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09/08/2013 17:49 | |
18. Un sacerdote, gran servo di Dio, che sempre mi aveva aiutato, amante di ogni perfezione, si recò alla Corte per occuparsi di questa faccenda e s’impegnò molto in essa. Anche quel santo gentiluomo di cui ho già parlato fece moltissimo nella presente circostanza, per favorirci in tutti i modi, e per questo motivo ebbe a soffrire molte tribolazioni e persecuzioni: io lo consideravo e lo considero ancora come un padre. Il Signore animava di tanto zelo quelli che ci aiutavano, che ognuno di essi si adoperava per noi come per una propria causa da cui dipendessero il proprio onore e la propria vita; non pensavano ad altro se non che si trattava di una cosa in cui sembrava loro di servire il Signore. Sua Maestà mostrò chiaramente di aiutare quell’ecclesiastico, maestro di teologia, di cui ho parlato, che era anch’egli fra coloro che mi aiutavano, mandato dal vescovo a rappresentarlo in una grande adunanza tenutasi a questo riguardo, in cui egli era solo contro tutti. Alla fine riuscì a calmare gli animi con il suggerire alcuni espedienti che contribuirono molto a tirarla per le lunghe; ma nessuno era in grado di evitare che di lì a poco non tornassero a giocarsi la vita, come si dice, pur di sopprimere il monastero. Questo servo di Dio di cui parlo, fu quello che aveva dato l’abito alle nuove religiose e collocato il santissimo Sacramento nella cappella: per questo si era visto oggetto di una grande persecuzione. La lotta durò quasi mezzo anno, ma raccontare minutamente le grandi sofferenze che si patirono sarebbe troppo lungo.
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