È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
Autore
Stampa | Notifica email    
18/08/2013 13:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Didachè  (Gr. « insegnamento »). (inizio)

Opera della fine del I secolo, compilata da un autore giudeo‑cristiano della Siria occidentale o dell'Asia Minore orientale. Presenta le vie che conducono alla vita o alla morte, come anche materiale riguardante il battesimo, il digiuno, la preghiera, i profeti e l'Eucaristia. Dopo gli scritti del NT, la Didachè e la Prima Lettera di Clemente sono i documenti più antichi che abbiamo sull'ordinamento della Chiesa. Cf Padri apostolici.

Digiuno. (inizio)

Astenersi dal cibo per motivi religiosi, come pentimento (Gl 1,14; Gn 3,7) o come preparazione ad una missione speciale (Mt 4,12; At 13,2‑3), accompagnato di solito dalla preghiera (At 14,23). Il digiuno può essere quantitativo (quando la quantità di cibo da consumare è limitata), o qualitativo (quando certi tipi di cibo, come la carne, non vengono presi (= astinenza). Dopo aver digiunato nel deserto (Lc 4,2), Gesù fu criticato durante il suo ministero perché non digiunava come i Farisei (Mt 11, 18‑19), e egli, a sua volta, criticò coloro che praticavano il digiuno con ipocrisia (Mt 6,16‑18; Lc 18,12). Nella tradizione latina, i Cattolici osservano il digiuno il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì Santo come giorni obbligatori, mentre i cristiani orientali si preparano specialmente per la Pasqua, ma anche per il Natale, con un digiuno di quaranta giorni. Inoltre, essi digiunano, per es., dalla domenica dopo Pentecoste alla vigilia dei santi Pietro e Paolo come anche nei quattordici giorni che precedono il 15 agosto, la kòimesis (dormizione) di Maria. Cf Astinenza; Preparazione al Natale; Quaresima; Quattro Tempora; Settimana Santa.

Dio. (inizio)

È l'Essere supremo

  a) che va adorato e servito (Dt 6,4‑5),

  b) il quale, nella tradizione monoteista, è riconosciuto come personale, eterno, immutabile, onnisciente e creatore onnipotente.

  Secondo l'AT, il Dio unico e santo di Israele trascende il nostro mondo materiale e non si può rappresentare con immagini (Es 20,4; Lv 19,4; Dt 4,12.15‑24). Nello stesso tempo, Dio è sempre vicino al popolo eletto, lo ama con amore di alleanza e con la fedeltà misericordiosa di un padre (Gs 24; Is 46,1‑13; Os 2,14‑13). Con l'Incarnazione, l'auto‑comunicazione di Dio nella storia raggiunge il suo vertice nella rivelazione della Trinità. Nel Figlio e mediante lo Spirito che abita in essi, gli uomini sono adottati da Dio come figli (Gal 4,4‑6) e possono andare al Padre (Gv 14,6‑7). Sebbene l'AT avesse già accennato all'interesse di Dio per tutti i popoli (per es. Giona), Dio, nel NT, è rivelato come il Dio d'amore (1 Gv 4,7‑10.16) per tutti i popoli (Mt 28,19‑20; Rm 3,29‑30; 9,1-11,36). CfAlleanza; Attributi divini; Creazione; Incarnazione; Monoteismo; Politeismo; Teologi; Trascendenza.

Diocesi. (inizio)

(Gr. « sistemazione della casa », « amministrazione »)

  a) Divisione amministrativa dell'Impero Romano in seguito alla riorganizzazione dell'imperatore Diocleziano (circa 245‑316; imperatore dal 284 al 305). All'inizio del V secolo, c'erano quindici diocesi nell'Impero romano, diviso da allora in Oriente e Occidente.

  b) Quando il termine entrò nel vocabolario della Chiesa, il suo significato variò grandemente: da quella che oggi chiameremmo una parrocchia, ad una esarchìa o distretto ecclesiastico comprendente varie provincie.

  c) Nell'uso corrente, « diocesi », o « archidiocesi » si riferisce ad un territorio che sta sotto l'immediata giurisdizione di un vescovo o di un arcivescovo, che governa a nome proprio e non come vicario di qualche altro. Per questo, è chiamato « vescovo diocesano », o « ordinario ». Una diocesi corrisponde nelle Chiese d'Oriente ad una eparchìa. Il CIC dà questa definizione: « La diocesi è la porzione del popolo di Dio che viene affidata alla cura pastorale di un vescovo con la cooperazione del presbiterio, in modo che, aderendo al suo pastore e da lui riunita nello Spirito Santo mediante il Vangelo e l'Eucaristia, costituisca una Chiesa particolare... » (CIC 369). Cf Arcivescovo; Eparchìa; Esarchìa; Ordinario; Patriarca; Santa Sede; Vescovo.

