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IL PLAGIO

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    00 20/03/2018 22:49

    IL PLAGIO:
    COSA E'  - E COME VIENE ATTUATO

    Risultati immagini per plagio

    Che significa plagio?

    Nel codice del 1930 fu inserito un reato penale che per la prima volta venne chiamato con l'antichissimo termine "plagio", che significava riduzione in schiavitù.

    Già alla sua origine, l'art. 603 del codice penale fu oggetto di lunghe discussioni fra i commissari che denunciavano il pericolo che, usando un termine antichissimo da essi considerato lessicalmente sicuro, reso valido da oltre duemila anni nel linguaggio e nell'esperienza legislativa e forense, si confondessero concetti giuridici basilari e s'incorresse in equivoci. 

    Per plagio, nel linguaggio comune di oggi, intendiamo quella condizione di suggestione, convincimento, persuasione, soggezione, annientamento della volontà e trasferimento della personalità umana da un soggetto all'altro, denominata anche manipolazione mentale o della psiche
    .





    TECNICHE DI PLAGIO

    Riportiamo in sintesi le principali tecniche di plagio utilizzate nelle sette e nelle psicosette, descritte in diverse pubblicazioni scientifiche. Ovviamente non si utilizzano tutte insieme ma si prediligono solo alcune.

    "Love bombing"
    Il "bombardamento d'amore" è una delle tecniche di manipolazione mentale più usata, che ha gli effetti più duraturi. La fase iniziale è caratterizzata da lusinghe, seduzione, contatti corporei non sessuali ma carichi di affetto (baci, carezze, abbracci, mano nella mano) e molta attenzione verso qualsiasi necessità del nuovo arrivato. Il neofita viene circondato d'amore dal leader e dagli aderenti alla setta, che lo mettono al centro delle loro attenzioni. Lo scopo è creare l'ambiente di una famiglia. In una seconda fase, una o due persone già ben inserite nel gruppo, che seguono le indicazioni del leader, si dedicano esclusivamente a lui ("Sistema del compagno"). Ben presto il neofita inizierà ad imitare il comportamento e il linguaggio del gruppo, per sentirsi accettato e farne parte.

    Isolamento
    La persona viene separata dalla sua famiglia e dagli amici, impedendo oppure ostacolando ogni forma di contatto con persone esterne, rendendo accessibile un'unica realtà, quella del gruppo. La setta stessa diventa la nuova famiglia. Si cerca di far convivere nel medesimo luogo gli appartenenti al gruppo. Le sette controllano inoltre il flusso informativo dei membri. Possono controllare la corrispondenza, le telefonate, letture non autorizzate, visite di esterni o verso l'esterno. In alcune sette i telefoni sono rotti; in altre l'uso viene limitato. 

    Una ex aderente alla setta dei Sullivanians ha descritto così la sua esperienza: "La mia terapeuta mi faceva spesso domande sulla mia infanzia. Diceva che sembrava che i miei genitori non mi volessero, o che erano semplicemente incapaci di amarmi. Diceva che era preferibile non vedere i miei per un po', almeno finché non fossi stata in grado di capire meglio la mia storia. I miei ricordi dolorosi dell'infanzia venivano sempre convalidati, mentre quelli felici erano disprezzati. Mi convinsi di aver avuto un'infanzia misera ed era come se i miei nuovi amici fossero i soli che potessero capirmi". 
    La revisione della storia personale fornisce utile propaganda contro genitori, amici e tutti quegli aspetti del mondo che il leader vuole denigrare. Rafforzano inoltre la suggestione che il mondo convenzionale deve essere evitato e che è meglio rimanere nel mondo buono e protettivo del gruppo.

    Spiare gli adepti
    Si incoraggia a spiare gli altri membri della setta. Gli adepti vengono affiancati o accompagnati sempre da qualcuno che li possa controllare. Ogni violazione delle regole del gruppo viene riferita al leader, che in tal modo acquisisce il controllo del gruppo grazie ai membri stessi.

    Ripetitività
    Con la scusa di favorire la meditazione si induce il neofita a ripetere ossessivamente le stesse parole, cantare le stesse strofe o svolgere di continuo un'attività. In questo modo si induce artificialmente uno stato di alta suggestionabilità.


    Privazione del sonno
    Tecnica spesso associata alla precedente, viene incoraggiata motivandola come necessaria per non interrompere lo stato di concentrazione raggiunto. In questo modo si indebolisce il fisico rendendo ancora più vulnerabile l'individuo. 

    Droga o psicofarmaci
    Con la somministrazione di psicofarmaci e/o droghe si induce uno stato di "torpore" mentale che facilita la manipolazione della psiche.

    Regole inflessibili
    Induzione a regressione e disorientamento sollecitando l'accordo su regole apparentemente semplici che scandiscono le pause-pasto, pause gabinetto e l'uso di medicine.

