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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 09:42
 
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CAPO II

NON TURBARSI ALLA VISTA DELLE PROPRIE COLPE


1. - Due segni delle buone e delle cattive tristezze.

“La tristezza che è secondo Dio, dice S. Paolo, produce una penitenza utile per la salvezza; la tristezza del mondo produce invece la morte. La tristezza adunque può essere buona o cattiva, secondo i diversi effetti che produce in noi. Però ne produce più di cattivi che di buoni, poiché i buoni sono due, ossia la misericordia e la penitenza, mentre i cattivi sono sei: il cordoglio, l'accidia, l'ira, la gelosia, l'invidia e l'impazienza. Per questo il Savio dice: la tristezza uccide molti e non porta nessuna utilità, perché accanto a due ruscelli buoni che nascono dalla sua sorgente, si trovano altri sei che sono pessimi” (1).
Perciò il demonio fa tutti gli sforzi per generare nell'anima questa cattiva tristezza; e, per riuscire a scoraggiarla, tenta soprattutto di procurarle turbamenti. Né gli riesce difficile suggerirle dei pretesti: - Non bisogna forse affliggersi per aver offeso la somma Maestà, oltraggiata la Bontà infinita e ferito il cuore del più tenero dei padri? - Sì, risponde S. Francesco di Sales, bisogna certamente rattristarsi, ma con pentimento vero e non già con dolore sconsolato, con sdegno e dispetto. Ora il pentimento vero, come ogni altro sentimento ispirato dallo Spirito buono, è sempre calmo: non in commotione Dominus (2). E appena si manifesta inquietudine e turbamento, è segno che la buona tristezza cede posto alla cattiva.
“ La cattiva tristezza, torna a dire il nostro Santo, perturba l'anima, la fa inquieta, suscita timori esagerati, e rende disgustosa la preghiera, assopisce ed opprime il cervello, priva l'anima della capacità di riflettere bene, di prendere serie risoluzioni e di giudicare rettamente; la scoraggia e la priva dì forze: è insomma come un crudo inverno che spoglia la terra d'ogni bellezza, avvizzisce le piante e assidera gli animali. La tristezza infatti, toglie all'anima ogni dolcezza, ne rattrappisce le facoltà e le riduce quasi all'impotenza” (3).
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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