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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:14
 
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9. Ora, mi pare di capire che fu il Signore a disporre che io non trovassi chi potesse darmi insegnamenti, perché [se mi avessero vietato l’aiuto del libro] credo che mi sarebbe stato impossibile durare diciotto anni in questo stato e in quest’aridità, per l’incapacità, come dico, di ragionare. In tutto questo tempo, a meno che non fosse dopo la comunione, io non osavo mai cominciare l’orazione senza un libro, giacché la mia anima temeva di farlo priva di tale aiuto, come se dovesse combattere contro molti nemici esterni. Con questo rimedio, che era come una compagnia o uno scudo in cui avrei ricevuto i colpi dei molti importuni pensieri, mi sentivo rincuorata, perché l’aridità non era il mio stato ordinario, ma sopravveniva sempre quando mi mancava un libro. Allora, l’anima restava subito sconvolta e i pensieri si disperdevano: con la lettura li raccoglievo di nuovo e mi sentivo l’anima come accarezzata. Spesso non c’era bisogno d’altro che di aprire il libro; a volte leggevo poco, a volte molto, secondo la grazia che il Signore mi faceva. A me sembrava, in quei primi tempi di cui parlo, che, avendo i libri e in certo modo la possibilità d’isolarmi, non ci sarebbe stata alcuna occasione pericolosa che potesse rimuovermi da tanto bene, e credo che, con l’aiuto di Dio, sarebbe stato così, se avessi avuto un maestro spirituale o altra persona che mi avesse insegnato a fuggire le occasioni sul nascere e mi avesse fatto uscire da esse al più presto, se vi fossi entrata. Mi sembrava infatti che, se allora il demonio mi avesse assalito apertamente, in nessun modo sarei tornata di nuovo a peccare. Ma egli fu tanto astuto e io così vile, che tutte le mie risoluzioni mi giovarono poco; moltissimo, invece, quando mi posi al servizio di Dio, per sopportare le terribili malattie che mi colpirono, con quella grande pazienza che Sua Maestà mi diede.
10. Molte volte, pensando, piena di ammirazione, alla infinita bontà di Dio, la mia anima si dilettava di vedere la sua magnificenza e misericordia. Sia egli sempre benedetto, avendo io costatato chiaramente che non tralascia di premiare, anche in questa vita, ogni mio buon desiderio. Per quanto meschine e imperfette fossero le mie opere, questo mio Signore le andava migliorando, perfezionando e avvalorando, e subito occultava colpe e peccati. Permette anche, Sua Maestà, che si accechino coloro che me li hanno visti commettere e glieli toglie dalla memoria; indora le colpe; fa risplendere una virtù che egli stesso pone in me, quasi costringendomi a mantenerla.
11. Ma voglio ritornare a quanto mi è stato comandato di scrivere, tanto più che, se volessi dire minutamente come il Signore agiva con me in quest’inizio, sarebbe necessaria un’intelligenza ben diversa dalla mia per esaltare ciò che gli devo a tale riguardo e mettere in evidenza la mia profonda indegnità e ingratitudine nell’averlo dimenticato completamente. Sia egli sempre benedetto per avermi tanto sopportata! Amen.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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