    Mantenere l'obbedienza al gruppo
    Disciplina più o meno rigida, controlli e punizioni ai trasgressori.

    Privazione del Senso del Tempo
    Distruggere la capacità di valutare notizie, informazioni, reazioni personali e funzioni fisiche in relazione al passare del tempo, rimovendo gli orologi personali e quelli da muro.

    Disinibizione
    Incoraggiare obbedienza di tipo infantile con l'organizzazione di comportamenti di tipo infantile.

    Giochi
    Induzione alla dipendenza al gruppo con l'introduzione di giochi dalle regole oscure.

    Confessioni
    Incoraggiare la distruzione dell'ego individuale con confessioni di debolezze personali e sentimenti o dubbi intimi, specialmente durante le attività del gruppo.

    Senso di colpa
    Rafforzare il bisogno di salvezza o di cambiamento esagerando i peccati dello stile di vita precedente.

    Cambiamento della dieta
    Creare disorientamento e accrescere la suscettibilità agli stimoli emotivi con l'applicazione di diete particolari.

    Fatica fisica
    Creare disorientamento e vulnerabilità con attività fisiche o mentali prolungate, e privazione di riposo e/o sonno adeguato.

    Obblighi finanziari
    Raggiungere un'ulteriore dipendenza dal gruppo creando una dipendenza economica o inducendo la donazione delle proprietà, sia immobili sia in denaro.


    Additare
    Creare un falso senso di giustizia sottolineando i difetti del mondo esterno e degli altri.

    Gerarchia sfarzosa
    Promuovere l'accettazione dell'autorità della setta promettendo carriera, avanzamenti o potere. 

    Approvazione controllata
    Mantenimento della vulnerabilità e della confusione alternando premi e punizioni per azioni similari.

    Dottrina confusa
    Incoraggiare l'accettazione cieca e il rifiuto della logica con complesse lezioni di dottrina volutamente incomprensibile.

    Codice di abbigliamento
    Rimuovere l'individualità con la pretesa di una conformità al codice di abbigliamento del gruppo.

    Metacomunicazione
    Impianto di messaggi subliminali mettendo l'accento su parole chiave o frasi, in lunghe e confuse lezioni e/o discorsi.

    Abuso verbale
    Desensibilizzazione con il bombardamento di linguaggio volgare.

    Crisi d'identità
    Portare la persona a criticare la propria identità anche attraverso la ridefinizione del passato individuale (inculcare falsi ricordi, dimenticare i ricordi positivi del passato).

    Eliminazione della privacy
    Ottenere una mancanza di capacità di valutazione e giudizio logico impedendo la riflessione e limitando la vita privata.

    Pressione del gruppo
    Sopprimere dubbi e resistenze alle idee nuove sfruttando il bisogno di appartenenza al gruppo.

    Rifiuto dei vecchi valori
    Accelerare l'accettazione di un nuovo stile di vita condannando costantemente i valori e le credenze precedenti.

    Ipnosi e Trance 
    Introdurre uno stato di alta suggestionabilità, con l'ipnosi o induce
    ndo stati di trance, spesso sotto forma di meditazione o con esercizi di vario tipo.

    Franco Granone, docente di Psicologia all'Università di Torino, caposcuola italiano dell'Ipnosi Medica, studioso di fama internazionale, sostiene che "...possono insorgere particolari condizioni, ben conosciute in ipnosi vigile, durante le quali il soggetto non riesce a sottrarsi all'imperio di determinate idee suggestive, andando incontro a monoideismi plastici e a parziale dissociazione psichica; pur apparendo integra la sua coscienza e, entro determinati limiti, la capacità di riflessione e di critica… in questi casi può avvenire un certo plagio del soggetto con un procedimento ipnotico, che difficilmente viene riconosciuto dagli astanti, né dallo stesso operatore, se questi non è edotto nella dinamica dei processi ipnotici, plagio che potrebbe spingere persone neurolabili o predisposte a crimini o al suicidio" (articoli sull'ipnosi pubblicati su "Leadership Medica", 8/93, 1/95, 2/96).


    [Modificato da Credente 23/02/2019 14:25]
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    00 20/03/2018 22:51

    MANIPOLAZIONE MENTALE (PLAGIO)



    E' ormai noto che i manipolatori mentali si servono di tecniche psicologiche subdole e sofisticate, spesso abbinate alla somministrazione di sostanze chimiche (come allucinogeni, droghe, psicofarmaci "depersonalizzanti", eccetera), come dimostrano gli studi compiuti da Margareth Singer, G. De Gennaro, M. Gullotta, Jania Lalich e gli scritti di Randall Watters, G. Flick, Ted Patrick. 

    Ma è sbagliato pensare che il plagio avviene solo nelle sette organizzate. Può verificarsi anche in un piccolo gruppo deviato, nella coppia, o addirittura in famiglia.

