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PENSIERI di grandi CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2021 09:10
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14/08/2012 13:43
 
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LA PACE VERRÀ
Se tu credi che un sorriso è più forte di un'arma,
se tu credi alla forza di una mano tesa,
se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora...
LA PACE VERRÀ.
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
se tu sai gioire della gioia del vicino,
se l'ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
se per te lo straniero che incontri è un fratello,
se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora...
LA PACE VERRÀ.
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,
se tu sai accogliere ed accettare un fare diverso dal tuo,
se tu credi che la pace è possibile, allora...
LA PACE VERRÀ.

Charles de Foucauld
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26/08/2012 08:03
 
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“TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA”
Sii paziente e persevera nella pratica della meditazione. All'inizio, accontentati di avanzare a piccoli passi. Più avanti, avrai gambe che non vorranno che correre, o meglio, ali per volare.
Accontentati di o
bbedire. Non è mai facile, ma è Dio che abbiamo scelto come parte nostra. Accetta di essere ancora solo una piccola ape nel nido; presto essa diventerà una di quelle grandi operaie abili a fabbricare il miele. Resta sempre umile davanti a Dio e davanti agli uomini, nell'amore. Allora il Signore ti parlerà in verità e ti arricchirà dei suoi doni.
Succede che le api attraversino grandi distanze nei prati prima di arrivare ai fiori che hanno scelto; poi, affaticate ma soddisfatte e cariche di polline, rientrano nell'alveare per compiervi la trasformazione silenziosa, ma feconda, del nettare dei fiori in nettare di vita. Fa' lo stesso: dopo aver ascoltato la Parola, meditala attentamente, esaminane i diversi elementi, cercane il significato profondo. Allora diventerà per te chiara e luminosa; avrà il potere di trasformare le tue inclinazioni naturali in pura elevazione dello spirito; ed il tuo cuore sarà sempre più strettamente unito al cuore di Cristo.

P. Pio da Pietrelcina, cappuccino
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09/10/2012 09:45
 
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Dio non aspetta che l'ora della tua contemplazione per riempirti di nuovo il cuore della sua grazia, di quanto hai donato nel giorno alle molte mani tese incontrate per la strada. E' l'ora in cui Egli, di nascosto, rinnova tutte le cose.
p. David Maria Turoldo
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01/11/2012 07:33
 
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LA PORTA STRETTA
La porta, proprio quella porta, è stretta. Perché? Perché doversi sforzare per entrare? Che cos’ha questa porta, quest’ultima apertura verso l’infinito, di così difficile da chiedere sforzo, lotta, impegno per essere attraversata? Perché poi dover lottare per entrare attraverso quella porta? Perché la lotta per entrare? Perché molti lotteranno, spingeranno, si sforzeranno per entrare ma alla fine mancherà loro il vigore? Ma perché dopo una vita terrena di difficoltà, solitudini, tristezze, paure, miserie, ristrettezze, anche la porta, l’ultima porta, deve essere stretta? Semplicemente perché la porta, quell’ultima porta, non è un’altra porta, non è una porta diversa, ma è la stessa porta.
La porta è la stessa. La porta è la stessa da cui siamo passati un giorno, noi esseri di luce ed esseri spirituali, fatti a immagine e somiglianza di Dio, per entrare in questa dimensione terrestre. La porta è la stessa, non è un’altra. È la ste
ssa porta.
La stessa porta, la stessa fessura che è servita all’umanità per uscire dalla dimensione divina, dalla casa del Padre, dopo la scelta di staccarsi da Dio e di fare da soli.
Quella stessa porta e fessura ci permetterà di ritornare nella dimensione divina, nella luce senza fine del cielo, tra i cori festanti della casa del Padre. La porta è la stessa ed è misurata, commisurata e intagliata nella luce, perfettamente aderente alle misure del nostro spirito, del nostro luminosissimo essere divino. La porta in verità non è stretta, non si è ristretta, siamo noi che dopo la vita terrena potremmo arrivare alla sua soglia, il giorno dell’attraversamento, deformi di rabbia, ingrassati a dismisura di possesso e di attaccamenti, distorti e storpiati dai legami umani che hanno sostituito i legami con l’Eterno, snaturati dalla mancanza di amore, lacerati e svuotati a causa della nostra mancanza di compassione e misericordia. In verità non è la porta che è stretta, potremmo essere noi così deformi da non poterci più entrare. La porta non è affatto stretta, è perfettamente misurata sulle graziose e divine forme del nostro spirito divino, è regalmente aderente allo splendore del nostro essere immortale e divino. C’è un solo modo per mantenersi in forma spiritualmente e poter attraversare in tutta facilità quella porta: Amare Dio sopra ogni cosa, amare gli altri come se stessi. Paradossalmente, bisogna crescere nell’amore, essere grandi nell’amore, per essere in forma per quella porta, per quella porta che stretta non è perché la porta dell’amore è.


