La mia è una fede unica...MA PROPRIO "UNICA" !!!!!!!!!

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ulisseitaca
mercoledì 16 gennaio 2013 23:02
Si siamo simili a Dio perchè, perchè ci ha dato esso stesso la vita (Gen 2, 7) ma ci ha dato anche la possibilità di entrare in relazione con Lui (somiglianza)
taulos
mercoledì 16 gennaio 2013 23:36
NON CAPISCO ....
dove starebbe la somiglianza che dici....anche un cane entra in relazione con il padrone ma non è "simile" a lui.
E comunque, entriamo in relazione con lui perchè la parte immortale di noi ( lo spirito ) ce lo richiede attraverso la coscienza ( che ci distingue dagli animali ).
Ulisse..fermati qui: finalmente abbiamo concordato che la somiglianza con Dio è dovuta al dono della immortalità nello spirito, stop non confodermi le idee con altre cose. Anzi, visto che finlamente ho trovato un forum che "risponde" vediamo un altra questione "catechistica" ma che la stragrande maggioranza dlele persone confonde con pensieri ed idee svariate .
Io mi sono fatto una idea ma te la dico dopo (naturalmente quando dico "idea" vuol dire che non sono certo di niente ma cerco di capire sempre più specie dal pensiero altrui e dalla Bibbia, quando riesco a capirla). CHE SI INTENDE CON CASTIGO E PER PREMIO (logicamente parlando in termini spirituali). Molti pensano veramente al PREMIO vivendo veramente in un luogo ameno pieno di fiori, di cibo, dove tutti vannio d'accordo, ecc. ma naturalmente io non posso accettare questo. E il castigo ? Molti pensano veramente ad un lugo orrendo attorniato da cose e persone orrende in eterno....TU COSA PENSI ?
ulisseitaca
mercoledì 16 gennaio 2013 23:43
castigo è la negazione (auto) di Dio, premio è la sua visione (1Gv 3, 2)
ulisseitaca
mercoledì 16 gennaio 2013 23:58
Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". (Gen 3,5)
Cioè di fatto negarlo, ovvero non porre nessuna differenza fra noi e lui e dunque non simili ma con la nostra finitezza ma Dio stesso, e dunque "padrone" della vita mia e quella degli altri, giudice supremo e punto di riferimento incontestabile di ogni azione e relazione col prossimo, ovvero quelllo che è bene o male per me è bene e male per tutti, relativismo.
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 00:23
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

1033 Non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo. Ma non possiamo amare Dio se pecchiamo gravemente contro di lui, contro il nostro prossimo o contro noi stessi: « Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15). Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli. 628 Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno ». 
 

1035 La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, « il fuoco eterno ». 631 La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

1037 Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; 633 questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole « che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi » (2 Pt 3,9):


Credente
giovedì 17 gennaio 2013 00:40
Molti pensano veramente al PREMIO vivendo veramente in un luogo ameno pieno di fiori, di cibo, dove tutti vannio d'accordo, ecc. ma naturalmente io non posso accettare questo. E il castigo ? Molti pensano veramente ad un lugo orrendo attorniato da cose e persone orrende in eterno....TU COSA PENSI ?

Provo a dare un mio parere, ma siccome non abbiamo ancora la visione oggettiva di ciò che diciamo, resta solo una ipotesi:
Al momento della morte, avete accertato, che l'anima si separa dal corpo. Sarebbe per conseguenza meglio parlare di uno stato che di un luogo, la situazione in cui si viene a trovare l'anima. A meno che l'anima stessa non abbia una qualche eterea consistenza materiale che ne permetta una collocazione in un luogo.
Tale condizione, però secondo la nostra fede, non sarà eterna, perchè al momento del giudizio finale, le anime saranno ricomposte con dei corpi non pià soggetti a patire e a morire, rendendo piena la felicità già pregustata come anticipo nella situazione precedente.
questo lo ricaviamo da diversi brani della Scrittura, ma per quanto riguarda lo stato di felicità o di infelicità abbiamo solo delle immagini che possano farci intuire a cosa siamo indirizzati nella vita ultraterrena, nel caso accettiamo la salvezza o nel caso la rifiutiamo consapevolmente e deliberatamente:
1Co 2,9 : Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

