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STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

Ultimo Aggiornamento: 17/01/2010 19:06
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STATUTO DEL

CAMMINO NEOCATECUMENALE



SOMMARIO

Titolo I: Natura e attuazione del Cammino Neocatecumenale

Art. 1: Natura del Cammino Neocatecumenale

Art. 2: Attuazione del Cammino Neocatecumenale

Art. 3: Compiti dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino

Art. 4: Beni temporali

Titolo II: Il Neocatecumenato

Capitolo I: Elementi fondamentali del Neocatecumenato

Art. 5: Destinatari

Art. 6: Il Neocatecumenato si attua nella parrocchia

Art. 7: Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità

Art. 8: Catechesi iniziali, itinerario neocatecumenale, “tripode” ed équipe di catechisti

Capitolo II: Catechesi iniziali

Art. 9: Kerigma e celebrazioni

Art. 10: Nascita delle comunità neocatecumenali

Capitolo III: Parola, Liturgia e Comunità

Sezione 1: Parola di Dio

Art. 11: Celebrazione settimanale della Parola

Sezione 2: Liturgia

Art. 12: Veglia pasquale

Art. 13: Eucaristia

Art. 14: Penitenza, preghiera, anno liturgico, pratiche di pietà

Sezione 3: Comunità

Art. 15: Dimensione comunitaria e convivenza

Art. 16: L’esperienza della
koinonia e i frutti della comunità

Art. 17: Iniziazione alla missione

Art. 18: Iniziazione vocazionale

Capitolo IV: L’itinerario neocatecumenale: fasi, tappe e passaggi

Art. 19: 1ª fase: riscoperta del precatecumenato

Art. 20: 2ª fase: riscoperta del catecumenato

Art. 21: 3ª fase: riscoperta dell’elezione

Titolo III: Educazione permanente della fede:

una via di rinnovamento nella parrocchia

Art. 22: Educazione permanente nella piccola comunità

Art. 23: Una via di rinnovamento nella parrocchia

Titolo IV: Catecumenato battesimale

Art. 24: Catecumeni

Art. 25: Neofiti

Titolo V: Modalità del servizio della catechesi

Art. 26: Vescovo diocesano

Art. 27: Parroco e Presbiteri

Art. 28: Catechisti

Art. 29: Formazione dei catechisti

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14/01/2010 13:51
 
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Titolo I

Natura e attuazione del Cammino Neocatecumenale

Art. 1

[Natura del Cammino Neocatecumenale]

§ 1. La natura del Cammino Neocatecumenale viene definita da S.S. Giovanni Paolo

II quando scrive: «
Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione

cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».1

§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è al servizio del Vescovo come una delle modalità

di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella

fede.

§ 3. Il Cammino Neocatecumenale, dotato di personalità giuridica pubblica
2, consta

di un insieme di beni spirituali3:

1°. il “Neocatecumenato”,4 o catecumenato post-battesimale5, secondo la moda-

1 GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515.

2 Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, 28 ottobre 2004 (Prot. N. 1761/04 AIC-110).

3 Cfr. can. 115 § 3: fondazione autonoma di beni spirituali.

4 Cfr. Il Neocatecumenato. Un’esperienza di evangelizzazione e catechesi in atto in questa generazione. Sintesi

delle sue linee di fondo, a cura del Centro neocatecumenale di Roma, Roma 1976 (pro manuscripto).

5 “Un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni

percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo… (cfr. Catecumenato post-battesimale, in Notitiae 95-96,1974, 229)” (G

IOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990, AAS 82 [1990] 1514).

Esso si ispira a vari documenti della Santa Sede, tra i quali:

- il cap. IV dell’
OICA che suggerisce l’utilizzazione adattata della catechesi e di alcuni riti propri del catecumenato

per la conversione e maturazione nella fede anche negli adulti battezzati.

- P
AOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 44: «È ormai palese che le condizioni odierne rendono sempre

più urgente che l’istruzione catechetica venga data sotto forma di un catecumenato».

- G
IOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 44: «La nostra preoccupazione pastorale e missionaria…

va a coloro che, pur essendo nati in un paese cristiano, anzi in un contesto sociologicamente cristiano,

non sono mai stati educati nella loro fede e, come adulti, sono dei veri catecumeni».

- G
IOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61: «Un aiuto [alla formazione dei cristiani] può essere

dato… da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni

elementi del
Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie

ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto».

-
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1231: «Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un catecumenatopost-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo,

ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona».

- C
ONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 59: «“Il modello di ogni catechesi è il

Catecumenato battesimale, che è formazione specifica mediante la quale l’adulto convertito alla fede è portato

alla confessione della fede battesimale durante la veglia pasquale”. Questa formazione catecumenale

deve ispirare le altre forme di catechesi, nei loro obiettivi e nel loro dinamismo»;
ibidem, 91: «La catechesi

post-battesimale, senza dover riprodurre mimeticamente la configurazione al Catecumenato battesimale, e

riconoscendo ai catechizzandi la loro realtà di battezzati, farà bene ad ispirarsi a questa “scuola preparatoria

alla vita cristiana”, lasciandosi fecondare dai suoi principali elementi caratterizzanti».

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 4 di 25

lità di cui al Titolo II;

2°. l’educazione permanente della fede, secondo la modalità di cui al Titolo III;

3°. il catecumenato, secondo la modalità di cui al Titolo IV;

4°. il servizio della catechesi, di cui al Titolo V, svolto secondo le modalità e

dalle persone ivi indicate.

Art. 2

[Attuazione del Cammino Neocatecumenale]

In conformità al desiderio del Papa Giovanni Paolo II: «Auspico che i Fratelli

nell’Episcopato valorizzino e aiutino – insieme con i loro Presbiteri – quest’opera per

la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori,

nello spirito di servizio all’Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto

dell’unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale
»,6 il Cammino Neocatecumenale

si attua nelle diocesi:

1°. sotto la giurisdizione, la direzione del Vescovo diocesano
7 e conl’assistenza, la guida8 dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, o

dell’Équipe responsabile delegata, di cui all’art. 3, 7º;

2º. secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e

negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti.

Art. 3

[Compiti dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino]

Compete all’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, di cui al Titolo VI:

1°. mettere a disposizione dei Vescovi diocesani i beni spirituali di cui all’art. 1

§ 3;

2°. guidare l’attuazione del Cammino Neocatecumenale e garantirne

l’autenticità;

3°. adempiere i compiti propri, indicati nel presente Statuto;

4°. procedere alle consultazioni che si considerino opportune;

5°. mantenere regolari rapporti con i Vescovi diocesani;

6°. mantenere regolari rapporti con il Pontificio Consiglio per i Laici, dicastero

a cui il Santo Padre ha affidato l’incarico di accompagnare il Cammino Neocatecumenale,

9 come pure con gli altri dicasteri della Santa Sede

nell’ambito delle rispettive competenze, informandone il Pontificio Consiglio

per i Laici;

7º. nominare, secondo le modalità previste all’art. 31 § 2, Équipes responsabili

nazionali – nonché, se necessario, Équipes regionali e diocesane – delegando

loro, nei rispettivi ambiti, i compiti di cui ai precedenti punti 2º, 3º, 4º e

5º. Tali Équipes svolgono detti compiti fino a che l’Équipe Responsabile in-

6 GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515.

7 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 223; cfr. can. 775 § 1 C.I.C.; can. 617

C.C.E.O.

8 Con le parole “direzione” e “guida” si indicano due funzioni distinte: con il termine “direzione” si intende la

giurisdizione propria dei ministri ordinati; con il termine “guida” si intende la conoscenza tecnica del Cammino secondo

le linee proposte dagli iniziatori.

9 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera al Cardinal James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i

Laici, 5 aprile 2001, in L’Oss. Rom., 17-18 aprile 2001, p. 4.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 5 di 25

ternazionale non ritenga opportuno sostituirle o modificarle.