Dio tappabuchi. (inizio)

È un'espressione che si usa per denunciare l'errore di coloro i quali

  a) cercano Dio nei fenomeni di cui la scienza non riesce a dare spiegazione, e

  b) dimenticano che Dio è attivamente presente all'interno di tutti i processi del mondo creato.

Diritti umani. (inizio)

Si tratta di tutto ciò che spetta a rigore di giustizia agli esseri umani in quanto creati ad immagine e somiglianza di Dio e chiamati con lui alla vita eterna. Vanno annoverati tra questi: la libertà di coscienza, il diritto alla vita, al lavoro, al matrimonio, all'educazione e alla proprietà. Il terzo comandamento del Decalogo (Es 20,2‑17; Dt 5,6‑21) assicurò il riposo periodico per i lavoratori poveri e per gli schiavi. Molte leggi dell'AT e denunce dei profeti contro l'ingiustizia (2 Sam 11,1-12,14; Is 5,23) riguardano diritti umani fondamentali. L'AT chiede ripetutamente protezione per gli orfani, le vedove e gli stranieri (Dt 24,17‑22; 27,19). Nonostante l'uguaglianza fondamentale di tutte le persone in Cristo (Gal 3,28), il volto della vita cristiana è stato continuamente deturpato dalla schiavitù, dall'oppressione della donna, dall'antisemitismo e da altre offese contrarie ai diritti umani. D'altra parte, per molti secoli, i monaci e altri gruppi ecclesiali sono stati spesso gli unici a provvedere all'educazione, alla cura dei malati, degli emarginati e dei moribondi. La Magna Carta (1215), la Dichiarazione Americana dell'Indipendenza (1776) e la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite (1948) figurano tra le affermazioni più importanti che hanno espresso e incoraggiato una maggiore consapevolezza dei diritti umani. Tra i molti cristiani che hanno lottato per i diritti umani, bisogna ricordare: Bartolomé de las Casas (1484‑1566), William Wilberforce (1759‑1833), Daniel O'Connell (1775‑1847), il vescovo Guglielmo Emmanuele Ketteler (1811‑1877), il cardinale Enrico Edoardo Manning (1808‑1892), Martin Luther King, junior (1929‑1968), e i papi a partire da Leone XIII (1810‑1903). Il Concilio Vaticano II ricordò un lungo elenco di diritti umani (GS 27, 29, 66). In particolare, un intero documento (Dignitatis humanae) fu dedicato ai diritti delle persone e delle comunità in questioni religiosi attinenti con la libertà civile e sociale. Questo sviluppo nell'insegnamento della Chiesa fu preparato e incoraggiato da un teologo americano John Courtney Murray (1904‑1967). Cf Antropologia; Decalogo; Immagine di Dio; Libertà religiosa; Teologia femminista; Teologia nera.

Diritto canonico. (inizio)

Insieme di leggi codificate che vanno osservate dai Cattolici, sia individualmente, sia dai vari gruppi costituiti nella Chiesa. In particolare, si tratta del Codice promulgato da Giovanni Paolo II nel 1983, che ha sostituito quello del 1917, e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, promulgato il 18 ottobre 1990. Cf Codice di Diritto Canonico; Codice dei Canoni delle Chiese Orientali; Corpus Iuris Canonici; Fonti del diritto canonico orientale; Nomocanone.

Discesa agli inferi. (inizio)

Termine tradizionale con cui si indica:

  a) il soggiorno di Cristo tra i morti dopo la sua morte sulla Croce;

  b) la sua vittoria sulla morte, che l'iconografia bizantina esprime spesso col raffigurare Adamo ed Eva liberati da Cristo. Praticamente, questa rappresentazione è l'icona caratteristica della Pasqua e è chiamata anche anàstasis (Gr. « risurrezione »). Cf Icona; Triduo pasquale.