Ap 21,8 Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte».
taulos
giovedì 17 gennaio 2013 07:33
un altro bell' " EVVIVA"
..perchè anche io concordo in pieno con Ulisse ( e mi sembra che siamo a "2" argomenti in cui andiamo perfettamente d'accordo, di questo passo prendo i voti e mi faccio frate ). Io credo fermamente che il paradiso e l'inferno non sia una condizione fisica, anche perchè essendo l'anima un qualcosa che è al di là delle nostre famose 5 energie e quindi delle leggi fisiche non gli farebbe assolutamente nulla un fuoco o un luogo di dolce brezza e cibo. Sai quanti e quanti cristiani e persone di altre tipologie di Chiese credono invece ad altro ? Tantissimi ! Mi rimangono comunque alcuni dubbi: perchè la Chiesa ha dovuti ingarbugliare la mente umana con l'esempio del fuoco e del "paradiso " ? Mi sembra A Bernardette chiesero " cos'è un peccatore " e lei rispose " colui che ama il male " Rispose " ama" e non " fa ". E' proprio questo che mi ha fatto pensare in maniera logica ( leviamo la parola logica e mettiamo la parola semplice). Se ami una coaA NON LA LASCI FACILMENTE e questo si applica anche al male ma tutti coloro che riescono a lasciare il male alle spalle e con l'aiuto di Gesù riescono a capire e a seguire i suoi insegnamenti - IMITANDO UN UOMO COME LORO - allora possono arrivare in una dimensione ed un equilibrio tale tra spirito, anima e corpo che la vita diventa stupenda, un piccolo paradiso in terra.
Proprio stamattina, svegliandomi e pensando a come dovevo procedere con la mia attività che è a un punto molto delicato ho pensato a cosa avrebbe fatto Gesù - un uomo come me - se fosse stato al mio posto. Anche il suo era un "business" ed anche lui aveva un obiettivo preciso, qual'è la prima cosa che ha fatto ? Scegliere i suoi collaboratori, quindi, ORGANIZZARSI ! Ed anche io, da stamane , farò lo stesso ! So che forse è unA cosa stupida e qualcuno può dire " e ci voleva Gesù per farti capire questo ? " Capire come vivere è fatto di tante e tante cose stupide, semplici che Dio ti invia nella mente a flash ed esulano da ragionamenti, tesi, riunioni, dibattiti, analisi ecc. ecc.
Tornando a noi concordo con Ulisse in pieno. Per un non credente morire ed avere la prova assoluta dell'esistenza di Dio perchè si fa finalmente vedere ma sapere di esserne allontanato in eterno DEVE ESSERE UNA MICIDIALE TORTURA INIMMAGINABILE .
Sul fatto di tornare con i nostri corpi fisici invece mi rimane ancora oscuro, La Bibbia si deve comprendere prima o poi e avere dei passi e scritti incomprensibili a cui dobbiamo credere senza chiederci perchè io non la chiamo "fede" ma fondamentalismo ! Ma come, ho la certezza assoluta dell'esistenza di Dio e non riesco a spiegarmi il resto che DEVE essere assolutamente più semplice ?
Non è possibile ! Quindi non capisco perchè Dio ci voglia innestare di nuovo in un corpo fisico fatto di carne da nutrire, sudore, ecc. quando possiamo vivere allo stato spirituale, uno stato stupendo. Gli angeli hanno un corpo materiale ? L'uomo doveva essere stato creato, inizialmente, un po come loro, poi dopo il famoso atto ( che per me è un simbolo, mi rifiuto di credere a serpenti e mele )Dio deve avergli dato la materialità fisica e la libertà assoluta di accettarlo o di rifiutarlo oppure di dar retta a quell'alytra creatura che lo ha sfidato (Satana). Vista in questo modo la creazione e la Bibbia assumono un aspetto tutt'altro che incomprensibile ma perfettamente logico e soprattutto semplice.
RIPETO: sono solo deduzioni e non CONVINZIONI per le quali io faccio dlele affermazioni che voglio imporre, non sarei qui allora a scrivere.
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 09:03
Caro Taulos,
forse il tuo ultimo post si riferisce al mio ultimo post e non a quello di Ulisse.
In ogni caso andrebbe bene lo stesso, perchè condivido la tua deduzione. Che poi non è da ritenersi tanto lontana dalla realtà logica, perchè conta tra i suoi sostenitori nientemeno che lo stesso Papa Giovanni Paolo II il quale dice:
Giovanni Paolo II. [...] Per quanto riguarda l'Inferno: «l'inferno sta ad indicare più che un luogo, la situazione in cui viene a trovarsi chi liberamente e definitivamente si allontana da Dio, sorgente di vita e di gioia» (II, 3). Per quanto riguarda il Purgatorio: «questo termine non indica un luogo, ma una condizione di vita» (III, 5). Evidentemente i Beati non si trovano tra le nubi del Paradiso della Lavazza o a portata dell'astronave di Gagarin, né i dannati si trovano nell'inferno di Renzo Arbore... Neppure si possono imporre come verità di fede le ipotesi degli scolastici, incluso San Tommaso, sul luogo del Paradiso e dell'Inferno. Ma ignorare con certezza la localizzazione non vuol dire negarla! Se ignoro dove si trova una persona, non posso certo dedurne che non si trova in alcun luogo... a meno di negare l'esistenza di questa persona, trasformata in un grumo di sensazioni e di esperienze di comunione o non-comunione con un Dio non-oggetto-di-conoscenza!

