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FATTI PRODIGIOSI DEL PASSATO

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2023 22:28
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12/01/2014 19:43
 
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II Rinascimento e i tempi moderni. - II secolo xvi vide un rinnovamento religioso e un fiorire di santità possente quanto quello del secolo xm e forse più meraviglioso. Nella Chiesa s'erano diffusi grandi disordini ed erano falliti molti tentativi di riforma; i protestanti pretendevano che Dio non fosse più con Roma e i cattolici di poca fede dovevano credere qualsiasi rinnovamento impossibile per sempre. Ora questo rinnovamento comincia quasi subito dopo Alessandro vi: grandi santi radunano attorno a sé discepoli che praticano tutte le rinunce; la fede, o meglio la contemplazione più sublime, ispira ovunque fondazioni caritative, opere d'evangelizzazione, di educazione e di scienza (35). La stona dei primi Gesuiti è splendida quanto quella dei primi Francescani e dei primi Domenicani. E oltre i Gesuiti quanti fondatori di ordini e quanti santi isolati! Leggendo le loro vite si potrebbe raccogliere una messe immensa di miracoli, che sarebbe anche più istruttiva dei miracoli del Medioevo, perché gli scrittori del Medioevo raccontavano i prodigi tali e quali, senza metterli nell'ambiente che da ad essi tutto il loro significato religioso, mentre nel secolo xvi possediamo molti documenti per capire il punto di partenza, il termine, le ripercussioni d'un miracolo. Cosi la corrispondenza di San Francesco Saverio, benché non parli dei suoi miracoli, ci permette collegarli con le disposizioni intime del Santo, ai bisogni dei suoi uditori, al successo della sua missione.

I miracoli di San Francesco Saverio furono certamente molto numerosi e splendidi. Disgraziatamente la prima inchiesta per la canonizzazióne, cominciata nel 1556, otto anni dopo la sua morte, fu fatta soltanto in alcune città occupate dai Portoghesi e mancò nei paesi di missione; d'altronde fu interrotta molto presto. La seconda inchiesta del 1576 fu molto tardiva; parecchi testimoni erano morti, quelli che deposero dicevano ciò che avevano sentito da testimoni oculari. Intanto, malgrado la situazione sfavorevole, se lo storico deve riconoscere che molti fatti furono un po' snaturati, non è del tutto privo di elementi di certezza. Francesco Saverio non parla dei miracoli che ha fatto lui stesso, ma parla dei miracoli dovuti alla fede dei suoi fedeli (36): è un modo per dissimulare la propria taumaturgia. Testimonianze di seconda mano s'accordano poi per raccontare prodigi e il loro accordo in molti casi può essere accettato dalla critica come una prova d'autenticità. Infine, oltre la corrispondenza di Francesco ed i processi di canonizzazione, abbiamo altre fonti, cioè corrispondenze di personaggi vissuti in Asia quando egli svolgeva il suo apostolato. Il P. Cros riunì svariatissimi interessanti documenti sul Saverio, e noi rimandiamo quelli che hanno il gusto dell'erudizione ai suoi due volumi (37), dove troveranno molti miracoli certamente autentici. Per coloro che ai documenti originali preferiscono una storia composta seriamente, con peripezie appassionanti, leggano la bella opera del P. Brou (38) e vi troveranno anche numerosi frammenti di lettere del Saverio, vivranno nella sua intimità e si meraviglieranno del suo apostolato conquistatore

(34) Abbiamo trattato la questione nella nostra Introduction à la tipologie Bloud et
Gay,p.a8 ss. e negli articoli della Revue Thomiste, magg.-giugno 1933 e di Vie SpiritueUt maggio 1935.

(35) II P. Tacchi Venturi lo dimostra con moltissimi fatti nel primo volume della
(36) Storia della Compagnia di Gesù in Italia, 2 ed., Civiltà Cattolica, Roma.
(37) Lettera citata dal P. Brou, I, p. aao. Le lettere di Francesco Saverio formano
un volume dei Monumenta historica Societaiis Jesu, Madrid igeo.
(38) Saint Franfois de Xavier, sa vie et ses lettres, 2 voli., Privai, Tolosa 1900.

