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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 09:50
 
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10. - Il timore ispirato dalla nostra debolezza dev'essere temperato da una fermissima confidenza in Dio.

Questi pensieri risalteranno ancor meglio nella seconda parte del nostro libro, quando il santo Dottore si servirà della vista delle nostre mancanze, per raddoppiarci la confidenza nella misericordia divina. Ma le citazioni e le riflessioni fatte sono sufficienti a precludere la porta alla disperazione in qualsiasi circostanza, e a dimostrare che la paura ispirata dalla conoscenza della propria debolezza, deve essere sempre moderata e dominata da una incrollabile confidenza in Dio. Il Santo insiste particolarmente sulla necessità e sui modo di unire queste due disposizioni: “Bisogna combattere sempre fra il timore e la speranza, in maniera però che la speranza sia sempre più forte, in considerazione dell'onnipotenza di Colui che ci soccorre” (32).
“Fate penitenza, ci dice S. Giovanni Battista, abbassate le montagne dell'orgoglio e riempite le valli della tiepidezza e della pusillanimità. Le valli che il glorioso Precursore vuole che si riempiano, non sono altro che il timore, il quale, quando è troppo grande, porta allo scoraggiamento, a causa delle colpe commesse. Riempite le valli, ossia sappiate riempire i vostri cuori di confidenza e di speranza, perché la salvezza è vicina. La vista delle proprie colpe porta con sé un certo qual orrore, uno spavento e un timore che fiaccano il cuore. Ecco le valli che bisogna riempire per la venuta del Signore” (33).

11. - Chi ricorre a Maria SS.ma non deve mai disperare.

“Santa Taide, rivolgendosi un giorno a S. Pafnuzio, gli diceva: Ah, Padre mio, che cosa devo fare? il ricordo della mia vita miserabile mi spaventa. Era stata una grande peccatrice ed era sempre piena di timori a causa dei peccati commessi. il buon Santo le rispose: Temete, ma sperate. Temete per paura di diventar superba e orgogliosa; ma sperate, per paura di cadere nella disperazione e nello scoraggiamento. Il timore e la speranza non devono mai andar disgiunti, tanto che se il timore non è accompagnato dalla speranza, non sarà più timore, ma disperazione, e la speranza senza il timore è piuttosto presunzione. Occorre dunque riempir le valli scavate dalla conoscenza delle imperfezioni e peccati commessi, con la confidenza unita al timor di Dio” (34).
S. Francesco di Sales, come se anche dopo morte abbia voluto continuare la guerra contro la disperazione, ha strappato al demonio stesso, una confessione piena di incoraggiamento per le anime colpevoli. Un giovane del Chiablese, da cinque anni posseduto dallo spirito maligno, fu condotto alla tomba del santo Vescovo di Ginevra, mentre era in corso il processo di Beatificazione. La liberazione si fece attendere diversi giorni, durante i quali Mons. Carlo Augusto di Sales e la veneranda Madre de Chaugy, fecero subire al disgraziato alcuni interrogatori presso la tomba del Santo. In una di queste circostanze, riferisce un testimone oculare (35), siccome il demonio raddoppiava le grida, e con crescente furore e confusione ripeteva: “Ah, ma perché devo uscire?”, la Madre de Chaugy esclamò: “O santa Madre di Dio, pregate per noi! Maria, Madre di Gesù, veniteci in aiuto!”. A tali parole lo spirito infernale intensificò ancora i suoi urli spaventosi e gridò: “Maria! Maria!... Ah, io non ho una Maria... Non proferir più questo nome, perché mi fa tremare. Ah, se io avessi una Maria come l'avete voi, io non sarei più quel che sono!... Ma io non ho una Maria!”.
Tutti piangevano. “Ah, riprese il demonio, se io avessi un sol momento dei tanti che voi perdete, sì, un solo istante e una Maria, io non sarei più demonio!”.
Ebbene! noi che viviamo (36) abbiamo il momento presente per tornare a Dio, e abbiamo Maria che ce ne ottiene la grazia: chi dunque, può ancora disperare?
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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