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LEGITTIMITA' NELLE TRADUZIONI E NELLE INTERPRETAZIONI DELLA BIBBIA

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2012 18:20
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05/07/2012 18:20
 
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LA QUESTIONE DELLA "SOLA SCRITTURA"

La Chiesa Cattolica pone la Scrittura, che essa stessa ha
riconosciuto ispirata da Dio, al primo posto per ogni decisione in
materia di fede e di costumi, e per poterla rettamente interpretare
si serve di tutto "il DEPOSITO" ereditato attraverso i secoli
trascorsi, che comprende la pratica di vita, le norme attuate, le
definizioni conciliari, nonché le interpretazioni che hanno dato i
cristiani dei tempi apostolici e successivi , di cui si hanno
documentazione, i quali hanno ereditato dagli apostoli la pratica di
vita, il modo corretto di considerare le loro espressioni, e i
concetti da loro espressi nel NT, e applicandola, sotto la guida
infallibile dello Spirito, alle situazioni emergenti non descritte
dalla Bibbia, ricordando le parole di Gesù: Gv 16,12 Molte cose ho
ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il
peso. La Chiesa rivendica perciò, sulla base della stessa Bibbia, il
diritto-dovere di spiegarla, di enuclearla secondo quanto gli addita
lo Spirito Santo.

Le confessioni cristiane non cattoliche sostengono invece che la
Bibbia è la sola ad essere normativa e discriminante in ogni scelta
della vita di fede, che non sarebbe necessario nessuno che la
interpreti, e che essa conterrebbe già tutto.

Facciamo un esame di questo assunto, esaminando il Nuovo Testamento.

L'accettazione attuale di quasi tutte le confessioni , del Nuovo
Testamento così come risulta approvato e stabilito in modo definitivo
dal Concilio di Trento a seguito dei dubbi manifestati dai
riformatori su alcune parti, è senza dubbio degno di nota.
Evidenzia infatti, più o meno consapevolmente, da parte di tutte le
confessioni, che:
1) Si accetta una decisione di portata eccezionale e
determinante per tutti i credenti, fatta dalla Chiesa Cattolica.
2) Il criterio sulla base del quale sono stati accolti nel
canone biblico determinati libri anziché altri è stato
fondamentalmente la tradizione, attraverso la quale è stato possibile
individuare tutti gli elementi che avevano fatto ritenere sacri certi
libri anziché altri.

Eppure, nonostante queste due innegabili premesse, le confessioni
cristiane non cattoliche ritengono di poter decifrare la Bibbia
scartando sia il soggetto che ne ha effettuato il riconoscimento ,
sia il mezzo principale attraverso cui tale riconoscimento è stato
fatto .

Facendo questo, ognuno si ritiene autorizzato a interpretare la
Bibbia secondo il proprio modo di vedere, determinando in tal modo il
principio della divisione e non dell'unità a cui la Bibbia indirizza.

Analizziamo quali sono i motivi di questa posizione che afferma
essere sufficiente la "sola Scrittura".
Si dice che è lo stesso Nuovo Testamento a rivendicare per sé tale
autorità, e vengono addotti i seguenti passi:

2 Pt 1,3 Dio ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà
mediante la conoscenza di Cristo.
At 20,27 Paolo dice: "non mi sono tirato indietro dall'annunziarvi
tutto il consiglio di Dio".
Giuda 3 "la fede è stata trasmessa ai santi una volta per sempre"
At 1,1 Luca dice di aver parlato di "tutto quello che Gesù prese a
fare e a insegnare"

