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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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21/08/2013 10:05
 
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Libri deuterocanonici. (inizio)

Termine cattolico con cui si indicano quei libri che si trovano nella versione greca dell'AT (« la versione dei Settanta »), ma non nella versione ebraica. Cf Apocrifi; Settanta.

Limbo (Lat. « frangia del vestito »). (inizio)

Il « luogo » dove si suppone che vadano i bambini non battezzati che muoiono col peccato originale, ma con nessuna colpa personale (limbus puerorum, limbo dei bambini). Quanto alle anime delle persone rette che sono morte prima della venuta di Cristo, si pensa che abbiano atteso la sua venuta nel limbo dei Padri, limbus Patrum. I teologi hanno pensato comunemente che il limbo non comportasse nessun castigo, ma una felicità naturale che, però, è priva della felicità piena proveniente dalla visione beatifica.4 Cf Discesa agli inferi; Peccato originale; Visione beatifica; Vita dopo morte.

Lingua volgare. (inizio)

È la lingua del luogo che viene usata nella liturgia. Le liturgie sono cominciate di solito con la lingua del luogo, eccetto quando un'altra lingua fu introdotta dai missionari o imposta da un popolo conquistatore. La storia della liturgia illustra, però, costantemente un fenomeno religioso più profondo: la tensione tra la necessità che ha il popolo di capire i testi e il desiderio di riconoscere la misteriosa alterità di Dio con l'uso di un linguaggio classico, numinoso. In Occidente, il greco era usato nella liturgia nei primi secoli fino a quando il latino prese gradualmente il sopravvento. Roma incoraggiò i santi Cirillo (circa 826‑868) e Metodio (circa 815‑885) a usare lo slavone tra gli Slavi dell'Europa centrale. I promotori della Riforma, mentre continuarono ad usare il latino in teologia, introdussero la lingua volgare per il culto pubblico. Nel 1963, il Concilio Vaticano II approvò ufficialmente la lingua volgare per i cattolici (cf SC 36, 54, 63, 101) nel rito romano. In Oriente, le varie Chiese nazionali usavano la lingua del popolo: l'arabo, l'armeno, il copto, il Ge'ez, il greco, il siriaco e così via. Però, col passare dei secoli, i testi liturgici erano diventati arcaici e di difficile comprensione. Molti cristiani orientali negli USA, in Canada e in Australia, per esempio, sono passati semplicemente all'inglese. Il problema dell'uso di una lingua arcaica o invece volgare non sarà mai pienamente e definitivamente risolto. Cf Evangelizzazione; Liturgia; Liturgia delle Ore; Riforma (La).

Lione. (inizio)

Cf Concilio di Lione.

Litania (Gr. « petizione », « processione religiosa »). (inizio)

Preghiera dialogata in cui un sacerdote, o un diacono o un cantore recita una serie di domande, o, in Occidente, invoca i titoli di Gesù o i nomi dei santi, e l'assemblea risponde con un responso fisso. La radice si trova nelle acclamazioni ripetute che sono frequenti in vari salmi (per es., Sal 118; 136). Le litanie dei cristiani, dapprima associate con processioni, sembrano aver avuto origine verso la fine del secolo IV ad Antiochia. La Chiesa bizantina fa uso frequente di litanie come le ectenìe e le sinaptè. Il responso più frequente è Kyrie eleison  (Gr. « Signore, pietà »). In Occidente, le litanie hanno un posto importante nella Veglia pasquale, nelle canonizzazioni dei santi, e nell'ordinazione dei vescovi, presbiteri e diaconi. Le litanie mariane, che hanno un vincolo speciale col santuario di Loreto, in Italia, sono state modellate sull'Akàthistos. Cf Akàthistos; Kyrie eleison.

Liturgia (Gr. « servizio pubblico »). (inizio)

Nel NT indica l'attività cultuale dei sacerdoti (Lc 1,23; Eb 8,6), o atti più ampi di servizio cristiano (Fil 2,17.30). Presso i Bizantini, a partire dal secolo IX, la parola « liturgia » si riferisce al culto comunitario, soprattutto indica la liturgia eucaristica o Messa. Originariamente, la Chiesa Latina parlava di divina officia, uffici divini, ma a partire dal secolo XVI adottò la terminologia bizantina. Il primo documento promulgato dal Concilio Vaticano II fu dedicato alla liturgia (cf SC 5‑13). Cf Culto; Eucaristia; Lex orandi ‑ Lex credendi; Movimento liturgico; Sacramento.

Liturgia della parola. (inizio)

Si chiama così la prima parte della celebrazione eucaristica. È così composta: preghiere d'introduzione dell'assemblea radunata per il culto e letture della Bibbia. L'ultima lettura è sempre il Vangelo. L'ideale è che questo sia seguito dall'omelia. In alcuni giorni, c'è anche il Credo e la preghiera dei fedeli. Cf Colletta; Epistola; Eucaristia; Messa dei catecumeni; Omelia; Parola di Dio; Professione di fede; Vangelo.

