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La BELLEZZA e la DELICATEZZA del MATRIMONIO

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2020 16:38
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13/09/2010 21:25
 
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  Linee essenziali del matrimonio cristiano

 

   “Come riusciremo mai a descrivere la beatitudine di quel matrimonio che è combinato dalla Chiesa, confermato dall’offerta eucaristica e sigillato dalla preghiera di benedizione! Gli angeli lo notificano e il Padre lo ratifica. Neppure sulla terra infatti i figli possono sposarsi a giusto titolo senza il consenso dei loro padri. Quale coppia sarà mai quella di due cristiani uniti da una sola speranza, da un solo desiderio, da una sola disciplina e dalla medesima condizione di servi! Tutti e due fratelli, tutti e due compagni di servizio. Nulla li separa né nello spirito né nella carne, anzi sono veramente due in una sola carne. Dove vi è una sola carne, vi è anche un solo spirito; insieme pregano, insieme si prostrano a terra, insieme compiono i loro digiuni; si istruiscono l'un l'altro, si esortano l'un l'altro e si incoraggiano l'un l'altro.
   Insieme li trovi tutti e due nella Chiesa di Dio, insieme al banchetto di Dio, insieme nelle ristrettezze, nelle persecuzioni, nei momenti di sollievo. Uno non ha nulla da nascondere all'altro, uno non deve sottrarsi all'altro, uno non è motivo di fastidio per l'altro.
   Con tutta libertà si va a trovare un infermo e si porta aiuto a un bisognoso. Le elemosine le fanno senza angosciarsi, al sacrificio si recano senza inquietudine, i loro impegni quotidiani li esplicano senza ostacoli. I segni di croce non devono farli di nascosto, le feste le celebrano senza paura e le preghiere di benedizione non devono dirle in silenzio. A voce alta riecheggiano tra loro due salmi e inni, anzi, si sfidano a chi canta meglio al loro Signore.           
   Vedendo e ascoltando tali cose Cristo gioisce e manda loro la sua pace. Dove ve ne sono due, la c'è anche Lui e dove Egli è presente, non c'è il maligno. Sono queste le cose che la parola dell'Apostolo, sia pure nella sua concisione, ha lasciato alla nostra comprensione. Richiamale alla mente, se ce ne sarà bisogno, e fondandoti su di esse non seguire l'esempio di certe donne. Non è consentito ai cristiani contrarre in altro modo il loro matrimonio e quand'anche lo fosse, non gioverebbe affatto”.

Tertulliano, Lettera alla moglie, II sec. d.C.

 

“Non è primariamente la passione che fa essere sposa ma l’amore coniugale. Non si deve negare che siano ancora marito e moglie coloro che non si congiungono carnalmente, ma si legano assieme con i cuori”
(S.Agostino, Sermo 51)

 

 

Sessualità e amore coniugale
        Nella visione cristiana la sessualità è finalizzata all’incontro, alla relazione fra l’uomo e la donna, che raggiunge la sua espressione più intensa e completa nel matrimonio. Per capire dunque il senso cristiano della sessualità occorre capire il senso cristiano del matrimonio, ossia occorre tener presente il progetto di Dio sulla coppia umana e le condizioni da Lui richieste per realizzarlo16.

Corpo e spirito
        Dobbiamo partire dal senso cristiano del corpo. La grandezza dell’uomo consiste nel fatto di essere una persona creata ad immagine di Dio, un essere spirituale a somiglianza di Dio17. Tuttavia la grandezza della persona umana non è grandezza dello spirito soltanto; essa è anche grandezza del corpo, di un corpo abitato dallo spirito; di un corpo nel quale lo spirito si radica e attraverso il quale deve fare trasparire continuamente la sua luce18. Corpo fin nello spirito, spirito anche nel corpo, l’uomo è una globalità indivisibile, per cui tutto ciò che eleva e trasfigura lo spirito trasfigura anche il corpo; mentre tutto ciò che avvilisce il corpo avvilisce anche lo spirito.