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10/12/2012 17:18
 
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La vita cristiana è un ritorno al Padre, la fonte e il fondamento di ogni esistenza, per mezzo del Figlio, splendore e immagine del Padre, nello Spirito Santo che è l’amore del Padre e del Figlio. E questo ritorno è possibile solo mediante il distacco e la «morte» dell’io esteriore, in modo che l’io interiore, purificato e rinnovato, possa adempiere la sua funzione di immagine della divina Trinità.

Il cristianesimo è vita e saggezza in Cristo. È un ritorno al Padre in Cristo. È un ritorno all’infinito abisso di realtà pura in cui la nostra stessa realtà è fondata, e in cui noi esistiamo. È un ritorno alla sorgente di ogni significato e di ogni verità. E un ritorno alle sorgenti più profonde della vita e della gioia. È una riscoperta del Paradiso all’interno del nostro stesso spirito mediante la dimenticanza di sé. E, in ragione del nostro essere una cosa sola con Cristo, è il riconoscimento del nostro essere figli del Padre. È il riconoscimento di noi stessi come altri Cristi. È la consapevolezza della forza e dell’amore comunicatici dalla presenza miracolosa di colui che è senza nome ed è segreto e che noi chiamiamo Spirito Santo.

Thomas Merton
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10/12/2012 17:20
 
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“Nostro Signore ha un amore veramente speciale per la castità. La sua stessa Madre, san Giuseppe e san Giovanni, il discepolo prediletto, si erano tutti votati alla castità. Perché desidero essere casta? Voglio esserlo perché sono la sposa di Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente. Voglio essere casta per l’opera che debbo compiere come cooperatrice del Cristo. La mia castità deve essere così pura da saper trascinare i più impuri al Cuore sacratissimo di Gesù”.
Beata Madre Teresa di Calcutta
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24/12/2012 00:04
 
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Dio non si vergogna della piccolezza dell'uomo, vi si coinvolge totalmente: sceglie un essere umano, lo fa suo strumento, e compie il suo miracolo là dove meno lo si attende.
Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è perduto, ciò che è insignificante, reietto, ciò che è debole, spezzato.
Quando gli uomini dicono: "perduto", egli dice: "trovato"; quando dicono: "condannato", egli dice "salvato"; quando gli uomini dicono: "no!", egli dice "sì!".
Quando gli uomini distolgono il loro sguardo con indifferenza o con alterigia, ecco il suo sguardo ardente di amore come non mai... Quando giungiamo, nella nostra vita, al punto di vergognarci dinanzi a noi stessi e dinanzi a Dio, quando arriviamo a pensare che è Dio stesso a vergognarsi di noi, quando sentiamo Dio lontano come non mai nella nostra vita, ebbene, proprio allora Dio ci è vicino come non mai; allora vuole irrompere nella nostra vita, allora ci fa percepire in modo tangibile il suo farsi vicino, così che possiamo comprendere il miracolo del suo amore, della sua prossimità, della sua grazia.

