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15/07/2015 22:24 | |
"ln un'epoca come il Medioevo il compito dell'apostolo cristiano era più semplice di oggi. Alcune questioni non si ponevano. Gli uomini erano ancora sani di corpo e di anima; la necessità li raccoglieva in piccoli gruppi viventi, in cui la sicurezza di ciascuno si fondava sullo sforzo di tutti, i legami familiari e sociali restavano solidi, l'esistenza era ad un tempo più dura e più umana, in breve, l'uomo carnale e le "città carnali", malgrado terribili scosse esteriori, conservavano il loro profondo equilibrio. Era sufficiente, allora, orientare la natura verso Dio. I termini del problema, oggi, sono ben diversi. La carne, la natura, la società sono malate. Non basta più orientale, bisogna guarirle. L'apostolo cristiano, nel Medio Evo, conosceva un solo nemico: il peccato individuale. Scomparso questo, il resto andava da sè. Oggi noi dobbiamo lottare contro un male più universale e più tenace, contro il disordine infiltratosi nei nostri corpi, nei nostri costumi, nelle nostre istituzioni, intimamente mescolato all'aria che respiriamo. Non è più sufficiente curare i polmoni quando l'atmosfera è avvelenata".
(Gustavo Thibon, Ritorno al reale. Nuove diagnosi, Volpe, Roma 1972.pp.118-9). |