Art. 4

[Beni temporali]

§ 1. Il Cammino Neocatecumenale, in quanto itinerario di formazione cattolica che si

attua nelle diocesi mediante servizi resi a titolo gratuito, non ha patrimonio proprio.

§ 2. Quando in una diocesi si ritiene utile sostenere economicamente iniziative ed attività

funzionali all’evangelizzazione attuata attraverso il Cammino Neocatecumenale, il

Vescovo diocesano, su richiesta dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino,

valuterà l’opportunità di erigere una fondazione autonoma diocesana, con personalità

giuridica, regolata da statuti propri, che sarà riconosciuta anche in sede civile. Essa potrà

essere sostenuta da offerte oblative dei partecipanti al Cammino Neocatecumenale,

come pure di Enti e di privati.

§ 3. Nelle comunità vengono effettuate collette, in risposta a varie necessità. Spetta ai

responsabili delle comunità, nonché alle équipes responsabili del Cammino a ogni livello,

assicurare che la gestione di tali collette avvenga con grande senso di responsabilità

e nel rispetto del Diritto.

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Titolo II

Il Neocatecumenato

Capitolo I

Elementi fondamentali del Neocatecumenato

Art. 5

[Destinatari]

§ 1. Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta

dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati. Tra questi si possono distinguere:

10

1°. coloro che si sono allontanati dalla Chiesa;

2°. coloro che non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati;

3°. coloro che desiderano approfondire e maturare la loro fede;

4°. coloro che provengono da confessioni cristiane non in piena comunione con

la Chiesa cattolica.

§ 2. I chierici e i religiosi che desiderano ravvivare il dono del Battesimo attraverso il

Neocatecumenato, e così anche meglio servirlo, lo percorrono nel rispetto della vocazione

e del carisma loro propri, e nell’adempimento dei compiti assegnati loro dal Vescovo

diocesano o, nel caso di religiosi, dal Superiore.
11 Per i religiosi inoltre si richiede

il consenso del proprio Superiore.

Art. 6

10 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 172.

11 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Vita consecrata, 56.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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[Il Neocatecumenato si attua nella parrocchia]

§ 1. Il Neocatecumenato, in quanto itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, è

attuato di norma nella parrocchia, «ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede

»,
12 luogo privilegiato in cui la Chiesa, madre e maestra, genera nel fonte battesimale

i figli di Dio e li “gesta” alla vita nuova.13

§ 2. Poiché la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per la parrocchia,14 la realizzazione

del Cammino Neocatecumenale va coordinata con la funzione propria che ha il

Parroco in ciascuna comunità parrocchiale (cfr. can. 519 CIC),
15 esercitando, anche con

la collaborazione di altri presbiteri, la cura pastorale di coloro che lo percorrono.16

§ 3. Il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo

senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e

collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale.

Art. 7

[Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità]

§ 1. All’interno della parrocchia, il Neocatecumenato è vissuto in piccola comunità –

denominata comunità neocatecumenale –, dato che la forma completa o comune

dell’iniziazione cristiana degli adulti è quella comunitaria.17

§ 2. Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazaret, luogo

storico dove il Verbo di Dio, fatto Uomo, si fa adulto crescendo «in sapienza, età e grazia

», stando sottomesso a Giuseppe e Maria.
18 Nella comunità i neocatecumeni divengono

adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa.

Art. 8

[Catechesi iniziali, itinerario neocatecumenale, “tripode” ed équipe di catechisti]

§ 1. Il Neocatecumenato consta delle catechesi iniziali (Cap. II) e dell’itinerario neocatecumenale,

ispirato dalle tre fasi dell’iniziazione cristiana: precatecumenato, catecumenato

ed elezione, divise in tappe, scandite da passaggi segnati da alcune celebrazioni

12 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 257.

13 Cfr. Ibidem, 79 e 257; Catechismo della Chiesa Cattolica, 169 e 507.

14 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 91; cfr. anche 64: «La catechesi

d’iniziazione è, così, l’anello necessario tra l’azione missionaria, che chiama alla fede, e l’azione pastorale che alimenta

continuamente la comunità cristiana. Non è, pertanto, un’azione facoltativa, ma un’azione basilare e fondamentale…

Senza di essa l’azione missionaria non avrebbe continuità e sarebbe sterile. Senza di essa l’azione pastorale

non avrebbe radici e sarebbe superficiale e confusa: qualunque burrasca farebbe crollare l’intero edificio».

15 Cfr. SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, OICA, 45; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale

per la Catechesi, 225.

16 Cfr. can. 519 C.I.C.: «Il parroco è il pastore proprio della parrocchia affidatagli, esercitando la cura pastorale

di quella comunità sotto l’autorità del Vescovo diocesano, con il quale è chiamato a partecipare al ministero di Cristo,

per compiere al servizio della comunità le funzioni di insegnare, santificare e governare, anche con la collaborazione

di altri presbiteri o diaconi e con l’apporto dei fedeli laici, a norma del diritto»; cfr. can. 281 C.C.E.O.

17 Cfr. OICA, 3; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 258, nota 25: «È importanteconstatare come Giovanni Paolo II, in Christifideles laici 61, pone la convenienza delle piccole comunità ecclesiali

nel contesto delle parrocchie e non come un movimento parallelo che assorbe i suoi membri migliori:

“All’interno poi di talune parrocchie… le piccole comunità ecclesiali presenti possono essere di notevole aiuto nella

formazione dei cristiani, potendo rendere più capillari e incisive la coscienza e l’esperienza della comunione e della

missione ecclesiale”».

18 Cfr. Lc 2,52.

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(Cap. IV).19

§ 2. Le catechesi iniziali e l’itinerario neocatecumenale si basano sui tre elementi

fondamentali (“tripode”) della vita cristiana, messi in rilievo dal Concilio Vaticano II:

Parola di Dio, Liturgia e Comunità (Cap. III).

§ 3. Al centro di tutto il percorso neocatecumenale vi è una sintesi tra predicazione

kerigmatica, cambiamento della vita morale e liturgia.20

§ 4. Il Neocatecumenato è realizzato, in comunione con il Parroco e sotto la sua responsabilità

pastorale, da un’équipe di catechisti (Titolo V),
21 nel rispetto di quanto stabilito

dall’art. 2.

§ 5. Detta équipe, con le catechesi iniziali, avvia un processo di gestazione alla fede

in cui si formano le comunità e ritorna periodicamente, di norma una volta all’anno, per

condurre i diversi passaggi dell’itinerario neocatecumenale e dare le indicazioni necessarie

per lo svolgimento delle varie fasi e tappe.

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14/01/2010 13:55
 
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Capitolo II

Catechesi iniziali

Art. 9

[Kerigma e celebrazioni]

Il Neocatecumenato comincia nella parrocchia, su invito del Parroco, con delle catechesi

kerigmatiche,
22 chiamate catechesi iniziali, contenute negli Orientamenti alle Èquipesdi Catechisti. Esse si svolgono nell’arco di due mesi, in quindici incontri serali, e

si concludono con una convivenza di tre giorni. Al fine di sperimentare il Tripode: Parola,

Liturgia, Comunità, su cui si basa la vita cristiana, le catechesi iniziali sono articolate

in tre parti:

1ª. L’annuncio del kerigma che chiama a conversione: la buona notizia della

morte e della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo;
23 «infatti… è piaciuto a Dio di

salvare coloro che credono mediante la stoltezza del kerigma» (1 Cor 1,21). Questa «parola

di salvezza»
24 chiama alla conversione e alla fede,25 invita a riconoscersi peccatori,

ad accogliere il perdono e l’amore gratuito di Dio e a mettersi in cammino verso la propria

trasformazione in Cristo, per la potenza dello Spirito. La conversione è sigillata dalla

celebrazione della Penitenza, secondo il rito della riconciliazione di più penitenti, con

19 Lo scopo definitivo del Neocatecumenato è di mettere le persone, di tappa in tappa, di gradino in gradino,

«non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo» (CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale

per la Catechesi, 80; cfr. OICA, 6), «autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2).

