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Tutto sulla Genesi

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2013 10:49
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14/03/2013 11:59
 
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«Iddio disse: Sia la luce! e la luce fu» (Genesi 1:3). «Egli parlò e la cosa fu. Egli comandò e la cosa sorse». L’incredulo vuoi sapere come, dove, quando. Ma lo Spirito dice: «Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla Parola di Dio, cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti» (Ebrei 11:3). Questa risposta soddisfa pienamente chi è alla scuola di Dio, ad onta del sorriso sprezzante dei filosofi.

Dio non vuol fare di noi degli astronomi o dei geologi, né occuparci dei particolari che il museo o il telescopio mettono sotto gli occhi di ognuno. Lo scopo di Dio è di introdurci nella sua presenza come adoratori, con cuori e menti ammaestrati e condotti dalla sua santa Parola. Il filosofo può sprezzare ciò che chiama pregiudizi volgari e gretti del pio discepolo della Parola di Dio; può gloriarsi del suo telescopio col quale misura la distesa dei cieli, o gloriarsi delle scoperte che fa nelle profondità della terra; quanto a noi, con tali opposizioni «di quella che falsamente si chiama scienza» (1 Tim. 6:20) non abbiamo nulla a che fare. Crediamo che tutte le vere scoperte fatte sia in alto nei cieli o in basso nella terra o nelle acque o sotto la terra, sono in accordo con ciò che è scritto nella Parola di Dio; tutte le altre pretese scoperte sono soltanto degne di essere interamente respinte. Bisogna che il cuore sia perfettamente convinto della pienezza, dell’autorità, della perfezione, della maestà e della totale ispirazione del Sacro Libro (Salmo 12:6). Sarà questa la sola salvaguardia efficace contro il razionalismo e la superstizione. Una conoscenza esatta della Parola e una intera sottomissione al suo contenuto, sono oggi più che mai indispensabili al discepolo di Cristo. Voglia Iddio nella sua grazia aumentare abbondantemente fra noi questa conoscenza e questa sottomissione.

«E Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. E Dio chiamò la luce "giorno" e le tenebre notte». (Genesi 1:4-5) Abbiamo qui i due grandi simboli, sovente adoperati nella Parola: la presenza della luce costituisce il giorno; l’assenza della luce, la notte. Così è nella storia delle anime. Vi sono «i figliuoli della luce» e «i figliuoli delle tenebre». La differenza è netta e solenne. Tutti coloro sui quali la luce della vita ha brillato, tutti quelli che «l’Oriente da alto» ha visitato a salvezza, tutti quelli che hanno ricevuto la luce della conoscenza della gloria di Dio rifulsa nel volto di Gesù Cristo, chiunque essi siano, appartengono alla prima categoria e sono figliuoli della luce e del giorno. D’altra parte, tutti quelli che sono nelle tenebre, nell’accecamento e nell’incredulità della natura, i cui cuori non sono stati per la fede illuminati dai raggi del sole di giustizia, sono ancora avvolti nelle tenebre della notte spirituale, sono figliuoli delle tenebre, figliuoli della notte.

Lettori, fermatevi e chiedetevi nella presenza di Colui che investiga i cuori, a quale di queste due classi di persone appartenete. Non illudete voi stessi; si tratta per voi di vita o di morte. Potete essere povero, sprezzato, ignorante; ma, se per lo Spirito, siete unito al Figliuol di Dio che è «la luce del mondo» (Giov. 1:4) siete un figliuolo di luce, destinato a risplendere tosto nelle sfere celesti di cui «l’Agnello immolato» sarà per sempre il centro e il sole. Questo non è frutto dell’opera vostra, ma il risultato dei consigli e delle operazioni di Dio stesso, che vi ha dato luce, vita, gioia e pace in Gesù e per mezzo del suo sacrificio. Ma se siete estraneo all’azione e all’influenza santificante della luce divina, se i vostri occhi non sono stati aperti per vedere qualche bellezza in Gesù, Figliuol di Dio, allora, quand’anche possedeste tutta la sapienza di un grande scienziato e tutti i tesori della filosofia umana, quand’anche fossero vostri tutti i titoli accademici che le scuole e le università di questo mondo possono conferire, rimarreste tuttavia un «figliuolo della notte e delle tenebre» (1 Tess. 5:5), e se morrete in questo stato sarete per sempre avvolto dalle tenebre e dai terrori di una notte eterna! Non proseguite dunque prima di esservi assicurato se siete «del giorno» o «della notte».

(Charles Henry Mackintosh)


3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.
4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.
5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.


Dio disse: “Sia la luce”: egli lo volle e immediatamente ci fu luce. Oh, che potenza è la parola di Dio! E nella nuova creazione la prima cosa che accade nell'anima è la luce: lo Spirito benedetto opera nella volontà e negli affetti illuminandone la comprensione. Quelli che a causa del peccato erano nell'oscurità, per grazia diventano luce nel Signore. Le tenebre sarebbero sempre state presenti sull'uomo caduto se il Figlio di Dio non fosse venuto a darci intendimento, 1Gio 5:20. La luce che Dio voleva, egli l'ha anche giudicata cosa buona: Dio divise la luce dalle tenebre. Quale condivisione ci può essere tra luce e tenebre? Nel cielo c'è perfetta luce e nessuna oscurità, mentre nell'inferno c'è l'oscurità completa e nessun bagliore di luce. Il giorno e la notte sono del Signore: utilizziamoli entrambi per il suo onore, lavorando per Lui ogni giorno e riposando ogni notte in Lui, meditando la sua legge sia il giorno sia la notte.

(Matthew Henry)

[Modificato da Perdonato 14/03/2013 12:00]
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