Discernimento degli spiriti. (inizio)

Dono speciale che consiste nel rendere capaci di distinguere i carismi divini da influssi puramente naturali o diabolici (1 Cor 12,10). Per valutare se certi casi particolari provengono dallo Spirito di Dio o dallo spirito del male e dell'errore (1 Gv 4,1‑6), molti Padri della Chiesa e autori posteriori hanno suggerito certe norme, come quelle elaborate da sant'Ignazio di Loyola (1491‑1556), per coloro che fanno gli Esercizi Spirituali. Cf Carismi; Esperienza Religiosa; Prudenza.

Disciplina dell'arcano  (Lat. « disciplina del segreto »).(inizio)

Prassi della Chiesa primitiva che conservava il segreto sui riti e sugli insegnamenti più sacri, per accertarsi che i catecumeni e i pagani non li trattassero irriverentemente. CfCatecumenato.

Dittici. (inizio)

(Gr. « doppio, congiunto, doppia tavoletta scritta »).

I nomi di persone, vive e defunte, da leggersi durante l'Eucaristia, erano scritti originariamente su due tavolette di legno, unite con una cerniera. Di qui il nome di « dittici ». Il nominare persone di riguardo significava la comunione con loro, mentre il cancellarne i nomi dall'elenco significava la scomunica. L'uso dei dittici dei vivi esiste ancora nelle occasioni più solenni nei pontificali della liturgia bizantina. Cf Preghiere eucaristiche.

Divinizzazione. (inizio)

Cf Deificazione.

Docetismo. (inizio)

(Gr. « apparenza »).

Una delle prime eresie secondo cui il Figlio di Dio aveva solo un'apparenza umana. La realtà corporale di Cristo andava considerata celeste, o comunque un corpo solo apparente, mentre un altro, per esempio, Simone di Cirene avrebbe sofferto al suo posto. Contro le teorie docetiste, già respinte nel NT (1 Gv 4,1‑3; 2 Gv 7), la Chiesa insegnò che Cristo aveva preso da Maria un corpo autentico come il nostro e che aveva sofferto in modo umano reale (DS 76, 292, 1338, 1340‑1341; FCC 0.514, 4.008). Cf Cristologia; Teologia giovannea.

Dogma  (Gr. « opinione », o « decreto »). (inizio)

Verità divinamente rivelata, proclamata come tale dal Magistero autorevole e infallibile della Chiesa, e perciò con forza vincolante da allora e per sempre per tutti i fedeli (DS 3011; 3073‑3075; FCC 1.070, 7.198, 7.199; LG 25). Nonostante la loro grande importanza, i dogmi non sono la norma suprema. « Insieme con la Sacra Tradizione, la Chiesa ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede » (DV 21), e questa regola suprema viene celebrata nel culto della Chiesa. Nella Chiesa Ortodossa, si intende per dogma un insegnamento conciliare (specialmente quello dei primi sette concili ecumenici), accettato da tutte le Chiese particolari in comunione fra di loro e destinato ad alimentare i fedeli nella liturgia e nella vita. Cf Concilio Ecumenico; Deposito della fede; Gerarchia delle verità; Magistero; Rivelazione; Sette Concili ecumenici.

Domenica  (Lat. « del Signore »; (inizio)

« Sunday », in inglese, significa: « il giorno del sole »; così pure « Sonntag » in tedesco). È il « Giorno del Signore » (Ap 1,10), giorno in cui i cristiani riposano dal lavoro per ricordare con gioia la risurrezione di Cristo (Mc 16,1‑2), la creazione del mondo da parte di Dio e la discesa dello Spirito Santo. Le Chiese d'Oriente chiamano la domenica « l'ottavo giorno » per ricordare come la risurrezione di Cristo ha rigenerato l'universo. Il NT ci dice che i cristiani si incontravano la domenica per celebrare l'Eucaristia (At 20,7; cf 1 Cor 16,2). All'inizio del II secolo, sia Ignazio di Antiochia che un governatore romano, Plinio il Giovane, ricordano che i cristiani si riuniscono in quel giorno per il culto. Il Concilio di Elvira, in Spagna (circa 306), stabilì con legge l'osservanza della domenica, e nel 321 Costantino il Grande prescrisse l'astensione dal lavoro in quel giorno. Il Diritto Canonico ribadisce l'obbligo di partecipare alla Messa e di astenersi « da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo » (CIC 1246‑1247). Cf Avventisti del Settimo Giorno; Sabato.