20 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom.,

18 gennaio 1994: «Vostro merito è l’avere riscoperto una predicazione “kerigmatica”, che invita alla fede anche i

“lontani”, realizzando un itinerario post-battesimale secondo le indicazione dell’
Ordo Initiationis Christianæ Adultorum,

richiamate dal Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. n. 1231). Al centro di tale percorso di fede vi è una fruttuosa

sintesi tra predicazione, cambiamento della vita morale e liturgia».

21 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 156, 230-232; GIOVANNI PAOLO II,

Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 55; IDEM, Lett. enc. Redemptoris missio, 71; can. 211 C.I.C.; can. 14 C.C.E.O.

22 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 62.

23 Cfr. Rm 16,25; At 5,42; 8,35; 11,20; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi,

102.

24 At 13,26.

25 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 53-55.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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confessione e assoluzione individuale. Questo sacramento, celebrato periodicamente,

sosterrà il cammino di conversione dei singoli e della comunità.

2ª. Il kerigma preparato da Dio attraverso la storia della salvezza (Abramo, Esodo,

ecc.): si danno le chiavi ermeneutiche necessarie per l’ascolto e la comprensione

della Sacra Scrittura: vedere in Gesù Cristo il compimento delle Scritture e mettere i fatti

della propria storia sotto la luce della Parola.
26 Quest’iniziazione alla Scrittura viene

sigillata in una celebrazione della Parola, in cui i partecipanti ricevono la Bibbia dalle

mani del Vescovo, garante della sua autentica interpretazione, come segno che la madre

Chiesa d’ora innanzi lungo il Cammino li nutrirà settimanalmente a questa mensa, fonte

viva della catechesi.27

3ª. Il kerigma nei sacramenti e nella koinonia: le catechesi culminano nella

convivenza con la celebrazione dell’Eucaristia. Detta celebrazione, preparata da opportune

catechesi, aiuta a riscoprire lo splendore pasquale messo in risalto dal Concilio Vaticano

II e a sperimentare la comunione tra i fratelli. Infatti «non è possibile che si formi

una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della

sacra Eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educazione tendente

a formare lo spirito di comunità».
28 La celebrazione dell’Eucaristia accompagnerà la

comunità durante tutto l’itinerario.

Art. 10

[Nascita della comunità neocatecumenale]

§ 1. Nell’ultimo giorno della convivenza si proclama il Sermone della Montagna, disegno

dell’uomo nuovo, e si presenta l’itinerario neocatecumenale come un cammino di

rinascita e di riscoperta del Battesimo.

§ 2. Attraverso la predicazione e le celebrazioni fatte nelle catechesi iniziali, lo Spirito

Santo invita uomini e donne di diversa età, mentalità, cultura e condizione sociale a

intraprendere insieme un itinerario di conversione, fondato sulla riscoperta progressiva

delle «immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto»,
29 peroperare in loro la graduale crescita e maturazione della fede e della vita cristiana.30 Alla

fine della convivenza, con coloro che accolgono la chiamata a percorrere tale catecumenato

post-battesimale viene formata la comunità neocatecumenale.

§ 3. La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del

presbitero da lui incaricato (cfr. art. 27). Inoltre la comunità indica, mediante votazione,

un responsabile laico e alcuni corresponsabili,
31 che vengono confermati dal Parroco

e dall’équipe dei catechisti. Essi collaborano con il Presbitero per assicurare che

la comunità percorra l’itinerario del Cammino Neocatecumenale, secondo quanto sta-

26 Cfr. Sal 119,105.

27 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 27; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale

per la Catechesi, 94.

28 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decr. Presbyterorum ordinis, 6.

29 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61; cfr. OICA, 295.

30 Cfr. OICA, 296.

31 All’inizio di ogni tappa dell’itinerario neocatecumenale del Cammino, a norma degli Orientamenti Catechetici

il responsabile e i corresponsabili sono verificati dall’Équipe di catechisti, d’intesa con il Parroco e con il presbitero

della comunità.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 9 di 25

bilito nello Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti e per curare gli aspetti

organizzativi.32

§ 4. L'équipe dei catechisti, concluse le catechesi iniziali, illustra al Presbitero, che

presiede la comunità, e all’équipe dei responsabili come si fa la preparazione della celebrazione

della Parola e dell’Eucaristia (cfr. art. 11 § 3 e art. 13 § 4) e come si svolgono

le convivenze mensili, indicando i temi biblici di formazione per la celebrazione della

Parola.

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Siccome sono neocatecumenale attendo che mettiate anche il resto dello statuto
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Capitolo III

Parola, Liturgia e Comunità

Sezione 1

Parola di Dio

Art. 11

[Celebrazione settimanale della Parola]

§ 1. Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della

Parola di Dio,
33 di norma con quattro letture,34 secondo i temi indicati dagli Orientamentialle Èquipes di Catechisti per ogni tappa.

§ 2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi

lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto

alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato,

35 il presbitero prolunga la proclamazione della Parola,36 interpretandola secondo ilMagistero37 e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.

§ 3. Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un

gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo

sceglie le letture e i canti,
38 prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici

per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.39

§ 4. Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa»,40 i neocatecumeni

si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti

32 Cfr. PAOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 73.

33 Cfr. Cæremoniale Episcoporum, nn. 221-226.

34 Generalmente la 1ª lettura è tratta dalla Torà o dai libri storici dell’AT; la 2ª, dai profeti o dai libri sapienziali;

la 3ª, dagli scritti apostolici e la 4ª, dai Vangeli.

35 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 132.

36 Cfr. Ibidem, 1154.

37 Cfr. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, III, B, 3: «In quanto collaboratoridei vescovi, i sacerdoti hanno come primo dovere la proclamazione della Parola (cfr. Presbyterorum ordinis,

4). Essi sono dotati di un carisma particolare per l’interpretazione della Scrittura quando, trasmettendo, non le

loro idee personali, ma la parola di Dio, applicano la verità eterna del vangelo alle circostanze concrete della vita (ibidem)

».

38 Nel Cammino Neocatecumenale si adopera un innario di canti tratti dalla Parola di Dio e dalla tradizione liturgica

cristiana ed ebraica, che vanno sottolineando i contenuti delle diverse tappe e passaggi.

39 Cfr. Istitutio generalis Missalis Romani, 288.

40 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 27; cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale

per la Catechesi, 127.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 10 di 25

del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori

spirituali.41

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Sezione 2

Liturgia

Art. 12

[Veglia pasquale]

§ 1. Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in

modo eminente nel Santo Triduo,42 il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico.43

Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta

dell’iniziazione cristiana.

§ 2. «La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale,

sono ispirazione per tutta la catechesi».
44 È per questo motivo che, durantel’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente45 ad una più perfetta partecipazione

a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza.

§ 3. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione

più ricca della veglia pasquale. 46

Art. 13

[Eucaristia]

§ 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale,

vissuto in piccola comunità.
47 L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione

cristiana.48

§ 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo

41 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 128, 96.

42 Cfr. Messale Romano, Annunzio del giorno della Pasqua nella solennità dell’Epifania: «Centro di tutto

l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto».

43 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1168.

44 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 91; cfr. ibidem: «Il catecumenato battesimale

è tutto impregnato dal mistero della Pasqua di Cristo. Per questo “tutta l’iniziazione deve rivelare chiaramente

il suo carattere pasquale” (OICA, 8)»; cfr. ibidem, 59.

45 Anche oggi, tanti neocatecumeni provengono dal mondo e da esperienze fuori della Chiesa ed hanno bisogno

di una graduale introduzione ai sacramenti: una propedeutica sacramentale che Giovanni Paolo II ha definito «laboratorio

sacramentale», nel quale i battezzati, ma non iniziati (cfr. K
AROL WOJTYLA, Affinché Cristo si serva di noi. Catecumenato

del XX secolo: Znak, Cracovia, n. 34, 1952, pp. 402-413), possono gradualmente scoprire il fulgore del

mistero pasquale.

46 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96.

