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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 14:06
 
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2.- Il Card. Pie applica a Dio stesso la 5a Beatitudine.

Dimostrato in modo così evidente che la misericordia non è altro che la bontà, ossia l'essenza stessa di Dio, nei rapporti colla miseria della sua creatura, si comprende subito come ognuna delle nostre colpe può diventare, se vogliamo, una magnifica occasione a questo divino Attributo, per manifestarsi ed essere glorificato. Come le labbra dell'agnello alleggeriscono le mammelle della madre col succhiarne il latte benefico, così le nostre colpe accostate al cuore di Dio, con la confidenza e il pentimento, gli procurano la gioia di poter versare qualche effluvio in più di quella misericordia che sovrabbonda nel suo seno materno.
Ascoltiamo la parola di uno dei Pastori più eloquenti del nostro secolo: “Beati misericordes! Pronunziando questo oracolo si può dire che il Figlio di Dio fatto uomo, ci abbia rivelato la beatitudine sua e del Padre celeste. Poiché se la misericordia praticata da un semplice mortale, diventa per lui sorgente di felicità, che dire della infinita misericordia che Dio solo può esercitare? qual trasporto di felicità non nutre essa di continuo nel seno della divinità? - Beati i misericordiosi: Dunque, beato sopra tutti Colui che solo ha il diritto di essere chiamato buono: unus est bonus, Deus (Mt 19, 17).
Colui che è la carità per essenza e la cui misericordia e bontà non ha che l'eternità per confine: confitemini Domino quoniam bonus, quoniam in aeternum misericordia eius (Sal 35). Nella natura di Dio non v’è rigore, e quando egli cede alla collera ed esercita la giustizia, fa una cosa che è a lui estranea: irascitur ut faciat... alienum opus eius (Is 27, 21). E la sinistra che tiene la verga del castigo, e Dio presto si stanca di operare con essa: peregrinum opus eius ab eo (Ibid.), mentre la destra che è lo strumento preferito del suo cuore, compie le opere del suo amore... e di un peccatore cieco e incorreggibile sa fare, in un batter d'occhio, un penitente risoluto: haec mutatio dexterae Excelsi (Sal 46, 11)” (2).

3. - Come la moltitudine stessa delle colpe deve indurci a sperarne maggiormente il perdono.

Di più: la misericordia può solo esercitarsi sulla miseria; e quale miseria è più grande del peccato? quale oggetto è più pietoso di fronte alla infinita pietà? Queste colpe che ci schiacciano col loro peso e ci rendono vittime della collera divina, possono diventare davanti a Dio occasione per fargli manifestare un attributo che, a quanto sembra, gli è più caro della giustizia; la bontà, l'amore. Non dipende che da noi l'avvicinarci al suo cuore e dirgli con Davide: Tu, o Signore, mi perdonerai e cancellerai le mie iniquità, per glorificare la tua perfezione più cara: propter bonitatem tuam, Domine; e siccome la potrai glorificare tanto meglio quanto più saranno numerosi i delitti da cancellare, la moltitudine delle mie colpe mi fa sperare il tuo perdono: propitiaberis peccato meo, multum est enim (Salmo 24, 7.11).
Dio, aggiunge un antico autore (3) troppo dimenticato, Dio non è forse quel Maestro che insegna a non lasciarci vincere dal male, ma a vincere il male col bene? (Rm 12, 20), a non rendere male per male, maledizione per maledizione (1 Pt 3, 9) ma a colmare di benefici i nostri nemici, per accumulare dei carboni ardenti sul loro capo? (Rm 12, 20). Ora il discepolo non è da più del maestro, né il servo più del padrone (Mt 10, 24). Se dunque vediamo che i discepoli di questo Maestro divino, non solo hanno mostrato benevolenza e dolcezza coi loro crudeli persecutori e tiranni ma hanno reso bene per male, fino a dar la vita per la loro salvezza, che diremo del Maestro da cui essi ricevettero una dottrina così sublime?
“La carità di tutti i discepoli, messa a paragone con quella di Gesù Cristo, è meno che una goccia d'acqua di fronte all'oceano. Se dunque una scintilla di carità è stata in quelli così potente, che cosa farà l'incendio della sopraeminente carità di Dio?”.
“Ah, esclama il Crisostomo, come Gesù ha detto a noi: che merito avrete, se amate solo quelli che vi amano? non fanno lo stesso i pagani? (Mt 5, 41), così noi possiam dire di Dio: se egli esaudisce solo i giusti suoi amici, non mancherà forse qualcosa alla sua bontà?”.
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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