Nuova Discussione
Rispondi
 

Dibattendo su interpretazioni bibliche divergenti

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2013 15:21
Autore
Stampa | Notifica email    
05/01/2013 19:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Caro Perdonato,
faccio seguito ad alcune tue osservazioni fatte nel corso della discussione per mettere in evidenza i testi scritturali da cui la Chiesa trae le sue conclusioni in merito alla questione della Confessione:

nel Vecchio Testamento il salmista esclamava: 

Sal 31,5 Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.


Nel Nuovo Testamento troviamo invece che la potestà di rimettere i peccati viene affidato da Cristo alla Chiesa, in primo luogo a Pietro, poi agli apostoli, e da questi ai loro collaboratori.
Ciò si fonda sui brani espliciti di:

Mat 16,19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»

Mat 18,18 In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

Giov 20,23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

I Padri del Concilio di Trento hanno compreso le parole del Risorto ai suoi discepoli in Giov. 20, 22s come le specifiche parole dell'istituzione del sacramento: "Ricevete lo Spirito Santo! A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (DS 1670; 1703; 1710). A partire da Giov. 20 essi hanno interpretato Mt 16, 19 e 18, 18 e compreso il potere delle chiavi della Chiesa come potere di remissione dei peccati; essi hanno fondato pertanto l'interpretazione nel senso del sacramento della penitenza con l'ausilio dell' "intelligenza della Chiesa", che si esprime nel consenso universale dei Padri . Il punto decisivo in queste parole di istituzione consiste nel fatto che il Signore affida ai discepoli la scelta fra "rimettere" e "legare" "ritenere" e "sciogliere": i discepoli non sono semplicemente uno strumento neutrale del perdono divino, piuttosto è loro affidato un potere di discernere e così un dovere di discernere nei singoli casi. I Padri hanno visto qui il carattere giudiziale del sacramento. Al sacramento della penitenza appartengono pertanto essenzialmente due aspetti: da una parte quello sacramentale, cioè il mandato del Signore, che va al di là del potere proprio dei discepoli, ed anche della comunità dei discepoli della Chiesa; dall'altra l'incarico della decisione, che deve essere fondata oggettivamente, quindi deve essere giusta ed in questo senso ha carattere giudiziale.

Il potere di rimettere o trattenere i peccati viene esercitato da Paolo, in qualità di ministro di Dio, in diverse occasioni.
Leggasi ad esempio:
1Co 5,3 Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione:

2Co 2,10 A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo,

2Co 13,2 L'ho detto prima e lo ripeto ora, allora presente per la seconda volta e ora assente, a tutti quelli che hanno peccato e a tutti gli altri: quando verrò di nuovo non perdonerò più,

2Co 5,19 È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.


La confessione dei peccati può avere diverse modalità:
troviamo nella Scrittura che in alcuni casi avveniva una confessione pubblica

At 19,18 Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche magiche

In altri casi una confessione privata fatta anche a semplici membri della comunità.

Giac 5,16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.

Le modalità per confessarsi sono state diversamente applicate nel corso del tempo, ma quello che è fondamentale e che non cambia è il principio, e cioè il potere affidato alla Chiesa di amministrare il perdono di Dio.

Per ragioni di riservatezza, di delicatezza e di capacità di discernimento e di guida per indirizzare ad una vita migliore, vincendo le proprie debolezze, la Chiesa con il suo potere decisionale derivante sempre da mt 16,16ss, ha ritenuto opportuno riservare la facoltà di assolvere dai peccati  ai soli ministri consacrati.
Chi vuole stravolgere la interpretazione della Scrittura  sappia che lo fa a proprio rischio, contravvenendo a quanto con estrema chiarezza è stato definito dogmaticamente perfino in un Concilio.
Con stima

Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
MI SARETE TESTIMONI (Atti 1,8)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:21. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com