     

    Secondo lo psicologo Steven Hassan, il controllo mentale può essere compreso analizzando le tre componenti descritte dallo psicologo Leon Festinger. Si tratta del controllo del comportamento, controllo dei pensieri e controllo delle emozioni. Ogni componente influenza profondamente le altre: modificandone una anche le altre tenderanno a cambiare. Se si riesce a cambiarle tutte e tre, l'individuo sarà spazzato via (tratto dal libro Releasing the Bonds).

     

    Controllo del comportamento 
    Il controllo del comportamento è ciò che regola la realtà fisica di un individuo. Include il controllo del contesto in cui si trova, vale a dire dove abita, quali vestiti indossa, che cibo mangia, quanto dorme, come pure il suo lavoro, le abitudini e le altre attività.
    In alcuni dei gruppi più restrittivi i membri devono chiedere il permesso per qualsiasi cosa. A volte l'individuo viene reso dipendente dal punto di vista finanziario cosicché la sua facoltà di scelta comportamentale si restringe. Un adepto deve chiedere i soldi per il biglietto dell'autobus o per comprarsi i vestiti, o il permesso per recarsi dal medico. Il seguace deve essere autorizzato a telefonare a un amico o a un parente fuori dal gruppo e deve rendere conto di ogni ora della sua giornata. In questo modo il gruppo può tenere saldamente le redini del suo comportamento e controllarne anche pensieri ed emozioni. Il comportamento individuale è spesso assoggettato alla richiesta di eseguire in gruppo ciascuna azione. In molte sette le persone mangiano assieme, lavorano assieme, partecipano a riunioni di gruppo e talvolta dormono nella stessa casa. L'individualismo è disincentivato. Ognuno vede assegnarsi degli "amici" fissi. La struttura del comando è autoritaria: il processo decisionale parte dal capo e, passando per i luogotenenti, arriva ai diretti inferiori fino ai ranghi più bassi. In un ambiente così strutturato, tutti i comportamenti possono essere premiati o puniti.

     

    Controllo del pensiero 
    Il controllo del pensiero, la seconda importante componente del controllo mentale, prevede l'indottrinamento dei membri in maniera così pervasiva da far loro interiorizzare la dottrina del gruppo. Per diventare un buon seguace una persona deve prima imparare a manipolare i propri processi mentali. Tutto ciò che è buono si incarna nel leader e nel suo gruppo. Tutto ciò che è cattivo è nel mondo esterno. I gruppi più totalitari dichiarano che la loro dottrina è stata scientificamente dimostrata. La dottrina sostiene di poter esaudire tutte le domande, di rispondere a tutti i problemi e a tutte le situazioni. Un altro aspetto chiave del controllo del pensiero prevede l'addestramento specifico dei soggetti a bloccare e respingere qualsivoglia informazione critica nei confronti del gruppo.

    I basilari meccanismi di difesa di una persona vengono confusi a tal punto da farla arrivare a difendere l'identità acquisita nel culto a scapito dell'identità originaria, che soccomberà nello scontro. Se un'informazione trasmessa al membro di un culto viene percepita come attacco al capo, alla dottrina o al gruppo stesso, per tutta risposta viene immediatamente eretto un muro di ostilità.

     

    Controllo delle emozioni 
    Il controllo delle emozioni, la terza componente del controllo mentale, mira a manipolare e limitare la sfera dei sentimenti. Sensi di colpa e paura sono gli strumenti impiegati per tenere le persone sotto controllo. Il senso di colpa è forse l'unica e più importante leva emozionale capace di indurre conformismo e accondiscendenza. La maggior parte degli affiliati non è affatto consapevole che i sensi di colpa e le paure vengono usati al fine di controllarli: sono stati condizionati a colpevolizzare sempre e soltanto se stessi, quindi rispondono con gratitudine ogni qual volta si fa loro notare una "mancanza". La paura mira a tenere unito il gruppo: un modo è la creazione di un nemico esterno che ti perseguita. Molti gruppi esercitano un controllo completo sulle relazioni interpersonali. I capi dicono ai membri chi devono frequentare e chi evitare. Alcuni leader di setta arrivano a indicare ai propri affiliati chi possono sposare e chi no. La confessione di peccati commessi nel passato o di comportamenti errati è anch'esso un potente mezzo per il controllo delle emozioni. Ma la tecnica più potente per il controllo emozionale è l'induzione di fobie. Si tratta, in sostanza, di indurre una reazione di paura alla sola idea di abbandonare il gruppo. È impossibile per un seguace ben indottrinato sentirsi al sicuro fuori dal gruppo. Se un gruppo riesce ad avere pieno controllo sulle emozioni di una persona, riuscirà a controllarne anche pensieri e azioni.