Due in una sola carne
        Dio non ha voluto che l’uomo rimanesse solo. Fin dalle origini lo creò uomo e donna19. Dopo aver creato l’uomo ha voluto creare la donna come un dono per lui: «Io voglio creare un aiuto per l’uomo come un faccia a faccia»20; «L’uomo lascerà padre e madre per unirsi alla sua donna e i due diventeranno una sola carne»21. Essi dovranno fruttificare mediante la loro unione e riempire la terra.
        Il matrimonio, dunque, è voluto da Dio. Il rapporto tra i due sessi, l’attrattiva profonda che spinge l’uomo e la donna ad unirsi in matrimonio, l’amore coniugale con le sue varie componenti (spirituale, fisica ed affettiva) sono un bene di creazione, una realtà che scaturisce dall’amore di Dio e che, come tale, è in sé quanto mai buono e positivo.
        Mediante il matrimonio, Dio non dona all’uomo e alla donna delle cose, ma gli dona un’altra persona, un altro se stesso, non già per servirsene come uno strumento, ma per formare insieme una comunione d’amore, la comunione più intima e profonda che possa esistere sul piano naturale. È evidente che la chiamata a questa unione acquista tutta la sua grandezza e bellezza se viene vista alla luce della chiamata universale a vivere il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù22.
        Il Santo Padre ci ricorda che questo grandioso dono è oggi sempre più attaccato frontalmente: “È preoccupante la tendenza di alcuni mezzi di comunicazione sociale a denigrare e a ridicolizzare il matrimonio e la famiglia, incoraggiando così l’egoismo e il disorientamento, al posto della generosità e del sacrificio necessari per conservare la forza di questa autentica cellula primaria della comunità umana. Sostenere la famiglia, aiutarla a compiere i suoi doveri indispensabili, significa guadagnare più coesione sociale e, soprattutto, rispettare i suoi propri diritti, che non possono essere dissipati davanti ad altre forme di unione (convivenze, unioni gay etc., ndr) che pretenderebbero di usurparli” 22b.

Amore fecondo
        L’essere ad immagine di Dio e la partecipazione al suo amore non si esauriscono nel rapporto interpersonale della coppia, ma, così come l’amore di Dio è fecondo, anche l’amore dei coniugi, che da esso deriva, partecipa di questa speciale fecondità.  Dio ama la vita, così l’amore dei coniugi sarà aperto alla vita. L’amore degli sposi e quindi anche la loro unione intima, nel piano di Dio è finalizzata alla procreazione. L’aspetto unitivo dell’amore è strettamente collegato con l’aspetto coniugale a causa della psicologia stessa dell’amore23. «È per la sua stessa natura che l’istituto del matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati alla procreazione ed alla educazione dei figli»23b. Sostenuti da un vero amore ad immagine di quello di Dio, il marito e la moglie si donano l’uno all’altra mediante un gesto, il quale per sua natura non può essere altro che sorgente di vita. Nella loro comunione coniugale gli sposi non possono aprirsi alla ricchezza intima che l’uno è per l’altro senza accettare di inserirsi insieme nel disegno che Dio creatore e salvatore ha su di loro: quello cioè di chiamarli a dilatare ed arricchire continuamente la sua famiglia24.

Amore fedele
        L’amore coniugale, quale ci si presenta nel progetto di Dio, non lo si può improvvisare. Esso richiede una seria preparazione ed educazione. Esige una vera maturità, la quale abbraccia molteplici fattori (culturali, psicologici, spirituali, ecc.). Esige una coscienza esatta di ciò che costituisce il matrimonio e dei doveri ed impegni che comporta. Soprattutto richiede un lungo esercizio per imparare ad anteporre la dimensione spirituale dell’amore a tutti gli altri valori, i quali diversamente perderebbero la loro consistenza ed ogni significato.
        Occorre conquistare una vera unità e libertà interiori; libertà dai condizionamenti dell’istinto, libertà dagli errori e dalle suggestioni della cultura moderna in questo campo. Sappiamo infatti come questa cultura, appellandosi agli argomenti forniti da certi studiosi moderni (medici, psicologi, sociologi, ecc.) in base ad una visione molto parziale e riduttiva dell’uomo, pretenda di presentarci il piacere come un assoluto, al quale praticamente tutto verrebbe sacrificato.
La vera realtà da assolutizzare è la fedeltà, che esprime la natura dell’amore. L’amore è dono di sé e il dono di sé è  irreversibile, infatti “fedele” significa “per sempre”, il che è anche un riconoscimento del valore unico e infinito della creatura umana, la quale non può venire affittata. La fedeltà può talvolta essere difficile, ma è sempre ammirata come l’aspirazione di ogni amore. L’esempio nei secoli di tanti sposi cristiani dimostra che essa per dono di Dio è possibile, si esprime nella promessa di matrimonio ed è fonte di felicità profonda e duratura. Lo assicura Gesù: ”Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”(Mt. 19, 16).
        Gesù è venuto per farci suoi fratelli, figli di Dio, per redimerci donandoci da vivere la sua stessa vita. Ci ha dato così la vera libertà, che consiste nella libertà dalle passioni e dagli istinti egoistici che portiamo dentro di noi, liberandoci, di conseguenza, dai falsi idoli, dai falsi assoluti, dai falsi padroni (il denaro, il potere, il successo, ecc.) che vorrebbero tenerci schiavi e dominare su di noi. Tra questi pretesi assoluti c’è anche il sesso. Anche l’istinto sessuale, in questa nuova vita evangelica, diventa una delle tante realtà create che possono e devono essere messe al servizio del Regno di Dio25.

