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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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16/08/2013 22:55
 
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Codice di diritto canonico (CIC). (inizio)

È il codice legislativo più importante per la Chiesa Latina. Una revisione era stata prima annunciata dal papa Giovanni XXIII nel 1959, in vista del prossimo Concilio Ecumenico Vaticano II (1962‑1965). Il Codice fu steso dopo un'ampia consultazione collegiale di vescovi e conferenze episcopali (cf LG 9, 48). Il CIC promulgato dal papa Giovanni Paolo II nel 1983 contiene 1752 canoni disposti in sette libri (il primo CIC promulgato da Benedetto XV nel 1917 conteneva 2414 canoni divisi in cinque libri). Il Codice del 1983 ha inteso esprimere in termini giuridici l'insegnamento del Vaticano II e quello post‑conciliare. Cf Conferenza Episcopale; Corpus Juris Canonici; Diritto Canonico.

Codice giustinianeo. (inizio)

Cf Fonti del Diritto Canonico Orientale; Nomocanone.

Collegialità. (inizio)

La responsabilità per l'intera Chiesa condivisa dai vescovi in comunione tra di loro e con il capo del Collegio episcopale, il papa (LG 22‑23; CIC 336‑341). Il posto primario per l'esercizio di questa collegialità spetta ad un Concilio ecumenico, ma la collegialità è espressa anche, sia pure in grado minore, dalle conferenze episcopali e dai Sinodi. Cf Concilio Ecumenico; Conferenza Episcopale; Sinodo; Sobornost.

Colletta. (inizio)

È la prima preghiera variabile della Messa di rito latino, dopo il « Signore, pietà », o, nelle domeniche e feste, dopo il « Gloria ». Esprime quello che l'assemblea ha chiesto nella preghiera in silenzio. « Raccoglie », perciò, le preghiere e dà il tono alla festa particolare o al mistero che viene celebrato. Cf Gloria; Kyrie.

Colpa. (inizio)

Il fatto eo la consapevolezza di aver fatto qualcosa di male e quindi di essere colpevole. La colpa legale proviene dall'aver commesso un delitto (a cui sono connesse certe pene); la colpa etica, dall'avere trasgredito certe norme morali; quella religiosa, dall'aver offeso Dio col peccato. Gli scrupolosi possono sentirsi colpevoli anche quando, di fatto, non hanno peccato contro Dio. All'estremo opposto, i lassisti si ritengono innocenti anche quando offendono Dio e recano danni reali al prossimo. Cf Coscienza; Metànoia; Peccato.

Colpa collettiva. (inizio)

È la colpa attribuita ad una nazione intera, ad una famiglia, o ad un gruppo. Alle volte, si può parlare veramente di peccati in cui è coinvolta la stragrande maggioranza o praticamente un'intera società. Nondimeno solo una decisione personale rende qualcuno partecipe di simili colpe collettive che non possono essere imputate automaticamente agli innocenti (cf Dt 24,16; Ger 31,29‑30; Ez 18,2‑4). Cf Peccato originale.

Communicatio idiomatum (inizio)

(Lat. Gr. « intercambiabilità di proprietà »).

Gli attributi del Figlio di Dio incarnato sono intercambiabili a motivo dell'unione della divinità e dell'umanità nell'unica persona divina del Verbo Incarnato. Ciò vuol dire che gli attributi di una delle sue due nature possono essere predicati di lui anche quando lo si nomina in riferimento all'altra natura. Per esempio: « Il Figlio di Dio è morto sulla croce », « Il Figlio di Maria ha creato l'universo » (cf DS 251). Questo metodo di attribuzione richiede, però, alcune distinzioni per non confondere le due nature. Propriamente parlando, il Figlio di Dio in quanto Dio non è morto sulla croce; il Figlio di Maria in quanto uomo non ha creato l'universo. Cf Concilio di Calcedonia; Concilio Costantinopolitano II; Concilio di Efeso; Monofisismo; Unione Ipostatica; Trisagio.

Communicatio in sacris. (inizio)

Partecipare alla liturgia in una Chiesa diversa dalla propria. Da alcuni è chiamata « ospitalità eucaristica » quando riguarda soltanto la condivisione dell'Eucaristia. L'ecumenismo incoraggia a condividere la Parola di Dio, ma i sacramenti, e specialmente l'Eucaristia, normalmente esprimono (e promuovono) un'unione ecclesiale già presente (cf UR 8). In caso di necessità e in assenza di clero cattolico, i Cattolici possono confessarsi, comunicarsi e ricevere l'Unzione degli infermi da presbiteri Ortodossi (cf OE 26‑27). Molte Chiese protestanti desiderano estendere l'ospitalità eucaristica a ogni cristiano battezzato che crede che Gesù Cristo è il Signore e si accosta alla mensa eucaristica con le dovute disposizioni, in linea con la decisione espressa nel 1975 dalle Chiese Luterane Tedesche. Gli Anglicani sono generalmente molto aperti agli Ortodossi e ai Cattolici, poiché questi hanno una visione eucaristica simile alla loro. Gli Ortodossi, tuttavia, ritengono che ricevere l'Eucaristia implichi l'appartenenza alla loro Chiesa e perciò tendono a limitare l'ospitalità eucaristica ai casi di emergenza pastorale (per esempio, pericolo di vita), che deve essere giudicata su base di « economia ». Quando nel 1933, in occasione di un incontro tra Ortodossi e Anglicani, S. Bulgakov (1871‑1944) propose l'ospitalità eucaristica occasionale tra quelli che condividevano le medesime vedute eucaristiche, incontrò una forte opposizione. Tra la Chiesa Romana e la Chiesa Ortodossa Siriaca esiste un accordo del 1984, firmato dal papa Giovanni Paolo II e dal patriarca Ignazio Zakka I, che permette ai membri delle rispettive Chiese di valersi dell'ospitalità eucaristica quando sono impossibilitati di comunicarsi nelle loro proprie Chiese. Cf Chiese Orientali; Comunione anglicana; Eucaristia; Ortodossia; Protestante; Sacramento.