     

    Controllo dell'informazione 
    Il controllo dell'informazione è l'ultima componente del controllo mentale. L'informazione è il carburante che usiamo per il buon funzionamento della nostra mente. Se a una persona viene negata l'informazione necessaria a formulare giudizi fondati, non sarà più in grado di formarsi opinioni proprie.

    Le persone rimangono intrappolate nelle sette non solo perché viene loro negato l'accesso a informazioni di carattere critico, ma anche perché vengono a mancare quegli appropriati meccanismi interni che servono a elaborarle. Tale controllo dell'informazione ha un impatto drammatico e devastante. In molte sette le persone hanno un accesso limitato ai mezzi d'informazione (giornali, riviste, televisione o radio) che non siano di pertinenza del gruppo. Ciò si ottiene anche impegnando i membri al punto da non avere tempo da dedicare ad altro. Il controllo dell'informazione avviene a tutti i livelli relazionali. Non sono permesse conversazioni critiche nei confronti dei capi e dell'organizzazione. I seguaci devono spiarsi a vicenda e riportare immediatamente ai leader attività improprie e critiche. Ai nuovi adepti non è consentito comunicare tra loro, se non alla presenza di un membro anziano. E, cosa più importante, viene proibito loro di avere contatti con chi è critico nei confronti della setta. Comportamento e pensiero, emozioni e informazioni, ogni forma di controllo ha grande potere sulla mente umana. Insieme formano una rete totalizzante che può manipolare anche le persone più forti. Di fatto, sono proprio gli individui più forti a trasformarsi in membri più devoti e coinvolti. Nessun gruppo mette in atto tutte queste tecniche insieme, ma senz'altro sono le pratiche più diffuse nell'ambito di ciascuna componente del controllo mentale, poiché esistono anche altri metodi in uso in certe sette.

     

    La riforma del pensiero secondo Singer 
    Negli Anni '50, la psicologa del Walter Reed Army Hospital, Margaret Singer, ha studiato gli effetti del controllo mentale settario.


    Singer ha riassunto cinquant'anni del suo lavoro nel libro Cults in Our Midst, in cui spiega le sei condizioni per ottenere la riforma del pensiero:

    1. acquisire il controllo sul tempo personale individuale, in particolare quello dedicato alla riflessione e all'ambiente fisico;

    2. Creare senso di impotenza, paura e dipendenza, fornendo contemporaneamente modelli del comportamento che la leadership vuole produrre;

    3. premi, punizioni ed esperienze al fine di sopprimere precedenti comportamenti e atteggiamenti sociali, compreso l'utilizzo di stati alterati di coscienza;

    4. manipolazione di premi, punizioni ed esperienze per provocare comportamenti e atteggiamenti voluti dalla leadership.

    5. creazione di un sistema controllato, in cui chi dissente viene fatto sentire come se i suoi interrogativi indicassero che esiste qualcosa di intrinsecamente sbagliato in lui.

    6. mantenere i membri inconsapevoli e non informati sul fatto che esiste un piano per controllarli e modificarli.


    Secondo la dottoressa Singer, l'individuo crede di prendere decisioni autonome quando in realtà è socialmente influenzato a disinserire la mente critica e la capacità di prendere decisioni indipendenti. Nel giro di breve tempo le reclute immerse nel nuovo ambiente iniziano a pensare in modo diverso senza rendersene conto. Le sette giocano su normali sentimenti di ambivalenza, cosa facile con i giovani che hanno meno esperienza di vita. Ad esempio, è quasi impossibile che adolescenti e giovani adulti non abbiano sentimenti contrastanti nei confronti dei genitori. Anche la madre o il padre più amati hanno avuto scontri con i figli che lasciano ricordi di rabbia o delusione, e la maggioranza dei genitori ha almeno qualche abitudine o peculiarità irritante. Molte sette si preoccupano di battere su questi sentimenti irrisolti e li sfruttano per legare i membri al gruppo. Oltre ad essere indotti a condannare famiglia e relazioni personali, vengono portati a credere che essi stessi erano "persone cattive" prima di entrare nel gruppo.


    REATO DI PLAGIO

    La difesa contro la sottomissione psicologica era affidata all'art. 603 (Plagio) del Codice Penale che è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel 1981 a causa di una insufficienza che generava equivoci. Poiché era raramente applicabile, necessitava di una correzione.

    Il 4 Marzo 2004 la commissione Giustizia del Senato aveva approvato all'unanimità il nuovo articolo 613 bis del Codice Penale, che introduceva sanzioni severe contro la manipolazione mentale. La nuova disposizione del Codice sarebbe stata introdotta all'interno dei delitti contro la libertà individuale e, più specificatamente, contro la libertà morale. 

    Il provvedimento non ha superato il successivo iter di approvazione.

    In tal modo il Governo ha cercando di reintrodurre il reato di plagio nel Codice Penale, ma secondo alcuni appartenenti a gruppi di culto questo comporterebbe una limitazione della libertà di religione.