D. Bonoheffer
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28/12/2012 22:58
 
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Noi siamo tutti creati per la gloria di Dio, per fare la sua volontà. Io occupo un mio posto nei piani di Dio, un posto da nessun altro occupato.
Egli mi conosce e mi chiama per nome, mi ha creato per rendergli qualche servizio ben definito.
Io ho la mia missione: potrei non conoscerla mai in questa vita ma mi sarà rivelata nell’altra.
La mia malattia, la mia incertezza,il mio dolore possono essere cause necessarie a qualche grande opera che mi è del tutto incomprensibile.
Signore, mi abbandono alla tua volontà.

(Cardinal J.H.Newman)
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28/12/2012 23:02
 
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Non permettere mai 
che qualcuno 
venga a te
e vada via senza essere 
migliore e più contento.
Sìi l'espressione 
della bontà di Dio 
Bontà sul tuo volto 
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso 
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
a tutti coloro che soffrono 
nella carne e nello spirito 
offri sempre un sorriso gioioso
Dai a loro 
non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.

Madre Teresa di Calcutta
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04/01/2013 17:14
 
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Attraverso la fede noi possiamo ricevere l’eredità di Gesù: «Io vi lascio la pace, vi do la mia pace». Paolo a Filippi, incarcerato in una buia e desolata segreta, il corpo fustigato e sanguinante, i piedi incatenati, lo spirito stanco, cantava gioiosamente i canti di Sion nella mezzanotte. I primi cristiani, affrontando i leoni affamati nell’arena o la dolorosissima pena del ceppo, si rallegravano di essere stati giudicati degni di soffrire per amore di Cristo. Gli schiavi neri, stanchi fino alle ossa nel caldo opprimente e con i segni dei colpi di sferza impressi di fresco sulle loro schiene, cantavano trionfanti: «Presto deporrò questo pesante fardello». Questi sono esempi viventi di pace che oltrepassa ogni comprensione.
La nostra capacità di affrontare in maniera costruttiva i sogni infranti è in ultima analisi determinata dalla nostra fede in Dio. La fede genuina ci infonde la convinzione che di là dal tempo vi è uno Spirito divino e di là dalla vita vi è la Vita. Per quanto tristi e catastrofiche possano essere le circostanze presenti, noi sappiamo che non siamo soli, perché Dio abita con noi nelle più anguste e opprimenti celle della vita. E anche se noi moriamo là, senza aver raggiunto la promessa terrena, Egli ci guiderà per quella misteriosa strada chiamata morte e, infine, a quella indescrivibile città che ci ha preparata.

Martin Luther King
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04/01/2013 17:25
 
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Dio si rivela sempre a tutti, a tutti coloro che lo cercano. Egli si rivela ad ogni uomo, nel suo proprio cuore. Ogni uomo sente in sé Dio, quel principio di vita che non è corpo, ma che vive nel corpo umano, che non ha né peso, né misura, né colore, né gusto, né odore, che mai ebbe inizio e mai avrà fine.

(Lev Tolstoj)
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09/01/2013 07:47
 
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Nelle ore di combattimento specialmente, ravvivate la vostra fede nelle verità della dottrina cristiana, ed in modo singolarissimo ravvivate la fede nelle promesse di vita eterna che il dolcissimo Signor nostro fa a coloro che combatteranno con forza e coraggio. Valga ad infondervi coraggio ed a confortarvi il sapere che non si è soli nel soffrire, che tutti i seguaci del Nazareno sparsi nel mondo, patiscono le stesse cose: sono esposti ancora essi alle tribolazioni.

In Cammino con Padre Pio - a Raffaelina Cerase - Ep. II
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14/01/2013 18:26
 
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“È impossibile impegnarci nell’apostolato diretto se non ci appoggiamo su di un’autentica vita di preghiera. Dobbiamo rendercene conto e formare un’unità con Cristo, come Egli era cosciente di essere una cosa sola con il Padre suo. Il nostro impegno non è realmente apostolico se non nella misura in cui consentiamo a Dio di agire in noi e tramite noi, grazie alla sua energia, ai suoi piani, al suo amore".

