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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:51
 
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8. Il metodo di escludere tutto ciò che è corporeo dev’essere buono certamente, se lo indicano persone tanto spirituali; ma, a mio parere, si deve seguire solo quando l’anima sia già molto progredita perché, prima d’aver raggiunto un alto grado, è evidente che il Signore si deve cercare attraverso le creature. Tutto dipende da come opera la grazia del Signore in ciascun’anima; di questo non mi occupo. Ciò che vorrei far capire è che la sacratissima umanità di Cristo non ha niente a che fare con le altre cose corporee. Bisogna intendere bene questo punto su cui vorrei sapermi spiegare meglio.
9. Quando Dio vuole sospendere tutte le potenze, come abbiamo visto nei modi di orazione di cui si è parlato, è chiaro che, anche se non lo vogliamo, questa umana presenza ci lascia. E sia pure così, alla buon’ora! E benedetta sia tale perdita che serve a farci godere in maggior misura quello che ci sembra di perdere! Allora, infatti, l’anima è tutta impegnata ad amare colui che l’intelletto si è sforzato di conoscere; ama ciò che esso non è riuscito a capire e gode di quello di cui non avrebbe mai potuto godere così a fondo se non col perdere se stessa, nell’intento – ripeto – di guadagnare maggiormente. Ma, che noi a bella posta procuriamo di disabituarci dal cercare con tutte le nostre forze di aver sempre dinanzi – e piacesse al Signore che fosse davvero sempre! – questa sacratissima umanità, è ciò che – ripeto – non mi sembra ben fatto. È, come suol dirsi, un camminare per aria, perché allora l’anima sembra andare senza appoggio, pur nella ferma convinzione di essere piena di Dio. È molto importante, finché viviamo in veste umana, aver presente il Signore come uomo; in ciò sta il secondo inconveniente cui ho accennato. Il primo, come avevo cominciato a dire, è una certa mancanza di umiltà, per cui l’anima tende ad elevarsi prima che sia il Signore a farlo, non contentandosi di meditare su un fatto così prodigioso, volendo esser Maria prima d’aver faticato come Marta. Quando il Signore vuole che lo sia, fosse anche dal primo giorno, non c’è nulla da temere, ma non invitiamoci da noi stessi, come credo d’aver già detto altrove. Questo neo di poca umiltà, anche se non sembra nulla, al fine di voler avanzare nella contemplazione è molto dannoso.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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