Donatismo. (inizio)

Scisma sorto nel 311 circa in seguito all'ordinazione episcopale di Ceciliano di Cartagine per le mani di un vescovo (Felice d'Aptunga) che era accusato di essere stato un traditore durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano. I vescovi dissidenti scelsero invece Maggiorino, a cui succedette poi Donato; di qui, il nome di donatismo. Sembra che i donatisti abbiano negato la validità dei sacramenti amministrati da ministri indegni e abbiano affermato la necessità di un nuovo battesimo per i cristiani ricaduti in peccato (cf DS 123,705 e 913; FCC 9.040). Sant'Agostino di Ippona (354‑430) si oppose fermamente ai donatisti. Una « Conferenza » (Collatio) tenutasi a Cartagine nel 411 fiaccò questo movimento che finì per scomparire quando i Saraceni distrussero la Chiesa nord‑africana. Cf Novazianismo; Scisma; Validità.

Doni dello Spirito Santo. (inizio)

Sono i modi con cui lo Spirito di Dio si manifesta tra gli uomini. All'elenco del testo ebraico di Isaia 11,2‑3 (sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, timore del Signore), la Settanta e la Volgata aggiunsero la « pietà », raggiungendo così il dono settiforme. In origine, i sette doni erano visti come una descrizione poetica delle abbondanti benedizioni di Dio sul re messianico; in seguito vennero interpretati come grazie date ai cristiani mediante lo Spirito Santo che abita in loro. Cf Carismi; Glossolalia; Grazia; Messia; Settanta; Volgata.

Doni preternaturali. (inizio)

Doti speciali elargite alla natura umana di Adamo ed Eva oltre al dono fondamentale e soprannaturale della grazia. L'insegnamento ufficiale della Chiesa parlava di integrità (ossia assenza di concupiscenza) e di immortalità (DS 222, 370‑396, 1515‑1516, 1926, 1955, 1978, 2616‑2617, 3514; FCC 2.050, 3.049, 3.052‑3.053, 3.059‑3.060, 3.064‑3.066, 8.031‑8.038), mentre la riflessione teologica  suggeriva anche altri privilegi. Cf Concupiscenza; Giustizia originale; Paradiso; Peccato originale; Poligenismo; Soprannaturale.

Dossologia. (inizio)

Rendere gloria a Dio. I Salmi glorificano Dio frequentemente (Sal 8; 66; 150). Così fa pure il NT (Rm 16,27; 1 Tm 6,16; 1 Pt 4,11; Ap 4,11; 5,12).

  a) La Chiesa primitiva sviluppò quella che venne conosciuta come dossologia « gerarchica »: « Sia gloria al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo ». Quando gli Ariani ne abusarono per sostenere che il Figlio era inferiore al Padre e lo Spirito era inferiore al Figlio, san Basilio Magno (circa 330‑379) contribuì ad introdurre la formula « paritaria »: « Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo ». Quest'ultima dossologia divenne dominante ed è chiamata la « dossologia breve ». La dossologia « lunga », o « grande »: « Gloria a Dio nell'alto dei cieli...», è recitata o cantata nella Messa Latina (cf Lc 2,14).

  b) Un inizio dossologico di teologia, formata dal culto e dalla regola di preghiera, è stato sviluppato in Occidente da G. Wainwright (nato nel 1939) e da altri.

  Cf Gloria; Teologia Orientale.

Dottore della chiesa. (inizio)

Titolo dato a certi santi per il loro insegnamento ortodosso e eminente. A partire dal secolo VIII, l'Occidente riconobbe quattro Dottori eminenti: il papa Gregorio Magno (circa 540‑604), Ambrogio di Milano (circa 339‑397), Agostino di Ippona (354‑430) e Girolamo (circa 342‑420). Un secolo dopo, in Oriente, Basilio Magno (circa 330‑379), Gregorio Nazianzeno (328‑389) e Giovanni Crisostomo (circa 347‑407) furono riconosciuti come « i Tre Maestri Gerarchi e Ecumenici ». L'Occidente aggiunse Atanasio di Alessandria (circa 296‑373), in modo che l'Oriente avesse quattro dottori corrispondenti ai quattro dottori occidentali. Il papa Benedetto XIV (1675‑1758 ) elaborò le norme da seguire per dare ad uno il titolo di Dottore della Chiesa. Il papa Paolo VI aggiunse due donne sante all'elenco dei Dottori della Chiesa: santa Caterina da Siena (circa 1347‑1380)  e santa Teresa d'Avila (1515‑1582). CfPadri cappadoci; Tre Teologi.

