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10/08/2013 14:05 | |
10. - Godere di essere disprezzati e comportarsi come gli Apostoli.
S. Maria Maddalena de' Pazzi, vedendo l'alta stima in cui era tenuta da una delle sue novizie, un giorno si mise a raccontarle fra i singhiozzi i suoi difetti e tentazioni, e dopo essersi dipinta come la più colpevole delle donne: “Io vi ho detto questo, aggiunse, per farvi comprendere sotto quale superiora siete caduta. Se Dio non mi avesse condotta in un chiostro, forse avrei finiti i giorni in prigione o sotto la scure del carnefice. Pregate dunque per me, affinché un giorno possa ottenere la salvezza dalla grande bontà di Dio”.
Più vicina a noi per il tempo in cui visse, è una Figlia di S. Francesco di Sales la quale, eletta superiora del suo monastero, diceva in confidenza a una suora: “Ciò che mi consola è che il grado che occupo servirà a tenermi nell'abiezione, poiché i miei difetti si troveranno più in vista sul candeliere che nella oscurità di una celletta” (21).
Con più ragione il santo Vescovo di Ginevra insisteva che, se si ha la fortuna di essere sudditi, si abbraccino con premura le umiliazioni esterne; e canzonava senza pietà chi si mostrava schizzinoso a questo riguardo: “Sono disprezzato e me ne affliggo? imito le scimmie e i pavoni. - Sono disprezzato e me ne rallegro? imito gli Apostoli” (22).
“Sapete quel che bisogna fare quando si è corretti e mortificati? Bisogna prendere l'umiliazione come una gemma preziosa, metterla nel cuore e baciarla e accarezzarla il più teneramente possibile” (23). |