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Meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2013 18:20
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08/04/2013 18:33
 
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CONOSCERE E VINCERE

“Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?
Chi ha veduto me, ha veduto il Padre”
(Giovanni 14:9)

Comprendiamo cosa sia il peccato soltanto dopo aver conosciuto Gesù. Senza alcun indugio classifichiamo come peccato le immoralità più palesi, ma quanto siamo ciechi di fronte alle sue forme più subdole e ricorrenti. Con quanta facilità scusiamo l’orgoglio, la scortesia, la miserabile ricerca dei nostri interessi, la trascuratezza delle cose di Dio? Quanto poco pensiamo alle buone opere lasciate incompiute, a quelle realizzate a metà o completate male! Come ci preoccupiamo superficialmente della nostra ingratitudine, della disonorevole mancanza di fiducia e di consacrazione! Sicuramente anche in mezzo a questa indifferenza e cecità il Signore ci rivolge il Suo appello: “Non mi hai conosciuto?”. Soltanto allora alziamo lo sguardo e vediamo il nostro peccato. È questo che ha portato il Re di gloria a lasciare il cielo per divenire uomo di dolore. Esso è grave al punto di averLo spogliato del Suo onore e ricoperto di scherni e d’ignominia. Se aborriamo il peccato, il carattere cattivo, i dubbi, la freddezza, l’egoismo e l’indolenza diverranno pesi insopportabili, dei quali ci rammaricheremo e dai quali aneleremo essere liberati. Ci pentiamo, decidiamo di cambiare e lottiamo, ma tutto sembra inutile. I vecchi fallimenti si ripetono costantemente: sembra non poterci essere alcuna liberazione. A queste persone il Signore si avvicina con una domanda: “Tu che continui a lottare, che cadi, non mi hai conosciuto?”. “Sì”, pensi nel tuo cuore, “io conosco Gesù. Mi sono pentito, in Lui ho trovato perdono, e da allora ho il Suo riposo”. Tuttavia Egli chiede: “Mi hai conosciuto?”. Gesù che salva il Suo popolo dal peccato vuole anche essere conosciuto per le vittorie che sempre si conseguono al Suo fianco, e non soltanto per il perdono di un giorno. Vuole che tu lo sperimenti come Colui che ti rende più che vincitore. Davanti a noi c’è il glorioso Liberatore, triste e deluso perché la libertà acquistata con il Suo sangue non viene reclamata e sperimentata. “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto?”.

(assembleedidio.org)

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