Per quanto riguarda l'opportunità di riprendere un corpo nel giorno della resurrezione finale, la Chiesa, con la Scrittura insegna che l'anima anela a riunirsi al corpo come sua naturale aspirazione, secondo l'ordine con cui è stata concepita da Dio inizialmente. Ovviamente tale corpo non sarà nè soggetto a dolore, nè a fatica ed avrà proprietà molto diverse dai corpi attuali. Una possibile identificazione lo possiamo trovare nel Cristo dopo la resurrezione, che poteva farsi vedere e toccare, mangiare e conversare con gli apostoli, ma anche attraversare i muri, e le porte chiuse, apparire e sparire in modo quasi etereo. Quando i sadducei lo interrogarono sulla resurrezione Egli rispose che saremo simili (non uguali) agli angeli.
Poi, sulla questione delle origini, non c'è problema a ritenere che il Signore abbia adombrato dietro la metafora dell'albero della conoscenza del bene ed del male il tipo di peccato commesso originariamente. La Chiesa infatti non ha mai imposto di prendere alla lettera questi fatti ma solo nella loro sostanza. Quello di cui possiamo essere certi è che vi sia stato un peccato originale che ha avuto conseguenze su tutta l'umanità.
Quindi caro Taulos, su questo fronte possiamo condividere tranquillamente tutto.
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 09:11
Mi rimangono comunque alcuni dubbi: perchè la Chiesa ha dovuti ingarbugliare la mente umana con l'esempio del fuoco e del "paradiso " ?

A dire il vero, è la Scrittura che si esprime con queste immagini e questi termini, e la Chiesa non ha fatto altro che riprenderli.
Basti pensare a quante volte Gesù parla di fuoco della Geenna, preso come immagine in prestito all'immondezzaio sempre ardente di Gerusalemme. Oppure pensa alla parabola di Lazzaro e del ricco epulone (Luca cap 16.
Però la Scrittura non specifica il quando esatto di tali luoghi e possiamo anche attribuire tali luoghi a quelli che saranno assegnati dopo la resurrezione finale e non durante la condizione intermedia tra la morte e la resurrezione di cui nella Scrittura troviamo pochi accenni essendo sempre attesa come imminente e vicino l'instaurazione definitiva del Regno di Dio, che però attendiamo ancora.
taulos
giovedì 17 gennaio 2013 09:19
Fiuuuu
Ok..Credente, mi va benissimo tutto ed è in pratica quello a cui sono giunto io ragionando con estrema logica e semplicità. Devo però essere sincero: con il sistema catechistico di insegnamento della Chiesa si è fatta una immensa confusione e le idee si sono ingarbugliate a moltissimi. Bastava insegnare in maniera chiara e semplice fin dalla più tenera età in concetti, chiari e semplici, di cui stiamo parlando noi, in manioera estremamente candida.
Ma ti rend conto di quanti e quanti sono cresciuti con inculcata l'idea dell'inferno con le fiamme i diavoli con corna e forca e il purgatorio , limbo e paradiso, pieno di cascate e fiori ?
Ok che stai spiegando a bambini oppure a contadini ma mia madre è morta a 93 anni con l'idea che i morti stavano sulla luna !!!!!!!
Io continuo a ripetere: evviva la Chiesa di Cristo ma.....non gli uomini che la compongono ( di cui solo pochissimi se ne sono salvati e si salvano). Al mio paese, un o dei parroci che abbiamo avuto, polacco, aveva dei giornali pornografici in camera sua. Io alla messa mi sono sforzato di vederlo in quel momento come rappresentante di Cristo ma ti giuro che terminata la messa...mmmm......
Coordin.
giovedì 17 gennaio 2013 09:26
Visto che ne state parlando vi riporto
Questa è la famosa  Catechesi di Papa Giovanni Paolo II sull'Inferno che dovrebbe spiegare tutto in modo completo:

Tratta da: http://www.vatican.va/holy_father/john_pau...8071999_it.html

GIOVANNI PAOLO II
UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 28 luglio 1999


L’inferno come rifiuto definitivo di Dio

Lettura: Gv 3,17-19

1. Dio è Padre infinitamente buono e misericordioso. Ma l’uomo, chiamato a rispondergli nella libertà, può purtroppo scegliere di respingere definitivamente il suo amore e il suo perdono, sottraendosi così per sempre alla comunione gioiosa con lui. Proprio questa tragica situazione è additata dalla dottrina cristiana quando parla di dannazione o inferno. Non si tratta di un castigo di Dio inflitto dall’esterno, ma dello sviluppo di premesse già poste dall’uomo in questa vita. La stessa dimensione di infelicità che questa oscura condizione porta con sé può essere in qualche modo intuita alla luce di alcune nostre terribili esperienze, che rendono la vita, come si suol dire, un “inferno”.

In senso teologico, tuttavia, l’inferno è altra cosa: è l’ultima conseguenza dello stesso peccato, che si ritorce contro chi lo ha commesso. È la situazione in cui definitivamente si colloca chi respinge la misericordia del Padre anche nell’ultimo istante della sua vita.

2. Per descrivere questa realtà, la Sacra Scrittura si avvale di un linguaggio simbolico, che si preciserà progressivamente. Nell’Antico Testamento, la condizione dei morti non era ancora pienamente illuminata dalla Rivelazione. Si pensava infatti per lo più che i morti fossero raccolti nello sheól, un luogo di tenebre (cfr Ez 28,8; 31,14; Gb 10,21s.; 38,17; Sal 30,10; 88,7.13), una fossa dalla quale non si risale (cfr Gb 7,9), un luogo in cui non è possibile dare lode a Dio (cfr Is 38,18; Sal 6,6).

Il Nuovo Testamento proietta nuova luce sulla condizione dei morti, soprattutto annunciando che Cristo, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e ha esteso la sua potenza liberatrice anche nel regno dei morti.

La redenzione rimane tuttavia un'offerta di salvezza che spetta all'uomo accogliere in libertà. Per questo ciascuno verrà giudicato “secondo le sue opere” (Ap 20,13). Ricorrendo ad immagini, il Nuovo Testamento presenta il luogo destinato agli operatori di iniquità come una fornace ardente, dove è “pianto e stridore di denti” (Mt 13,42; cfr 25,30.41), oppure come la Geenna dal “fuoco inestinguibile” (Mc 9,43). Tutto ciò è espresso narrativamente nella parabola del ricco epulone, nella quale si precisa che gli inferi sono il luogo di pena definitiva, senza possibilità di ritorno o di mitigazione del dolore (cfr Lc 16,19-31).

Anche l’Apocalisse raffigura plasticamente in uno “stagno di fuoco” coloro che si sottraggono al libro della vita, andando così incontro alla “seconda morte” (Ap 20,13s.). Chi dunque si ostina a non aprirsi al Vangelo si predispone a “una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza” (2 Ts 1,9).

3. Le immagini con cui la Sacra Scrittura ci presenta l’inferno devono essere rettamente interpretate. Esse indicano la completa frustrazione e vacuità di una vita senza Dio. L’inferno sta ad indicare più che un luogo, la situazione in cui viene a trovarsi chi liberamente e definitivamente si allontana da Dio, sorgente di vita e di gioia. Così riassume i dati della fede su questo tema il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Morire in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola ‘inferno’» (n. 1033).