47 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515: «Sono l’annuncio del

Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioninei gruppi del Cammino Neocatecumenale

, in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di

porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa»; IDEM, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale,in

L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «Tutto ciò viene attuato in piccole comunità, nelle quali “la riflessione

sulla parola di Dio e la partecipazione all’Eucaristia… formano cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della

Parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare la verità con una fede radicalmente vissuta” (
Messaggio ai

Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993)».

48 Cfr. OICA, 36, 368.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 11 di 25

i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del

Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al

sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono

aperte anche ad altri fedeli.

§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici

approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa

Sede
49. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie,

i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.

§ 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida

del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi

monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e

la dignità dei segni liturgici.

Art. 14

[Penitenza, preghiera, anno liturgico, pratiche di pietà]

§ 1. «Il sacramento della Penitenza contribuisce in massimo grado a sostenere la vita

cristiana».
50 Nel loro itinerario di conversione, i neocatecumeni lo celebrano periodicamente

secondo il rito per la riconciliazione di più penitenti con confessione e assoluzione

individuale. Sono educati inoltre ad accostarsi con assiduità al sacramento della Penitenza

secondo il rito per la riconciliazione dei singoli penitenti.

§ 2. I neocatecumeni vengono gradualmente iniziati alla preghiera liturgica e

all’orazione.
51 I genitori sono istruiti a trasmettere la fede ai figli52 in una celebrazionedomestica, fatta durante le Lodi della Domenica.53 I figli sono preparati alla Prima Comunione

e alla Cresima nella parrocchia e dopo i 13 anni sono invitati a iniziare il

Cammino Neocatecumenale.

§ 3. La Chiesa inizia progressivamente i neocatecumeni alle ricchezze spirituali e catechetiche

dell’anno liturgico, in cui essa «celebra tutto il mistero di Cristo».
54 A tal fine,

prima dell’Avvento, della Quaresima e della Pasqua, i catechisti fanno un annunzio

preparatorio.

§ 4. I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori

della Messa, all’adorazione notturna, alla recita del santo Rosario e alle altre pratiche di

pietà della tradizione cattolica

.

49 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae

41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-

565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni neigruppi del Cammino Neocatecumenale

, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consenteche tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano

ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della

pace dopo la Preghiera universale».

50 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decr. Christus Dominus, 30; cfr. cann. 718-736 C.C.E.O.

51 Cfr. art. 20, 1ª e 3ª.

52 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 226-227, 255; can. 774 § 2 C.I.C.;

can. 618 C.C.E.O.

53 Cfr. Institutio generalis de Liturgia Horarum, 27.

54 Normæ universales de anno liturgico et de calendario, 17; cfr. can. 619 C.C.E.O.

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Sezione 3

Comunità

Art. 15

[Dimensione comunitaria e convivenza]

§ 1. L’educazione alla vita comunitaria è uno dei compiti fondamentali

dell’iniziazione cristiana.
55 Il Neocatecumenato educa ad essa in modo graduale e costante

mediante l’inserimento in una piccola comunità aperta alla vita della comunità

parrocchiale e di tutta la Chiesa.

§ 2. Momento particolare di tale educazione è la giornata mensile di convivenza di

ogni comunità neocatecumenale. In essa, dopo la celebrazione delle Lodi, si comunica

l’esperienza di ciò che la grazia di Dio sta compiendo nella propria vita e si manifestano

le eventuali difficoltà, nel rispetto della libertà delle coscienze delle persone. Questo favorisce

la conoscenza e l’illuminazione reciproca e il mutuo incoraggiamento, nel vedere

l’operare di Dio nella storia di ciascuno.

§ 3. La comunità aiuta i neocatecumeni a scoprire il loro bisogno di conversione e di

maturazione nella fede: la diversità, i difetti, le debolezze mettono in evidenza

l’incapacità di amare l’altro così com’è, distruggono i falsi ideali di comunità e fanno

sperimentare che la comunione (koinonia) è opera dello Spirito Santo.56

Art. 16

[L’esperienza della koinonia e i frutti della comunità]

§ 1. Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi

i segni della
koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono el’amore al nemico.57 La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella

sollecitudine per i malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto

possibile, di coloro che sono in missione, secondo quanto indicato negli Orientamentialle Équipes di Catechisti

. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre

più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.

§ 2. Il Neocatecumenato forma così progressivamente nella parrocchia un insieme di

comunità che rendono visibili i segni dell’amore nella dimensione della croce
58 e dellaperfetta unità,59 e in tal modo chiamano alla fede i lontani e preparano i non cristiani a

ricevere l’annuncio del Vangelo.

§ 3. Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la

parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale di essere sale, luce e lievito del

mondo,60 e a risplendere davanti agli uomini come Corpo visibile di Gesù Cristo risor-

55 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 86.

56 Cfr. Ibidem, 253: «La comunità cristiana è la realizzazione storica del dono della “comunione” (koinonia),

che è un frutto dello Spirito».

57 Cfr. Lc 6,27-37; Mt 5,38-48.

58 Cfr. Gv 13,34-35: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così

amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli».

59 Cfr. Gv 17,21: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo

creda che tu mi hai mandato».

60 Cfr. Mt 5,13-16; 13,33.

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to,61 sacramento universale di salvezza.62

Art. 17

[Iniziazione alla missione]

§ 1. «La catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente

alla vita e alla missione della Chiesa».
63 I neocatecumeni sono iniziati a «essere

presenti da cristiani nella società»64 e «a prestare la loro cooperazione nei differenti

servizi ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno».65

§ 2. I neocatecumeni collaborano «attivamente all’evangelizzazione e

all’edificazione della Chiesa»
66 innanzitutto essendo ciò che sono:67 il loro proposito di

vivere in modo autentico la vocazione cristiana si traduce in una testimonianza efficace

per gli altri, in uno stimolo alla riscoperta di valori cristiani che potrebbero altrimenti

restare quasi nascosti.

§ 3. Dopo un certo tempo di Cammino,
68 ogni comunità neocatecumenale indica mediante

votazione alcuni fratelli perché svolgano il compito di catechisti. Sono scelti tra

coloro che danno garanzie di vita di fede e morale, partecipano al Cammino e alla vita

della Chiesa e sono in grado di dare testimonianza, grati dei beni ricevuti attraverso il

Cammino Neocatecumenale. Questi, se accettano tale designazione, e previa approvazione

da parte del Parroco e dei catechisti che guidano la comunità, costituiscono, insieme

al presbitero e al responsabile della comunità, un’équipe di catechisti, per evangelizzare

e guidare nuove comunità, sia nella propria che in altra parrocchia, o in altra diocesi,

69 in cui i rispettivi parroci o Ordinari diocesani lo richiedono. I catechisti vengono

convenientemente formati (cfr. art. 29).

§ 4. I neocatecumeni collaborano all’azione missionaria e pastorale della parrocchia

e della diocesi. Prima della “
Redditio symboli”,70 tenuto conto della loro maturità di fede,

coloro che lo desiderano offrono la propria cooperazione; dopo, come frutto della

riscoperta della missione del cristiano, i neocatecumeni partecipano nei differenti servizi

ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno.

Art. 18

[Iniziazione e formazione alla vocazione sacerdotale]

§ 1. Il Cammino Neocatecumenale, come ogni vero itinerario di catechesi, è anche

61 Cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 7-8.

62 Cfr. IDEM, Cost. dogm. Lumen Gentium, 48; IDEM, Cost. past. Gaudium et Spes, 45.

63 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 86.

64 Ibidem.

65 Ibidem; cfr. can. 210 C.I.C.; can. 13 C.C.E.O.

66 OICA, 19, 4.

67 Cfr. PAOLO VI, Udienza generale, 8 maggio 1974, in Notitiae, 95-96 [1974], 230: «Questo proposito, mentre

per voi è un modo autentico di vivere la vocazione cristiana, si traduce anche in una testimonianza efficace per gli

altri – fate dell’apostolato
solo perché siete quello che siete – in uno stimolo alla riscoperta e al recupero di valori

cristiani veri, autentici, effettivi che potrebbero altrimenti restare quasi nascosti, sopiti e quasi diluiti nella vita ordinaria

».