In San Francesco Saverio Dio rinnova per gl'Indù e i Malesi i prodigi compiuti per mezzo degli apostoli per la conquista del mondo greco-romano. £ dopo di allora, fino a questi ultimi anni, la storia dei missionari è piena di miracoli, specialmente quando penetrano in regioni nuove. Mentre Francesco Saverio andava fino alle Molucche e al Giappone, Filippo Neri rinnovava Roma: a al principio della sua carriera erano mostrati a dito i fedeli che frequentavano i sacramenti, e se volevano sfuggire ai sarcasmi dovevano nascondersi " (39); alla fine della sua vita "le mura della città sono troppo strette per contenere la devozione suscitata " (40).

Il suo influsso anche se non fu l'unico, fu preponderante, nel mutare quest'ambiente smoralizzato. Esistenza banale e monotona al di fuori, che trascorreva in piccoli trattenimenti con gente di bassa condizione -e negli esercizi di pietà, straordinaria all'interno: un'unione incessante con Dio, un ardore appassionato, che tocca i cuori più duri, frequenti comunicazioni soprannaturali, visioni e, al bisogno, il dono dei miracoli. Chi avrebbe avuto un cuore cosi duro da non essere commosso nel vedere Filippo sul suo letto, tendere le mani alla Vergine Maria che si mostrava a lui (41), o andare in estasi guardando il Santissimo Sacramento? (42). Quest'uomo viveva sulla terra ma era già con l'anima nell'aldilà; non c'è da stupire che ne tornasse con la potenza di Dio.

I testi del processo di canonizzazione gli attribuirono un numero incalcolabile di miracoli. Il Bordet li discute con una severità estrema e quasi eccessiva (pp. 97-117); per alcuni trova spiegazioni naturali, ma restano pure molti fatti privi di ipotesi esplicative. Filippo leggeva nelle coscienze, e come avrebbe potuto divinare che il senese diciassettenne Tommaso di San Gemignano, vestito da laico, che non aveva mai visto, avesse ricevuto fraudolentemente l'ordinazione sacerdotale (p. 103)? Guarisce i malati dicendo che non vuole che muoiano e mettendo la sua mano sulle loro (Prospero Crivelli, p. 110), e quando Giovanni Battista Guerra cade dall'alto di un'impalcatura della Chiesa Nuova in costruzione e si fracassa la testa, egli grida: a Non voglio che quest'uomo muoia, perché voglio che finisca questa chiesa ". E il Guerra sfugge alla morte, si lavano le sue ferite, prende qualche rimedio e dopo qualche giorno è in piedi a proseguire i lavori (p. 110). Forse il giovane Massimo non fu proprio resuscitato, ma in ogni caso, quando Filippo con una preghiera richiamò alla vita il fanciullo, al quale il padre aveva chiuso gli occhi, per lasciarlo morire dopo un estremo colloquio, dimostra un dominio sulla vita e sulla morte che evidentemente è soprannaturale (p. 116).

Saint Francois de Xaoier, 2 voli., Beauchesne, Paris 1912.
L. Ponhule et L. Bordet, Saìnt Philippe Neri et la societé romaine de san tempi,
p. 66, Bloud et Gay, Paris. Questo tratto è citato su un documento del tempo.
Ivi, p. 65.
Ivi, p. 70.
Ivi, p. 74. Tutti questi fenomeni sono stati accertati da testimoni al processo
di canonizzazione; si veda un elenco delle visioni, nota ss, p. 75.


