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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 13:55
 
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Parte seconda

 

CAPO I

 

UTILIZZARE

LE PROPRIE COLPE PER UMILIARSI

RICONOSCENDO LA PROPRIA ABIEZIONE

 

 

1. - Dio ci permette di trarre il bene dal male.

 

Il non scoraggiarci e non meravigliarci dopo le cadute sono disposizioni indispensabili e, nello stesso tempo, molto salutari; tuttavia non formano che la parte negativa dell'arte di utilizzare le proprie colpe. E quindi tempo di passare a considerare la parte positiva, per imparare, alla scuola di S. Francesco di Sales, come i nostri peccati, senza perdere la loro laidezza e malizia, possono riuscire, se vogliamo, di nostro profitto spirituale.

Evidentemente questo profitto non verrà dai peccati in se stessi, ma dalla misericordia di Dio e dalla grazia di Gesù Cristo, che sa volere le nostre iniquità ai fini della sua bontà, e le nostre debolezze alla salute della nostra anima. Il letame non è altro che materia corrotta e putrida, e tuttavia, osserva S. Bernardo, il contadino e il giardiniere se ne servono per far produrre alla terra frutti più belli e abbondanti. Allo stesso modo, Dio si serve delle nostre colpe, per far produrre alla nostra anima numerosi frutti di virtù (1).

Questo frutto sarà il più abbondante se da una parte perseguiteremo le nostre colpe con odio vivo e guerra implacabile, e dall'altra avremo più fede e ci associeremo più attivamente ai disegni di Dio che le ha permesse in vista del nostro bene.

Dobbiamo, entrare nei piani della Redenzione, quali ce li presenta la Chiesa, combattere Satana con le sue stesse armi, ritorcendogli contro le sue astuzie e trovando un rimedio nelle stesse ferite che ci infligge (2).

Così sperimenteremo felicemente in noi quello che diceva S. Giovanni Crisostomo: “Spesso anche il diavolo ci riesce di grande utilità: basta che sappiamo farlo servire a nostro vantaggio. Il guadagno sarà incalcolabile” (3).

Questo guadagno viene indicato da S. Agostino in tre parole: Tutto contribuisce al bene di chi ama il Signore dice egli riportando le parole di S. Paolo; si, tutto, anche le cadute, omnia, imo ipsi lapsus in peccata, perché l'uomo può rialzarsi da esse più umile, più prudente e più fervoroso: nam ex casu humiliores, cautiores et ferventiores resurgunt” (4). Ed è pure il pensiero di S. Francesco di Sales: “Care imperfezioni, esclama egli, quelle che ci fanno riconoscere la nostra miseria e ci esercitano nell'umiltà, nel disprezzo di noi stessi, nella pazienza e nella vigilanza” (5).

 

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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