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CANTICO SPIRITUALE (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2013 18:38
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02/08/2013 18:30
 
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Annotazione per le strofe seguenti
STROFE 20 e 21
1. Per raggiungere uno stato così alto di perfezione come quello desiderato qui, cioè il matrimonio spirituale, non basta che l’anima sia monda e purificata da tutte le imperfezioni, ribellioni e abitudini imperfette proprie della parte inferiore, la quale, spogliata dell’uomo vecchio, è ormai tutta sottomessa a quella superiore. L’anima ha pure bisogno di una grande forza e di un amore sublime per poter ricevere un abbraccio così forte e intimo da parte di Dio. In questo stato, infatti, l’anima raggiunge non solo un alto grado di purezza e di bellezza, ma anche una forza formidabile, a motivo dell’intimo e forte vincolo che si stringe tra lei e Dio tramite questa unione.
2. Per poter giungere a Dio, occorre che l’anima abbia conseguito il necessario grado di purezza, di forza e d’amore. Per questo motivo lo Spirito Santo, che è colui che interviene e realizza quest’unione spirituale, desiderando che l’anima arrivi ad avere le qualità per meritarla, parlando con il Padre e il Figlio, nel Cantico dice: Una sorella piccola abbiamo, e ancora non ha seni. Che faremo per la nostra sorella nel giorno in cui se ne parlerà? Se fosse un muro, le costruiremmo sopra un recinto d’argento; se fosse una porta, la rafforzeremmo con tavole di cedro(Ct 8,8-9). Qui per recinto d’argento s’intendono le virtù forti ed eroiche, rivestite di fede, rappresentata dall’argento. Queste virtù eroiche appartengono già al matrimonio spirituale e si fondano sull’anima forte, designata qui dal muro, al cui riparo può riposare serenamente lo Sposo senza essere disturbato da nessuna debolezza. Per tavole di cedro s’intendono gli affetti e le espressioni dell’amore sublime, qui rappresentato dal cedro, ed è l’amore proprio del matrimonio spirituale. Per essere adornata di tutto ciò, è necessario che la sposa sia porta, cioè che lasci entrare lo Sposo, aprendogli la porta della volontà con un totale e autentico sì d’amore, che è il sì del fidanzamento, espresso prima del matrimonio spirituale; i seni della sposa rappresentano l’amore perfetto che essa deve avere per comparire davanti allo Sposo Cristo e consumare il matrimonio.
3. Il Cantico dei Cantici, però, dice che la sposa, spinta dal desiderio di quest’incontro, rispose subito: Io sono come un muro e i miei seni sono come torri! (Ct 8,10), che è come dire: la mia anima è così forte e il mio amore tanto sublime da non esservi ostacoli per tale incontro. Ciò è quanto l’anima sposa, spinta dal desiderio di questa unione e trasformazione perfetta, è andata esprimendo nelle strofe precedenti, soprattutto in quella appena commentata, nella quale espone allo Sposo le virtù e le splendide attitudini che ha ricevuto da lui, quasi a obbligarlo ancora di più. Per questo lo Sposo, volendo portare a termine l’opera, pronuncia le due strofe seguenti, nelle quali completa la purificazione dell’anima, la rende forte e la prepara per tale stato, sia nella parte sensitiva che in quella spirituale, liberandola da tutte le contrarietà e le ribellioni, tanto della parte sensitiva quanto del demonio.
O leggerissimi uccelli,
leoni, cervi, daini saltatori,
monti, valli, riviere,
acque, venti, ardori
e delle notti vigili timori:
io, per le soavi lire
e il canto di sirene, vi scongiuro:
cessino le vostre ire
e non battete al muro,
ché la sposa dorma più sicura.
SPIEGAZIONE
4. In queste due strofe lo Sposo Figlio di Dio dona all’anima sposa il possesso della pace e della tranquillità, rendendo la parte inferiore conforme a quella superiore: la purifica da tutte le sue imperfezioni, mettendo sotto controllo le potenze e le facoltà naturali dell’anima e acquietando tutte le altre passioni, di cui si fa menzione nelle due strofe citate. Il significato è il seguente. Anzitutto lo Sposo scongiura e ordina alle divagazioni inutili della fantasia e dell’immaginazione di cessare in avvenire. Riduce, inoltre, a ragione le due potenze naturali, quella irascibile e quella concupiscibile, che prima affliggevano alquanto l’anima. Eleva, poi, a una funzione perfetta, per quanto è possibile in questa vita, le tre potenze dell’anima, cioè la memoria, l’intelletto e la volontà. Oltre a ciò, scongiura e comanda alle quattro passioni dell’anima, che sono la gioia, la speranza, il dolore e il timore, di restare d’ora innanzi calme e sottomesse alla ragione. Tutte queste cose sono significate dai termini che troviamo nella prima strofa. Lo Sposo fa in modo che cessino tutte le moleste attività e le inquietudini di queste forze, grazie a una grande dolcezza, un grande diletto e una grande forza che l’anima possiede nella comunicazione e nel dono spirituale che Dio le fa di sé in questo periodo. Poiché Dio trasforma vivamente l’anima in sé con questo dono, tutte le potenze, le passioni e le inquietudini dell’anima perdono la loro naturale imperfezione e si trasformano in divine. Per questo lo Sposo dice: O leggerissimi uccelli.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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