    L'articolo 728 del Codice Penale (capitolo sugli abusi) punisce l'intervento sulla volontà e la coscienza altrui, riferendosi allo stato di narcosi e di ipnotismo, ma poi si estende al trattamento che sopprime la coscienza e la volontà. Tale norma trova applicazione quando il trattamento non comporta l'impiego di medicinali o droghe, ma arriva comunque a piegare la volontà del soggetto.

    I reati più gravi sono previsti nel capitolo 111 sulla tutela della libertà individuale personale (come il sequestro di persona, art. 605). 

     


    [Modificato da Credente 16/02/2019 14:18]
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    00 20/03/2018 22:53
    COME USCIRNE

    Sono tre i modi con cui si esce da una setta: 



    1) grazie ad un intervento esterno;

    2) con la propria forza di volontà;

    3) per espulsione dal gruppo

    Le ultime due categorie, i fuoriusciti e gli scacciati, sono in genere quelli che hanno più bisogno d'aiuto per il loro processo di riabilitazione. Gli ex membri espulsi sono particolarmente vulnerabili. Quando qualcuno lascia la setta porta con se un profondo senso di colpa e di vergogna. Anche quelli che se ne vanno per propria volontà risentono di questi problemi: possono anche riuscire a superare i complessi a livello razionale, ma hanno difficoltà a gestirli psicologicamente. 

    Il modo migliore per favorire il processo di riabilitazione degli ex membri di un gruppo settario è quello di imparare che tipo di controllo mentale utilizzava quella setta, e come era usato. Capire che ci sono sempre degli effetti residui, ma che sono solo transitori, aiuta a combattere un diffuso senso d'ansia che attanaglia gli ex membri. Inoltre, capire e spiegare come funzionavano le tecniche di plagio fa comprendere ai pazienti in che modo e in che misura la setta era riuscita a cambiare il loro comportamento e la personalità.


    [Modificato da Credente 16/02/2019 14:20]
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    00 23/04/2018 11:08

    Tecniche di controllo mentale


     





    Lo psicologo Robert Lifton individua otto temi psicologici fondamentali degli ambienti totalitari. Questi temi vengono utilizzati all’interno delle sètte per promuovere cambiamenti comportamentali e attitudinali e sono:
    − Controllo del milieu (Controllo dell'ambiente e della Comunicazione): si tratta del controllo totale della comunicazione del gruppo. Dietro alla scusa che “pettegolezzi” e “chiacchiere” strapperanno il tessuto del gruppo o ne distruggeranno l’unità, si nasconde la ben più subdola motivazione di impedire agli affiliati di esprimere dubbi o perplessità su quanto sta accadendo e di comunicare agli altri membri qualsiasi cosa non sia una positiva approvazione. “Agli aderenti viene insegnato di fare rapporto su chi infrange la regola, una pratica che serve anche a mantenere i membri isolati l’uno dall’altro, ed aumentare la dipendenza dalla leadership. Il controllo del milieu spesso implica anche scoraggiare i membri dal mantenere contatti con parenti o amici esterni al gruppo, e dal leggere qualsiasi cosa non sia approvata dall’organizzazione.”
    .... continua
     