Compunzione. (inizio)

Il « rimorso di coscienza » causato dalla consapevolezza dei propri peccati. Dovrebbe portare ad un pentimento salutare e al perdono divino anziché ad una scrupolosità morbosa per le proprie colpe. Cf Attrizione; Contrizione; Metànoia; Virtù della Penitenza.

Comunione. (inizio)

Partecipare al Corpo di Cristo col ricevere l'ostia consacrata durante la Messa e con la dovuta preparazione (per es., dopo aver confessato i peccati gravi). Quando si riceve la Comunione in altre circostanze (per es., un malato a casa), non si deve ignorare il nesso con la Messa. La legge ecclesiastica prescrive che la Comunione sia ricevuta almeno una volta all'anno, ma non necessariamente sotto le due specie (cf DS 1198‑1200; FCC 9.091‑9.092; CIC 912‑923). CfEucaristia; Koinonia; Messa.

Comunione anglicana. (inizio)

Il nome viene usato almeno dopo la prima Conferenza di Lambeth del 1867 per indicare la comunione delle Chiese governate episcopalmente come province autonome, che sorse dalla riforma della Chiesa d'Inghilterra nel XVI secolo e che riconobbe l'autorità dell'arcivescovo di Canterbury. Essa comprese se stessa come la Chiesa dei Padri e mirò ad essere una via intermedia tra l'autorità papale e la riforma luterana. Dopo la « gloriosa rivoluzione » del 1688, i non‑giurati o membri della Chiesa d'Inghilterra (compresi nove vescovi) che si rifiutarono di giurare fedeltà ai nuovi governanti (Guglielmo e Maria) negoziarono senza successo l'unione con i patriarchi dell'Oriente Ortodosso e con la Chiesa russa (1716‑1725). Nel 1973 iniziò un dialogo ufficiale tra gli Anglicani e gli Ortodossi. Dopo una serie di dichiarazioni comuni (che espressero anche la volontà anglicana di togliere il « filioque » dal credo), il dialogo fu sospeso nel 1977 sulla questione dell'ordinazione delle donne. Nel 1980 iniziò una seconda fase di conversazioni bilaterali e nel 1989, con il vescovo Giovanni Zizioulas come nuovo presidente Ortodosso, è partita una terza fase in quella che ora è chiamata Commissione Internazionale per il Dialogo tra Anglicani e Ortodossi. L'enciclica del 1896 di Leone XIII, Apostolicae curae(che respinse la validità degli Ordini anglicani), non impedì, tuttavia, che venisse riaperto il dialogo tra Cattolici e Anglicani nelle Conversazioni di Malines (1921‑1925) (DS 3315‑3319; FCC 9.029; cf DS 2885‑2888; FCC 7.032‑7.034). Dopo che il Vaticano II riconobbe un « luogo speciale » alla comunione anglicana (UR 13) e, nel 1966, Paolo VI incontrò l'arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey, nel 1967 iniziò i lavori una Commissione Preparatoria Comune alla quale nel 1970 subentrò la Commissione Internazionale Anglicana e Cattolica Romana (ARCIC I). Questa produsse dichiarazioni comuni e chiarificazioni sull'Eucaristia, il ministero e l'ordinazione, e sull'autorità nella Chiesa. Tutti questi documenti furono pubblicati insieme nel « Rapporto Finale » del 1892. Costituita nel 1983, ARCIC II ha prodotto documenti sulla salvezza e la Chiesa e sulla Chiesa come comunione. Dal 1967 esiste a Roma un centro anglicano, il cui direttore rappresenta le province della Comunione Anglicana presso la Santa Sede. Con l'approvazione della Dichiarazione di Meissen nel 1991, il sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra ha accettato un accordo di lavoro comune per l'unità visibile con le Chiese luterane d'Europa. Cf Chiese Orientali; Communicatio in sacris; Conferenza di Lambeth; Episcopaliani; Filioque; Luteranesimo; Metodismo; Padri della Chiesa; Puritani; Riforma (La); Trentanove articoli (I); Validità; Vescovo.