La ‘dannazione’ non va perciò attribuita all’iniziativa di Dio, poiché nel suo amore misericordioso egli non può volere che la salvezza degli esseri da lui creati. In realtà è la creatura che si chiude al suo amore. La ‘dannazione’ consiste proprio nella definitiva lontananza da Dio liberamente scelta dall’uomo e confermata con la morte che sigilla per sempre quell’opzione. La sentenza di Dio ratifica questo stato.

4. La fede cristiana insegna che, nel rischio del ‘sì’ e del ‘no’ che contraddistingue la libertà creaturale, qualcuno ha già detto no. Si tratta delle creature spirituali che si sono ribellate all’amore di Dio e vengono chiamate demoni (cfr Concilio Lateranense IV: DS 800-801). Per noi esseri umani questa loro vicenda suona come ammonimento: è richiamo continuo ad evitare la tragedia in cui sfocia il peccato e a modellare la nostra esistenza su quella di Gesù che si è svolta nel segno del ‘sì’ a Dio.

La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti. Il pensiero dell’inferno – tanto meno l’utilizzazione impropria delle immagini bibliche – non deve creare psicosi o angoscia, ma rappresenta un necessario e salutare monito alla libertà, all’interno dell’annuncio che Gesù Risorto ha vinto Satana, donandoci lo Spirito di Dio, che ci fa invocare “Abbà, Padre” (Rm 8,15; Gal 4,6).

Questa prospettiva ricca di speranza prevale nell’annuncio cristiano. Essa viene efficacemente riflessa nella tradizione liturgica della Chiesa, come testimoniano ad esempio le parole del Canone Romano: “Accetta con benevolenza, o Signore, l’offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia … salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti”.

CIAO :)
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 10:04
ho pensato cosa avrebbe fatto Gesù - un uomo come me.... alt in questa definizione non ci troviamo, primo perché Gesù non doveva gestire un businnes, ma fare la volontà del Padre, secondo perché non "solo" uomo
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 10:10
Si, cara Coordinatrice, alla misericordia infinita del Padre, può contrapporsi la scelta di libero rifiuto dell'uomo.
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 10:22
questi concetti espressi da GP II, purtroppo sono usati da qualcuno, e sappiamo bene chi, per affermare che esso vuole affermare che l'inferno é una realtà ma che nessuno la occupa
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 14:41
Si Ulisse, si cerca di strumentalizzare molte cose, compreso il pensiero di GPII, ma sappiamo che egli voleva dire che lo stato o la condizione di infelicità per i reprobi che rifiutano Dio, purtroppo esiste, e comunque, nel nostro forum, finora almeno, nessuno lo ha messo in dubbio.
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 15:00
taulos, 17/01/2013 09:19:

Ok..Credente, mi va benissimo tutto ed è in pratica quello a cui sono giunto io ragionando con estrema logica e semplicità. Devo però essere sincero: con il sistema catechistico di insegnamento della Chiesa si è fatta una immensa confusione e le idee si sono ingarbugliate a moltissimi. Bastava insegnare in maniera chiara e semplice fin dalla più tenera età in concetti, chiari e semplici, di cui stiamo parlando noi, in maniera estremamente candida.
Ma ti rend conto di quanti e quanti sono cresciuti con inculcata l'idea dell'inferno con le fiamme i diavoli con corna e forca e il purgatorio , limbo e paradiso, pieno di cascate e fiori ?



Il catechismo serve per collegare i dati della Scrittura in maniera organica in modo da presentare degli argomenti articolati in un unico quadro. Ora, a riguardo della sorte ultraterrena, è lo stesso Vangelo che esprime quei concetti. Quindi la Chiesa li ha presentati allo stesso modo. Non avevi detto che il VAngelo è chiaro ed accessibile a tutti. Benissimo, quindi ecco perchè vengono usate quelle immagini, e non mi pare che questo generi tanti problemi. In fin dei conti, che si tratti di un luogo o che si tratti di uno stato, sempre di infelicità o di felicità si tratta. E siccome noi come esseri ancora corporei, siamo più inclini a concepire le cose sensibili che quelle ultrasensibili, ecco che le immagini usate dal Vangelo e dalla Chiesa, rendono l'idea che ne dobbiamo avere. Poi è ovvio che per i più meticolosi, vanno fatte le dovute specificazioni, e la Chiesa, come vedi risponde generalmente anche a questo genere di legittime osservazioni.