    È quello che Hassan classifica come “controllo dell’informazione”.Negare ad una persona l’informazione necessaria a formulare giudizi fondati fa si che essa non sia in grado di formarsi delle opinioni proprie.
    − Linguaggio caricato: l’utilizzo di un gergo interno al gruppo serve a limitare il pensiero dei membri e a cessare l’attività di pensiero critico. La traduzione dalla lingua originaria alla “neolingua” richiede un grosso sforzo e costringe i membri a censurare, correggere o rallentare esplosioni spontanee di critica o idee contrarie. Li aiuta a contenere sentimenti negativi o di resistenza. Alla fine, parlare il gergo della sètta diviene naturale e comunicare con gli esterni diventa faticoso e difficile. Fa parte del linguaggio caricato anche l’etichettare gli esterni con ogni possibile epiteto spregiativo: wog, reazionari, sporchi, satanici, (impuri, "gente del mondo")
    − Richiesta di purezza: “il sistema di credenza tutto-o-niente del gruppo promuove un orientamento noi-contro-loro del gruppo: noi abbiamo ragione; loro (esterni, non membri) hanno torto, sono malvagi, non illuminati e così via.”
    Molti gruppi asseriscono che esiste solo un modo di pensare, reagire o agire in ogni situazione. Non esistono vie di mezzo e i membri devono giudicare se stessi e gli altri con questo standard del tutto-o-niente. Questo sistema diventa la giustificazione per il codice etico e morale interno del gruppo. Il fine giustifica i mezzi e siccome il fine, cioè il gruppo, è puro, i mezzi sono semplici strumenti per raggiungere la purezza. “Se si è un neofita, questi onnipresenti sensi di colpa e vergogna amplificano la dipendenza dal gruppo. Il gruppo in sostanza dice “Ti amiamo perché stai trasformando te stesso”, che significa che in qualsiasi momento tu non stia trasformando te stesso stai scivolando
    indietro.” Questo comporterà che il seguace si sentirà spesso inadeguato e il mondo esterno verrà continuamente contestato.
    − Confessione: con questa pratica i membri vengono indotti a rivelare comportamenti passati e presenti, contatti con esterni e sentimenti indesiderabili, con la scusa che in questo modo si libereranno di un peso. Tuttavia qualsiasi cosa divulgata verrà successivamente usata per plasmare ulteriormente il seguace, per farlo sentire legato al gruppo e lontano dai non membri. “Le informazioni raccolte possono essere usate
    contro un membro per farlo sentire più colpevole, impotente, timoroso e, alla fine, bisognoso della bontà della sètta e del leader. La confessione può essere usata per far riscrivere la storia personale del soggetto in modo da denigrare la vita precedente all’affiliazione, facendo sembrare illogico ogni desiderio di ritornare alla vecchia vita, alla famiglia e agli amici.”Attraverso questo processo e grazie agli insegnamenti del
    gruppo, i membri imparano che tutto ciò che è legato alla loro vita precedente, compresi familiari e amici, è sbagliato e deve essere evitato. Gli esterni metterebbero a rischio la loro possibilità di raggiungere l’obiettivo prestabilito diminuendo la loro consapevolezza psicologica, impedendo il progresso politico del gruppo e ostacolando il cammino verso la massima conoscenza.
    − Manipolazione mistica: il gruppo fa credere ai membri che i sentimenti e comportamenti nuovi sono frutto di una scelta spontanea maturata in questa nuova atmosfera. Il leader dichiara che si tratta di un gruppo prescelto con uno scopo superiore. I membri diventano esperti nell’osservare quale comportamento è richiesto, a captare tutti i tipi di indizi su cui verranno giudicati e a modificare il loro
    comportamento di conseguenza.
    “I leader dicono ai seguaci “Siete stati voi a scegliere di venire. Nessuno vi ha detto di farlo. Nessuno vi ha influenzato” quando in realtà i seguaci sono in una situazione in cui non possono andarsene a causa della pressione sociale o della paura.”
    Pertanto per loro sarà più facile credere di avere realmente scelto quella vita. Se gli esterni accenneranno al fatto che sono stati plagiati o
    imbrogliati, i membri risponderanno che non è così, di aver scelto volontariamente. “Le sètte prosperano su questo mito della volontarietà, insistendo continuamente che nessun membro viene trattenuto contro la sua volontà.”
    − La dottrina è più importante della persona: dopo aver modificato in retrospettiva i racconti della loro storia personale, ai membri viene insegnato a interpretare la realtà attraverso i concetti del gruppo e a ignorare esperienze e sentimenti personali quando questi si presentano. Non va più prestata attenzione alle percezioni e bisogna semplicemente accettare la visione “informata” del gruppo.
    − Scienza sacra: alla saggezza del leader viene data una patina di scienza, aggiungendo in questo modo credibilità alle sue nozioni filosofiche, psicologiche e politiche centrali. Pertanto chiunque sia in disaccordo o abbia idee alternative a quelle del leader non solo è immorale e sfrontato, ma è anche non scientifico.
    − Dispensazione dell’esistenza: l’ambiente totalitario della sètta enfatizza chiaramente che i membri appartengono ad un movimento elitario di prescelti. Se gli affiliati detengono l’illuminazione, allo stesso tempo i non membri sono esseri insignificanti, inferiori. Questo impianto di pensiero smorza la coscienza dei membri e giustifica, in quanto rappresentanti di un gruppo “superiore”, la manipolazione dei non membri per il bene del gruppo. “Oltre a rafforzare la mentalità noi-contro-loro, questo tipo di ragionamento significa che l’intera esistenza del seguace si incentra sull’appartenenza al gruppo. Se se ne va entrerà nel nulla. Questo è il passo finale per creare la dipendenza dal gruppo.
     

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    00 27/08/2018 09:47

    Come farsi “modellare” dalla Watchtower



    Nella Torre di Guardia (edizione per lo studio) di novembre 2018 troviamo, tra gli altri, un paio di articoli degni di essere menzionati per la preoccupante propaganda che contengono.


    Iniziamo commentano un articolo intitolato “Da chi ci stiamo facendo modellare?”.


    Una delle prime affermazioni che saltano all’occhio è la seguente:



    Se però lasciamo che il mondo influisca sul nostro modo di pensare, tenderemo a essere egoisti e a voler decidere da soli cos’è giusto e cos’è sbagliato. […] Vedremo che il modo di pensare di Dio non ci pone limiti esagerati, ma ha un effetto positivo su di noi.



