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Sezione 2 Liturgia Art. 12 [Veglia pasquale] § 1. Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in modo eminente nel Santo Triduo,42 il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico.43 Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana. § 2. «La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi».44 È per questo motivo che, durantel’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente45 ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza. § 3. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale. 46 Art. 13 [Eucaristia] § 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale, vissuto in piccola comunità.47 L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.48 § 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo 41 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 128, 96. 42 Cfr. Messale Romano, Annunzio del giorno della Pasqua nella solennità dell’Epifania: «Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto». 43 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1168. 44 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 91; cfr. ibidem: «Il catecumenato battesimale è tutto impregnato dal mistero della Pasqua di Cristo. Per questo “tutta l’iniziazione deve rivelare chiaramenteil suo carattere pasquale” (OICA, 8)»; cfr. ibidem, 59. 45 Anche oggi, tanti neocatecumeni provengono dal mondo e da esperienze fuori della Chiesa ed hanno bisogno di una graduale introduzione ai sacramenti: una propedeutica sacramentale che Giovanni Paolo II ha definito «laboratorio sacramentale», nel quale i battezzati, ma non iniziati (cfr. KAROL WOJTYLA, Affinché Cristo si serva di noi. Catecumenato del XX secolo: Znak, Cracovia, n. 34, 1952, pp. 402-413), possono gradualmente scoprire il fulgore delmistero pasquale. 46 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96. 47 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515: «Sono l’annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioninei gruppi del Cammino Neocatecumenale , in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa»; IDEM, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale,in L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «Tutto ciò viene attuato in piccole comunità, nelle quali “la riflessione sulla parola di Dio e la partecipazione all’Eucaristia… formano cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della Parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare la verità con una fede radicalmente vissuta” (Messaggio ai Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993)». 48 Cfr. OICA, 36, 368. STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste www.camminoneocatecumenale.it pag. 11 di 25 i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli. § 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede49. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto. § 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici. Art. 14 [Penitenza, preghiera, anno liturgico, pratiche di pietà] § 1. «Il sacramento della Penitenza contribuisce in massimo grado a sostenere la vita cristiana».50 Nel loro itinerario di conversione, i neocatecumeni lo celebrano periodicamente secondo il rito per la riconciliazione di più penitenti con confessione e assoluzione individuale. Sono educati inoltre ad accostarsi con assiduità al sacramento della Penitenza secondo il rito per la riconciliazione dei singoli penitenti. § 2. I neocatecumeni vengono gradualmente iniziati alla preghiera liturgica e all’orazione.51 I genitori sono istruiti a trasmettere la fede ai figli52 in una celebrazionedomestica, fatta durante le Lodi della Domenica.53 I figli sono preparati alla Prima Comunione e alla Cresima nella parrocchia e dopo i 13 anni sono invitati a iniziare il Cammino Neocatecumenale. § 3. La Chiesa inizia progressivamente i neocatecumeni alle ricchezze spirituali e catechetiche dell’anno liturgico, in cui essa «celebra tutto il mistero di Cristo».54 A tal fine, prima dell’Avvento, della Quaresima e della Pasqua, i catechisti fanno un annunzio preparatorio. § 4. I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori della Messa, all’adorazione notturna, alla recita del santo Rosario e alle altre pratiche di pietà della tradizione cattolica . 49 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563- 565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni neigruppi del Cammino Neocatecumenale , in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consenteche tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale». 50 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decr. Christus Dominus, 30; cfr. cann. 718-736 C.C.E.O. 51 Cfr. art. 20, 1ª e 3ª. 52 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 226-227, 255; can. 774 § 2 C.I.C.; can. 618 C.C.E.O. 53 Cfr. Institutio generalis de Liturgia Horarum, 27. 54 Normæ universales de anno liturgico et de calendario, 17; cfr. can. 619 C.C.E.O. |