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ORIGENE (185-254 d.C.)

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2014 20:03
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06/05/2011 23:33
 
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Seconda crisi origenista

Nel 514 alcune dottrine eterodosse di carattere molto singolare si erano diffuse fra i monaci di Gerusalemme e della sua periferia. Probabilmente i semi della disputa furono sparsi da Stefano Bar-Sudaili, un problematico monaco espulso da Edessa, che giunse ad un origenismo tutto particolare, infarcito di panteismo. Disegni ed intrighi continuarono per i successivi 30 anni. I monaci sospettati di origenismo venivano espulsi dai loro conventi e poi riammessi, solamente per essere nuovamente scacciati. I loro leader e protettori erano Nonno che, fino alla sua morte avvenuta nel 547, li tenne uniti, Teodoro Askidas e Domiziano che si erano guadagnati il favore dell'imperatore ed erano stati ordinati vescovi, uno della sede di Ancyra in Galazia, l'altro di quella di Cesarea in Cappadocia, sebbene continuassero a risiedere a corte (537). In queste circostanze, fu inviato a Giustiniano uno scritto contro l'origenismo, da chi e in quale occasione è ignoto, poiché i due racconti che ci sono giunti differiscono tra loro (Cirillo di Scitopoli, Vita Sabae; e Liberato, Breviarium, XXIII). Dopo la morte di Nonno, il nuovo movimento origenista si divise in due correnti:

  • isocristi, che sostenevano che alla fine del mondo tutti gli spiriti sarebbero divenute uguali a quello di Cristo, l'unico spirito non macchiato dal peccato originale;
  • protoctisti, che sostenevano che Cristo era superiore e migliore di tutti gli altri spiriti. Essi rifiutarono la preesistenza delle anime e si schierarono con gli ortodossi contro gli isocristi. Costoro li soprannominarono tetraditi, poiché li accusavano di trasformare la Trinità in una tetrade con l'introduzione della natura umana di Cristo.

In ogni caso, l'imperatore in seguito scrisse il suo Liber adversus Origenem, contenente, oltre ad un'esposizione delle ragioni della sua condanna, ventiquattro testi censurabili tratti dal De principiis, e dieci precetti da anatemizzare. Giustiniano ordinò che il patriarca Menna riunisse tutti i vescovi presenti a Costantinopoli e gli facesse sottoscrivere questi anatemi. Ciò avvenne nel sinodo locale (synodos endemousa) del 543. Una copia dell'editto imperiale fu inviata agli altri patriarchi, compreso Papa Vigilio. Tutti confermarono la loro piena adesione. Per Vigilio esistono la testimonianza di Liberato (Breviarium, XXIII) e di Cassiodoro (Institutiones, 1).

Ci si sarebbe aspettato che Domiziano e Teodoro Askidas, attraverso il loro rifiuto di condannare l'origenismo, sarebbero caduti in disgrazia all'interno della corte; ma essi sottoscrissero tutto quello che gli venne chiesto di firmare e divennero più potenti che mai. Askidas si prese anche una vendetta persuadendo l'imperatore a condannare Teodoro di Mopsuestia, ritenuto nemico giurato di Origene (Liberato, Breviarium, XXIV; Facondo di Ermiano, Defensio trium capitul, I, II; Evagrio, Historia, IV, XXXVIII). Il nuovo editto di Giustiniano, di cui non resta alcuna copia diede il via ai lavori del quinto concilio ecumenico in cui furono condannati Teodoro di Mopsuestia, Iba di Edessa, e Teodoreto di Cirro (553).

Ierace e gli ieraciti

Una trattazione particolare merita un discepolo di Origene, Ierace, che all'inizio del IV secolo fondò a Leontopolis, sul delta del Nilo, una setta mistica. Questa setta, quasi monastica, formata da uomini e donne che non avevano mai contratto matrimonio fu detta degli ieraciti. Ierace sosteneva che lo Spirito Santo gli fosse giunto in sogno sotto la forma di Melchisedech (sacerdote citato in Genesi 14,18) e gli aveva rivelato che la resurrezione della carne non esisteva poiché la lotta tra il Bene ed ill Male era tutta spirituale. Inoltre, solo gli adulti potevano ottenere, grazie a questa lotta, i meriti per conseguire il diritto di accesso al Regno dei Cieli.

Conclusioni sulla vicenda origenista

Ma Origene e l'origenismo furono condannati dal concilio del 553?

Molti scrittori lo credono, ma un egual numero lo nega; la maggior parte degli autori moderni o è indecisa o risponde con delle riserve. Basandosi su recenti studi sulla questione si può dire che:

  • È certo che il quinto concilio generale fu convocato esclusivamente per trattare l'affare dei Tre Capitoli, e che né Origene né l'origenismo, ne siano stati la causa.
  • È sicuro che, nonostante le proteste di Papa Vigilio che, sebbene si trovasse a Costantinopoli, rifiutò di partecipare ai lavori, il concilio si aprì il 5 maggio 553 e che nelle otto sessioni conciliari (dal 5 maggio al 2 giugno), negli Atti dei quali siamo in possesso viene trattata solamente la questione dei Tre Capitoli.
  • Infine, è sicuro che solamente gli Atti riguardanti l'affare dei Tre Capitoli furono sottoposti al papa per la sua approvazione, che fu concessa l'8 dicembre 553 ed il 23 febbraio 554.
  • È un fatto che i papi Vigilio, Pelagio I (556-561), Pelagio II (579-590), Gregorio I (590-604), nel trattare del quinto concilio si occuparono solamente dei Tre Capitoli, non facendo alcun riferimento all'origenismo, e parlando come se non fossero a conoscenza della sua condanna.
  • Si deve ammettere che prima dell'apertura del concilio, che era stato differito per l'opposizione del papa, i vescovi già riuniti a Costantinopoli dovettero giudicare, per ordine dell'imperatore, una forma di origenismo che non aveva praticamente nulla in comune con Origene, ma che era seguita, come sappiamo, da uno dei partiti origenisti della Palestina. Gli argomenti a supporto di questa ipotesi possono essere trovati in Dickamp.
  • I vescovi certamente sottoscrissero i dieci anatemi proposti dall'imperatore ed un noto origenista, Teodoro di Scitopoli, fu costretto a ritrattare; ma non esiste alcuna prova che fu chiesta l'approvazione del papa che, oltretutto, a quel tempo stava protestando contro la convocazione del concilio.
  • È facile capire come questa proposizione extraconciliare fosse presa, in seguito, per una delibera del concilio ecumenico.
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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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