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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 17:05
 
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19. Per questo, certamente molte volte ricordavo quando il Signore comandò ai venti di acquietarsi allorché in mare infuriava la tempesta e dicevo: «Chi è questi a cui obbediscono tutte le mie potenze, che in un momento fa luce in una così grande oscurità, rende tenero un cuore che sembrava di pietra e fa piovere un’acqua di dolci lacrime dove sembrava che dovesse esserci a lungo siccità? E perché? Io desidero servire questo Signore; non pretendo altro se non contentarlo; non voglio gioia né riposo né alcun bene se non fare la sua volontà» (giacché ben certa di questo, a mio parere, lo potevo affermare). Se, dunque, questo Signore è così potente, come io vedo e so, se i demoni sono suoi schiavi – e di ciò non si può dubitare, perché è verità di fede – essendo io serva di questo Re e Signore, che male possono essi farmi? Perché io non debbo aver forza di combattere contro tutto l’inferno? Prendevo in mano una croce e mi sembrava davvero che Dio me ne desse il coraggio; in breve spazio di tempo, infatti, mi vidi così trasformata che non avrei temuto di lottare con essi a corpo a corpo, sembrandomi facile, con quella croce, poterli sgominare tutti. Pertanto, gridavo loro: «Venite ora avanti tutti, poiché, essendo io serva del Signore, voglio vedere che cosa mi potete fare».
20. E davvero mi parve ch’essi mi temessero, perché io rimasi tranquilla e talmente priva di timore nei loro riguardi che scomparvero totalmente le paure che mi solevano tormentare, e anche se alcune volte li vedevo come dirò in seguito, non solo quasi non ne avevo più paura, ma mi sembrava che i demoni l’avessero di me. Mi rimase un tale dominio su di essi, dono certamente del Signore di noi tutti, da non dar loro ormai più importanza che se fossero mosche. Mi sembra che siano così codardi che, vedendosi disprezzati, restano senza forza. Tali nemici non sanno attaccare di fronte se non coloro che vedono pronti ad arrendersi, o quando Dio permette che tentino e tormentino i suoi servi per il maggior bene di questi. Piacesse a Sua Maestà che temessimo ciò che dobbiamo temere e capissimo che può venirci maggior danno da un peccato veniale che da tutto l’inferno messo assieme, perché è proprio così.
21. Questi demoni ci incutono tanto spavento, in quanto siamo noi a volerci spaventare con il nostro attaccamento agli onori, alle ricchezze e ai piaceri, perché allora essi, trovando i loro alleati in noi che siamo nemici di noi stessi, amando e desiderando ciò che dovremmo aborrire, ci causano un gran danno, in quanto con le nostre stesse armi li facciamo combattere contro di noi, ponendole nelle loro mani, mentre dovremmo difenderci con esse. E questo è davvero un peccato. Se, invece, noi disprezziamo tutto per amor di Dio, ci stringiamo alla croce e cerchiamo di servirlo veramente, il demonio fugge da queste pratiche nel cammino della verità come dalla peste. È amico della menzogna e menzogna lui stesso; non verrà mai a patti con chi cammina nella verità. Ma, quando vede che l’intelletto è offuscato, si adopera come meglio può per accecarlo del tutto; perché, accorgendosi che uno è tanto cieco da riporre il suo appagamento in cose vane, come lo sono le cose di questo mondo che sembrano un gioco da bambini, si convince che costui è un bambino, lo tratta quindi come tale e osa lottare con lui una e più volte.
22. Piaccia al Signore che io non sia di costoro, ma che Sua Maestà mi doni la grazia d’intendere per riposo ciò che è riposo, per onore ciò che è onore, per diletto ciò che è diletto e non tutto il contrario. Un gesto di disprezzo verso tutti i demoni e avranno paura di me. Non capisco le paure di chi grida: Demonio! demonio! mentre potremmo dire: Dio! Dio! e far tremare tutti gli spiriti maligni. Sì, perché sappiamo ormai che non possono muoversi se il Signore non lo permette. Perché, dunque, nutrire questi timori? È fuor di dubbio che io ormai ho più paura di chi ne ha tanta del demonio, che del demonio stesso, perché lui non mi può far nulla, mentre costoro, specialmente se sono confessori, possono arrecarmi gran turbamento. Infatti ho trascorso alcuni anni in così grande sofferenza che ora mi meraviglio di come l’abbia potuto sopportare. Sia benedetto il Signore che mi ha prestato il suo valido aiuto!
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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