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05/07/2013 08:20
 
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Pubblicata il 3 luglio 2013

AVSI

3 luglio 2013 – #10forSyria dona ora!

Da La Stampa.it

«Mamma Ghaussaoun e papà Omar sono lieti di annunciare la nascita di Riyad, nato in un ospedale della valle della Bekaa lo scorso 25 giugno alle 4.09 del mattino. E’ un maschietto in salute e pesa 3 chili e 850 grammi». Dietro questo annuncio dei volontari di AVSI, ci sono tutto il dramma e tutta la speranza dei rifugiati siriani che affollano i campi di accoglienza in Libano. In questi giorni a prevalere è purtroppo ancora una volta l’aspetto drammatico, per la pericolosa carenza di acqua che affligge le aree che ospitano i profughi.

Ghaussaoun e Omar sono due giovani genitori siriani di Idlib, fuggiti dopo il crollo della loro casa in seguito all’esplosione di un’autobomba e vivono in una tenda ai piedi delle alture del Golan. La famiglia aveva appena saputo di aspettare un bimbo e per mettere in salvo anche il piccolo hanno contattato dei cugini già arrivati in Libano da qualche mese e sono fuggiti dalla Siria.

Non avendo legalmente lo status di rifugiati, la famiglia non avrebbe potuto accedere all’agevolazione dei costi per le cure primarie per l’assistenza al parto. Ma AVSI è intervenuta con la collaborazione della Fondazione St. Camille e ha contribuito al pagamento per il ricovero della madre. Come tanti altri profughi, anche Ghaussaoum e Omar hanno sempre manifestato paura nel chiedere esplicitamente l’aiuto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Ora Ghaussaun la pensa però diversamente: «Grazie agli assistenti sociali di AVSI che vengono a visitarci due volte a settimana e ci supportano, inizio a pensare che potrebbe essere una buona cosa chiedere aiuto. Mio marito lavora solo tre giorni a settimana come agricoltore e i risparmi che ci siamo portati dalla Siria li abbiamo finiti già da alcune settimane».

La storia di Ghaussaoun e Omar è solo una delle tante che si incontrano camminando tra le tende dei campi, Marco Perini responsabile AVSI Libano, ne conosce tante e a chi lo interroga circa i bisogni più urgenti risponde: “Acqua immediatamente e cibo, ma poi anche far giocare i bambini. E non dimentichiamoci che è meglio iniziare oggi a programmare il rientro a scuola e l’arrivo dell’inverno».

«La crisi siriana – aggiunge Perini – non sembra ridurre il suo impatto devastante, aumentano i morti e aumentano i profughi. I dati ufficiali parlano di milioni di persone che hanno abbandonato le loro case e il rischio continuo che da un momento all’altro l’emergenza si allarghi anche al Libano o alla Giordania. In questo contesto AVSI oramai da diversi mesi sta lavorando per portare un po’ di sollievo alle popolazioni profughe scappate. Quello che sta succedendo da queste parti sembra interessare pochi, ma abbiamo bisogno di aiuto perché ogni giorno la situazione peggiora e naturalmente colpisce principalmente i più deboli a cominciare dai bambini».

Su quale sia la primissima necessità in un elenco tutto urgente, è presto detto:“Oggi ci sono 38 gradi e nelle prossime settimane il caldo aumenterà’” dice Perini dal Libano. «Acqua, abbiamo bisogno di acqua, di tanta acqua! Se le statistiche dicono che servono almeno una decina di litri al giorno a persona qui i profughi ne hanno molti di meno e sovente neanche uno per bere».

Come nel campo profughi di Marj el Kok, nel Sud del Libano dove più di mille persone vivono in tende ordinate sulle creste di 2 collinette: in tutto il campo si vedono due serbatoi da 1000 litri che qualcuno ha rattoppato dai buchi, ma che comunque non hanno perdite perché di soldi per comperare l’acqua non ce ne sono. Chiara Nava, dello staff di AVSI, è determinata: «Ci servono subito almeno 11 cisterne da 10mila litri ciascuna e una volta piazzate dobbiamo fare un accordo con un’autocisterna perché ogni 5 giorni venga a riempirle. Solo così in questo campo potranno bere, lavarsi e condurre una vita quasi normale».

Chiara non lo dice, ma in giro per il Libano e la Giordania con l’arrivo del grande caldo si teme anche il colera mentre per le patologie minori il danno è già stato fatto: problemi alla pelle per le persone che non si lavano, pidocchi nella testa dei bambini e disturbi intestinali per tutti.

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