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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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22/10/2013 11:28
 
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sez. I. Della Castita`. 1100-1

1100. 1^ Nozione. La castita` ha per fine di reprimere tutto cio` che
vi e` di disordinato nei diletti della volutta`. Ora questi diletti non
hanno che un solo fine, di propagar la specie umana trasmettendo la
vita con l'uso legittimo del matrimonio. Fuori di questo, ogni volutta`
e` strettamente proibita.

La castita` e` meritamente detta virtu` angelica perche` ci avvicina agli
angeli che sono puri per natura. E` virtu` austera, perche` non si giunge
a praticarla se non disciplinando e domando il corpo e i sensi con la
mortificazione. E` virtu` delicata, perche` ogni minima debolezza
volontaria l'appanna; e quindi pure difficile, perche` non si puo`
conservare se non lottando generosamente e costantemente contro la piu`
tirannica delle passioni.

1101. 2^ Gradi. 1) Ha molti gradi: il primo consiste nel badare
attentamente di non acconsentire a pensiero, immaginazione, sensazione
od azione contrari a questa virtu`.

2) Il secondo mira ad allontanare immediatamente ed energicamente ogni
pensiero, immagine, o impressione, che potesse offuscare lo splendore
di questa virtu`.

3) Il terzo, che generalmente non si acquista se non dopo lunghi
sforzi nella pratica dell'amor di Dio, consiste nell'essere talmente
padroni dei sensi e dei pensieri che, quando si e` obbligati a trattar
questioni riguardanti la castita`, si fa con tanta calma e tranquillita`
come se si trattasse di qualsiasi altro argomento.

4) Vi sono infine di quelli che, per un privilegio speciale, giungono
a non aver piu` alcun moto disordinato, come si narra di S. Tommaso
dopo la vittoria da lui riportata in una pericolosa circostanza.

1102. 3^ Specie. Vi sono due specie di castita`: la castita`
coniugale che conviene alle persone legittimamente coniugate, e la
continenza che conviene a quelle che non lo sono. Dopo aver
brevemente trattato della prima, ci fermeremo sulla seconda,
specialmente in quanto conviene alle persone vincolate dal celibato
religioso od ecclesiastico.

I. Della castita` coniugale.

1103. 1^ Principio. Gli sposi cristiani non devono mai dimenticare
che, secondo la dottrina di S. Paolo, il matrimonio cristiano e`
simbolo dell'unione santa che corre tra Cristo e la Chiesa: "Voi, o
uomini, amate le spose, come anche Cristo amo` la Chiesa e diede se
stesso per lei, a fine di santificarla" 1103-1. Devono quindi
amarsi, rispettarsi, santificarsi a vicenda. Il primo effetto di
quest'amore e` l'indissolubile unione dei cuori e quindi l'inviolabile
fedelta` dell'uno verso l'altro.

1104. 2^ Mutua fedelta`. a) Toglieremo qui ad imprestito le parole di
S. Francesco di Sales o ne compendieremo il pensiero 1104-1.

"Serbate dunque, o mariti, un tenero, costante e cordiale amore verso
le vostre donne... Se volete che le vostre donne vi siano fedeli,
insegnateglielo voi col vostro esempio. Con qual fronte, dice
S. Gregorio Nazianzeno 1104-2, potete esigere pudicizia dalle
vostre spose, se voi vivete nell'impudicizia?" -- "Ma voi, o donne, il
cui onore e` inseparabilmente unito con la pudicizia e l'onesta`,
serbate gelosamente la vostra gloria e non permettete che alcuna
specie di dissolutezza offuschi il candore della vostra riputazione.
Paventate ogni specie di assalti per piccoli che siano, non tollerate
corteggiatori attorno a voi. Chiunque venga a lodare la vostra
bellezza o la vostra grazia, vi dev'essere sospetto... che se alla
vostra lode qualcuno aggiunge il disprezzo di vostro marito,
grandemente vi offende, essendo chiaro che non solo vi vuol rovinare,
ma che vi stima gia` mezzo perduta, perche` si e` gia` a mezza via col
secondo mercante quando si e` disgustati del primo".

b) Nulla garantisce meglio questa mutua fedelta` quanto la pratica
della vera devozione, specialmente poi la preghiera recitata in
comune.

"Quindi le donne devono disederare che i mariti siano confettati collo
zucchero della devozione, perche` l'uomo senza devozione e` un animale
severo, aspro e rozzo; e i mariti devono desiderare che le donne siano
devote, perche` senza la devozione la donna e` grandemente fragile e
soggetta a rovinare o ad offuscarsi nella virtu`.

c) "Del resto, la mutua sopportazione dell'uno per l'altro dev'essere
cosi` grande che tutt'e due non si corruccino mai insieme e
all'improvviso, affinche` non si veda in loro dissensione e contesa".
Se quindi uno dei due e` in collera, l'altro resti calmo, affinche`
torni al piu` presto la pace.

1105. 3^ Dovere coniugale. Gli sposi rispetteranno la santita` del
letto coniugale con la purita` dell'intenzione e l'onesta` delle
relazioni.

A) L'intenzione sara` quella del giovane Tobia quando sposo` Sara: "Voi
sapete, o Signore, che non gia` per soddisfare la passione io prendo in
isposa questa mia cugina, ma per il solo desiderio di lasciar figli
che benedicano il vostro nome in tutti i secoli" 1105-1. Tal e`
infatti il fine primordiale del matrimonio cristiano: aver figli che
vengano educati nel timore e nell'amore del Signore, che siano formati
alla pieta` e alla vita cristiana, onde riescano un giorno cittadini
del cielo. Il fine secondario e` di aiutarsi scambievolmente a
sopportare le pene della vita e trionfar delle passioni subordinando
il piacere al dovere.

1106. B) Si compira` quindi fedelmente e francamente il dovere
coniugale 1106-1; tutto cio` che giova alla trasmissione della
vita non solo e` lecito ma onorevole; ma ogni azione che ponesse
volontario ostacolo a questo fine primordiale, sarebbe colpa grave,
perche` andrebbe contro il fine primario del matrimonio. -- Si terra`
conto di questa raccomandazione di S. Paolo: "Non vi rifiutate l'un
con l'altro, se non forse di comune accordo per un po' di tempo,
affine di attendere all'orazione; e di nuovo tornate a stare insieme;
che` non abbia a tentarvi Satana per la vostra
incontinenza" 1106-2.

C) Nell'adempimento di questo dovere ci vuole moderazione come
nell'uso del nutrimento; vi sono anche casi in cui l'igiene e la
decenza richiedono che si pratichi per un dato tempo la continenza.
Non ci si riesce se non quando si e` presa l'abitudine di subordinare
il piacere al dovere e di cercare nel frequente uso dei sacramenti
rimedio ai violenti desiderii della consupiscenza. Si ricordi che
nulla e` impossibile e che con la preghiera si ottiene sempre la grazia
di praticare le virtu` anche piu` austere.
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