68 Di solito dopo il secondo scrutinio di passaggio al catecumenato post-battesimale.

69 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 268.

70 Cfr. art. 20, 2ª.

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un «mezzo per suscitare vocazioni sacerdotali e di particolare consacrazione a Dio nelle

diverse forme di vita religiosa e apostolica e per accendere nel cuore dei singoli la vocazione

speciale missionaria».71

§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è anche uno strumento che si offre al servizio dei

Vescovi per la formazione cristiana dei candidati al presbiterato.

§ 3. I Seminari diocesani e missionari “Redemptoris Mater” sono eretti dai Vescovi

diocesani, in accordo con l’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono

secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani72

e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis.

73 In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino

Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell’iter formativo e, al contempo,

sono preparati alla «genuina scelta presbiterale di servizio all’intero Popolo di Dio, nella

comunione fraterna del presbiterio».74

§ 4. Spetta al Vescovo diocesano nominare, su presentazione dell’Équipe Responsabile

internazionale del Cammino, il Rettore e gli altri superiori ed educatori dei Seminari

diocesani e missionari “Redemptoris Mater”. Il Rettore, a nome del Vescovo e in

stretto legame con lui, sovrintende agli studi dei seminaristi e al loro itinerario formativo,

e accerta l’idoneità dei candidati al sacerdozio.

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Capitolo IV

L’itinerario neocatecumenale: fasi, tappe e passaggi

Art. 19

[1ª fase: riscoperta del precatecumenato]

§ 1. La prima fase del Neocatecumenato è il pre-catecumenato, che è un tempo di

kenosi75 per imparare a camminare nell’umiltà.76 Essa è divisa in due tappe:

1ª. Nella prima tappa, che va dalle catechesi iniziali fino al primo scrutinio, e

che dura circa due anni, i neocatecumeni imparano il linguaggio biblico, celebrando settimanalmente

la Parola di Dio, con temi semplici che percorrono tutta la Scrittura, come:

acqua, roccia, agnello, ecc. La
Parola di Dio, l’Eucaristia e la comunità aiutano

gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere

alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore

di Cristo, che li perdona e li ama.

Nella celebrazione conclusiva del
primo scrutinio, dopo l’iscrizione del nome,

chiedono alla Chiesa di essere aiutati a maturare nella fede per compiere le opere di

71 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi, 86.

72 Cfr. cann. 232-272 C.I.C. e cann. 331-366 C.C.E.O.

73 Cfr. CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, 19 marzo

1985, nn. 20-101.

74 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Pastores dabo vobis, n. 68.

75 Cfr. Fil 2,7.

76 Cfr. Mi 6,8.

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vita eterna,77 e ricevono il segno della croce gloriosa di Cristo, che illumina il ruolo salvifico

che ha la croce nella vita di ciascuno.

2ª. Nella seconda tappa, di analoga durata, i neocatecumeni celebrano le grandi

tappe della storia della salvezza: Abramo, Esodo, Deserto, Terra promessa, ecc., e viene

dato loro un tempo perché provino a se stessi la sincerità dell’intenzione di seguire Gesù

Cristo,
78 alla luce della sua Parola: «Non potete servire a Dio e al denaro» (Mt 6,24).Nella celebrazione conclusiva del secondo scrutinio, rinnovano davanti alla

Chiesa la rinuncia al demonio e manifestano la volontà di servire solo Dio. In seguito

studiano e celebrano le principali figure bibliche: Adamo, Eva, Caino, Abele, Noè, ecc.,

alla luce di Cristo.

§ 2. Gli scrutini
, ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA, aiutano i neocatecumeni

nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno,

secondo la normativa canonica.79

Art. 20

[2ª fase: riscoperta del catecumenato]

La seconda fase del Neocatecumenato è un tempo80 di combattimento spirituale per

acquistare la semplicità interiore dell’uomo nuovo che ama Dio come unico Signore,

con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come se stesso.81

Sostenuti dalla Parola di Dio, dall’Eucaristia e dalla comunità, i neocatecumeni si addestrano

nella lotta contro le tentazioni del demonio: la ricerca di sicurezze, lo scandalo

della Croce e la seduzione degli idoli del mondo.
82 La Chiesa viene in aiuto ai neocatecumeni

consegnando loro le armi necessarie, in tre tappe:

1ª. «Il combattimento spirituale della vita nuova del cristiano è inseparabile dal

combattimento della preghiera»
83 che porta all’intimità con Dio. I neocatecumeni riscoprono

l’iniziazione alla preghiera liturgica e personale, anche notturna,84 che culminacon le catechesi dei Vangeli sulla preghiera e con la celebrazione della

consegna del librodella Liturgia delle Ore. Da allora essi iniziano il giorno con la preghiera delle Lodi

e dell’Ufficio delle Letture e imparano a fare un tempo di preghiera silenziosa e la preghiera

del cuore.

I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica

assidua della “
lectio divina” o “scrutatio scripturæ”,85 «nella quale la Parola di Dio è

letta e meditata per trasformarsi in preghiera».86 Infatti, «l’ignoranza delle Scritture è

77 Cfr. 1 Gv 3,14-15; Ef 2,10.

78 Cfr. Lc 14,25-33.

79 Cfr. can. 220 C.I.C. e can. 23 C.C.E.O.

80 Cfr. OICA, 20: «La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e inoltre da varie circostanze…

Nulla quindi si può stabilire “a priori”».

81 Cfr. Mc 12,30-31; Dt 6,4-5.

82 Cfr. Mt 4,1-11.

83 Catechismo della Chiesa Cattolica, 2725; cfr. CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI, Istruzione per

l’applicazione delle prescrizione liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (6-1-1996), nn. 95-99.

84 Cfr. Institutio generalis de Liturgia Horarum, 10, 57-58, 72.

85 Cfr. Gv 5,39.

86 Catechismo della Chiesa Cattolica, 1177; cfr. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBBLICA, L’interpretazione della

Bibbia nella Chiesa, IV, C, 2.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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ignoranza di Cristo».87

2ª. Ai neocatecumeni viene ri-consegnato il Credo della Chiesa (riscoperta

della “
Traditio Symboli”), «compendio della Scrittura e della fede»,88 e sono inviati a

predicarlo, a due a due, per le case della parrocchia. Essi studiano e celebrano articolo

per articolo il Simbolo apostolico e quindi confessano la loro fede (riscoperta della

Redditio Symboli”), proclamando il Credo in una celebrazione adatta durante la Quaresima.

3ª. L’educazione dei neocatecumeni alla preghiera liturgica e contemplativa

culmina con le catechesi sulla preghiera del Signore e in una celebrazione viene ad essi

ri-consegnato il Padre nostro, «sintesi di tutto il Vangelo».
89 Da allora, nelle ferie di

Avvento e di Quaresima, essi cominciano a celebrare comunitariamente in parrocchia,

prima di andare al lavoro, le Lodi e l’Ufficio delle Letture, con un tempo di preghiera

contemplativa.

I neocatecumeni sono iniziati a farsi piccoli
90 e a vivere abbandonati filialmente

alla paternità di Dio, protetti dalla maternità di Maria e della Chiesa, e nella fedeltà

al Successore di Pietro e al Vescovo. A tal fine, prima della consegna del “Padre

nostro”, i neocatecumeni fanno un pellegrinaggio ad un santuario mariano per accogliere

la Vergine Maria come madre,
91 professano la fede sulla tomba di S. Pietro e fanno

un atto di adesione al Santo Padre.

In questa tappa i neocatecumeni studiano sistematicamente le singole petizioni

del “Padre nostro” e temi sulla Vergine Maria: Madre della Chiesa, Nuova Eva,

Arca dell’alleanza, Immagine del cristiano, ecc.

