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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:39
 
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11. Badino a questo consiglio anche coloro che argomentano con l’intelletto, traendo da un solo pensiero molte riflessioni e molti concetti; giacché a coloro che non possono operare con l’intelletto, come accadeva a me, non c’è da consigliare altro se non che abbiano pazienza fino a che il Signore dia loro di che occuparsi e luce per farlo. Possono così poco da sé che l’intelletto, invece di aiutarli, li impaccia. Ritornando dunque a quelli che discorrono con l’intelletto, dico che non devono spendere tutto il tempo in questo perché, anche se è molto meritorio, non sembra loro – essendo l’orazione fonte di gioia – che ci debba essere giorno di domenica né un istante di tregua dal lavoro (subito credono di perder il tempo, mentre io considero gran guadagno questa perdita). Invece, come ho detto, immaginino di essere alla presenza di Cristo e, senza stancare l’intelletto, restino a parlargli e a godere di lui, senza affaticarsi, ripeto, a far ragionamenti, ma esponendogli i bisogni spirituali, consapevoli d’essere indegni che egli sopporti di farli stare alla sua presenza. Ora facciano una considerazione, ora un’altra, perché l’anima non si stanchi di nutrirsi sempre d’un cibo. Sono cibi assai gustosi e proficui; se ci abituassimo a nutrirci di essi, ne avremmo un grande sostentamento per dar vita all’anima, e molti altri vantaggi.
12. Voglio spiegarmi meglio, perché queste cose di orazione sono tutte astruse e, se non si trova un maestro, assai difficili a capirsi; ciò fa sì che, pur volendo essere breve – e per la perspicacia di chi mi ha ordinato di scriverne sarebbe bastato solo appena accennarvi –, la mia incapacità non mi consente di dire e far capire in poche parole una cosa che è tanto importante spiegare bene. Siccome io ho sofferto molto, mi fa pena chi comincia a darsi all’orazione solo con l’aiuto di libri, essendo incredibile quanto sia diverso quello che si capisce dai libri da quello che poi si vede con l’esperienza. Ritornando dunque a ciò di cui parlavo, mettiamoci a meditare su un brano della passione, per esempio quello della flagellazione del Signore legato alla colonna. L’intelletto deve indagare i motivi, che s’indovinano, dei grandi dolori e della pena sofferta da Sua Maestà in quell’abbandono, e molte altre cose che potrà dedurre da questo passo, se il suo intelletto sa ragionare o se è persona dotta. È, questo, il modo di orazione in cui tutti devono cominciare, proseguire e finire, cammino eccellente e sicuro in sommo grado, fino a che il Signore non ci elevi ad altre cose soprannaturali.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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