Una luce
        Naturalmente, per poter fare questo l’uomo ha bisogno di una luce e di una forza superiori: è la luce e la forza dello Spirito Santo. Il motivo per cui Gesù è così esigente anche in questo campo, umanamente così difficile, sta appunto nel fatto che Egli ci assicura il dono dello Spirito Santo. Attraverso la preghiera e i sacramenti noi possiamo contare sulla forza divina di questo dono. Lo Spirito Santo – facendoci sperimentare la gioia, l’amore, la libertà che vengono da Dio – ci rende capaci di affrontare le difficoltà, di superare le resistenze che possiamo incontrare lungo il cammino e di accettare le rinunzie che di volta in volta potrebbero esserci richieste. Il sacramento del matrimonio dona agli sposi lo Spirito Santo. Prepararsi all’amore coniugale secondo questo stile, non è così mortificante come si potrebbe pensare. Ecco al riguardo la luminosa testimonianza di Rosanna, una giovane sposa.

        “Indescrivibile è la gioia che il Signore dona a coloro che si fidano della sua Parola, piuttosto che degli incitamenti del mondo.
Quando Cristo ci chiede di andare controcorrente, non lo fa per tormentarci o per metterci alla prova, ma per regalarci una felicità ancora più grande. Se ci chiede di passare per la porta stretta,è perché solo attraverso di essa noi possiamo giungere alla verità del nostro essere e così alla nostra piena realizzazione.
Oggi, forse, in un mondo che idolatra il sesso, non c’è cosa più controcorrente della castità, che si vuol far passare come un valore ormai superato, retaggio di una mentalità oscurantista.
   La mia personale esperienza mi ha invece confermato che la vera ottusità consiste nel voler subordinare la persona alla sua sfera sessuale, così da esserne dominata, invece di dominarla e di finalizzarla ad esprimere messaggi autentici.
La Parola di Cristo, che illumina ogni ambito della nostra esistenza, ci indica anche come vivere la nostra sessualità, se, senza accontentarci di gioie effimere, vogliamo giungere alla felicità vera.
Il Signore, nella sua immensa bontà, mi ha fatto sperimentare tutto questo facendomi incontrare quella persona stupenda, che oggi è diventata mio marito. Quando ci siamo conosciuti, Daniele non aveva ancora la fede, ma aveva una straordinaria capacità di amare, una straordinaria tenerezza che ha lenito le mie ferite, derivate da una difficile situazione familiare, ed anche la capacità di rispettare le mie convinzioni religiose. All’inizio non capiva perché io mi ostinassi, sebbene il nostro amore crescesse di giorno in giorno, a non accettare i rapporti prematrimoniali, non capiva perché io, in nome della mia fede, non volessi fare ciò che tutti facevano; poi, però, questo suo non capire si è tramutato in una profonda ammirazione per la mia coerenza e nel desiderio di condividere la mia esperienza all’interno della Chiesa.
    Certo il cammino non è stato sempre facile; ci sono stati tanti litigi e momenti di tensione, ma la grazia del Signore non ci ha mai abbandonato e ci ha dato la forza di non perdere mai la capacità di dialogare. Un giorno, Daniele mi ha scritto: “Più forte della morte è il mio amore per te”. E’ proprio così: l’amore innestato nell’Amore di Cristo è più forte della morte, dunque riesce a superare qualsiasi difficoltà e a vincere i limiti della nostra natura umana.
  Ora che siamo sposati, raccogliamo a piene mani i frutti del nostro impegnativo cammino, che ci ha portato a conoscerci profondamente come persone. La nostra vita comune è felicissima e la nostra intesa sessuale armoniosa ed appagante, perché si basa sulla fusione delle nostre anime, prima ancora che su quella fisica.
Insieme ringraziamo ogni giorno il Signore per le meraviglie che continua ad operare, se solo abbiamo l’umiltà e il coraggio di fidarci totalmente di lui”.
(Rosanna, Cesena 2004)
               