    In questo paragrafo viene sostanzialmente stabilito che se non si pensa come vuole l’organizzazione, allora tenderemo “a voler decidere da soli cosa è giusto e cos’è sbagliato”. Pertanto la libertà di discernere ciò che è giusto non dovrebbe essere una nostra prerogativa…ma allora come si fa a decidere? Semplice: facendo quello che dice Geova, ovvero l’organizzazione. Il concetto è chiaro e successivamente la Wts si spinge coraggiosamente verso un’affermazione che ai più informati sull’argomento susciterà una risata amara: “….il modo di pensare di Dio (cioè della Watchtower, ndr) non ci pone limiti esagerati, ma ha un effetto positivo su di noi”. Ci vuole coraggio a fare una simile affermazione, considerando che ci sono persone che muoiono per il rifiuto del sangue, persone che rovinano vite con l’ostracismo e così via..solamente per seguire le regole imposte dalla Watchtower. Sostenere che questi non siano “limiti esagerati” e che possano avere “un effetto positivo” non è nient’altro che una sfacciata presa in giro.


    Proseguiamo:



    È importante capire, però, che avere lo stesso modo di pensare di Geova non significa rinunciare alla propria libertà di pensiero o di espressione. […] Quindi siamo liberi di esprimere la nostra personalità, di avere preferenze e interessi personali. […] Questo però non significa che la nostra libertà non abbia dei limiti.



    Se “avere lo stesso modo di pensare di Geova non significa rinunciare alla propria libertà di pensiero o di espressione”, per quale motivo molti sono stati disassociati e ostracizzati per aver esposto dubbi su questioni dottrinali o per aver condotto ricerche per conto proprio riguardo la Watchtower? Forse sono quelli i “limiti” di cui si parla? Il succo del discorso come al solito è: “sei libero di fare ciò che vuoi, fintanto che fai quello che diciamo noi”.


    Successivamente leggiamo:



    Geova però non ci costringe a pensarla come lui. Nemmeno “lo schiavo fedele e saggio” o gli anziani ci impongono un determinato modo di pensare […].



    Questa affermazione non è altro che un insulto all’intelligenza del lettore. La Watchtower gioca con le parole, semplificando i concetti come usa fare spesso, in modo tale da non dire una vera e propria menzogna ma nemmeno la verità. Se da una parte è vero che gli anziani o “lo schiavo” non tengono il fucile puntato alla schiena degli adepti, dall’altra è innegabile che il ricatto della disassociazione ha sostanzialmente lo stesso potere, per cui al tdg restano due scelte: adattarsi alle regole dell’organizzazione o passare attraverso il calvario dell’ostracismo.


    Ancora:



    Per riuscire a trasformare la nostra mente e adottare il modo di pensare di Geova, dobbiamo ‘smettere di farci modellare da questo sistema’. Questo significa smettere di guardare, leggere o ascoltare qualsiasi cosa che promuova idee contrarie a quelle di Dio.



    Questo paragrafo è un capolavoro del controllo del pensiero e dell’informazione tipici di una setta. Viene detto senza mezzi termini che non bisogna assorbire alcuna informazione “dal mondo” che sia contraria a cià che dice Dio, o meglio, a ciò che dice l’organizzazione di Geova…poichè nella mente del tdg il volere divino passa sempre attraverso le direttive della Watchtower.


    Proseguiamo con la lettura:



    Dato che non possiamo uscire letteralmente dal mondo, è inevitabile venire a contatto con alcune delle sue idee  […]. Ad esempio, attraverso l’opera di predicazione ci confrontiamo con convinzioni religiose errate, e questo è inevitabile. Comunque, non significa che dobbiamo soffermarci su queste idee o accettarle. Come Gesù, dovremmo essere pronti a respingere i pensieri che Satana vorrebbe che avessimo. Un altro modo in cui possiamo proteggerci è quello di evitare ogni contatto non necessario con le idee del mondo.



    E’ straordinario come la Wts sia riuscita a condensare in un solo paragrafo la totale mancanza di rispetto verso le convinzioni religiose altrui (definite arrogantemente come “errate”), la paranoia per l’operato di satana che è sempre in agguato e la separazione dal mondo. Tralasciando l’arroganza e la mancanza di rispetto verso il credo altrui, una domanda sorge spontanea, specialmente verso coloro i quali difendono a spada tratta la Wts affermando che non ha le caratteristiche di una setta: se trovare scritto in una pubblicazione per lo studio che i tdg devono “evitare ogni contatto non necessario con le idee del mondo” non è tipico di una setta, allora cosa lo è?


    Poche righe dopo troviamo ulteriore conferma di quanto detto:



    Dobbiamo ricordare che le informazioni che assimiliamo possono provenire solo da due fonti: Geova e il mondo sotto il controllo di Satana.