Madre Teresa di Calcutta
 
 
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20/01/2013 07:48
 
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Abbi pazienza, figliuola mia, nel sopportare le tue imperfezioni, se ti sta a cuore la tua perfezione.
Rammentati che questo è un punto importantissimo se vogliamo progredire nelle vie che ci menano a lui. Quando non puoi camminare a gran passi per questa via, contentati dei piccoli passi, aspettando pazientemente che abbi gambe per correre, o meglio ali per volare; contentati, mia buona figliuola, di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare il miele.
Umiliati amorosamente avanti a Dio ed agli uomini, perché Iddio parla a chi tiene le orecchie basse. Ascolta, dice egli alla sposa dei sacri cantici, considera ed abbassa le tue orecchie, dimenticati del tuo popolo, e della casa del tuo padre. Così il figliuolo amoroso si prostra sopra la sua faccia, quando parla al suo Padre celeste; ed aspetta la risposta dell’oracolo suo divino.
Iddio riempirà il tuo vaso del suo balsamo, quando lo vedrà vuoto dei profumi del mondo; e quando più ti umilierai, più egli ti esalterà.

Padre Pio - ad Antonietta Vona - Ep. III
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29/01/2013 14:21
 
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Ti è certamente capitato di essere preso dal fascino di un tramonto, di una notte stellata, di uno spettacolo riuscito, di un’opera d’arte e di esclamare: com’è bello!
La bellezza è una realtà irresistibile.
Dinanzi al volto di un bambino spontaneamente viene da dire: quanto è bello! Di fronte alla bellezza non si può frenare l’emozione, ma ci si abbandona all’ammirazione e allo stupore.
Ogni giorno, quando ti guardi allo specchio, vorresti che il tuo volto potesse dire sempre a te stesso:
sono bello!
Sì, siamo nati per la bellezza. La ricerca della bellezza caratterizza la vita di ogni uomo e di ogni donna, i quali non si rassegnano alla sciatteria.
Ciò nonostante, la Sacra Scrittura afferma in proposito: «Vana è la bellezza» (Pro 31,30).
Perché?
Perché la Parola di Dio invita a una bellezza spirituale, interiore, che è più preziosa, e mantiene il suo valore anche quando l’avvenenza fisica dovesse scomparire.
Se il bello è inteso comunemente come lo splendore della verità, l’ideale della bellezza umana è dato dal-l’essere specchio dell’immagine di Dio. Tutto il lavoro della vita spirituale consiste nel togliere l’opacità e l’appannamento di questo specchio.

p. Stefano De Fiores
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31/01/2013 09:25
 
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Figliuol mio, perché sei così ripieno di angosce sopra del tuo spirito? Perché ti vedi ripieno di miserie e di debolezze? Ebbene, eccoti un altro motivo per poter fare i negozi per l’anima tua. Ecco un’altra fonte di merito per te. Umiliati dinanzi al buon Dio; chiedigli sempre di uscire da cotesto stato di infermità e di debolezze e desideralo ardentemente e nulla tralasciare da parte tua di quanto conosci di fare per poter guarire.
Ed intanto sii paziente nel sopportare le tue imperfezioni se vuoi essere perfetto. E un punto questo importantissimo per un’anima che fa professione di perfezionamento. «Nella vostra pazienza, dice il divin Maestro, possederete l’anima vostra». Quindi sii paziente nel sopportare te stesso e le stesse tue infermità e frattanto ingegnati coll’adoperare quei mezzi che tu conosci e che hai appreso da me e da altri. Le tue miserie e debolezze non ti hanno da spaventare, perché Gesù ne ha vedute in te assai peggiori e non per questo ti rigettò e molto meno ti rigetterà adesso che tu ti studii a tutto potere per poter guarire. La divina misericordia non ha mai rigettati miserabili di tal fatta, anzi concede loro la sua grazia, collocando il trono della sua gloria sopra la loro ambizione e viltà.