Il matrimonio è segno dell’amore di Gesù

        I dati Istat  del Maggio 2004 danno una crescita delle percentuali di separazioni e divorzi in Italia tali da desumere il fallimento di un matrimonio su quattro (800.000 divorzi in 20 anni). Oltre a ciò la Chiesa  non può restare indifferente davanti al diffondersi della convivenza per le gravi conseguenze che ne derivano, sia religiose e morali (perdita del senso religioso del matrimonio, privazione della grazia del sacramento, grave scandalo) sia sociali (distruzione del concetto di famiglia, indebolimento del senso di fedeltà anche verso la società, possibili traumi psicologici nei figli).
La Chiesa lamenta soprattutto che vadano perdute le straordinarie ricchezze del matrimonio cristiano. 
È possibile svalutare la forza del Sacramento che viene incontro alle fragilità dell’amore? Può la Chiesa tacere la testimonianza di quelle sante coppie cristiane che per la loro totale fedeltà sono state il simbolo luminoso dell’amore di Dio? Una coppia non può costruirsi sul piano umano indipendentemente dalla comunità, e, sul piano religioso, indipendentemente dalla Chiesa… No, Cristo ci ha insegnato che Dio ci salva all’interno di un popolo!
        Cristo nel matrimonio non ha istituzionalizzato un “pezzo di carta” per legittimare l’amore umano. Ai suoi tempi il matrimonio esisteva già come “istituto naturale” della legge d’amore scritta nei cuori. Egli lo ha elevato a “sacramento,” cioè a segno visibile dell’amore con cui Lui ama l’uomo, il che è spiegato nella sua intera vita, fatta di amore fino alla croce. Ripercorriamo in un semplice schema la storia d’amore tra Dio e l’uomo, che definisce poi lo stile della coppia cristiana.
        Un uomo e una donna che si amano veramente non rappresentano solo una festa per sè e per tutti ma, secondo la Scrittura, sono manifestazione della natura di amore di quel Dio che “creò l’uomo a sua immagine…maschio e femmina” (Gn.1,27). L’unione coniugale è una realtà umana così grande che, alla luce della rivelazione di Cristo,  la Chiesa l’ha collocata fra quei sette segni sacramentali nei quali Dio manifesta la sua presenza e la sua azione.
        I battezzati che scelgono di sposarsi in Chiesa, eleggono Gesù come unico maestro del loro amore. Invitandolo a benedire le nozze gli esprimono la loro volontà di costruire una famiglia cristiana e gli chiedono la forza necessaria. Nella Chiesa gli sposi trovano fratelli e sorelle impegnati nel loro stesso cammino di amore soprannaturale e fecondo che li rende santi, cioè persone che si sforzano di compiere la loro missione terrena di coniugi cristiani. Matrimonio cristiano vuol dire accettare Cristo e la Chiesa come modelli d’amore, ma con un’umile adesione di fede. Non si tratta allora di fare dei  matrimoni in chiesa, quanto nella e per la Chiesa, cioè in quella parrocchia dove la nuova famiglia è chiamata ad esprimere la propria fede e impegno a vivere il vangelo.
     Nel matrimonio la coppia diventa segno dell’amore fedele di Gesù.
        L’amore degli sposi viene “cristificato” nel dono di sé compiuto davanti a Gesù, ossia reso capace di un sacrificio completo, fedele fino alla morte come il suo. Chi può sostenere una promessa di fedeltà eterna? Gesù, che manifesta la sua potenza nella nostra debolezza (2 Cor.4,5).
Quanto vale la fedeltà? Ecco di seguito tre testimonianze al riguardo.

