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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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22/10/2013 11:26
 
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IV. L'eccellenza dell'obbedienza.

1068. Discende da quanto abbiamo detto l'eccellenza dell'ubbidienza.
S. Tommaso non esita a dire che dopo la virtu` della religione, e` la
piu` perfetta delle virtu` morali, perche` ci unisce piu` di tutte le
altre a Dio, nel senso che ci distacca dalla nostra volonta` che e` il
piu` grande ostacolo all'unione divina 1068-1. Ed e` pure la madre
e la custode delle virtu` e transforma gli atti ordinari in atti
virtuosi.

1069. 1^ L'obbedienza ci unisce a Dio e ci mette in abituale
comunione con la sua vita.

a) Infatti sottomette direttamente alla volonta` divina la volonta`
nostra e quindi pure tutte le altre nostre facolta`, in quanto queste
sono soggette alla volonta`. Sottomissione tanto piu` meritoria perche`
libera: le creature inanimate obbediscono a Dio per necessita` di
natura, ma l'uomo obbedisce per libera scelta della sua volonta`. Offre
cosi` al Supremo Padrone cio` che ha di piu` caro e gl'immola la piu`
eccellente delle vittime: "per obedientiam mactatur propria
voluntas" 1069-1. Entra pure in comunione con Dio, non avendo piu`
altra volonta` che la sua e ripetendo gli eroici accenti di Gesu`
nell'ora dell'agonia: "non mea volontas, sed tua fiat" 1069-2.
Comunione grandemente meritoria e grandemente santificatrice, perche`
unisce la nostra volonta`, che e` il piu` prezioso nostro bene, alla
sempre buona e santa volonta` di Dio.

b) Ed essendo la volonta` regina di tutte le facolta`, unendola noi a
Dio, uniamo a lui tutte le potenze dell'anima. Sacrificio maggiore di
quello dei beni esterni che facciamo con la poverta` e di quello dei
beni del corpo che facciamo con la castita` e la mortificazione;
l'ottimo dei sacrifici: melior est obedientia quam
victimae 1069-3.

c) Ed e` pure il piu` costante e il piu` durevole; con la comunione
sacramentale non restiamo uniti a Dio che pochi istanti, ma
l'obbedienza abituale forma tra l'anima nostra e Dio una specie di
comunione spirituale permanente, che ci fa restare in lui come egli
resta in noi, volendo noi tutto cio` che vuol lui e null'altro fuori di
cio` che vuol lui: "unum velle, unum nolle"; or questa e` veramente la
piu` vera, la piu` intima, la piu` pratica di tutte le unioni.

1070. 2^ L'obbedienza quindi e` madre e custode di tutte le virtu`,
secondo la bella espressione di S. Agostino: "Obedientia in creatura
rationali mater quodammodo est custosque virtutum" 1070-1.

a) L'obbedienza si confonde praticamente con la carita`, perche`, come
insegna S. Tommaso, l'amore produce prima di tutto l'unione delle
volonta`: "In hoc caritas Dei perfecta est quia amicitia facit idem
velle ac nolle" 1070-2. E non e` questo l'insegnamento di
S. Giovanni? Dopo aver dichiarato che chi pretende d'amar Dio senza
osservarne i comandamenti, e` un mentitore, aggiunge: "Ma chi osserva
la sua parola, in lui l'amor di Dio e` veramente perfetto e da cio`
sappiamo che siamo in lui, qui autem servat verba ejus, vere in hoc
caritas Dei perfecta est, et in hoc scimus quoniam in ipso
sumus" 1070-3. E non e` pur questo l'insegnamento del divino
Maestro, quando dice che nell'osservanza dei suoi comandamenti sta
l'amore per lui? Si diligitis me, mandata mea servate" 1070-4. La
vera ubbidienza e` dunque in fondo un ottimo atto di carita`.

1071. b) L'obbedienza ci fa pur praticare le altre virtu` in quanto
che sono tutte comandate o almeno consigliate: "ad obedientiam
pertinent omnes actus virtutum, prout sunt in praecepto" 1071-1.