Per quanto riguarda il parroco di cui hai accennato, vale sempre il discorso che occorre sempre tenere distinti l'insegnamento in unità con la Chiesa, dal comportamento personale.
Ti riporto in merito una espressione di Gesù, molto calzante e che può essere applicata alla situazione da te accennata, ma anche a tutte le situazioni di incoerenza che potresti trovare negli ecclesiastici:
Mat 23,1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.

Ora, è chiaro che non tutti i consacrati sono da assimilare ai farisei, ma solo una piccola parte. In ogni caso piccola o grande percentuale, resta il fatto che, trasponendo la frase nella storia cristiana, dovremmo comprendere la frase come segue:

Sulla cattedra di Pietro si sono seduti gli ecclesiastici; fate dunque ed osservate quanto vi dicono....

Questa è una applicazione che potrebbe rendere il mio pensiero e forse forse si avvicina anche al tuo. Dimmi se non è così


ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 15:05
Ci sono dei dannati in Inferno?

Ma --e questa non è una novità nel pensiero di Karol Wojtyla-- egli si spinge oltre, e giunge a ipotizzare la possibilità che in definitiva nessun uomo sia dannato. «La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti» (II, 4).
Sarebbe inutile cercare nei manuali di teologia pre-conciliari la refutazione di questo errore o eresia che dir si voglia, poiché nessuno era così folle da emettere un'ipotesi simile. La questione dibattuta era infatti quella sul relativamente piccolo o grande numero degli eletti rispetto a quello dei reprobi, ma nessuno, neppure gli autori più benigni e ottimisti, ipotizzava la soluzione estrema: la salvezza effettiva di tutti gli uomini. Una cosa, infatti, è dire che non possiamo sapere concretamente chi si è dannato senza una rivelazione speciale, come nel caso di Giuda (Atti, 1, 25; Jo 17, 12; Mt 26, 24; D.T.C., Enfer, col. 99), altra cosa è sostenere che (forse) nessuno si dannerà. (salpan.org

La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti.

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 28 luglio 1999


un SE aggiunto, non ci sta nel testo dell'udienza, per dare scredito alla affermazione del santo Padre e catalogarlo come eretico
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 15:27
per Coordinatrice
La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/1999/documents/hf_jp-ii_aud_28071999_it.html

La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti. (come hai riportato tu)