        Quando Christopher Reeve, l'attore ricco e famoso che ha interpretato Superman, rimase completamente paralizzato a causa di una brutta caduta da cavallo, sua moglie Dana entrando nella sala di rianimazione gli disse: «Non preoccuparti, sei ancora tu!». Un concetto fondamentale che lei non si stancava di ripetergli: «Sei ancora l'uomo di cui mi sono innamorata».
Grazie a questo amore Chris superò il pensiero del suicidio che l'aveva sfiorato. Ecco la dignità dell'uomo: sentirsi amato, rispettato, considerato persona, indipendentemente dall'essere sufficiente o insufficiente a se stesso, dall'avere la capacità di ragionare o meno, dall'avere un corpo e un viso da superman o da velina, oppure deformato da malattie devastanti. La persona è tale perché è sempre degna di essere amata e, quando uno si sente amato, vive ed è contento di vivere. Nel Marzo del 2006 Dana Morosini-Reeve è morta di cancro ai polmoni a soli 44 anni, lasciando una testimonianza di amore vero, fedele nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia: fino alla fine.

 

Il battesimo imprime
in noi la coscienza che
Cristo morì
sulla Croce per
salvarci, cioè per
svelarci il
nostro egoismo con
l’amore di Dio nella sua
obbedienza al Padre

 

I battezzati-fidanzati,
sentendosi amati da Dio
in Cristo lo scelgono nella
sua Chiesa come
modello massimo
di amore fedele e
ricevono  la forza per
conformarsi a Gesù
( = lo Spirito Santo o
Grazia propria del Sacramento)Nel
sacramento del
matrimonio
il battezzato
è reso capace di
amare il proprio
coniuge come
Cristo ha amato
la sua Chiesa

 

        “Vent’anni fa sua moglie se n’era andata con un altro uomo. Giacomo si era ritrovato solo con due figli da crescere ed educare: una bimba di tre anni e un bambino di cinque. Alice era fuggita, era venuta meno alla promessa pronunciata davanti all’altare. Ma Giacomo, lui no: e non aveva nessuna intenzione di farlo. Perché il tradimento di Alice - si era chiesto - doveva condurlo a rinnegare a sua volta il sacramento del matrimonio? Pur nello scoramento e nella solitudine, Giacomo aveva preso una decisione: non avrebbe dato un’altra madre ai suoi figli, non avrebbe più diviso il suo letto con un’altra donna. Davanti a Dio, e a dispetto di tutto, Alice restava sua moglie. E lui le aveva giurato fedeltà per la vita. Un giorno Alice è ritornata, vent’anni dopo, ma è ritornata. Era malata, aveva un tumore. Stava con un uomo, ma quando lui ha saputo che lei era spacciata, è sparito. Alice ha cercato Giacomo. Lui l’ha di nuovo accolta. L’ha accudita con infinita tenerezza. Fino all’ultimo. Lei si è spenta tra le sue braccia. E’ stata una grande prova d’amore”.
(da Avvenire in Noi genitori e figli n. 25 - 1999)

 

        “La famiglia stabilizza ed inoltre un giovane quando si sposa trova il suo equilibrio, la sua completezza, riesce a dare il meglio di sé, certamente di più di quello che ha sempre dato. Tanto è vero che quando capita di poter individuare una buona moglie io stesso suggerisco il matrimonio. Anche per la squadra rappresenta un’ottimo investimento.
Sono credente, lo sono sempre stato, più il tempo passa e più aumenta la mia fede. Nelle interviste che mi vengono rivolte si cerca sempre e solo di parlare di calcio. Nessuno si è mai interessato alla mia normalità coniugale e familiare. Se però lasciassi mia moglie, tutti correrebbero a parlare di me, tutti cercherebbero di scoprire o fotografare una nuova fidanzata o compagna. Nessuno riesce a interessarsi ed a capire la normalità di una vita familiare e coniugale vissuta quotidianamente con grande serenità e gioia. E’ proprio questo il segreto della famiglia, è questa la sua bellezza e mi meraviglio davvero che tanti oggi la mettano in discussione”.
(Giovanni Trapattoni, allenatore, da Avvenire, in Noi n. 24 - 1999)

 