I brani sopra citati non menzionano quali sono i libri da ritenere
sacri ed ispirati, e che compongono il "tutto" a cui accennano. Si
tratta di espressioni che non fanno certo riferimento a un corpo
definito di Sacre Scritture. Infatti alla definizione di tutti i
libri del NT si è arrivati all'inizio del quinto sec. dopo molte
riflessioni e considerazioni circa l'ammissibilità al canone di
taluni libri, tra cui Ebrei, Apocalisse, Giuda, Giacomo, 2 Pietro, 2
e 3 lettera di Giovanni. Fino alla determinazione di tutti i libri
del canone sacro sono trascorsi almeno 4 secoli. Sorge legittima la
domanda: Chi ha garantito la completezza del messaggio divino fino a
quel momento? Ovviamente l'insegnamento orale nell'ambito della
Chiesa.
Paolo in At 20,27 non parla di scritti ma di annunzio orale.
Luca in At 1,1 ovviamente non ha la pretesa di raccontare "tutto " in
senso assoluto; altrimenti escluderebbe quello che hanno raccontato
gli altri scrittori sacri, e contraddirebbe Gv.21,25 che afferma: "Vi
sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero
scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a
contenere i libri che si dovrebbero scrivere."

I sostenitori della "sola Scrittura" adducono inoltre i seguenti
brani:
2Tim3,15ss: "tutta la Scrittura è ispirata da Dio ed utile per
insegnare, riprendere, correggere, educare alla giustizia, affinchè
l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
1 Co 4,6: non praticare oltre quello che è scritto.
Ap 22,18: chiunque avrà aggiunto qualche parola….gli saranno aggiunte
le piaghe…

Paolo, si riferisce alle Scritture ebraiche del Vecchio Testamento, e
non a quelle del NT che al momento in cui egli scriveva non avevano
ricevuto ancora nessun riconoscimento di ispirazione divina né di
infallibilità, e in ogni caso non parla di "sola Scrittura".
Anche Gesù infatti affermava in Mt 5,18 :"… finchè‚ non siano
passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno
dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19Chi dunque trasgredirà
uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a
fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi
invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato
grande nel regno dei cieli".
Non risulta dai Vangeli che Gesù abbia mai comandato di scrivere, ma
ha sempre fatto riferimento alla predicazione, all'ammaestramento,
alla parola. E' stata la Chiesa che sentendo gli scritti
neotestamentari come appartenenti alla propria storia di popolo
eletto, li ha sempre considerati come divinamente ispirati. Ne
troviamo eco già in 2Pt 3,16.

Il brano di Ap. 22,18 si riferisce unicamente al libro
dell'Apocalisse, (che fu riconosciuto molto tardi, dopo molte
reticenze da parte di alcune chiese) e non agli altri libri biblici,
anche se oggi noi vogliamo estenderne il riferimento a tutta la
Scrittura successivamente riunita in un unico testo.

Precisiamo che la Chiesa cattolica ha sempre escluso che si possano
aggiungere o togliere parti alla Scrittura così come essa ha
riconosciuto che fosse, ribadendo col Concilio di Trento quali
dovessero essere le parti da ritenersi ispirate da Dio. I tentativi
di togliere, aggiungere o mettere in dubbio sono stati molti nel
corso della storia, e dobbiamo dare atto alla Chiesa che abbia
difeso, custodito e mantenuto la Scrittura in quella forma con cui è
stata trasmessa attraverso i secoli e quale oggi noi la possediamo.

Ma vediamo ora un altro aspetto della questione: vi sono diversi
brani biblici che attestano la necessità di far riferimento
all'insegnamento delle persone autorizzate per la corretta
comprensione del messaggio divino, non solo espresso attraverso lo
scritto ma anche attraverso la predicazione.

1TIM.3.15 …NELLA CASA DI DIO, CHE E' LA CHIESA…COLONNA E
FONDAMENTO DELLA VERITA'
2PT.1.20 NESSUNA SCRITTURA PROFETICA VA SOGGETTA A PRIVATA
SPIEGAZIONE…
GV.16.12 LO SPIRITO SANTO VI GUIDERA' IN OGNI VERITA'
2TES.2.15 STATE SALDI E MANTENETE LE TRADIZIONI CHE AVETE
APPRESO SIA DALLA NOSTRA PAROLA CHE DALLA NOSTRA LETTERA.
1TES.2.13 AVENDO RICEVUTO DA NOI LA PAROLA DELLA
PREDICAZIONE, L'AVETE ACCOLTA NON COME PAROLA DI UOMINI..MA DI DIO.
2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE
FIDATE CHE SIANO IN GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.
2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO
SAPENDO DA CHI L'HAI APPRESO.
ROM.16.17 GUARDATEVI DA COLORO CHE PROVOCANO DIVISIONI E
OSTACOLI CONTRO LA DOTTRINA CHE AVETE APPRESO.