sul pericolo dell'aggiunta del se ho gia scritto sopra
ladymira
giovedì 17 gennaio 2013 15:57
castigo è la negazione (auto) di Dio, premio è la sua visione (1Gv 3, 2), purtroppo l'uomo si nega sempre Dio, meritando cosi il suo castigo, per fortuna c'è la riconciliazione, ma siamo bravi ad autodistruggerci, ricordiamo che Dio ci perdona, lasciamoci perdonare col suo amore ,purtroppo l'uomo certe volte quando è in vita non immaggina nemmeno cosa sia la negazione di Dio....
taulos
giovedì 17 gennaio 2013 16:33
rispondo
Ulisse, invece la "missione" di Gesù è paragonabilissima a un attuale progetto per imprese. Infatti ha una una nascita, una crescita, una analisi e valutazione,una organizzazione, un obiettivo e uno sviluppo. Dio sulla terra ha voluto essere un uomo perfettamente uguale a tanti altri con paure, dubbi, angoscie, lacrime, disperazione, gioia, dolore ecc. ecc. e non poteva essere altrimenti. Dio per amore nostro si è fatto uomo come tanti altri, altrimenti se dovessimo dar retta a quello che tu dici ossia "era un uomo ma era anche Dio" in senso naturalmente umano si sarebbe sminuito tutto quello che ha fatto. Gesù è stato anche tentato da satana come un qualsiasi essere umano. Ogni volta che qualcuno soffre si consola pensando che Gesù ha sofferto fisicamente molto di più.
Ovvviamente il paragone delle imprese e della vita di Gesù è da prendere in senso figurato è logico . Nessuno si sogna di paragonare la più grande storia di tutti i tempi con sempli esempi ma si fa per dire. Se Gesù avesse deciso di nascere oggi giorno secondo te cosa sarebbe e in che luogo ?
Rispondo anche a Credente e ccordinatrice ( ma siete la stessa persona ? )
Mettila come vuoi e ti ammiro che hai una fede assoluta e cieca negli uomini che compongono la Chiesa ma io accetto consigli e lezioni solo da persone irreprensibili, che stimo e che conducono una vita esemplare con un comportamento da imitare.
Non si può leggere giornali porno e predicare il vangelo così come non si può cancellare una etica comportamentale, una etologia ecclesiastica con comportamenti sempre in discussione, ripensamenti, aggiustamenti, ecc. e, soprattutto, da una casta con un passato e un presente storico molto ma molto problematico.
Vabbè ma ormai sono cose trite e ritrite e vorrei non più parlarne, abbiamo punti di vista diversi ma la fede in Dio e in Gesù in comune e questo, almeno a me, basta. Se mi consentite andiamo avanti con altri interrogativi a cui mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Perchè, per esempio, Dio vuole e pretende che crediamo in lui per fede e per amore della sua parola, quindi ci lascia completamente liberi di pensare che esiste o non esiste - e poi invece distribuisce miracoli attraverso santi e madonne ? In questo modo la fede svanisce nell'aria e uno è costretto ad ammetterlo. Sono convinto che Satana agisce nel cervello e nel pensiero dlel'uomo, non può farsi riconoscere fisicamente altrimenti si darebbe la zappa sui piedi da solo in quanto dimostrando la sua esistenza dimostrerebbe anche quella di Dio.
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 19:14
Cero che aveva una Mission, un progarmma a breve e lungo termime, anzi infinito ma da qui a paragonarlo o èeggio a definirlo un businnes ce ne vuole
taulos
giovedì 17 gennaio 2013 19:23
ovvio
non era un paragone nel vero senso dlela parola ma un modo di dire. Se io dico che per arrivare presto "volo" mica volo veramente. Ho paragonato il termine "presto" al termine "volo"
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 19:40
uno logico come te vola? [SM=g27987] [SM=g27990] [SM=g27992]
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 19:40
uno logico come te vola? [SM=g27987] [SM=g27990] [SM=g27992]
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 20:06
Perchè, per esempio, Dio vuole e pretende che crediamo in lui per fede e per amore della sua parola, quindi ci lascia completamente liberi di pensare che esiste o non esiste - e poi invece distribuisce miracoli attraverso santi e madonne ? In questo modo la fede svanisce nell'aria e uno è costretto ad ammetterlo. Sono convinto che Satana agisce nel cervello e nel pensiero dlel'uomo, non può farsi riconoscere fisicamente altrimenti si darebbe la zappa sui piedi da solo in quanto dimostrando la sua esistenza dimostrerebbe anche quella di Dio.

Caro Taulos
Accantoniamo pure per ora la questione della correttezza del Magistero della Chiesa pur nella non correttezza di certi atti umani. Su questo i gestori sono unanimemente concordi, altrimenti non avremmo neppure aperto questo gruppo con il regolamento concordato all'inizio, proprio con queste premesse.

Veniamo allora ad affrontare altre questioni.
In quella che proponi ora ti chiedi come mai Dio pretende che noi crediamo solo per fede.

A me non risulta che PRETENDE questo; semmai lo gradirebbe se vi fosse, ma non è una sua pretesa. A Tommaso disse : beati coloro che crederanno senza aver visto.
Ma questo rappresenta un punto in più per il credente che però il Signore non chiede per forza a tutti.
Lo dimostra il fatto che:
Anche nel Nuovo Testamento troviamo espresso questo concetto
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. (Mc 16,20)

Sin dall'inizio della storia della salvezza troviamo descritti nella Scrittura, interventi prodigiosi attribuiti alla iniziativa divina. Non tanto, io credo, per provare l'esistenza di Dio, quanto per garantire che la Parola rivelata, provenisse dal vero Dio e non da demoni.

Ma anche dall'inizio della venuta di Cristo si sono prodotte e continuano a prodursi tanti eventi inspiegabili per la scienza e riconducibili a fatti soprannaturali.

Naturalmente non tutti gli eventi inspiegabili sono di natura divina; sono in gioco le valutazioni a volte fallaci degli uomini che potrebbero ritenere soprannaturali dei fatti che invece trovano spiegazioni sul piano naturale.