Art. 21

[3ª fase: riscoperta dell’elezione]

§ 1. La terza fase del Neocatecumenato è la riscoperta dell’elezione, «cardine di

tutto il catecumenato».92 È un tempo di illuminazione in cui i neocatecumeni imparano acamminare nella

lode, «inondati dalla luce della fede»,93 cioè a discernere e compiere lavolontà di Dio nella storia per fare della propria vita una liturgia di santità. Essi studiano

e celebrano i singoli brani del Sermone della Montagna.

§ 2. Dopo aver mostrato con le opere che in essi si sta realizzando, pur nella debolezza,

l’uomo nuovo descritto nel Sermone della Montagna, che, seguendo le orme di

Gesù Cristo,
94 non resiste al male e ama il nemico,95 i neocatecumeni rinnovano solennementele promesse battesimali nella Veglia Pasquale, presieduta dal Vescovo. In questa

liturgia essi indossano le vesti bianche in ricordo del loro battesimo.

§ 3. Poi, durante la cinquantina pasquale, celebrano ogni giorno l’eucaristia solennemente

e fanno un pellegrinaggio in Terra Santa come segno delle nozze con il Si-

87 S. GIROLAMO, Comm. in Is., Prol; cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, 25; Catechismo

della Chiesa Cattolica, 133.

88 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 85.

89 Ibidem; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2761.

90 Cfr. Mt 18,4.

91 Cfr. Gv 19,26-27.

92 OICA, 23.

93 Ibidem, 24.

94 Cfr. 1 Pt 2,21.

95 Cfr. Mt 6,39-45.

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gnore, ripercorrendo i luoghi dove Cristo ha realizzato quanto loro hanno vissuto durante

tutto l’itinerario neocatecumenale.

§ 4. Dopo la riscoperta dell’elezione si conclude il neocatecumenato.

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Titolo III

Educazione permanente della fede:

una via di rinnovamento nella parrocchia

Art. 22

[Educazione permanente nella piccola comunità]

§ 1. La comunità neocatecumenale, dopo aver compiuto l’itinerario di riscoperta

dell’iniziazione cristiana, entra nel processo di educazione permanente della fede: perseverando

nella celebrazione settimanale della Parola e dell’Eucaristia domenicale e

nella comunione fraterna, attivamente inseriti nella pastorale della comunità parrocchiale,

per dare i segni dell’amore
96 e dell’unità,97 che chiamano l’uomo contemporaneo alla

fede:

«L’educazione permanente della fede – afferma il Direttorio generale per la Catechesi

– si rivolge non solo a ciascun cristiano, per accompagnarlo nel suo cammino verso

la santità, ma anche alla comunità cristiana come tale, perché maturi tanto nella sua

vita interiore di amore a Dio e ai fratelli, quanto nella sua apertura al mondo come comunità

missionaria. Il desiderio e la preghiera di Gesù al Padre sono un appello incessante:

“Perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano

anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv

17,21). Avvicinarsi, a poco a poco, a questo ideale richiede, nella
comunità, una fedeltà

grande all’azione dello Spirito Santo, un costante alimentarsi del Corpo e Sangue del

Signore e una permanente educazione della fede, nell’ascolto della Parola».98

§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è così uno strumento al servizio dei Vescovi per

attuare il processo di educazione permanente della fede richiesto dalla Chiesa:

l’iniziazione cristiana, come ribadisce il
Direttorio generale per la Catechesi, «non è il

punto finale nel processo permanente di conversione. La professione di fede battesimale

si pone a fondamento di un edificio spirituale destinato a crescere»;
99 «l’adesione a Gesù

Cristo, infatti, avvia un processo di conversione permanente, che dura tutta la vita

».100

Art. 23

96 Cfr. Gv 13,34-35.

97 Cfr. Gv 17,21.

98 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 70 (il corsivo è redazionale).

99 Ibidem, 56.

100 Ibidem; cfr. anche 69-72.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 18 di 25

[Una via di rinnovamento nella parrocchia]

§ 1. In questo modo il Cammino Neocatecumenale contribuisce al rinnovamento

parrocchiale auspicato dal Magistero della Chiesa di promuovere «nuovi metodi e

nuove strutture», che evitino l’anonimato e la massificazione,
101 e di considerare «la

parrocchia come comunità di comunità»,102 che «decentrano e articolano la comunità

parrocchiale».103

§ 2. L’Équipe di catechisti che ha guidato la comunità durante l’itinerario neocatecumenale,

in modo analogo ai padrini del battesimo,
104 rimane a disposizione per le necessità

di evangelizzazione e di educazione permanente.

Titolo IV

Catecumenato battesimale

Art. 24

[Catecumeni]

§ 1. Il Cammino Neocatecumenale è uno strumento al servizio dei Vescovi anche per

l’iniziazione cristiana dei non battezzati.

§ 2. La partecipazione alle catechesi iniziali e alla prima fase dell’itinerario neocatecumenale

– secondo la condizione loro propria – di coloro che devono percorrere il catecumenato

a norma del diritto,
105 garantisce che venga realizzato adeguatamente quantoè ordinato dall’OICA. In particolare:

1°. L’iniziazione cristiana dei catecumeni è fatta «in seno alla comunità dei fedeli

i quali, meditando insieme con i catecumeni sull’importanza del mistero pasquale e

rinnovando la propria conversione, li incoraggiano con il loro esempio a corrispondere

più generosamente alla grazia dello Spirito Santo».106

101 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Conferenza dei Vescovi cattolici dell’Ontario, in L’Oss. Rom., 5 maggio1999: «Non bisogna permettere all’anonimato delle città di invadere le nostre comunità eucaristiche. Bisogna

trovare nuovi metodi e nuove strutture per costruire ponti fra le persone, in modo che si realizzi realmente quella esperienza

di accoglienza reciproca e di vicinanza che la fraternità cristiana richiede. Potrebbe essere che questa esperienza

e che la catechesi che deve accompagnarla si realizzino meglio in comunità più ridotte, come viene precisato

nell’Esortazione Post-sinodale: “Una via di rinnovamento parrocchiale, particolarmente urgente nelle parrocchie delle

grandi città, si può forse trovare considerando la parrocchia come comunità di comunità” (
Ecclesia in America, 41)».GIOVANNI PAOLO II, Alla parrocchia di Santa Maria Goretti, 31 gennaio 1988, in L’Oss. Rom., 1-2 febbraio

1988: «C’è un modo, io penso, di ricostruire la parrocchia basandosi sull’esperienza neocatecumenale… Esso è molto

coerente con la natura stessa della parrocchia».

G
IOVANNI PAOLO II, Messaggio ai Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993: «[Tali comunità] formano

cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare

la verità con una fede radicalmente vissuta».

102 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Ecclesia in America, n. 41: «Una via di rinnovamento parrocchiale, particolarmente

urgente nelle parrocchie delle grandi città, si può forse trovare considerando la parrocchia come comunità di

comunità».

103 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Redemptoris missio, 51.

104 Cfr. cann. 872, 892 C.I.C.; cann. 684, 685 C.C.E.O.

105 Cfr. cann. 206, 788, 852 § 1, 865 § 1, 1183 § 1 C.I.C; cann. 9, 30, 587, 588 C.C.E.O.

106 OICA, 4.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 19 di 25

2°. «Il popolo di Dio, rappresentato dalla Chiesa locale, dev’esser sempre convinto

e deve mostrare concretamente che l’iniziazione degli adulti è compito suo e impegno

di tutti i battezzati… Ogni discepolo di Cristo… deve perciò aiutare i candidati e

i catecumeni in tutto il corso dell’iniziazione, dal precatecumenato al catecumenato, al

tempo della mistagogia».107

3°. «Non deve essere omesso… il tempo di quell’evangelizzazione», dalla quale

«hanno origine la fede e la conversione iniziale», né «il tempo del precatecumenato»

necessario «perché maturi la seria volontà di seguire Cristo e di chiedere il Battesimo

