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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:26
 
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9. Siccome di queste gioie che il Signore concede a coloro che perseverano nell’orazione si parlerà a lungo, qui non dirò altro, o meglio dirò solo che l’orazione è la porta d’ingresso per tali sublimi favori che Dio mi ha fatto; chiusa essa, non so proprio come potrà farli perché, anche se Dio vuole entrare in un’anima per goderne e farla godere, non c’è per lui via d’accesso, in quanto egli la vuole sola, pura e desiderosa di ricevere i suoi beni. Se gli ingombriamo la strada di ostacoli e non ci adoperiamo minimamente a toglierli, come potrà giungere a noi e come possiamo pretendere che ci conceda grandi grazie?
10. Affinché si veda la sua misericordia e il gran bene che fu per me il non aver lasciato l’orazione e la lettura, parlerò qui – poiché è cosa assai utile a sapersi – del martellamento a cui il demonio sottopone un’anima per guadagnarsela e degli accorgimenti misericordiosi con cui il Signore cerca di riprendersela affinché tutti si guardino da quei pericoli dai quali io non seppi guardarmi. Soprattutto per nostro Signore e per il grande amore con cui egli ottiene di richiamarci a sé, io scongiuro chiunque a fuggire le occasioni perché, una volta entrati in esse, non c’è da stare sicuri, essendo molti i nemici che ci danno guerra e troppo deboli le nostre forze per difenderci.
11. Vorrei saper descrivere la schiavitù in cui era allora la mia anima, perché ben capivo io di essere schiava, ma non riuscivo a capire di che cosa, né potevo credere del tutto che ciò di cui i confessori non mi facevano gran carico fosse così grave colpa come io la sentivo nel mio intimo. Uno di essi, al quale avevo manifestato questo scrupolo, mi disse anzi che, pur raggiungendo uno stato di elevata contemplazione, tali occasioni e amicizie non mi avrebbero arrecato alcun danno. Questo avveniva già all’ultimo, quando io cominciavo, con l’aiuto di Dio, a fuggire i pericoli più gravi, pur non sottraendomi del tutto alle occasioni. Sembrava loro che io facessi molto, vedendomi piena di buoni desideri e dedita all’orazione, ma la mia anima sentiva che non faceva tutto ciò che era tenuta a fare per colui a cui tanto doveva. Mi è ora motivo di pena il molto che essa soffriva e il poco aiuto che da tutti aveva, fuorché da Dio, e la grande libertà che le concedevano per i suoi piaceri e passatempi, dicendo che erano leciti.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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