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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:33
 
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5. Parlando ora degli inizi di coloro che sono ormai decisi a perseguire questo bene e a conquistarlo (delle altre cose di cui avevo cominciato a dire circa la teologia mistica – credo che si chiami così – parlerò più avanti): in questi inizi sta proprio la maggior fatica, perché qui è dove si deve lavorare, anche se il Signore fornisce i mezzi per farlo, mentre negli altri gradi di orazione predomina il godimento, sebbene tutti, siano essi al principio, a metà o alla fine, portino le loro croci, per quanto diverse. Questo cammino, già percorso da Gesù Cristo, devono percorrere coloro che lo seguono, se non vogliono perdersi. E benedette queste croci che anche qui, in vita, ci vengono ripagate in sovrappiù!
6. Dovrò servirmi di qualche paragone, anche se, essendo donna, vorrei evitarli e scrivere semplicemente quello che mi hanno comandato, ma è così difficile esprimersi in questo linguaggio spirituale per chi, come me, non ha istruzione, che dovrò cercare di aiutarmi in qualche modo. Potrà darsi che il più delle volte non riesca a far calzare il paragone; vuol dire che servirà da passatempo alla signoria vostra il costatare la mia grande balordaggine. Mi sembra d’aver letto o udito il paragone che segue, ma non so dove né a che proposito, perché ho una cattiva memoria; è utile, però, al mio caso. Chi comincia deve pensare di cominciare a coltivare, per la gioia del Signore, un giardino in un terreno assai infecondo, pieno di erbacce. Sua Maestà strappa le erbe cattive e vi pianta le buone. Ora, supponiamo che questo sia già fatto quando un’anima si decide per l’orazione e ha cominciato a praticarla; con l’aiuto di Dio dobbiamo, da buoni giardinieri, procurare che quelle piante crescano e aver cura d’innaffiarle, affinché non muoiano e producano fiori di molta fragranza, per ricreare nostro Signore, in modo che venga spesso a dilettarsi in questo giardino e a godersi questi fiori di virtù.
7. Vediamo ora in che modo si può innaffiare un giardino, per capire cosa dobbiamo fare, se la fatica che ci costerà il nostro impegno sarà maggiore del guadagno e per quanto tempo essa durerà. A me sembra che un giardino si possa innaffiare in quattro modi:
- o con l’attingere acqua da un pozzo, il che comporta per noi una gran fatica;
- o con una noria e tubi, tirandola fuori mediante una ruota (io l’ho girata alcune volte), il che è di minor fatica del primo e fa estrarre più acqua;
- oppure derivandola da un fiume o da un ruscello: con questo sistema si irriga molto meglio, perché la terra resta più impregnata d’acqua, non occorre innaffiarla tanto spesso, e il giardiniere ha molto meno da faticare;
- oppure a causa di un’abbondante pioggia, in cui è il Signore ad innaffiarla senza alcuna nostra fatica, sistema senza confronto migliore di tutti quelli di cui ho parlato.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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