Padre Pio - a Fra Marcellino Diconsole - Ep. IV
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10/02/2013 09:01
 
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Dio ti guarda, chiunque tu sia. Ti chiama per nome. Lui che ti ha fatto, ti vede e ti capisce. Tutto ciò che c'è in te, egli lo conosce: tutti i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri, le tue inclinazioni, i tuoi gusti, la tua forza e la tua debolezza. Ti vede nei giorni di gioia come nei giorni di pena. Si interessa a tutte le tue angosce e ai tuoi ricordi, a tutti gli slanci e a tutti gli scoraggiamenti del tuo spirito; ha contato i tuoi capelli. ... Ti stringe fra le braccia e ti sostiene ; ti solleva o ti ripone a terra. Contempla il tuo volto, sia nel sorriso che nel pianto, nella salute e nella malattia. Guarda le tue mani e i tuoi piedi con tenerezza, ascolta la tua voce, il battito del tuo cuore e perfino il tuo respiro....

Tu sei un essere umano riscattato e santificato, suo figlio adottivo; ti ha fatto dono di una parte di quella gloria e di quella benedizione che sgorgano per l'eternità dal Padre e dal Figlio unigenito. Sei stato scelto per essere suo... Cos'è l'uomo, cosa siamo noi, cosa sono io, perché il Figlio di Dio prenda così grande cura di me? Cosa sono perché ... mi abbia elevato alla natura di un angelo, trasformando la sostanza originale della mia anima, rifacendomi – io che sono peccatore fin dalla giovinezza – e abbia fatto del mio cuore la sua dimora, di me il suo tempio?

Beato John Henry Newman, sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
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12/02/2013 08:53
 
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Vogliamo camminare bene? Ebbene applichiamoci a battere la strada che è più vicina a noi. Imprimiti bene nella mente ciò che sto per dire: noi desideriamo alcune volte di essere buoni angeli, e trascuriamo di essere buoni uomini. La nostra imperfezione ci deve accompagnare fino sul feretro, noi non possiamo giungervi senza terra; non conviene addormentarvici né voltarvici, giacché siamo come dei piccoli pulcini, senza le ali però. Noi moriamo a poco a poco alla vita fisica, ed è questa una legge ordinaria tenuta dalla provvidenza; ed alla stessa maniera bisogna far morire anche le nostre imperfezioni di giorno in giorno; o felici imperfezioni, potremmo esclamare, che ci fanno conoscere la nostra grande miseria, ci esercitano nella umiltà, al disprezzo di noi stessi, alla pazienza e diligenza; nonostante le quali Dio osserva la preparazione del nostro cuore, la quale è perfetta.

Padre Pio - Erminia Gargani - Ep. III
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13/02/2013 08:31
 
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Contentiamoci di camminare terra terra, giacché lo stare in alto mare ci fa girare il capo e ci cagiona delle convulsioni. Teniamoci ai piedi del divin Maestro con la Maddalena. Pratica le piccole virtù proprie della tua piccolezza; la pazienza, la tolleranza col nostro prossimo, l’umiltà, la dolcezza, l’affabilità, la sofferenza delle nostre imperfezioni ed altre molte virtù.
Ti raccomando la santa semplicità, come virtù che mi sta molto a cuore; guarda sempre dinanzi a te, senza molto romperti la testa nel riflettere ai pericoli che vedi da lungi. Essi ti sembrano delle grosse armate ma altro non sono che dei salici diramati. Non ne far conto, altrimenti potresti fare qualche passo sbagliato. Abbi sempre un fermo e generale proposito di voler servire Dio con tutto il cuore e per tutto il tempo della vita; non ti curare del domani, pensa solo a fare il bene oggi, e quando il domani sarà arrivato si chiamerà oggi ed allora ci si penserà.
Bisogna ancora avere una gran confidenza nella diyina provvidenza per poter praticare la santa semplicità. E necessario, figlia mia, imitare il popolo di Dio allorché trovavasi nel deserto; era severamente proibito a questo popolo raccogliere della manna più di quanto faceva bisogno per un giorno. Ebbene anche noi facciamo la provigione di manna per un sol giorno; e non dubitare, figlia mia, che Dio provvederà per l’indomani e per tutti i giorni ancora del nostro pellegrinaggio.