Liturgia delle ore. (inizio)

La preghiera ufficiale della comunità, che si riunisce in differenti ore del giorno o della notte per ascoltare passi della Scrittura (e altri) e recitare o cantare insieme salmi e altre preghiere. I partecipanti danno lode a Dio, compiono l'ufficio sacerdotale di Cristo, e intercedono per la salvezza del mondo intero (CIC 1173). Gli Ebrei ricordavano le benedizioni divine nel sacrificio del mattino e della sera nel Tempio (cf Es 29,38‑42; Nm 28,3‑8), mentre quelli che erano in esilio osservavano tempi fissi di preghiera (Dn 6,10). Le comunità cristiane, sia quelle di secolari che quelle monastiche, hanno sviluppato un programma quotidiano di preghiera comune. Quando i chierici non potevano essere presenti ai servizi comunitari, l'Occidente sviluppò il breviario (Lat. « abbreviato ») o versione breve delle ore canoniche per la recita privata. In Occidente, le ore canoniche dell'Ufficio divino sono diventate così: il Mattutino (o preghiera della notte), le Lodi, la Prima (o prima preghiera), la Terza (o preghiera delle ore nove), la Sesta (o preghiera del mezzogiorno), la Nona (o preghiera delle ore quindici), i Vespri e la Compieta (o preghiera finale di notte). Cf Breviario; Lodi; Monachesimo; Secolarismo; Vespri.

Liturgia di san Giovanni Crisostomo. (inizio)

Una liturgia attribuita al patriarca di Costantinopoli, san Giovanni Crisostomo (circa 347‑407). È questa la liturgia più comune nel rito bizantino. Quella di san Basilio entra in vigore il 1o gennaio, le domeniche di Quaresima (eccetto la Domenica delle Palme), il Giovedì Santo, il Sabato Santo, la vigilia di Natale e dell'Epifania (eccetto che cadano di sabato o di domenica), e nelle due stesse feste se cadono di domenica o di lunedì. Le liturgie di san Giovanni Crisostomo e di san Basilio hanno entrambe la seguente struttura: la pròthesis, o preparazione privata del pane e del vino; l'enarxis, o il servizio introduttivo di tre antifone; la sinassi, o letture della Scrittura (= liturgia della Parola); e la liturgia eucaristica (= pre‑anafora, anafora, comunione, ringraziamento e congedo). Cf Chiese Orientali; Eucaristia; Messa; Rito.

Liturgia eucaristica. (inizio)

Termine usato per la seconda parte della Messa; viene dopo la liturgia della Parola. Consiste nell'offerta del pane e del vino che vengono cambiati nel corpo e sangue di Cristo. Questa celebrazione ri‑presenta la morte sacrificale e la risurrezione di Cristo, e termina con la partecipazione al banchetto sacrificale della Comunione. Cf Comunione; Eucaristia; Liturgia della Parola; Messa; Sacrificio; Transostanziazione.

Locus theologicus (Lat. « luogo teologico »). (inizio)

I temi principali della fede cristiana (= luoghi comuni), o anche i princìpi fondamentali e le fonti per la teologia medievale, barocca e neoscolastica (e umanesimo del Rinascimento) nel presentare la dottrina in modo sistematico. In un'opera postuma, De locis theologicis (1563), Melchior Cano ha sviluppato l'impatto del nuovo umanesimo. Ha elencato sette loci che dipendono, direttamente o indirettamente, dall'autorità divina e dalla rivelazione:

  a) la Parola di Dio nella Scrittura;

  b) la tradizione degli Apostoli;

  c) la Chiesa universale;

  d) i Concili;

  e) l'insegnamento del Papa;

  f) i Padri della Chiesa;

  g) i teologi e i canonisti. Come aiuti aggiunti, Cano ricordava:

  h) la ragione naturale;

  i) i filosofi e i giuristi;

  j) la storia e la tradizione.

  Il metodo di Cano esercitò un grande influsso. Deve, però, lasciare più posto al mistero e inserire i temi della storia della salvezza e della liturgia. Cf Deposito della fede; Dogma; Dossologia; Lex orandi ‑ Lex credendi; Liturgia; Metodi in teologia; Neoscolastica; Rivelazione; Tradizione.