A conferma di questo possiamo trovare nella scrittura alcuni passi in
cui talune decisioni vengono rinviate ad interventi orali di cui non
si hanno notizia scritta; vediamole:

1Cor.11,34 …Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

3 Gv.13 …Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con
inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto e parleremo a
viva voce.

Nel seguente passo Paolo fa riferimento ad una lettera inviata ai
Laodicesi di cui il testo scritto non ci è pervenuto:
Col. 4,15 Salutate i fratelli di Laodicea e Ninfa con la comunità che
si raduna nella sua casa. 16E quando questa lettera sarà stata letta
da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche
voi leggete quella inviata ai Laodicesi.

Si potrebbe concludere o che questo testo non fosse ispirato, o che
non sia giunto fino a noi perché inutile; ma la conclusione più ovvia
è che il contenuto di questa lettera di Paolo, che è andata persa, è
rimasta scritta nella vita della chiesa secondo il detto di Paolo in
2 CORINTI 3,2ss
La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori,
conosciuta e letta da tutti gli uomini. 3 E` noto infatti che voi
siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con
inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di
pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.

Ovviamente la Sacra Scrittura, così come ci è stata trasmessa,
rappresenta un grandioso dono di Dio all'umanità che deve
necessariamente essere considerata il riferimento obbligatorio per
ogni esplicitazione dottrinaria. Al tempo stesso però non deve essere
un modo per togliere a Dio la possibilità di parlare al suo popolo
facendo capire a tempo debito, le cose già espresse nella Parola per
eccellenza che è il Figlio suo Gesù Cristo, pronunciato una volta per
sempre. Gesù stesso affermò in Gv 14,26 Ma il Consolatore, lo
Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Questa esplicitazione compete agli apostoli o alle persone da essi
autorizzate, i quali possono garantire un sicuro carisma di
assistenza dello Spirito Santo.

Vi è un brano molto significativo che ci fa comprendere che non tutti
i cristiani sono autorizzati a dare definizioni in materia di fede.
Si tratta della vicenda narrata in Atti 15,22 ss Allora gli
apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni
di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo……(con la seguente
lettera):24Abbiamo saputo che alcuni tra noi, ai quali non avevamo
dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi
sconvolgendo i vostri animi. 25Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo
di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri
carissimi Barnaba e Paolo…

Si noti che le persone accusate di aver turbato gli animi vengono
definiti "alcuni tra noi"; quindi sono dei credenti, appartenenti
alla cerchia dei primi cristiani: però hanno interpretato le cose
senza consultarsi con le persone preposte per definire le questioni
sorte in quel momento. Ne consegue che viene riunito il consiglio
apostolico e al verso 28 si afferma: "abbiamo deciso lo Spirito Santo
e noi…

Ricordiamo che Gesù promette l'assistenza dello Spirito anche a chi
sarebbe stato condotto davanti ai tribunali per testimoniare la
propria fede (Mt 19,20), quanto più non dovrebbe dare lo Spirito per
decidere la corretta professione di TUTTI i CREDENTI ?
Ricordiamo anche che quando fossero sorte contese tra credenti il
termine finale di ogni contenzioso sarebbe stata la decisione della
chiesa riunita.(Mt 18,15-18)

Ogni volta che sono sorte delle questioni dottrinali, e ne sono sorti
molti, la chiesa riunita in Concilio ha dato delle definizioni,
chiare e vincolanti per tutti, consapevole che le decisioni sono
ispirate dallo Spirito Santo. Questo è l'unico parametro certo per i
credenti di tutti i luoghi e di tutti i tempi, additato dalla stessa
Scrittura, se vogliono ritrovare l'unità che rende credibile Cristo
nel mondo.


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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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