Padre Pio - a Erminia Gargani - Ep. III
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16/02/2013 08:25
 
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Fa', o Signore, che io venga da te che sei somma Sapienza!
Uno dei punti fondamentali dell'insegnamento di Gesù è che non si può servire a due padroni. Dio non ammette le doppiezze negli animi né il barcamenarsi tra promesse ed infedeltà. Egli stesso è il Dio fedele: fedele a se stesso, fedele verso tutti gli uomini nelle sue promesse. Non è bugiardo, non tradisce, non inganna mai nessuno. La vita dell'uomo, invece, è spesso pari ad un gioco d'azzardo o gioco d'interesse. Facilmente l'uomo si lascia sedurre ed ingannare da promesse allettanti che partono da menti e da cuori menzogneri. All'uomo piace rischiare e, spesso, riesce a trincerarsi dietro facciate avvenenti che nascondono tanti inganni. La menzogna e l'infedeltà spesso convivono con l'uomo. Per andare da Gesù è necessario cambiare totalmente tutti gli abiti del proprio vivere: la mentalità acquisita, le convinzioni inveterate, le abitudini, le consuetudini, i modi di essere e di pensare collegati a tradizioni, ad insegnamenti o a calcoli di vario interesse. Ci fa pensare, invece, che per entrare nella vita nuova bisogna immergersi totalmente in Cristo stabilendosi nella novità assoluta, anche tenendo presente che non si può mettere il vino nuovo in otri vecchi né cucire un pezzo di stoffa nuova su un abito vecchio. Di Dio e di Gesù sta scritto: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose".
Donami, Signore, un cuore nuovo, metti in me, Signore, uno spirito nuovo.

N. Giordano
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17/02/2013 09:32
 
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SIAMO SOTTOPOSTI ALLE PROVE

Quanto al fatto che avvertiamo e patiamo le debolezze fisiche della natura umana, non si tratta di un castigo ma di una milizia. La fortezza è infatti irrobustita dalle infermità e molto spesso la sventura è scuola di virtù; le energie della mente e del corpo, infine, senza esercizio di fatica si intorpidiscono. Proprio i vostri valorosi campioni, che decantate ad esempio, hanno visto fiorire la loro fama attraverso le fatiche. Così, non è che Dio non possa o disdegni di venire in nostro aiuto, lui che governa tutte le cose e ama i suoi, bensì nelle avversità egli esamina a fondo ciascuno, soppesa accuratamente nei pericoli il temperamento di ognuno, indaga fino all’istante della morte la volontà dell’uomo, sicuro che per lui niente può andare perduto. Così siamo sottoposti al vaglio delle prove, come l’oro a quello del fuoco.

Minucio Felice
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17/02/2013 09:33
 
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La fede cammina da sola. Per credere, non c’è che da abbandonarsi. Per non credere, bisognerebbe fare violenza a se stessi, torturarsi, tormentarsi, contraddire se stessi.
La piccola speranza cammina fra le sue due sorelle maggiori, e non si fa grande attenzione a lei. Sulla strada della salvezza, sulla strada aspra della salvezza, sulla strada interminabile della salvezza, la piccola speranza cammina.., e in mezzo alle sorelle maggiori essa ha l’aria di farsi trascinare. Quasi fosse una bambina che non ha la forza di camminare, e che si costringe a camminare malgrado la sua incapacità. In realtà èlei che fa camminare le altre due, e che le trascina, e che fa camminare tutto il mondo, e che lo trascina.
Vi è, in ciò che comincia, una freschezza che non ritorna. Un punto di partenza, uno stato di infanzia che non ritorna e che non si ritrova mai più.
Ma la piccola speranza ricomincia sempre.
Guardate come cammina questa piccola (la speranza), dice Dio. Si metterebbe a saltare alla corda in una processione, tanto è felice, e sarebbe sicura di non stancarsi mai.

