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LA NUBE DELLA "NON-CONOSCENZA"

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2013 13:03
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07/09/2013 12:53
 
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6. [L’amore casto conduce alla perfezione, mentre con l’amore imperfetto si può conseguire solo la salvezza].

Per stare all’esempio che ti ho fatto, preparati a staccare il frutto dall’albero e a offrirlo, cosa com’è, al re del cielo: allora il tuo amore sarà casto. Al contrario, finché gli offrirai il frutto acerbo ancora appeso all’albero, sei proprio simile a una donna che non è casta, perché ama suo marito per i benefici che ne trae, e non per la sua persona. Considera bene il perché di questo paragone, e vedi se non sono forse questi i veri motivi per cui servi il Signore con zelo: il timore della morte, il pensiero della brevità del tempo, la speranza di ottenere il perdono della tua pigrizia spirituale. Se è così, allora il tuo frutto è ancora verde e conserva il sapore della pianta. Anche se è bene accetto a Dio, almeno in parte, non gli può piacere perfettamente, perché il tuo amore non è ancora casto.
Il tuo amore è veramente casto quando non chiedi a Dio per la vita presente né di sollevarti dalle sofferenze, né di accrescere la tua ricompensa, né di gustare la dolcezza del suo amore. Certo, ci sono dei momenti in cui fai bene ad attendere con trepidazione qualche consolazione, quasi a rinfrescare le tue facoltà spirituali per paura che vengano meno nel cammino. Al di fuori di queste circostanze, però, non devi chiedere a Dio nient’altro che lui stesso. E non star a considerare se sei nella gioia o nel dolore: a queste cose non devi far caso, dal momento che possiedi colui che ami. Questo è l’amore casto, questo l’amore perfetto.
Preparati, dunque, a staccare il frutto dall’albero; in altri termini, separa il tuo amore adorante dai pensieri di morte e di speranza che l’hanno preceduto. In tal modo potrai offrirlo a Dio così com’è in se stesso, maturo e casto, senza che sia contaminato da nessun’altra motivazione inferiore a Dio o a lui sovrapposta, foss’anche del tutto secondaria. È da Dio e da lui solo che il tuo amore deve trarre la sua origine: allora sì avrà tanto merito, come ho già detto.
In effetti, questa è una verità ben nota a tutti gli esperti in teologia e nella scienza dell’amore di Dio: l’uomo, ogni qualvolta tende a Dio nel suo cuore senza alcun intermediario, cioè senza essere stato stimolato da nessun pensiero particolare, si guadagna la vita eterna. Un’anima che ha queste disposizioni, che offre, cioè, il frutto maturo e già colto dall’albero, può innalzarsi a Dio in qualsiasi istante senza alcun mezzo e per un numero incalcolabile di volte nel giro di un’ora: merita dunque, più di quanto io non sappia descrivere, di essere elevata alla gioia, per la grazia di questo Dio che è l’artefice principale dei suoi atti d’amore. Pertanto sta’ pronto a offrire il frutto maturo e già colto dall’albero. Tuttavia chi offre a Dio in continuazione, per quel che lo consente la fragilità umana, il frutto ancora appeso all’albero, merita senz’altro la salvezza. Ma chi offre a Dio con moto spontaneo e diretto il frutto maturo e già staccato dall’albero, costui ha raggiunto la perfezione.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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