».108

4°. Prima dell’ammissione al catecumenato, occorre che i candidati «abbiano

cominciato ad avere il senso della penitenza, a invocare Dio e a pregarlo, a fare la prima

esperienza della comunità e della spiritualità cristiana».109

5°. «I catecumeni, che la Madre Chiesa circonda del suo affetto e delle sue cure

come già suoi figli e ad essa congiunti, appartengono alla famiglia di Cristo: infatti ricevono

dalla Chiesa il nutrimento della Parola di Dio e sono sostenuti dall’aiuto della liturgia

».
110 «A loro utilità sono predisposte opportune celebrazioni della parola di Dio,

anzi essi già possono insieme accedere con i fedeli alla liturgia della parola per meglio

prepararsi alla futura partecipazione all’Eucaristia».111

6°. «Quando partecipano all’assemblea dei fedeli, devono esser con gentilezza

congedati prima dell’inizio della celebrazione eucaristica».
112 Ciò viene fatto nel Cammino

Neocatecumenale mediante una benedizione speciale,113 dopo la quale ricevono«una opportuna catechesi» preparata sulla base del

Catechismo della Chiesa Cattolica,

che «porta i catecumeni non solo a una conveniente conoscenza dei dogmi e dei precetti,

ma anche all’intima conoscenza del mistero della salvezza».114

7°. «I catecumeni imparino anche a collaborare attivamente alla evangelizzazione

e all’edificazione della Chiesa».115

§ 3. Per completare la preparazione al battesimo, e celebrarlo nella notte di Pasqua, si

segue quanto prescritto dall’OICA.

Art. 25

[Neofiti]

§ 1. Terminato il periodo di preparazione, d’accordo con il Parroco e con l’opportuna

comunicazione al Vescovo diocesano,
116 i catecumeni ricevono i sacramenti

dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima, Eucaristia) 117, e vengono così pienamente

inseriti nella Chiesa.

107 Ibidem, 41.

108 Ibidem, 9-11.

109 Ibidem, 15.

110 Ibidem, 18; cfr. can. 206 C.I.C.; can. 9 C.C.E.O.

111 OICA, 19, 3.

112 Ibidem.

113 Cfr. Ibidem, 119-124.

114 Ibidem, 19, 1.

115 Ibidem, 19, 4.

116 Cfr. can. 863 C.I.C.

117 Cfr. can. 866 C.I.C.; cann. 695, 697 C.C.E.O.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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§ 2. Coloro che lo desiderano continueranno a partecipare alla vita della comunità

neocatecumenale con cui hanno camminato fino ad allora da catecumeni, e percorreranno

le altre due fasi dell’itinerario neocatecumenale: «la comunità insieme con i neofiti

prosegue il suo cammino nella meditazione del Vangelo, nella partecipazione

all’Eucaristia e nell’esercizio della carità, cogliendo sempre meglio la profondità del

mistero pasquale e traducendolo sempre più nella pratica di vita».
118 Ciò costituisce un

aiuto prezioso ai neofiti per superare le difficoltà inerenti ai primi anni di vita cristiana.

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Titolo V

Modalità del servizio della catechesi

Art. 26

[Vescovo diocesano]

Al Vescovo diocesano, quale responsabile dell’iniziazione, della formazione e della

vita cristiana nella Chiesa particolare,
119 compete:

1º. autorizzare l’attuazione del Cammino Neocatecumenale nella diocesi;

2º. vigilare che l’attuazione del Cammino Neocatecumenale si svolga in conformità

a quanto stabilito negli artt. 1 e 2, e nel rispetto della dottrina e della disciplina

della Chiesa;

3º. curare una ragionevole continuità pastorale nelle parrocchie in cui è presente

il Cammino Neocatecumenale;

4º. presiedere, personalmente o per mezzo di un delegato, le celebrazioni che

segnano i passaggi dell’itinerario neocatecumenale;

5º. risolvere, in dialogo con l’Équipe Responsabile del Cammino di cui all’art.

3, eventuali questioni riguardanti l’attuazione e lo sviluppo del Cammino nella propria

diocesi;

6º. assicurare una fattiva collaborazione tra il Centro neocatecumenale diocesano,

di cui all’art. 30, e i vari uffici della Curia diocesana (in particolare quello liturgico e

catechetico).

Art. 27

[Parroco e presbiteri]

§ 1. Il Parroco e i Presbiteri esercitano la cura pastorale (cfr. can. 519 CIC) di coloro

che percorrono il Cammino Neocatecumenale – anche alla luce di quanto indicato agli

artt. 5 § 2 e 6 § 2 – e adempiono “in persona Christi Capitis” il loro ministero sacerdotale

annunciando la Parola di Dio, amministrando i sacramenti e, per quanto possibile,

118 OICA, 37.

119 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi, 222-223; OICA, introduzione generale,

12; introduzione, 44, 66.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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presiedendo le celebrazioni della prima o di altre comunità neocatecumenali della parrocchia.

§ 2. Inoltre il Parroco e i Presbiteri:

1º. a nome del Vescovo diocesano, vigilano che l’attuazione del Cammino si

svolga in conformità a quanto stabilito negli artt. 1 e 2, nel rispetto della dottrina e della

disciplina della Chiesa;

2º. aiutano le Équipes di catechisti, di cui all’art. 8 §§ 4 e 5, a realizzare la loro

missione;

3º. tenuto conto che la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per evangelizzare

l’uomo contemporaneo, sostengono l’attuazione del Cammino nell’insieme degli

strumenti pastorali della parrocchia.

Art. 28

[Catechisti]

§ 1. Le équipes di catechisti sono composte da alcuni laici, eletti in conformità

all’art. 17 § 3, e da un presbitero.

§ 2. Le équipes di catechisti, come esplicitato nel presente
Statuto120 e negli Orientamentialle Èquipes di Catechisti:

1º. su invito del parroco danno le catechesi iniziali che avviano un processo di

gestazione alla fede in cui si formano le comunità;

2º. ritornano periodicamente, di norma una volta all’anno, per condurre i diversi

passaggi dell’itinerario neocatecumenale e dare le indicazioni necessarie per lo svolgimento

delle varie fasi e tappe;

3º. svolgono un importante compito di discernimento circa l’idoneità dei singoli

neocatecumeni e delle rispettive comunità per quanto riguarda il passaggio alle tappe

successive dell’itinerario del Cammino;

4º. durante gli scrutini di passaggio da loro guidati devono mantenere il massimo

rispetto per gli aspetti morali della vita intima dei neocatecumeni che rientrano nel

foro interno della persona.

§ 3. Nello svolgimento del loro compito i catechisti laici collaborano con il Parroco e

con i presbiteri delle rispettive comunità e li aiutano nella missione di governo, di insegnamento

e di santificazione loro propria in quanto ministri ordinati.

Art. 29

[Formazione dei catechisti]

Perché i catechisti acquistino – come richiede il Direttorio generale per la Catechesi

– «gli atteggiamenti evangelici che Gesù suggerì ai suoi discepoli, quando li iniziò alla

missione…: andare in cerca della pecora smarrita; annunciare e sanare nello stesso tempo;

presentarsi poveri, senza oro né bisaccia; saper assumere il rifiuto e la persecuzione;

porre la propria fiducia nel Padre e nel sostegno dello Spirito Santo; non attendersi altro

120 Cfr artt. 17 § 3 e 31.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 22 di 25

premio che la gioia di lavorare per il Regno»,121 essi sono adeguatamente preparati:

1°. base della loro formazione è la partecipazione al Neocatecumenato, che garantisce

la loro graduale maturazione nella fede e nella testimonianza,
122 con il corrispondente

approfondimento biblico, patristico e teologico, con particolare riferimento ai

documenti del Magistero della Chiesa;

2°. si preparano a trasmettere la parola come a loro volta l’hanno ricevuta
123 e

vissuta: fanno pratica accompagnando più volte i propri catechisti nelle catechesi iniziali

e nei diversi passaggi del Neocatecumenato;

3°. completano la loro formazione partecipando ad apposite convivenze e incontri

per catechisti, indetti dall’Équipe Responsabile internazionale del Cammino o

dall’Équipe da essa delegata, in cui si trattano temi fondamentali del Magistero della

Chiesa;

4°. assistono agli incontri del
Centro neocatecumenale diocesano, di cui

all’articolo seguente, per la formazione dei catechisti;

5°. infine, preparano ogni catechesi e passaggio del Neocatecumenato, per

quanto possibile insieme al presbitero, leggendo in ambiente di preghiera i brani corrispondenti

della Sacra Scrittura, del
Catechismo della Chiesa Cattolica e degli Orientamenti

alle Èquipes di Catechisti, che ravvivano in loro la «parola di salvezza» (At

13,26) che essi stessi hanno ricevuto oralmente dai propri catechisti.

