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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 18:03
 
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5. - Commoventi considerazioni del teologo Cristoforo De Vega sulla misericordia di Maria.

Il Leone di Giuda ha preso nel seno della più amabile delle donne, inter omnes mitis il morbido vello e la naturale mansuetudine dell'agnello (18). Ha succhiato, col latte materno, la dolcezza di questa tenera pecorella. Latte che è migliore del vino, dice un illustre interprete del Cantico dei Cantici, poiché il vino può inebriare l'uomo, fargli dimenticare le ingiurie ricevute e renderlo facile al perdono; ma il latte della SS. Vergine ha avuto come la potenza di inebriare Dio stesso. Appena egli ne ha bevuto, succhiando con esso la misericordia, ha gettato lontano il ricordo dei nostri peccati e s'è fatto largo di perdono (19). Sì, aggiunge senza timore Riccardo di S. Vittore, in voi, o Maria, si accrebbe l'affluenza della divina misericordia, e da voi si è effusa sopra di noi (20). Dalla pietra è uscito del miele, perché la radice di Jesse ha germogliato un fiore che dà questo succo soave, rimedio a tanti mali (21). Al passaggio del Mar Rosso, le onde infuriate seppellirono gli Egiziani, figura dei peccatori: non c'era l'arca. Invece al passaggio del Giordano non vi furono vittime: l'arca propiziatrice dell'alleanza teneva lontano i castighi. Senza Maria, tutto si può temere da un Dio vendicatore, ma quando egli abita in quest'arca di propiziazione, non c'è che da aspettarsi dei benefici. Così Simeone, finché vede il Messia fra le braccia di sua Madre, lo proclama salvezza d'Israele; ma quando lo tiene fra le proprie braccia, vede in lui la causa della rovina e della risurrezione di molti (22).
Trema, o peccatore, se tu separi il Cristo da Maria; ma pregalo con confidenza, quando si trova fra le braccia di questa amabile Regina; è la misericordia che si trova sul proprio piedistallo, il fiore sulla propria radice, l'acqua nel proprio oceano.
Nel seno del Padre, il Figlio di Dio fatto uomo attinse gli attributi della paternità divina; nel seno di sua madre invece riveste sentimenti materni; e un celebre teologo (23), che ci ha fornito la maggior parte delle citazioni precedenti, non trova difficoltà a concludere, fondato sull'autorità di un testo di S. Ambrogio (24), che Maria ha ingrandita la clemenza del Dio che ha generato e ha cinto la sua testa con un diadema di eterna misericordia.
O stolte, riprende questo teologo, veramente stolte le vergini del Vangelo che s'addormentarono senza olio; ma più stolte ancora quando, respinte dallo Sposo, non implorarono il soccorso della Sposa, cioè di Maria! Esse gridarono: Signore, Signore! apriteci (25)! Si rivolgono al Giudice e ricevono il giustissimo rimprovero che meritano: Non vi conosco. Perché non si sono rivolte alla Sposa, gridandole: Signora, Signora? Con questo solo nome, esse avrebbero ottenuto grazia.
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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