Comunione dei santi. (inizio)

L'unione spirituale che esiste tra Cristo e i cristiani, sia con quelli che sono già in Paradiso (o in Purgatorio), sia con quelli che vivono in terra (LG 49‑50). Cf Chiesa pellegrina; Cielo; Koinonìa; Purgatorio.

Comunione spirituale. (inizio)

Ricevere la comunione col desiderio quando la comunione effettiva non è possibile. Coloro che desiderano comunicare spiritualmente al Corpo di Cristo devono prepararsi come se stessero partecipando alla Messa (per es., col chiedere perdono dei loro peccati, col leggere la Bibbia e col formulare un atto perfetto di amor di Dio).

Comunità. (inizio)

È l'insieme dei cristiani riuniti per la preghiera, il ministero e la vita in comune. Cf Chiesa; Comunità di base; Parrocchia; Vita religiosa.

Comunità di base. (inizio)

Termine proveniente dall'America Latina per indicare quei numerosi gruppi locali di cristiani che cercano di rinvigorire la loro vita ecclesiale con la preghiera e lo studio delle Scritture in comune, col fare uso dei propri doni personali a servizio degli altri e con l'impegno nella comune azione sociale. Questi movimenti sono stati incoraggiati dalle Assemblee generali dei vescovi latinoamericani tenutesi a Medellín (Colombia) nel 1968 e a Puebla (Messico) nel 1979. I documenti di Puebla parlano di « Comunità ecclesiali di base », per distinguerle da altri gruppi che possono avere legami più tenui con le autorità ecclesiali. Cf Chiesa; Opzione per i poveri; Teologia della liberazione.

Concelebrazione. (inizio)

La celebrazione congiunta di uno stesso atto sacramentale da parte di parecchi ministri presieduti da un celebrante principale. Questa prassi, che si trova nella Chiesa primitiva, continuò in Oriente, mentre nel rito Latino era limitata a pochi casi come per l'ordinazione dei presbiteri. Il Concilio Vaticano II privilegiò la concelebrazione dell'Eucaristia nella Chiesa d'Occidente, ma non per questo abolì le cosiddette messe « private » o messe celebrate senza un'assemblea di fedeli (ma preferibilmente con un serviente). Il Concilio ribadì il carattere sociale dell'Eucaristia e l'unità del sacerdozio ministeriale, in particolare, l'unità del vescovo con i presbiteri della sua diocesi (SC 57‑58). Nelle Chiese Orientali, le messe « private » sono sconosciute, e la concelebrazione una volta al giorno allo stesso altare è la norma. CfCommunicatio in sacris; Unzione degli infermi.

Concepimento verginale di Gesù. (inizio)

L'atto con cui Maria concepì Gesù con la potenza dello Spirito Santo e senza l'intervento di un padre umano. Sulla base dei Vangeli (Mt 1,18‑25; Lc 1,26‑38), la tradizione cristiana e l'insegnamento del Magistero ordinario hanno sempre ritenuto che Gesù è stato concepito così. Questo insegnamento è perlomeno affermato implicitamente dal Simbolo apostolico: « Fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine ». Il fatto che Gesù sia nato da una donna sottolinea la sua umanità. Il fatto che sia stato concepito mediante uno speciale intervento dello Spirito Santo sottolinea la sua divinità. Egli è l'Emmanuele, il Dio con noi » (Mt 1,23). CfCristologia;  Incarnazione; Mariologia; Spirito Santo.

Conciliarismo. (inizio)

Teoria sorta al tempo del Grande Scisma (1378‑1417) mentre l'Occidente era diviso quanto a fedeltà tra due papi o addirittura tre. Questa teoria sosteneva che la massima autorità spetta ad un concilio ecumenico indipendentemente dal papa. Il Concilio Vaticano II colloca, invece, il Collegio episcopale con e sotto il papa. Cf Collegialità; Concilio di Basilea; Concilio di Costanza; Concilio Ecumenico; Concilio Vaticano II; Papa; Pentarchìa.

Conciliarità. (inizio)

Cf Sobornost.

Concilio costantinopolitano I (381). (inizio)

Concilio convocato dall'imperatore Teodosio I per rafforzare l'unità di fede dopo la lunga controversia ariana. Vi parteciparono 186 vescovi, tutti Orientali. Non furono rappresentati né il papa Damaso I né l'Occidente. Quando morì il primo presidente del Concilio, Melezio di Antiochia, san Gregorio Nazianzeno assunse per qualche tempo la presidenza, ma si dimise poco dopo. Il Concilio scelse allora come suo presidente Nettario, vescovo di Costantinopoli. Il Concilio affermò la divinità dello Spirito Santo contro gli Pneumatomachi e la piena umanità di Cristo contro gli Apollinaristi. Riconobbe alla sede di Costantinopoli il posto di onore nel cristianesimo dopo Roma. In seguito, questo Concilio fu riconosciuto come il secondo Concilio Ecumenico, grazie in parte a Calcedonia che promulgò il suo Simbolo (cf DS 150, 300; FCC 0.509). Cf Apollinarismo; Concilio di Calcedonia; Macedoniani; Pentarchìa; Pneumatomachi; Simbolo Niceno; Spirito Santo.

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