Art. 30

[Centro neocatecumenale]

§ 1. Quando lo sviluppo del Cammino Neocatecumenale in una diocesi lo richiede,

l’équipe di catechisti che ha aperto il Cammino avvia e guida, d’accordo con il Vescovo,

un centro chiamato
Centro neocatecumenale diocesano, che favorisce l’incontro tra

il Vescovo, o un suo delegato, i parroci, ed i presbiteri, catechisti e responsabili delle

comunità.

§ 2. Scopo del centro è contribuire alla formazione dei catechisti, assegnare le nuove

catechesi, coordinare i diversi passaggi, sostenere le équipes di catechisti nelle varie difficoltà

dell’evangelizzazione e presentare al Vescovo, o a un suo delegato, i responsabili

delle nuove comunità.

Art. 31

[Catechisti itineranti]

§ 1. Nelle convivenze di catechisti, di cui all’art. 29, 3°, per rispondere alle richieste

di diocesi lontane, si fa una chiamata ai partecipanti a rendersi disponibili per essere inviati

come
itineranti, in ogni parte del mondo. Coloro che si sentono chiamati da Dio

offrono la loro disponibilità.

§ 2. In apposite convivenze l’Équipe Responsabile internazionale del Cammino costituisce

delle
équipes di catechisti itineranti – formate di solito da un presbitero, una

coppia di sposi e un celibe, oppure un presbitero, un celibe e una nubile –, per essere in-

121 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 86; cfr. Mt 10,5-42 e Lc 10,1-20.

122 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 246, 247: «Quando la fede dei catechisti

non è ancora matura, è consigliabile che essi partecipino all’itinerario di tipo catecumenale».

123 Cfr. 1 Cor 15,1-11; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 235-236.

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viate a diocesi lontane a iniziare e guidare l’attuazione del Cammino Neocatecumenale.

§ 3. In queste convivenze, che cominciano con una giornata di conversione, l’Équipe

Responsabile del Cammino, o altra da essa indicata, verifica la disponibilità e coordina

l’attività degli itineranti, in una dinamica di “sistole e diastole”, secondo l’esempio del

Signore che inviava i suoi apostoli in missione e poi li riuniva, in un luogo appartato,

per ascoltare i prodigi che lo Spirito Santo operava con loro.124

§ 4. Il catechista itinerante resta unito alla propria parrocchia e comunità, alla quale

ritorna regolarmente per partecipare al cammino della propria comunità. Inoltre, il catechista

itinerante accetta di vivere la propria missione in precarietà – secondo la prassi

ultra trentennale del Cammino Neocatecumenale –, rimanendo libero di interromperla in

qualsiasi momento, informando il Vescovo ad quem e l’Équipe Responsabile del Cammino.

Art. 32

[Presbiteri itineranti]

Qualora si tratti di chierici secolari, oppure di membri di Istituti di vita consacrata o

di Società di vita apostolica, essi devono avere la licenza espressa del proprio Vescovo

diocesano o Superiore religioso competente, nelle dovute forme. L’Ordinario, in rapporto

con il Vescovo che li accoglie, fissa il tempo di questa disponibilità, è periodicamente

informato della loro attività, e si accerta che le condizioni materiali e spirituali del loro

ministero, vissuto nello spirito dell’essere itinerante, siano secondo quanto previsto dal

diritto.

Art. 33

[Famiglie in missione]

§ 1. L’attuazione del Cammino Neocatecumenale può essere aiutata da famiglie in

missione che, su richiesta dei Vescovi, si stabiliscono in zone scristianizzate o dove sianecessaria una “

implantatio ecclesiae”.

§ 2. Queste famiglie sono indicate dall’Équipe Responsabile del Cammino, in apposite

convivenze, tra quelle che si sono rese liberamente disponibili per andare ovunque

dopo aver considerato, con fiducia nel Signore, sia la necessità della Chiesa sia

l’assenza di ostacoli per la propria famiglia. Esse vengono di solito inviate dal proprio

Vescovo in un’apposita celebrazione.

§ 3. La famiglia in missione resta unita alla propria parrocchia e comunità, alla quale

ritorna periodicamente per partecipare al cammino della propria comunità. Inoltre accetta

di vivere nella precarietà la propria missione – aiutata eventualmente dalla comunità

di origine –, rimanendo libera di interromperla in qualsiasi momento.

124 Cfr. Lc 10,1-24.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

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Titolo VI

L’Équipe Responsabile Internazionale del Cammino

Art. 34

[L’attuale Équipe Responsabile internazionale del Cammino]

§ 1. L’Équipe Responsabile internazionale del Cammino è composta, vita natural durante,

dal Sig. Kiko Argüello – che ne è il responsabile – e dalla Sig.ra Carmen Hernández,

iniziatori del Cammino Neocatecumenale, e dal presbitero D. Mario Pezzi, del clero

diocesano di Roma.

§ 2. Dopo la scomparsa di uno dei due iniziatori di cui al paragrafo precedente,

l’altro rimane responsabile dell’Équipe internazionale e, sentito il parere del Presbitero,

procederà a completare l’Équipe internazionale. In caso di scomparsa o rinuncia del

Presbitero, gli iniziatori scelgono un altro presbitero e lo presentano al Pontificio Consiglio

per i Laici per la sua conferma.

§ 3. Dopo la scomparsa di ambedue gli iniziatori, si procederà a eleggere l’Équipe

Responsabile internazionale del Cammino, secondo la procedura stabilita nell’articolo

successivo.

Art. 35

[Elezione dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino]

§ 1. L’elezione dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino sarà affidata a

un
Collegio elettivo, in numero tra ottanta e centoventi, scelto dalla stessa Équipe. Le

persone facenti parte di detto Collegio sono nominate a vita, salvo che l’Équipe Responsabile

internazionale del Cammino ritenga opportuna, per motivi gravi, qualche sostituzione.

Ogni cinque anni detta Équipe provvederà a sostituire coloro che – per morte,

rinuncia, o per gravi motivi – avessero cessato di far parte del Collegio. L’elenco dei

componenti il Collegio elettivo è depositato presso il Pontificio Consiglio per i Laici.

§ 2. L’elezione dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino avverrà nel

modo seguente:

1°. Un mese prima della scadenza del suo mandato, il Collegio elettivo è convocato

in una convivenza dall’Équipe Responsabile del Cammino uscente, oppure, nel

caso della sua scomparsa, dal primo nell’elenco di cui sopra.

2°. Il Collegio, raggiunto un
quorum di almeno due terzi dei suoi membri, nella

prima riunione sceglie 3 persone a cui viene affidato l’incarico di scrutatore e gli altri

incombenti che attengono all’elezione. Il Collegio elegge, tra i presenti o tra altri catechisti

del Cammino da essi proposti, i componenti dell’Équipe internazionale, a norma

del can. 119
C.I.C.125 Per primo viene eletto il responsabile dell’Équipe, che deve essere

un laico – uomo sposato o celibe –, e poi, in singole votazioni, gli altri componenti

dell’Équipe.

3°. La composizione dell’Équipe, a votazione ultimata, deve comprendere: un

presbitero, una coppia di sposi e un celibe, oppure un presbitero, un celibe e una nubile.

4º. La conferma dell’elezione dell’Équipe sarà richiesta dal responsabile al

Pontificio Consiglio per i Laici, a norma del diritto.126 In caso di mancata conferma, si

125 Cfr. can. 924 C.C.E.O..

126 Cfr. can. 179 C.I.C..

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