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LA NUBE DELLA "NON-CONOSCENZA"

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2013 13:03
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07/09/2013 12:52
 
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3. [La devozione, suscitata dal timore e dalla speranza, è superiore a qualunque pratica ascetica].

Quando proverai nel tuo intimo il senso della speranza, unito a quello di un giusto timore, sarà come se tu avessi un solido bastone cui appoggiarti in tutte le tue azioni di bene. Grazie a questo bastone, potrai scalare con sicurezza l’alto monte della perfezione e giungere così ad amare Dio in maniera perfetta. All’inizio, però, ci saranno ancora molte imperfezioni nella tua maniera di agire, come vedrai più avanti.
Le tue considerazioni generali sulla bontà misericordiosa di Dio, ma ancor più l’esperienza personale che ne farai, quando Dio accetterà, come ti ho già detto, un atto religioso così breve e insignificante a totale riparazione di tutto il tempo in cui ti sei dimenticato di lui, produrranno senz’altro dentro di te un grande slancio d’amore verso Dio che è così buono e misericordioso nei tuoi confronti. Ti accorgerai, nel tempo della preghiera, di aver fatto dei passi avanti in forza del bastone di speranza, se appunto avrai saputo usarlo bene secondo quanto ti ho insegnato. L’esperienza spirituale che proverai a questo punto sarà tutta racchiusa in una venerazione amorosa per Dio, originata dal timore e dallo slancio d’amore prodotto dal bastone della speranza. La venerazione, infatti, non è altro che l’unione di timore e amore, tenuti insieme dal bastone di una speranza certa.
Penso proprio che a dimostrare l’esistenza in te di queste disposizioni, sarà la devozione. Infatti, secondo s. Tommaso, il dottore, si può definire la devozione come volontà sempre pronta a compiere tutte le cose che riguardano il servizio di Dio. Ciascuno può verificare dentro di sé con quale sollecitudine la propria volontà è pronta a servire Dio. Mi pare che s. Bernardo esprima lo stesso concetto quando ci invita ad agire in tutte le cose con prontezza e con gioia. Con prontezza, per via del timore; con gioia, per via della speranza e dell’affettuosa fiducia nella misericordia di Dio.
Ti dico sinceramente che io preferirei senz’altro avere la ricompensa di chi persiste con tenacia in un simile esercizio, anche se non avesse mai praticato altre penitenze corporali all’infuori di quelle prescritte dalla santa chiesa, piuttosto che ottenere il premio di quanti, dall’inizio del mondo fino ai giorni nostri, hanno fatto ogni genere di mortificazioni senza provare però i sentimenti di cui sto parlando. Non che ci sia gran merito nel semplice fatto di possedere i due atteggiamenti del timore e della speranza. Quel che vale è l’atto di adorazione amorosa di cui queste virtù sono il miglior stimolo, almeno per quanto concerne la parte dell’uomo. È un atto che ha valore di per se stesso, e non deve essere necessariamente accompagnato da nessun’altra pratica, quale il digiuno, le veglie, il vestir di sacco e via di questo passo. A Dio onnipotente piace così com’è: basta da solo a meritare la sua ricompensa. Nessuno può sperare di ricevere il premio da Dio senza quest’atto di devozione; inoltre, è dalla sua intensità che dipende la grandezza del merito. Chi lo sente con più forza, otterrà una ricompensa maggiore; chi lo sente meno intensamente, avrà una ricompensa minore. Le altre pratiche, quali il digiuno, le veglie, il vestir di sacco, e tutte le penitenze del genere, sono meritevoli nella misura in cui aiutano a raggiungere la devozione, se no non hanno nessun valore. È invece possibile che quest’atto da solo sia pienamente sufficiente senza tutte quelle penitenze; e in effetti moltissimi riescono a possederlo con pieno merito, senza aver fatto ricorso a pratiche corporali.
Come vedi, il mio intento è quello di far sì che tu possa giudicare e apprezzare tutte le cose secondo il loro valore: le meno importanti come meno importanti, le più meritorie come tali. L’ignoranza è spesso causa di molti errori. Capita così che gli uomini stimino e apprezzino di più le mortificazioni corporali, come il digiunare, il vegliare, il vestir di sacco e altre simili, che non l’esercizio spirituale delle virtù o di quell’adorazione piena d’amore di cui ho parlato prima.
Proprio per sottolinearne l’importanza e il merito, intendo soffermarmi ancora un poco sull’argomento, così che tu possa saperne di più.
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