C. Péguy
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23/02/2013 08:08
 
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Siate sordi quando qualcuno vi parla senza dire di Gesù Cristo che è della stirpe di David, da Maria, che veramente è nato, ha mangiato e bevuto; che veramente è stato perseguitato sotto Ponzio Pilato; che veramente è stato crocifisso ed è morto...; che è veramente risorto dai morti, essendo stato risuscitato dal Padre suo; e che il Padre suo, a somiglianza di lui, risusciterà anche noi che crediamo in lui per mezzo di Gesù Cristo, senza il quale non abbiamo la vera vita.
Sant'Ignazio di Antiochia - vescovo e martire dei primi secoli
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26/02/2013 08:22
 
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Insegnami, Signore, la via più facile per raggiungere te.

È ben noto che ci sono sempre due vie nel nostro cammino. Una è stretta, l'altra è larga. Gli scrittori antichi dicevano che lungo la strada larga passavano i carri pesanti che sollevavano molta polvere mentre quella stretta era percorsa da uomini che si affaticavano per giungere alla meta. La via che conduce alla "conformità" è decisamente molto stretta anche se tutti sono chiamati a percorrerla. Dio non parte da privilegi preconcetti. Dio è padre di tutti e sa bene che cosa i suoi figli facciano. Molti cercano di incamminarsi sulla via larga perché più comoda. Gesù interviene mettendoci in guardia dall'atteggiamento farisaico che a volte si può assumere nel dialogo con lui. Sono molti quelli che cercano la esteriorità. Il teatro piace a tutti, fuorché a Dio che non si lascia commuovere da quello che dicono gli uomini. Gesù insegna la differenza tra ciò che l'uomo vede e ciò che produce. Afferma che non sono le cose che entrano nell'uomo che possono contaminarlo ma ciò che esce dal suo intimo. L'insegnamento si può paragonare alla mentalità industriale. Il valore di un operaio viene valutato in base a quello che produce. Dio guarda il "prodotto". La mente ed il cuore degli uomini potrebbero essere dei centri produttivi di altissimo valore. Ma bisogna vedere che cosa producono. Dio valuta quello che gli uomini producono. Chiunque può essere produttore di bontà ma anche produttore di empietà. Il cuore e la mente sono le forze produttrici del bene e del male. Intorno all'uomo, al di fuori di lui, il male è solo un fantasma. Nel cuore il male acquista corporeità pesante. Chissà perché l'organo che dovrebbe essere strumento di amore si trasforma spesso in strumento di odio e di inganno.

Se solo sapessi amare con sincerità sarei un bravo produttore di raggi luminosi e vitali.

N. Giordano
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26/02/2013 08:24
 
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A portarlo nel mondo, questo amore misericordioso, sono coloro che si sentono piccoli, poveri, peccatori e non fanno affidamento nei propri meriti o nei propri mezzi, ma si abbandonano in maniera incondizionata alla volontà di Dio, Lui, infatti, si incontra con l'uomo nella verità della sua debolezza, non nell'orgoglio della sua autosufficienza.
Madre Speranza
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28/02/2013 08:44
 
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Le virtù sono come chi tiene un tesoro, il quale se non è tenuto celato agli occhi degli invidiosi verrà rapito. Il demonio è sempre vigilante; è il peggiore di tutti gli invidiosi, cerca subito di rapire questo tesoro, quali sono le virtù, non appena gli è palese e questo lo fa col farci assalire da questo sì forte nemico, la vanagloria.
Nostro Signore, sempre premuroso del nostro bene, per preservarci da questo gran nemico, in vari luoghi dell’evangelio ce ne rende avvertiti. Non ci dice forse che volendo fare orazione ci ritirassimo nella nostra stanza, chiudessimo la porta, orassimo da solo a solo con Dio, per non essere la nostra orazione ad altri palese? Che digiunando ci lavassimo la faccia acciocché non dessimo a conoscere agli altri colla luridezza e squallore del volto il nostro digiuno? Che facendo elemosina non sappia la destra ciò che fa la sinistra?