Sta di fatto comunque che il Signore ha promesso:
Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra...(At.2,19)
e:
Mar 16,17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Quindi in conclusione ritengo che il SIgnore voglia offrire a tutti la possibilità di convincersi non solo che Egli E' ma anche che è proprio Lui ad agire ed a condurre la storia verso la salvezza, e nessuno dovrà poter dire: io non ho avuto alcuna possibilità per poter credere al vero Dio.
taulos
giovedì 17 gennaio 2013 22:12
e va bene
.....Ulisse gongolerà per quello che sto per dire,visto che c'è la logica di mezzo, ma...
che bene posso volere a un Dio che non "pretende" la mia fede e che si mostra ad alcuni con miracoli e quindi con prove schiaccianti, oppure che si mostra a me in modo che io sia "costretto" ad ammettere la sua esistenza ?
Pensi davvero che se Dio apparisse ora ad entrambi io e te, pur ammettendo la sua esistenza, noi avremo questa possibilità di scegliere se ignorarlo o no ?
Dio ci ha voluti liberi e non farà mai niente per toglierci questa facoltà, ci vuole a lui con la fede e non con prove e miracoli.

In antichità erano altri tempi e il discorso dei miracoli lo posso pure ammettere.
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 23:00
Pensi davvero che se Dio apparisse ora ad entrambi io e te, pur ammettendo la sua esistenza, noi avremo questa possibilità di scegliere se ignorarlo o no ?

ma il fatto è che non appare ma a dato a noi il compito di testimoniarlo (Dio nessuno lo ha mai visto e lo vedrà) (Cf Gv 1, 18), in questa vita) pur non avendolo visto (beati coloro che pur non avendo(lo) visto crederanno) (cf Gv 20, 22)
ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 23:02
I miracoli non sono fine a se stessi, ma segni che aiutano e indicano il credere, utili ma non necessari
Credente
giovedì 17 gennaio 2013 23:11
taulos, 17/01/2013 22:12:

.....Ulisse gongolerà per quello che sto per dire,visto che c'è la logica di mezzo, ma... che bene posso volere a un Dio che non "pretende" la mia fede e che si mostra ad alcuni con miracoli e quindi con prove schiaccianti, oppure che si mostra a me in modo che io sia "costretto" ad ammettere la sua esistenza ? Pensi davvero che se Dio apparisse ora ad entrambi io e te, pur ammettendo la sua esistenza, noi avremo questa possibilità di scegliere se ignorarlo o no ? Dio ci ha voluti liberi e non farà mai niente per toglierci questa facoltà, ci vuole a lui con la fede e non con prove e miracoli. In antichità erano altri tempi e il discorso dei miracoli lo posso pure ammettere.



Preciso meglio il mio pensiero.
Dio facendo dei segni che accompagnano la evangelizzazione, non da una prova incontestabile e certa al 100% tale da "costringere" a credere in Lui. Lascia sempre qualche elemento legato alle leggi normali della natura a cui normalmente si appiglia chi cerca ragioni per non credere.
Basti pensare che di quanti fatti inspiegabili sono stati presi in considerazione fino ad oggi, il CICAP finora è riuscito sempre a trovare qualche elemento di dubbio, almeno per quanto ne sappia.
Cosicchè chi è propenso a credere, trova i quei fatti inspiegabili la spiegazione che cerca in Dio. Quelli che sono propensi a non credere riescono a dare spiegazioni naturalistiche a tutti gli eventi.
In tal modo confermano quello che diceva PAscal, e cioè che Dio ha fatto le cose in maniera tale che per chi vuol credere vi è luce più che sufficiente, mentre per chi non vuol credere vi è abbastanza buio da poter mettere in dubbio ogni cosa.
Tant'è vero, che nel mondo, stando ad alcune statistiche, vi sono quasi un miliardo di non credenti. Non vi sarebbero, se i segni che Dio offre al mondo, fossero irrefutabili.
Quindi Dio rispetta la libertà che ha donato alle sue creature, non costringendole in maniera obbligante, ma spingendole rispettosamente verso la fede.

ulisseitaca
giovedì 17 gennaio 2013 23:53
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni(miracoli) che la accompagnavano (Mc 16, 20)

i segni accompagnano e confermano la predicazione
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