    Queste parole, le quali si commentano tristemente da sole, sono la precisa dimostrazione dell’indottrinamento a cui sono sottoposti i testimoni. Senza nessun giro di parole e senza mezze misure viene inequivocabilmente affermato un principio cardine della propaganda geovista: “se non la pensi come noi allora la pensi come satana”. Il mondo, nella classica visione iper-semplicistica della Wts, viene diviso in due, bianco o nero, noi o loro. Chiunque abbia anche solo una superficiale conoscenza delle meccaniche di una setta (o di una dittatura) sa bene che una delle prime operazioni che “i leader” mettono in atto è proprio quella di creare divisione tra i membri e il resto della società, promuovendo quell’idea per cui solo all’interno della setta si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno mentre all’esterno tutto è cattivo e sbagliato.

    Fonte: https://jwanalisicritica.wordpress.com/2018/08/15/come-farsi-modellare-dalla-watchtower/


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    00 16/02/2019 14:16
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    00 17/01/2020 12:03

    LA MANIPOLAZIONE IN AGGUATO









    Sempre più spesso balzano agli onori della cronaca vicende connesse alla manipolazione di individui da parte di guru, “maestri spirituali”, santoni, maghi ecc. Come mai un siffatto fenomeno, da tempo oggetto di studio (si veda, ad esempio, Leon Festinger, Teoria della dissonanza cognitiva), continua a causare danni, talvolta irreversibili, nella vita di tanti giovani e adulti?


    È un fatto che nella complessa società contemporanea vi sono personalità che, non riuscendo a vivere il presente elaborandolo adeguatamente, reagiscono con una difesa che, a prima vista, possiamo definire una formazione reattiva, cioè un impulso al cambiamento radicale, che costituisce la reale natura di quell’atteggiamento che caratterizza l’adesione alle offerte di presunto miglioramento della qualità della vita, non solo di natura religiosa, proposte da soggetti spesso privi di ogni scrupolo morale.


    Su questa base reattiva si realizzano modelli differenti, dovuti alla diversità dei leader e all’intreccio tra circostanze storico-ambientali e aggregazioni di personalità che, per quanto riguarda l’aspetto religioso, recuperano spesso una lettura fondamentalista e grezza di testi “sacri”, cui si aggiungono le “rivelazioni” o messaggi dei leader. Questi “maestri”, con la loro pretesa di piena autorità e del possesso della conoscenza della realtà profonda, diventano gli organizzatori della ristrutturazione dell’identità degli adepti, che non di rado subiscono prevaricazioni e mortificazioni della dignità dell’individuo. Questo tipo di atteggiamento rende disponibili, perfino recettivi, alla dipendenza emotivo-affettiva da altre persone, costruendo quel composito intreccio di soggezione, passività, perdita di autonomia che viene spesso citato dagli esperti come configurazione ricorrente nelle personalità inviluppate nei gruppi sociali “chiusi”.


    La supina adesione all’autorità della “guida” di turno, che spesso promuove un modello di “comunità” a proprio uso e consumo, può costituire per l’adepto un meccanismo di difesa di fronte alla paura di perdere la propria soggettività, di non avere spazi relazionali in cui esprimerla, di essere sempre più posto in un ruolo marginale. Infatti, i gruppi che si formano intorno a questi leader spesso sono caratterizzati da legami di intimità, da un codice linguistico comune che diviene quasi “iniziatico”. La soggettività degli adepti viene confermata nell’edificazione di una “cultura” basata su valori alternativi rispetto a quelli della società tecnologica contemporanea. Il principale meccanismo di controllo attuato è quello della separazione-rifiuto: l’adepto è indotto a rifiutare l’ambiente relazionale precedente e a distaccarsene, intrecciando nuovi tipi di rapporti, prevalentemente se non esclusivamente con altri adepti, che sente personali anche se malamente manipolati e asserviti ai fini della “guida”. La posizione di chi cerca ingenuamente negli insegnamenti di questi manipolatori stimoli di interiorità e di identità, che non è riuscito a trovare nelle normali strutture sociali (ecclesiali e non), è comunque indicatore di un disagio reale con riferimento ai veloci processi di cambiamento sociale in cui siamo immersi, che implicano la loro messa in sintonia con le esigenze della crescita individuale. Forse la comprensione dei rischi impliciti nella supina adesione alle “originali” proposte di questi imbonitori può costituire un valido e pressante monito a rendere più “confortevoli” i rispettivi gruppi sociali (a cominciare dalle famiglie), al fine di prevenire nocive tentazioni di “conversioni”, foriere di molti guasti.


    fonte: https://www.zonagrigia.it/2020/01/la-manipolazione-in-agguato/varie/?fbclid=IwAR1tt0h2ePgTHrieSQtBaMt7uzGWkR_BXUN7nx5RCvLPClaF5_a_QMdiHQM





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    Credente
    00 29/07/2020 22:30
    IL PREOCCUPANTE FENOMENO DELLE SETTE IN ITALIA