        Alla luce di quanto abbiamo spiegato a riguardo del sacramento del matrimonio si capisce come il rapporto fisico non possa essere l’inizio, ma la conclusione di un lungo cammino che i giovani faranno insieme per verificare se sono capaci di comunicare profondamente tra loro, e se sono in grado d’essere il punto di riferimento l’uno dell’altro e dei figli per sempre.
        Oggi, questo per sempre non può essere garantito solo dallo sforzo umano. La fedeltà e l’indissolubilità sono, sì, il frutto dell’impegno dell’uomo e della donna, ma sono al tempo stesso il dono che Dio fa agli sposi nel sacramento. Finché nel nostro cuore non è stata inserita la capacità di amarsi “come Cristo ama”, il rapporto coniugale è soggetto a tutte le fragilità che derivano da una natura debole e dai mille condizionamenti di una società allergica alla fedeltà.
Per questo la Chiesa, pur conoscendo le reali difficoltà che i giovani incontrano in un fidanzamento che si protrae a lungo nel tempo (spesso per ragioni che non dipendono da loro), chiede che il gesto che esprime la volontà di donarsi per sempre attraverso l’intimità fisica sia realizzato quando essi hanno la garanzia che il loro rapporto si fonda non solo sul loro amore, ma sulla solidità della grazia che Dio dona col sacramento.

 

16.  cf. Gn 1,26.- Ecco le citazioni bibliche dell’Antico e del Nuovo Testamento sul matrimonio:
Genesi 1, 26 – 31(divina creazione, dignità, benedizione, missione, poteri dell’uomo e della donna); 2, 7 (formazione divina dell’uomo); 2, 18-25 (scopo, divina formazione della donna, divina istituzione del matrimonio per bocca di Adamo innocente ispirato da Dio); 3 (peccato dei progenitori, divina punizione inflitta all’uomo e alla donna); 8, 15 - 9, 1 (rinnovata benedizione e riproclamata missione del matrimonio); Gn 11 – 25 (Sara e Abramo); 24 – 29 (Rebecca e Isacco); Deuteronomio 24, 1 -4 (la legge sul ripudio Mosaico); Sam 1 – 2  (Anna di Elcana, profetessa); Tobia 3 – 12 (Sara di Tobia) ; Matteo 1- 2; Luca 1 – 2 (Giuseppe e Maria Vergine); Matteo 5, 31 -32; 19, 1 – 11;  Marco 10, 1 -12; Luca 16, 18 (indissolubilità del matrimonio riportato allo splendore della primitiva origine divina e abolizione del ripudio mosaico); Giovanni 2, 1 -12 (presenza di Gesù che consacra le nozze e le benedice anche materialmente); Romani 7, 1 – 3 (indissolubilità del matrimonio fino alla morte); I Corinti 7 (matrimonio, celibato, verginità, vedovanza); I Cor. 11, 2 – 16 (sudditanza dell’uomo a Cristo e  della coppia a Cristo); Efesini 5, 21 – 33 (sul modello di Cristo e della Chiesa, capo e corpo, si vede il legame della sposa allo sposo e il loro amore scambievole); Colossesi 3, 18 – 19 (amore scambievole nella coppia); I Timoteo 5, 1 – 16 (vedove); I Pietro 3, 1 -7 (santità delle spose, loro apostolato verso i mariti, comprensione e onore di questi verso di esse). Riguardo all’unione dello sposo e della sposa come immagine della comunione divina con l’umanità, l’immagine di Cristo e della Chiesa affiora anche nel Cantico dei cantici, Osea, Efesini 5, 21 – 33.
      Il matrimonio cristiano non riguarda perciò soltanto i corpi, ma si estende all’anima : è ordinato da Dio a unire sotto ogni punto di vista (spirituale, psichico, fisico) l’uomo e la donna.
Tale è l’ideale cristiano, altissimo, ma realizzabile per chi confida nell’amore di Dio. 
17.  cf. Ibid. 2,7.
18.  cf. Gaudium et spes, 14.
19.  cf. Gn 1,27.
20.  cf. Ibid. 2,18.
21.  cf. Gn 2,24 alla luce di Mt 19, 4-6.
22.  cf. Gv 13, 34.
22b.  cf. L’Osservatore Romano, 30-06-06; Gaudium et spes, 49.
23.  cf. Humanae vitae, 12.
23b.  cf. Gaudium et spes, 48.
24.  cf. Ibid., 50; vedi anche G. Martelet, Amore coniugale e rinnovamento conciliare, Assisi   1968, p. 20.

cf. G. Rocca in AA.VV. Uno solo è l’amore, Città Nuova, 1992.

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