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RELAZIONI SPIRITUALI

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2013 17:47
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07/08/2013 16:42
 
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CAP. 4

1. Questa monaca veste l’abito religioso da quarant’anni e fin dall’inizio ha cominciato a meditare sui misteri della passione di nostro Signore e sui propri peccati, senza mai pensare a cose soprannaturali, ma solo alle creature o a cose che servivano a farle capire la caducità di tutto. A queste riflessioni dedicava alcuni momenti della giornata, senza che le passasse per la mente di desiderare di più, ritenendosi così spregevole da esser convinta che i suoi demeriti non le consentissero neanche di pensare a Dio.

2. Trascorse così, fra grandi aridità, circa ventidue anni, durante i quali si diede alla lettura di buoni libri. Dopo quasi diciotto anni, quando ebbero inizio le trattative per il primo monastero da lei fondato in Avila di carmelitane scalze (circa tre anni prima), cominciò a sembrarle a volte di udire interiormente la parola e ad avere visioni e rivelazioni. Tutto ciò non fu mai da lei visto con gli occhi del corpo; si trattava di immagini rapide come il lampo, ma le restavano così impresse e producevano tali effetti come se le avesse viste con gli occhi del corpo e più ancora.

3. Era allora così paurosa che a volte non osava restar sola neanche di giorno. Siccome, per quanto facesse, non poteva evitare tali visioni, ne era profondamente afflitta, temendo che si trattasse di un inganno del demonio, tanto che cominciò a parlarne con uomini spirituali della Compagnia di Gesù, fra cui il padre Araoz, commissario della Compagnia, che si trovò a passare di là; il padre Francesco – prima duca di Gandía – con il quale parlò due volte; un provinciale della Compagnia, Gil González attualmente a Roma perché uno dei quattro assistenti generali; l’attuale provinciale, con il quale, peraltro, ebbe pochi rapporti; Baltasar Alvarez, ora rettore a Salamanca, che la confessò per sei anni; il padre Salazar, rettore di Cuenca; il padre Santander, rettore di Segovia, con il quale tuttavia trattò per poco tempo; il padre Ripalda, rettore di Burgos, che le era molto avverso prima di iniziare a trattare con lei; il dottor Pablo Hernández di Toledo, consultore dell’Inquisizione, e un certo padre Ordóñez, che è stato rettore di Avila. Dovunque si venisse a trovare cercava, insomma, di mettersi in contatto con quelli, fra loro, che erano più stimati.

4. Trattò molto anche con fra Pietro d’Alcántara, il quale si adoperò moltissimo per lei.
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