

1148-1 Phil., I, 18.

1148-2 Hebr., X, 24.

1149-1 Phil., II, 3.

1149-2 Maynard, Virtu` e dottrina spirit. di S. Vincenzo.

1150-1 Eccli., III, 22.

1150-2 Rom., XII, 3.

1150-3 Maynard, Vertus et doctr., p. 214.

1152-1 Luc., XIV, 10.

1152-2 Maynard, Vertus et doctrine, p. 218.

1153-1 Lo spiega molto bene Monsignor Gay in Vita e virtu`
cristiane, T. 1 Dell'umilta`: "Vi e` un abito di esterna umilta` in cui
l'anima sinceramente umile serba sempre il corpo. E qualche cosa di
contenuto, di riserbato, di calmo, che da` a tutta la fisionomia e a
tutto il contegno quella bellezza ineffabile, quell'armonia, quella
grazia che viene espressa dalla parola modestia. Modesto e` lo sguardo,
modesta la voce, modesto il riso, modesti sono tutti i movimenti.
Nulla e` piu` lontano dall'affettazione quanto la vera modetia. San
Paolo diceva (Phil. IV, 5): la vostra modestia sia nota a tutti,
perche` il Signore e` vicino! Sta qui infatti il segreto di questo
incantevole e santo contegno. Dio e` vicino a questa anima e
quest'anima non lo dimentica mai: vive alla sua presenza ed opera
sotto i suoi occhi, in compagnia degli angeli buoni".

1153-2 "Diciamo tante volte che siamo nulla, che siamo la stessa
miseria e la spazzatura del mondo; ma ci dorrebbe assai se ci
prendessero in parola e ci pubblicassero per tali quali noi ci
diciamo. Facciamo finta di fuggire e di nasconderci, perche` ci si
corra dietro e ci vengano a cercare: facciamo sembiante di voler
essere gli ultimi a sedere in fondo alla tavola, ma lo scopo e` di
riuscir piu` facilmente ad essere posti in capo ad essa. La vera umilta`
non fa sembiante d'esserlo e non dice molte parole d'umilta`"...
(S. Fr. di Sales, La Filotea, P. IIIa., c. V.)

1153-3 La Filotea, l. c., c. V.

1154-1 S. G. Climaco, La Scala, XXIV; S. Fr. di Sales, La
Filotea, P. IIIa., c. VIII; J. J. Olier, Introd., c. X; Card. Bona,
Manuductio, c. XXXII; Ribet, Asce'tique, c. L; Ve'n. A. Chevrier, Le
ve'ritable disciple, p. 345-354.

1156-1 San Girolamo la descrive molto bene nel Commento della
Lettera ai Galati, V, 22: "La benignita`, dice S. Girolamo, e` una virtu`
soave, tranquilla, dal parlare dolce, affabile nei costumi, felice
misto di ogni buona qualita`. Molto vicina ne e` la bonta`, perche`
anch'essa cerca di far piacere; ma se ne distingue in questo che la
bonta` e` meno attraente e di aspetto piu` severo e che e` pronta a far
del bene e a rendere servizi ma senza quella graziosita` e quella
soavita` che guadagna i cuori".

1157-1 Introd., c. X.

1157-2 Medit. sul Vangelo, Sermone, giorno III^.

1158-1 Rom., VIII, 28.

1158-2 S. Fr. di Sales, La Filotea, P. IIIa., c. IX.

1160-1 P. Chevrier, Le disciple, p. 345-354.

1160-2 Isaia, XLII, 1-4; Matth., XII, 17-21.

1161-1 Matth., XI, 29.

1165-1 Introduzione, c. X.
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