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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 17:01
 
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3. A me sembra che, quando una persona sta raccomandando una cosa a Dio vivamente, potrebbe credere molto facilmente di sentire una qualche risposta circa l’esaudimento o no della sua richiesta, ma chi ha sentito le parole di Dio nel modo anzidetto, vedrà chiaramente di che cosa si tratta, perché la differenza è grande. Se, poi, è un discorso fabbricato dall’intelletto, per quanto ingegnoso sia il suo intervento, si capisce che è lui a comporlo e a parlare, non diversamente da quando si va svolgendo un discorso per altri o si ascolta ciò che altri dice. L’intelletto vedrà subito che in quel momento non ascolta, poiché opera, e le parole che egli fabbrica sono come cosa sorda, frutto della fantasia, prive della chiarezza che hanno le altre; qui, inoltre, è in nostro potere distrarci come tacere, se parliamo; là, invece, è impossibile farlo. Altro segno, poi, ancor più caratteristico, è che le parole dell’intelletto non operano, mentre quelle del Signore sono parole ed opere, e anche se non sono parole di devozione, ma di rimprovero, subito dispongono l’anima come conviene; le infondono capacità, tenerezza; le danno luce, gioia e quiete, e se era in uno stato di aridità, d’inquietudine o di turbamento, ciò le viene portato via come può farlo materialmente una mano, e anche meglio, poiché sembra che il Signore voglia far capire ch’egli è potente e che le sue parole sono opere.
4. Mi sembra che ci sia la stessa differenza che c’è tra parlare e ascoltare, né più né meno. Quando parlo, come ho detto, vado indirizzando il mio discorso con l’intelletto, ma se mi parlano, non faccio altro che ascoltare, senza alcuna fatica. Nel primo caso, è un qualcosa che non sappiamo ben precisare, essendo come mezzo addormentati; nell’altro, invece, è una voce così chiara che non si perde una sillaba di ciò che dice. E ciò accade, talvolta, quando l’intelletto e l’anima sono così sconvolti e distratti, che non riuscirebbero a mettere insieme un discorso sensato. Ecco, invece, che trovano bell’e pronte e ascoltano così sublimi sentenze quali, pur stando in gran raccoglimento, non riuscirebbero mai a concepire, e fin dalla prima parola – come ho detto – l’anima è tutta trasformata. Specialmente durante il rapimento, in cui le potenze sono sospese, come si potrebbero intendere cose che prima non erano mai venute in mente? In che modo verranno in mente allora, mentre l’intelletto è quasi inattivo e l’immaginazione è come trasognata?
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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