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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 17:09
 
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4. So, per ormai vecchia esperienza, che non c’è mezzo migliore dell’acqua benedetta per mettere in fuga il demonio e impedirgli di tornare. Fugge anche dinanzi alla croce, ma poi torna. Dev’essere ben grande la virtù dell’acqua benedetta; io, per lo meno, quando me ne servo, provo una particolare e ben percepibile consolazione. Proprio così: nella maggior parte dei casi sento un sollievo che non saprei spiegare, come un diletto interiore che mi conforta tutta l’anima. Questa non è una fantasia, né una cosa che mi sia accaduta una sola volta, ma moltissime volte, e che ho osservato con grande attenzione. Diciamo che è come il refrigerio che si sente in tutta la persona quando, avendo molto caldo e molta sete, si beva una brocca d’acqua fresca. Penso quanto sia grande tutto ciò che è nell’ordine liturgico, e m’inonda di gioia vedere come le parole rituali abbiano la virtù di trasmettere tanta forza all’acqua da renderla così diversa da quella che non è benedetta.
5. Poiché, dunque, il tormento non cessava, dissi: «Se non vi facessi ridere, chiederei un po’ d’acqua benedetta». Me la portarono e me la gettarono addosso, ma senza alcun risultato. Allora io la gettai lì dove stava il demonio, che fuggì all’istante, e sparirono, insieme, tutti i miei mali, quasi mi fossero tolti con la mano; solo che io rimasi così sfinita, come se mi avessero dato molte bastonate. Fu per me molto utile vedere che il demonio può fare tanto male, permettendoglielo il Signore, anche in un corpo e in un’anima che non gli appartengono; che cosa farà mai quando ne sia il padrone? Ciò rinsaldò il mio desiderio di liberarmi da così malvagia compagnia.
6. Un’altra volta, poco tempo fa, mi accadde la stessa cosa, anche se non durò molto, e io ero sola. Chiesi un po’ d’acqua benedetta. Le consorelle che entrarono dopo che i demoni già se n’erano andati (le quali erano due monache molto degne di fede, che per nulla al mondo avrebbero detto bugie), sentirono un pessimo odore, come di zolfo; io non lo sentii, ma durò tanto che fu ancora possibile avvertirlo. Un’altra volta, stando in coro, fui presa da un grande impeto di raccoglimento; me ne uscii perché le altre non se ne accorgessero, anche se udirono tutte, lì presso, dalla parte dove ero andata, grandi colpi, mentre io sentivo vicino a me un parlottio, come di persone che complottassero qualche cosa. Parlavano anche forte, ma ero così immersa nell’orazione da non capire nulla e da non avere alcun timore. Questo accadeva tutte le volte in cui il Signore mi concedeva la grazia di esser utile a qualche anima con la mia opera di persuasione. Mi avvenne, in proposito, un fatto che ora racconterò e di cui vi sono molti testimoni, in particolare il mio attuale confessore, il quale lo vide comprovato per iscritto da una lettera, e benché io non gli dicessi chi ne era l’autore, egli sapeva benissimo chi fosse.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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