Lodi. (inizio)

Preghiera del mattino antica e ufficiale nella Chiesa d'Occidente. Si chiama « lodi mattutina » o « lodi dell'alba ». La preghiera del « Mattutino » si riferiva alla prima preghiera del mattino nei monasteri, mentre negli uffici delle cattedrali si chiamava « lodi ». Queste due preghiere si sono fuse nella preghiera del mattino che, dopo la riforma del Concilio Vaticano II, presenta questa struttura: l'invitatorio, un inno, tre salmi (uno dei quali può essere un cantico), una lettura tolta dalla Scrittura, un breve responsorio, il Benedictus, le intercessioni, il Padre nostro, la Colletta del giorno e la benedizione finale. Il « Mattutino » ha preso il nome di « Ufficio delle letture » ed è la preghiera della notte o della meditazione. Nel rito bizantino, l'Orthros (Gr. « alba »), o preghiera del mattino, è più lungo. Cf Colletta; Liturgia delle Ore.

Logos (Gr. « parola », « messaggio », « discorso », « ragione »). (inizio)

Nella filosofia greca, è il motivo che permea e regge il cosmo. I libri sapienziali dell'AT parlavano del Lògos come della sapienza personificata che Dio manifestava nel creare l'universo (Prv 8,31‑36; Sap 7,22‑30; 9,1‑2). Il filosofo ebreo Filone (circa 20 a.C. ‑ circa 50 d.C.) collegò la filosofia greca con la letteratura sapienziale dell'AT per presentare il Lògos come modello divino e attività finale nel creato. Nel pensiero di Giovanni, il Lògos è la Parola divina preesistente mediante cui « tutto è stato fatto » e che « si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi » (Gv 1,1‑14; 1 Gv 1,1‑2; Ap 19,11‑16). Il carattere « verbale » di questo titolo cristologico vuole insinuare che la divina auto‑rivelazione ha raggiunto il suo vertice con l'incarnazione storica del Lògos. Dopo Nicea, i termini « Lògos » e « Figlio di Dio » furono usati indifferentemente per designare la seconda persona della Trinità. Cf Apollinarismo; Appropriazione; Arianesimo; Concilio di Nicea I; Cristologia del Logos‑anthropos; Cristologia del Logos‑sarx; Parola di Dio; Titoli cristologici; Teologia giovannea.

Luce di gloria. (inizio)

Quella luce di cui hanno bisogno quanti sono in cielo per vedere Dio nella visione beatifica. Il Salmo 36,10 dice: « Alla tua luce vediamo la luce ». L'Apocalisse parla della luce divina che sostituisce la luce normale nella nuova Gerusalemme (Ap 21,23; 22,5). Contro gli errori attribuiti ai Begardi e alle Beghine, l'insegnamento ufficiale del Magistero definì che l'intelletto umano non può vedere Dio senza la speciale luce di gloria (cf DS 895). L'Occidente tende ad interpretare questa luce come qualcosa di creato, un abito soprannaturale che trasforma il nostro intelletto. L'Oriente identifica questa luce con Dio, mentre ammette una distinzione tra l'essenza divina inaccessibile e l'energia di Dio che è trasformante. Cf Abito; Esicasmo; Essenza ed energie; Palamismo; Visione beatifica.

Lumen gloriae. (inizio)

Cf Luce di gloria.

Luteranesimo. (inizio)

Quella forma di cristianesimo che si ispira a Martin Lutero (1483‑1546), iniziatore della Riforma in Germania. Dopo essere entrato negli Eremiti Agostiniani nel 1505, finì per diventare professore di Sacra Scrittura a Wittenberg, dove nel 1517 affisse le famose 95 tesi per protestare contro lo scandaloso commercio delle indulgenze. Fu scomunicato dal papa Leone X nel 1521. Il luteranesimo si diffuse in gran parte della Germania, come anche nei paesi della Scandinavia e della Finlandia. Assieme a comunità degli Stati Uniti e altrove, quasi tutte queste Chiese formano ora la Federazione Mondiale Luterana. Le dottrina tipiche del luteranesimo si possono trovare negli scritti di confessione luterana, specialmente la Confessione di Augusta(1530), l'Apologia della Confessione di Augusta (1531), gli Articoli di Smalcalda (1536) e i catechismi di Lutero. Possono essere sunteggiate in questo modo: la sola fede, o la giustificazione mediante la fede sola (non mediante le buone opere); la sola grazia, ossia la giustificazione unicamente mediante la grazia di Dio; la sola Scrittura, cioè la Bibbia (non le tradizioni umane) come unica norma autorevole della fede. Il Luteranesimo enfatizza la Croce di Cristo e l'asservimento umano al dominio del peccato. Accetta solo il battesimo e l'Eucaristia come sacramenti veramente istituiti dal Signore. Cf Concilio di Trento; Confessione di Augusta; Fede e Opere; Imputazione; Indulgenze; Legge e vangelo; Protestante; Riforma; Sola fede; Sola grazia; Sola Scrittura; Tradizione.  

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VENENDO PORTAMI...I LIBRI, SOPRATTUTTO LE PERGAMENE.... 2Ti m. 4,13
 
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