Dottrina. (inizio)

È l'insegnamento del Magistero della Chiesa nelle sue molteplici forme. Esso intende comunicare non solo l'ortodossia della fede, ma anche nutrire la vita e la pietà cristiana. CfMagistero; Ortodossia.

Dottrina sociale. (inizio)

L'insegnamento della Chiesa circa i diritti e i doveri dei vari membri della società nei loro rapporti col bene comune, sia nazionale che internazionale. Il messaggio di conversione di Gesù invitava i benestanti ad avere cura dei poveri, storpi, zoppi e ciechi (Lc 14,12‑14). Il giudizio finale dovrebbe esortarci ora a venire incontro alle necessità materiali degli affamati, degli stranieri, dei nudi, malati e prigionieri (Mt 25,31‑46). Generalmente, il NT dimostra lo stesso interesse pratico per i bisognosi (At 4,32-5,11; Rm 12,8; 1 Cor 13,3; Eb 13,16; 1 Gv 3,17; Gc 1,27; 2,14‑17). Sant'Ambrogio (circa 339‑397), san Giovanni Crisostomo (circa 347‑407) e altri Padri della Chiesa hanno predicato lo stesso messaggio. Per secoli, le istituzioni della Chiesa sono state quasi sole a prendersi cura degli emarginati sociali, come le vedove, gli orfani, i malati e i prigionieri, e ad occuparsi dell'istruzione attraverso gli ordini monastici come i Benedettini. San Vincenzo de' Paoli (circa 1580‑1660), le Figlie della Carità, le Sorelle della Misericordia, Antonio Federico Ozanam (1813‑1853), Giuseppe de Veuster (1840‑1889), conosciuto come Padre Damiano, Adolfo Kolping (1813‑1865) e molti altri spesero la loro vita a venire incontro alle necessità dei poveri e dei sofferenti. La prima grande enciclica sociale fu quella di Leone XIII nel 1891 Rerum Novarum(Lat. « Delle cose nuove ») che trattò di problemi come quello del giusto salario e della proprietà privata. Quarant'anni dopo, nel 1931, Pio XI riprese questi temi e altri connessi nell'enciclica Quadragesimo Anno (Lat. « Nel quarantesimo anniversario »). L'enciclica di Giovanni XXIII Mater et Magistra (« Madre e Maestra ») aggiornò l'insegnamento sociale della Chiesa con un'occhiata all'intervento dello Stato a favore dei bisognosi, mentre nellaPacem in terris (« Pace sulla terra ») del 1963, auspicava un ordine sociale internazionale basato sul pieno rispetto dei diritti umani. Il Concilio Vaticano II parlò della libertà religiosa nella Dichiarazione Dignitatis humanae (1965). Lo stesso Concilio auspicò a tutti i livelli un ordine sociale più specifico e più giusto (GS 9, 63‑93), invitando tutti i membri della Chiesa a partecipare attivamente nelle cause sociali (AA 7,8,13). Sebbene la missione che Cristo ha dato alla Chiesa non riguardi primariamente il campo politico, economico e sociale, la fede religiosa accresce i nostri obblighi verso il prossimo bisognoso (GS 42). Nell'enciclicaPopulorum Progressio (« progresso dei popoli ») del 1967, Paolo VI affermò che il nome nuovo della pace doveva essere uno sviluppo economico attento alla persona umana nella sua integralità. La giustizia sociale, la solidarietà internazionale e i diritti umani sono temi costanti nell'insegnamento di Giovanni Paolo II. Li ha espressi soprattutto nell'enciclica sociale del 1981, Laborem exercens (« Esercitando il lavoro »), in quella del 1987, Sollicitudo rei socialis (« Interesse per il problema sociale ») e in quella del 1o maggio 1991,Centesimus annus (« Centesimo anno » dall'enciclica Rerum Novarum). Cf Enciclica; Giustizia; Opzione per i poveri; Diritti umani; Sussidiarietà; Teologia della liberazione; Teologia morale.

 
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
VENENDO PORTAMI...I LIBRI, SOPRATTUTTO LE PERGAMENE.... 2Ti m. 4,13
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:52. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com