Ci fa praticar la mortificazione e la penitenza, cosi` spesso
prescritte nel Vangelo, la giustizia, la religione, la carita` e tutte
le virtu` contenute nel Decalogo. Ci fa perfino somigliare ai martiri
che sacrificano la vita per Dio; come infatti spiega
S. Ignazio, 1071-2 "per lei la propria volonta` e il proprio
giudizio sono continuamente immolati e stesi come vittime sull'altare,
cosicche` nell'uomo, al posto del libero arbitrio, non vi e` piu` che la
volonta` di Gesu` Cristo N. S. intimataci da colui che comanda; e non e`
solo il desiderio di vivere, come avviene nel martire, che e` immolato
con l'obbedienza, ma tutti insieme i desideri. Tanto pure diceva
S. Pacomio a un giovane religioso che desiderava il martirio: "Muore
abbastanza martire chi ben si mortifica; e` maggior martirio
perseverare tutta la vita nell'ubbidienza che morire tutt'a un tratto
di spada" 1071-3.

1072. c) L'ubbidienza ci da` cosi` sicurezza perfetta: lasciati a noi
stessi, ci chiederemmo che cosa sia piu` perfetta; l'ubbidienza,
segnandoci il dovere di ogni istante, ci mostra la via piu` sicura per
santificarci; facendo cio` che prescrive, adempiamo piu` pienamente
possibile la condizione essenziale richiesta dalla perfezione, cioe`
l'adempimento della santa volonta` di Dio: "quae placita sunt ei facio
semper".

Quindi un sentimento di pace profonda ed inalterabile: "pax multa
diligentibus legem tuam, Domine"; chi non vuol altro che la volonta` di
Dio espressa dai superiori, non si da` pensiero ne` di cio` che occorra
fare ne` dei mezzi da adoperare: non ha che da ricevere gli ordini di
colui che tiene il posto di Dio ed eseguirli meglio che puo`: al resto
pensa la Provvidenza. Non ci si chiede la buona riuscita ma
semplicemente lo sforzo per compiere gli ordini dati. Si puo` per altro
star sicuri sul risultato finale: e` chiaro che se noi facciamo la
volonta` di Dio, egli pensera` a fare la nostra, cioe` ad esaudire le
nostre richieste e assecondare i nostri disegni. Pace quindi in questa
vita; e, giunti al termine, l'obbedienza ci apre pure la porta del
paradiso: perduto per la disubbidienza dei nostri progenitori,
riconquistato con l'ubbidienza di Gesu` Cristo, il paradiso e` riserbato
a coloro che si lasciano guidare dai rappresentanti di questo
Salvatore divino. Niente inferno pei veri obbedienti: "Quid enim odit
aut punit Deus praeter propriam voluntatem? Cesset voluntas propria, et
infernus non erit" 1072-1.

1073. 3^ In fine l'ubbidienza trasforma in virtu` ed in meriti le piu`
comuni occupazioni della vita, i pasti, le ricreazioni, il lavoro;
tutto cio` che e` fatto in spirito d'ubbidienza partecipa al merito di
questa virtu`, piace a Dio e sara` da lui ricompensato. Invece tutto cio`
che e` fatto in opposizione alla volonta` dei Superiori, fosse pure in
se` ottima cosa, non e` in fondo che un'atto di disubbidienza. Ecco
perche` si paragona spesso l'ubbidiente a un viaggiatore salito su una
nave guidata da abile nocchiero; ogni giorno, anche quando riposa,
egli avanza verso il porto, giungendo cosi`, senza fatica e senza
pensieri, alla bramata meta, al porto della beata eternita`.

1074. Concludiamo colle parole che Dio rivolge a santa Caterina da
Siena 1074-1: "Oh quanto e` dolce e gloriosa questa virtu` in cui
sono tutte le altre virtu`! Perche` ella e` concepita e partorita dalla
carita`; in lei e` fondata la pietra della santissima fede; ella e` una
regina; e colui di cui ella e` sposa non sente verun male ma sente pace
e quiete. L'onde del mare tempestoso non gli possono nuocere, cosi` che
l'offendano per alcuna sua tempesta nel midollo dell'anima sua... Non
ha pena che l'appetito non sia pieno, perche` l'obbedienza gli ha fatto
ordinare e desiderare solamente me, che posso, so e voglio compire i
desideri suoi e lo ha spogliato delle mondane ricchezze... Oh
obbedienza, che navighi senza fatica, e senza pericolo giungi a porto
di salute! Tu ti conformi col Verbo unigenito mio Figliuolo; tu sali
nella navicella della santissima croce, recandoti a sostenere, per non
trapassare l'obbedienza del Verbo ne` uscire dalla dottrina sua... Sei
grande con lunga perseveranza e si` grande che tieni dal cielo alla
terra, perche` con essa si disserra il cielo".
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