Padre Pio - a E Agostino da San Marco in Lamis - Ep. I
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06/03/2013 08:43
 
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L'amore di Dio è senza limiti; il nostro amore no. Qualsiasi relazione si stabilisce - nella comunione, nell'amicizia, nel matrimonio, nella comunità, nella chiesa - sarà sempre esposta alla frustrazione e alla delusione. Il perdono diventa così la parola dell'amore divino in ambito umano. Il perdono è il cemento della vita comunitaria.
Henri Nouwen
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06/03/2013 08:48
 
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Figlio mio, fuggi da ogni male e da tutto ciò che ne ha l’apparenza.
Non essere iracondo, perché l’ira conduce all’omicidio, non essere geloso, né litigioso, né violento, perché da tutte queste cose hanno origine gli omicidi.
Figlio mio, non abbandonarti alla concupiscenza, perché essa conduce alla fornicazione; non fare discorsi osceni e non essere immodesto negli sguardi, perché da tutte queste cose hanno origine gli adulteri.
Figlio mio, non essere bugiardo, perché la menzogna conduce al furto, né avido di ricchezza, né vanaglorioso, perché da tutte queste cose hanno origine i furti.
Figlio mio, non essere mormoratore, perché ciò conduce alla diffamazione; non essere insolente, né malevolo, perché da tutte queste cose hanno origine le diffamazioni.

Norme di vita cristiana - Didachè 3,1-3.5-6
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15/03/2013 06:40
 
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Fiducia ed amore, figliuola mia, fiducia ed amore nella bontà del nostro Dio. Tu soffri, ma confortati, ché il tuo soffrire è con Gesù e per Gesù, e non è una punizione, ma una prova a salute. Persuaditi pure; io te l’assicuro da parte del Signore: nei tuoi dolori è Gesù, proprio nel centro del tuo cuore; tu non sei separata né lungi dall’amore di questo Dio tanto buono. Tu esperimenti in te la delizia del pensiero di Dio, ma soffii ancora nell’essere lontana dal possederlo completamente e nel vederlo offeso dalle creature ingrate. Ma non può essere diversamente, figliuola mia; chi ama, soffre: è legge indispensabile per l’anima viatrice; l’amore non ancora soddisfatto è tormento, ma tormento dolcissimo. Tu lo esperimenti.
Continua, figliuola mia, senza timore ad avvolgerti in questo mistero di amore e di dolore insieme, finché piacerà a Gesù. Questo stato è sempre temporaneo: verrà la divina consolazione, completa, inammissibile. Continua, mia buona figliuola, in questo stato di afflizione a pregare per tutti, massime per i peccatori, per risarcire tante offese che si fanno al divin Cuore.
A me sembra che tu un giorno ti offristi vittima per i peccatori: Gesù esaudì la tua preghiera, accettò la tua offerta. Gesù ti ha dato la grazia di sosteniere il sacrifizio. Ebbene, coraggio ancora un poco: la ricompensa non è lontana.

Padre Pio - a Maria Gargani - Ep. III
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21/03/2013 00:37
 
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Se il Nazareno fosse soltanto un uomo, sia pure il più grande e il più puro dei figli dell’uomo, egli non ci avrebbe salvato, non ci avrebbe dato la vita che viene dall’alto e che è destinata a non finire: la morte non sarebbe vinta, né lo sarebbe il peccato. Il futuro oscuro della storia resterebbe una domanda senza risposta, la colpa di origine che grava in profondità sull’essere di ogni uomo che viene all’esistenza non sarebbe redenta, e il passato dei vinti di tutti i tempi non avrebbe possibilità di riscatto. Solo se Gesù è l’uomo-Dio, solo se in lui si è compiuto l’inaudito incontro della terra e del cielo, è data risposta al bisogno universale di salvezza e ci è offerta la certezza della liberazione dal male e dal peccato, resa possibile già ora nella grazia, e della vittoria finale del bene, della giustizia e dell’amore.

Nel Figlio di Dio che muore per noi abbiamo la garanzia che è possibile vincere l’egoismo e il peccato, che è possibile amare e superare nell’amore la morte, che l’ultima parola della vita e della storia non sarà l’ingiustizia e il dolore, ma la pace fatta di giustizia e di gioia senza fine. Per lui, il Figlio di Dio fattosi a noi vicino, è bello vivere e dare la vita: in lui ha senso la fatica dei giorni ed ha un futuro persino la speranza che sembra morire.

Bruno Forte
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