Baschi appassionati come Ignazio di Loyola e Francesco Saverip, un fiorentino fantasioso ed eccentrico come Filippo Neri, sembrano predestinati a fare miracoli; ma la scuola francese del secolo XVIII? Cartesiani che ragionano sempre e decidono solo con la ragione; preti gravi e compassati che non depongono mai la cotta, che esercitano umilmente le loro funzioni e non vogliono mai eccederei Aggiungete che qui è passato l'insegnamento di San Giovanni della Croce: l'uomo spirituale nulla deve evitare più dei favori straordinari. Tuttavia troviamo miracoli in pieno secolo xvii, non dico soltanto nella Bretagna di de Quério-let e del P. Maunoir, ma anche nella scuola francese. Gè n'è uno importante nella vita di Gian Giacomo Olier e anche in quella di Vincenzo de' Paoli.

Si sa che l'Olier, in possesso di ricchi benefici, da principio condusse la vita mondana e tiepida che al principio del secolo xvii troppo spesso conducevano gli ecclesiastici altolocati. Fu chiamato da Dio e illuminato sulla suavo-cazione da due sante donne: Maria Rousseau, vedova d'un negoziante di vino, e Madre Agnese, religiosa di Langeac. L'Olier, già tocco dalla grazia, s'era deciso a fare un ritiro a San Lazzaro, sotto la direzione di San Vincenzo de' Paoli. Ecco come egli stesso ha raccontato il fenomeno che avvenne durante il ritiro: a Io ero nella mia camera in orazione, quando vidi quella santa anima venire a me con grande maestà. In una mano teneva un crocifisso e nell'altra la corona. Il suo angelo custode, bello oltre ogni dire, reggeva un'estremità del suo mantello da coro e con l'altra mano un fazzoletto per ricevere le lacrime che ella versava. Mostrandomi un volto penitente e- afflitto, mi disse queste parole: io piango per te... Io credetti allora che fosse la Santa Vergine, per la santa gravita e la dolce maestà con cui mi apparve e a causa dell'angelo che le rendeva gli stessi servizi d'un servo alla sua dama ".

Qualche tempo dopo Olier, essendo nella sua abbazia di Pebrac non lungi da Langeac, desiderò vedere la religiosa la cui reputazione di santità era giunta fino a lui: presentiva che fosse stata proprio lei ad apparirgli. Dopo essersi presentato molte volte al parlatorio del monastero senz'ottenere di essere ricevuto, la Priora fu in grado di parlargli. Si rivolse a lui come a un ecclesiastico che conosceva solo per sentito dire. Ma l'Olier desiderando sapere se il suo presentimento non lo ingannava, domandò alla religiosa di togliersi il velo. Ella lo tolse, a Madre mia, gridò, io vi ho vista altrove ". Agnese gli rispose: a È vero; mi avete veduta due volte a Parigi, e vi sono apparsa nel vostro ritiro a San Lazzaro, perché avevo ricevuto dalla Santa Vergine l'ordine di pregare per la vostra conversione, poiché Dio vi ha destinato a gettare le fondamenta dei seminari del regno di Francia ". E queste due grandi anime s'intrattennero sui segreti che Dio manifestava loro. Non si tratta d'un sogno vago, seguito da un'interpretazione improvvisata: la testimonianza dell'Olier è precisa nelle sue memorie, e nelle biografie si troveranno altre testimonianze che la corroborano (43). L'Olier era destinato all'altissima missione di stabilire in Francia i Seminari richiesti invano dal Concilio di Trento e d'istituire la Congregazione che avrebbe formato tanti sacerdoti in Francia, nell'America del Nord, e ora in Indocina: non ci stupiamo che Dio abbia voluto istruirlo col ministero della Santa Vergine e d'una religiosa elevata alla più alta contem plazione. Per noi questo miracolo comporta anche l'insegnamento dell'efficacia apostolica degli ordini contemplativi: innumerevoli seminaristi devono il beneficio della loro formazione clericale a una religiosa domenicana che trascorse tutta la sua vita nella preghiera tra le mura di un monastero del Velay. (43) Faillon, Vie de M. Olier, 4 ed., voi. 1, pp. 93 e 99, Poussielgue, Paris 1873. Vedere alle pp. 99-103, la discussione dell'apparizione, le deposizioni di ventiquattro testimoni oculari di Lengeac
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Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle...Lu 21,25
 
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