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17/06/2015 13:05 | |
"Gli uomini dei tempi passati, quelli che a torto chiamiamo "primitivi", avrebbero potuto concepire un Dio a loro statura, che conoscesse la morte, che avesse fatto il mondo come essi facevano i loro vasi di terra o i loro tetti di corteccia. Non è mai avvenuto così [...]. L'uomo di cui scopriamo le ardue tappe superate con fatica, ad una ad una, nella conquista della materia, sembra non aver mai lottato, mai faticato per raggiungere la certezza del Dio unico, principio creatore di tutte le cose [...]. La testimonianza apportata dallo studio delle civiltà, da un estremo all'altro del tempo e dello spazio, ci mostra un uomo rivolto verso l'Invisibile in se stesso in ogni istante della vita quotidiana, come se rimpiangesse una patria perduta".
(Jean Servier, L'uomo e l'Invisibile, Rusconi, Milano 1973.pp.122 e 124). |